Passa al documento
Questo è un documento Premium. Alcuni documenti su Studocu sono Premium. Passa a Premium per sbloccarne la visualizzazione.

Parafrasi Petrarca

Parafrasi dei componimenti di Petrarca presenti in Letteratura.it, per...
Corso

Letteratura Italiana

999+ Documenti
Gli studenti hanno condiviso 7197 documenti in questo corso
Anno accademico: 2016/2017
Libro in elencoLetteratura.it
AutoreGiuseppe Langella, Pierantonio Frare, Umberto Motta
Caricato da:
Studente anonimo
Questo documento è stato caricato da uno studente come te che ha optato per l'anonimità.
Università Cattolica del Sacro Cuore

Commenti

accedi o registrati per pubblicare commenti.
  • bb
    sono appunti delle lezioni o riassunti del libro? grazie mille

Anteprima del testo

Francesco Petrarca (1304 1374) Il Canzoniere 1374) La composizione del Canzoniere Petrarca lungo il corso della sua esistenza, dalla giovinezza alla vecchiaia. composto da 366 poesie, tante quante sono i giorni di un anno bisestile: un tempo simbolico, che rappresenta della vita umana. La misura de libro equivale alla misura della vita umana: ogni poesia rappresenta un giorno e in esso un momento della crescita interiore del poeta. Il Canzoniere una raccolta di frammenti e tale il titolo che Petrarca scelse per la sua opera: non Canzoniere, ma Rerum vulgarium fragmenta di cose in volgare): titolo che evidenzia il carattere frammentario e volgare. Si possono individuare 3 livelli di lettura 1. il libro compone un diario del poeta per Laura e le singole poesie scandiscono le varie tappe di questa esperienza 2. il libro presenta la storia di un anima: racconta la crescita interiore e illustra il suo processo di evoluzione emotiva e 3. racconta la storia di se stessa: Petrarca impiega la poesia per celebrare la poesia stessa. Nel Canzoniere, Petrarca ha lavorato a lungo non solo sui singoli componimenti, quanto sui criteri della loro composizione: il significato complessivo risulta dalla somma e successione degli elementi che la compongono. Egli un criterio che obbedisce al tema: prima le poesie sulle passioni giovanili, poi quelle sugli affetti e le preoccupazioni avanzata. Questa fu una scelta innovativa e originalissima: infatti i libri di poesia erano di solito costruiti rispettando la cronologia oppure lo stile e la forma. Al contrario, Petrarca mescola poesie che appartengono a tempi e forme diversi per mettere in primo piano il significato morale della vicenda. La raccolta assume la singolare fisionomia di un romanzo autobiografico in versi. Il fascino e sono dati dal fatto che essa sia sospesa tra e frantumazione, tra tensione e apparente Questa divisione in due parti appartiene alla psicologia e alla di ogni uomo. Da derivato il successo i lettori hanno trovato i contenuti della propria coscienza. Il Canzoniere dunque racconta la storia di una trasformazione interiore, di dalla stagione degli errori, maltempo disilluso della vecchiaia in cui scopre la delle cose terrene. Ai due tempi della vita di Petrarca, il tempo e il tempo del ravvedimento, corrispondono le due parti 1. Fino al testo 263: illustra i vari momenti della passione amorosa per Laura (fino alla sua morte), ma comprende anche riflessioni la natura e la politica. 1! di !10 2. Dal testo 264: in coincidenza con la morte della donna, scopre la degli interessi terreni e si sforza di coltivare altri e nobili sentimenti: Dio, giustizia, bene, poesia. La perdita della donna rappresenta traumatico che induce il poeta al superamento di passionale indirizzandolo alla conversione. Dopo la sua ascensione in cielo, il fantasma di Laura acquista tratti esplicitamente angelici: diventa spiritualizzato. si conclude con un sonetto speculare rispetto a quello proemiale: canzone Vergine bella, che svolge una funzione riassuntiva e conclusiva. Petrarca crea il protagonista del Canzoniere tramite due operazioni: preleva molti elementi dalla propria esperienza sottopone questi elementi a un processo di sublimazione. Petrarca usa un linguaggio facile, essenziale e da deriva il fascino del Canzoniere: la estrema sul piano concettuale si specchia nella generale a livello della forma. La lingua e lo stile del Canzoniere sono stati presi a modello dai poeti successivi: la lingua di Petrarca diventata la lingua della poesia italiana ed europea. Dedicandosi per decenni a rivedere ha perseguito un solo obbiettivo: UNILINGUISMO. Egli sceglie un vocabolario circoscritto, spoglio ed essenziale, usa poche figure retoriche (in particolare la ripetizione e Per questi aspetti linguistici e formali stato considerato classico per eccellenza. Le forme metriche adoperate da Petrarca nel canzoniere sono 5: forme di ascendenza popolare: 4 madrigali e 7 9 29 317 sonetti. I modelli a cui Petrarca si ispira nella composizione del Canzoniere vengono ripetutamente evocati: Arnaut Daniel, Guido Cavalcanti, Cino da Pistoia. Al contempo agiscono sulla sua fantasia elementi della tradizione classica, in particolare Ovidio, Orazio. Inoltre il Canzoniere risulta debitore anche nei confronti della Bibbia e delle opere dei Padri della Chiesa. Particolarmente complessi i rapporti con Dante: Petrarca esibisce un certo distacco nei suoi confronti ma la presenza di echi danteschi evidente. 2! di !10 35. et pensoso i deserti Solitario e pensieroso percorro in lungo e in largo con passi lenti i campi disabitati e porto gli occhi attenti per evitare i luoghi frequentati dagli uomini. Non trovo altro rimedio che mi faccia evitare la sfacciata indiscrezione della gente negli atti privi di esteriormente si capisce come io dentro mia sofferenza amorosa. io credo ormai che i monti, le pianure, i fiumi e le selve sappia di che sia la mia vita, che invece nascosta a altri. Eppure non so trovare luoghi impervi e inospitali che il sentimento amoroso non continui e mi tormenti continuamente. 62. del ciel, dopo i perduti O Dio, dopo i giorni che ho sprecato inutilmente, dopo le notti che ho trascorso nei vani pensieri in compagnia di quella feroce passione che mi nel cuore nel contemplare gli atti (di Laura) leggiadri per mia disgrazia, ti sia gradito che io, per effetto della luce della tua grazia, mi converta a un altro genere di 11vita e a degne opere, che il demonio, avendo senza frutto steso le sua trappole, ne rimanga sconfitto e disonorato. Sono ormai trascorsi, o mio Signore, undici anni da quando io fui sottomesso al terribile giogo che tanto crudele quanto si innamorati. Abbi del mio vergognoso indirizza i miei instabili pensieri a degna ricorda loro come oggi santo) tu fosti crocifisso per la nostra salvezza e per la nostra liberazione dal male. 77. mirar Policleto a prova Se Policleto insieme a tutti gli altri che furono famosi del ritratto, gareggiando fra loro, guardassero attentamente anche per mille anni, non vedrebbero nemmeno una minima parte della bellezza che mi ha fatto tanto innamorare. Ma di sicuro il mio amico di Simone salire in Paradiso, da dove Laura, la mia innamorata, la e poi la ritrasse su pergamena per testimoniare in terra la bellezza del suo viso. Il ritratto fu proprio di quelli che solo in Paradiso si possono ideare, non sulla terra, dove le membra nascondono Simone fece un atto di e , del resto, non avrebbe potuto ritrarre Laura, quando (Simone) discese sulla terra, nella dimensione del tempo mondano e quando la sua potenza visiva fu limitata degli elementi corruttibili. 90. i capei a I capelli di Laura, biondi come erano sparsi al vento che li avvolgeva in mille eleganti riccioli, e brillava oltre misura dei suoi bellissimi occhi, i quali ora hanno perduto in parte il loro e mi sembrava che il suo viso, non so se in o per mia illusione, arrossisse: io, che avevo pronto e disposto a innamorarsi, forse da meravigliarsi se dubito fui preso dalle fiamme 4! di !10 Il suo portamento non era quello di un essere mortale, ma quello di un angelo, e le sue parole avevano suono diverso da quello di una semplice voce umana: uno spirito angelico, un sole incarnato, fu che e se ora non fosse come era a quel tempo in cui la vidi, una ferita non si rimargina anche se da cui partita la freccia non teso (se Laura cambiata). 126. fresche et dolci 1. O chiare, fresche e limpide acque nelle quali immerse il proprio piacevole corpo la donna che a me sembra esser degna di essere chiamata signora (Laura). O ramo di una nobile pianta al quale le piacque appoggiarsi (io lo ricordo fra i sospiri). O erba e fiori che la gonna leggiadra con il lembo, candido come la veste di un angelo. O aria sacra, rasserenata laddove a causa dei begli occhi della donna mi innamorai: ascoltate tutti le mie dolenti ed estreme parole. 2. Se questo davvero il mio destino e Dio interviene questo accada, che a causa soffrendo io muoia, una qualche grazia divina seppellisca il mio misero corpo fra voi e separata dal corpo torni al cielo. La morte meno dolorosa se ho questa speranza nel momento pieno di dubbi del passaggio (dalla vita alla morte). Dal momento che lo spirito affranto non potrebbe mai lasciare il corpo tormentato e le ossa in un luogo inquieto, in un sepolcro tranquillo. 3. forse un giorno in cui la belva bella e dolce, in questo luogo a lei familiare e (in quel giorno) lo sguardo desideroso e sereno dove lei mi vide nel giorno benedetto cercando di oh, vedendomi trasformato in polvere tra le pietre, che Amore la ispiri al punto da farla sospirare dolcemente da ottenere misericordia per me, piegando il volere divino mentre si asciuga gli occhi con il bel velo. 4. Dai rami scendeva, ricordo dolcemente, una pioggia di fiori sul grembo di ed ella sedeva umile in tanta gloria, coperta da quella cascata di petali che ispirava amore. Un fiore cadeva della veste, un altro sulle trecce bionde, che quel giorno, a vederle, sembravano oro e perle. Un fiore si posava a terra ed un altro sui flutti del un altro ancora, volteggiando sembrava dire: regna 5. Quante volte io dissi a quel tempo, pieno di spavento: costei di certo nata in Paradiso. Il suo portamento quasi divino, il suo volto, la sua voce e il suo dolce sorriso mi avevano colmato a tal punto di torpore e fatto allontanare talmente dalla che io dicevo tra i sospiri: Come sono arrivato qui? E credendo di trovarmi in cielo e non dove mi trovavo realmente. da allora che questo luogo mi piace al punto che altrove non riesco a trovar pace. 6. Se tu avessi tanti ornamenti quanti ne desideri, potresti coraggiosamente uscire dal bosco e andare tra la gente. 5! di !10 valore militare senza fondamento nella colpa nostra, e non cosa naturale, che la furia selvaggia dei popoli tedeschi, ci superi in intelligenza. 6. Non questo il terreno che io per primo toccai? Non questo il mio nido dove fui allevato dolcemente? Non questa la patria in cui ho il mio fondamento, madre benigna e pietosa, la cui terra copre entrambi i miei genitori? In nome di Dio, che questo pensiero qualche volta mi commuova e guardiate con misericordia le sofferenze del popolo italiano, che solo da voi, oltre che a Dio, sperare di avere e quando voi mostrerete un pur minimo segno la contro il furore e il combattimento breve, il valore tipico della gloriosa romana nei cuori italici non del tutto scomparso. 7. Signori, osservate come il tempo vola, e come la vita fugge, e la morte ci sovrasta le spalle. Voi ora siete sulla terra, pensate alla morte: necessario che giunga a quel pauroso passaggio senza insegne di potere. Durante il tragitto terreno vogliate deporre e la rabbia, che sono passioni contrarie ad armoniosa, e quel tempo che si spende nel fare male agli altri, venga rivolto a qualche azione meritevole, di tipo pratico o di tipo intellettuale, a qualche impresa nobile e lodevole, a qualche applicazione onorevole: facendo questo, sulla terra si gioisce, e la strada del cielo si trova aperta. 8. Canzone, io ti esorto gentilmente ad esporre le tue ragioni, devi andare tra persone superbe e altezzose, e gli animi sono abituati ad un antico e pessimo costume, che sempre nemico della Ti arrischierai a sperimentare la tua sorte. Tra pochi uomini di gran cuore, a cui preme la Chi mi protegge? Io vado invocando: Pace, pace, 134. non trovo, et non da far Vorrei la e vorrei oppormi (ma non possiedo gli strumenti per combattere), insieme temo, spero, mi appassiono e sono ora sono amorosa (sono euforico), ora mi nella non ottengo nulla, possiedo tutto. talmente forte la mia passione che non mi respinge del tutto ma neppure mi possiede tel tutto, mi possiede, mi libera, mi annienta definitivamente mi libera, non mi lascia vivere, mi salva. Sono in una condizione assurda: (come se) vedo senza occhi, non ho lingua eppure grido, bramo morire, eppure chiedo odio me stesso, e intanto amo persona, Laura. Questa sofferenza mi tiene in vita, piangendo rido, ugualmente odio la morte e la vita: in questo stato sono, amata Laura, per te. 189. la nave mia colma La mia nave, in preda allo smarrimento, attraversa un mare tempestoso, fra Scilla e Cariddi, in inverno e in mezzo alla e al timone siede il mio padrone, anzi il mio nemico (Amore). A ogni remo (sta) un desiderio sollecito al male, che sembra prendersi gioco della tempesta e del un vento eternamente umido di 7! di !10 sospiri, di speranze e di desiderio, strappa la vela. Una pioggia di lacrime e una nebbia di angosce bagna e allenta i cordami, che sono fatti di errore e ignoranza insieme intrecciati. Le care stelle, che abitualmente orientano la navigazione (occhi di Laura) si nascondono: di navigare e la ragione sono andate perdute nella tempesta, al punto che comincio a perdere la speranza di raggiungere il porto (la salvezza). 226. mai solitario in alcun Mai un passero solitario in qualche tetto, una bestia in alcun bosco, fu solitaria quanto lo sono io, dal momento che io non vedo il bel viso (di Laura) e non conosco un altra donna che possa dare vita, questi miei occhi hanno che li possa invaghire. Piangere continuamente il mio grande piacere, il riso provoca dolore, il cibo mi risulta spiacevole (assentio et tosco endiadi), la notte mi procura tormento, e il cielo sereno ai miei occhi cupo, il letto luogo di lunghe insonnie. Il sonno veramente, come si dice, simile alla morte e (il sonno) sottrae il cuore a quel piacevole pensiero che lo tiene in vita. Voi verdi rive fiorite e declivi ombrosi, paese unico al mondo, felice, possedete il mio bene (Laura) ed io piango. 272. vita fugge, et non una La nostra vita trascorre veloce, e non si ferma mai, il momento della morte incombe rapidamente, il pensiero del presente, e del passato mi provoca affanno, e anche quello del da un lato mi angoscia ricordare il passato, anche del futuro, tanto che, in (lo confesso), se non fosse che ho di me stesso, avrei eliminato questi pensieri, con il suicidio. Ricordo quei rari, troppo rari, momenti di amorosa e poi, pensando al domani, capisco bene che il futuro non capisco che fino tormentato dalla passione, e la mia ragione impotente, la forza di incapace, e chiusi dalla morte i bellissimi occhi di Laura, che sono solito ammirare. 273. fai? che pensi? che pur dietro Che fai? Che pensi? ritorni continuamente col ricordo a quel tempo che non ritornare? Anima sconsolata, alimenti con i ricordi il dolore che ti distrugge? Le parole soavi e gli sguardi dolci che, in modo dettagliato e analitico, hai descritto e illustrato in poesia, sono stati tolti dal mondo e, sai bene che del tutto inutile ricercarli in questo mondo. Non rinnovare il ricordo di Laura che ci uccide, non continuare a seguire un pensiero (il rimpianto di Laura) sbagliato e ingannevole, ma (inizia a seguire un pensiero) sicuro e fondato sulla ragione, che ci conduca alla salvezza. Cerchiamo nel cielo, se in terra niente ci interessa dopo la morte di Laura: per nostra sventura vedremmo la bellezza di Laura, se, sia quando era viva, sia ora che morta, era destinata a toglierci ogni pace. 8! di !10 sue mancanze con la tua grazia: se io ho vissuto immerso nei travagli delle pene possa morire in pace e nella grazia di e se la vita terrena stata vana, almeno la dipartita sia dignitosa. La tua mano si degni di essere sollecita a quel poco di vita che mi resta: tu sai bene che non ho speranza in nessun altro. ! di !10 10

Questo documento è stato utile?
Questo è un documento Premium. Alcuni documenti su Studocu sono Premium. Passa a Premium per sbloccarne la visualizzazione.

Parafrasi Petrarca

Corso: Letteratura Italiana

999+ Documenti
Gli studenti hanno condiviso 7197 documenti in questo corso
Questo documento è stato utile?

Questa è un'anteprima

Vuoi avere accesso completo? Passa a Premium e sblocca tutte le 10 pagine
  • Accedi a tutti i documenti

  • Scarica senza limiti

  • Migliora i tuoi voti

Upload

Condividi i tuoi documenti per sbloccare

Sei già passato a Premium?
Francesco Petrarca (1304 - 1374)
Il Canzoniere
(1320/1326 - 1374)
La composizione del Canzoniere occupò Petrarca lungo il corso della sua esistenza, dalla
giovinezza alla vecchiaia. È composto da 366 poesie, tante quante sono i giorni di un
anno bisestile: è un tempo simbolico, che rappresenta l’arco della vita umana. La misura
de libro equivale alla misura della vita umana: ogni poesia rappresenta un giorno e in
esso un momento della crescita interiore del poeta.
Il Canzoniere è una raccolta di frammenti e tale è il titolo che Petrarca scelse per la sua
opera: non Canzoniere, ma Rerum vulgarium fragmenta (“Frammenti di cose in volgare):
titolo che evidenzia il carattere frammentario e volgare.
Si possono individuare 3 livelli di lettura dell’opera:
1. il libro compone un diario dell’amore del poeta per Laura e le singole poesie
scandiscono le varie tappe di questa esperienza sentimentale;
2. il libro presenta la storia di un anima: racconta la crescita interiore dell’autore e
illustra il suo processo di evoluzione emotiva e spirituale;
3. l’opera racconta la storia di se stessa: Petrarca impiega la poesia per celebrare la
poesia stessa.
Nel Canzoniere, Petrarca ha lavorato a lungo non solo sui singoli componimenti, quanto
sui criteri della loro composizione: il significato complessivo dell’opera risulta dalla
somma e successione degli elementi che la compongono. Egli seguì così un criterio che
obbedisce al tema: prima le poesie sulle passioni giovanili, poi quelle sugli affetti e le
preoccupazioni dell’età avanzata. Questa fu una scelta innovativa e originalissima:
infatti i libri di poesia erano di solito costruiti rispettando la cronologia oppure lo stile e
la forma. Al contrario, Petrarca mescola poesie che appartengono a tempi e forme diversi
per mettere in primo piano il significato morale della vicenda. La raccolta assume così la
singolare fisionomia di un romanzo autobiografico in versi.
Il fascino e l’ambiguità dell’opera sono dati dal fatto che essa sia sospesa tra unità e
frantumazione, tra tensione all’ordine e apparente casualità. Questa divisione in due
parti appartiene alla psicologia dell’autore e alla personalità di ogni uomo. Da ciò
derivato il successo dell’opera: i lettori hanno trovato i contenuti della propria coscienza.
Il Canzoniere dunque racconta la storia di una trasformazione interiore, di
un’evoluzione dalla stagione degli errori, maltempo disilluso della vecchiaia in cui
l’uomo scopre la vanità delle cose terrene. Ai due tempi della vita di Petrarca, il tempo
dell’errore e il tempo del ravvedimento, corrispondono le due parti dell’opera:
1. Fino al testo 263: illustra i vari momenti della passione amorosa per Laura (fino alla
sua morte), ma comprende anche riflessioni sull’amicizia, la natura e la politica.
! di !1 10

Perché questa pagina è sfocata?

Questo è un documento Premium. Per leggere l'intero documento devi passare all'abbonamento Premium.

Perché questa pagina è sfocata?

Questo è un documento Premium. Per leggere l'intero documento devi passare all'abbonamento Premium.

Perché questa pagina è sfocata?

Questo è un documento Premium. Per leggere l'intero documento devi passare all'abbonamento Premium.