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I Sepolcri di ugo foscolo riassunto
Corso: Letteratura italiana (005048)
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Università: Università degli Studi di Bari Aldo Moro
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I SEPOLCRI Ugo Foscolo
PARAFRASI
“Siano rispettati i diritti dei Mani” massima di Cicerone. I Manes sono le anime dei defunti
Il carme inizia con una domanda retorica: la tomba può offrire conforto al sepolto? La morte (sonno della
morte) è forse meno doloroso (men duro) all’ombra dei cipressi e dentro le tombe (urne) consolate dal
pianto [dei vivi]? Quando (ove) il sole avrà smesso per me di fecondare il creato (questa bella d'erbe
famiglia e d'animali - iperbato), quando l’avvenire attraente per le vagheggiate promesse avrà perso ogni
seduzione (vaghe…future), né udirò più te, Pindemonte (dolce amico), [recitare] i tuoi versi (il verso) e
l’armonia malinconica che li ispira (lo governa), né più nel cuore sentirò l’ispirazione (spirto) delle Muse e
dell’amore, unica consolazione della mia vita errabonda (mia vita raminga – perché esule), quale
consolazione sarà per la vita finita (qual…perduti) una lapide (sasso – pietra sepolcrale) che distingua i miei
resti dagli infiniti altri (le mie dalle infinite ossa) che la morte sparge (semina) in terra e in mare?
È proprio vero Pindemonte ! anche la speranza, ultima dea (così era definita dai latini, l’ultima ad
abbandonare l’uomo), fugge le tombe (si dilegua cioè l’ultima illusione di immortalità affidata appunto al
sepolcro): la dimenticanza circonda (involve) tutte le cose nella sua tenebra (notte); e una forza attiva le
trasforma (le affatica) incessantemente di movimento in movimento; e il tempo tramuta (traveste) sia
l’uomo sia le sue tombe sia le ultime tracce (sembianze) sia ciò che resta (reliquie) della terra e del cielo.
Ma perché l’uomo dovrebbe privarsi (invidierà – da invidere latinismo) prima del tempo dell’illusione che
[una volta] morto (spento) lo trattiene [gli fa credere di fermarsi] ancora sulle soglie dell’oltretomba (limitar
di Dite) ?
Egli [l’uomo da morto] non vive forse anche sotto terra, quando gli sarà [divenuta] impercettibile (muta)
l’attrattiva della vita (l’armonia del giorno, cioè la vita perduta), se può risvegliarla (destarla) nella mente dei
suoi [cari] attraverso il culto della memoria (soavi cure: la cura delle tombe) ? Questa corrispondenza di
sentimenti (sensi – lat.) amorosi è divina (celeste), è una dote divina negli uomini; e grazie a lei (per lei) si
vive con l’amico morto e il morto [vive] con noi, se la sacra terra (se pia la terra) che lo ha accolto neonato e
lo ha nutrito, porgendo l’ultimo asilo nel suo grembo materno, renda inviolabili (sacre) le sue spoglie dalle
intemperie (dagli insulti delle nuvole - insultar de’ nembi) e dal piede profanatore degli uomini, e un sasso
[la pietra sepolcrale] conservi il nome, e un albero (arbore – latinamente al femminile) amico profumato di
fiori consoli le ceneri con la sua dolce ombra.
Solamente chi non lascia eredità di affetti [chi muore senza legami affettivi] ha poca gioia nella tomba; e se
solo guarda (mira) oltre la [propria] sepoltura (in un mondo ultraterreno), vede la propria anima (spirto)
vagabondare (errar) in mezzo al dolore (compianto) dei luoghi infernali (templi acherontei - si riferisce agli
Acherousia Templa di Lucrezio), o rifugiarsi sotto le grandi ali del perdono di Dio: ma lascia le sue ceneri (sua
polve) alle ortiche di una terra (gleba) deserta dove non prega [nessuna] donna innamorata, né [alcun]
passante solitario ode il sospiro che la natura manda a noi dalla tomba.
Tuttavia (pur) una nuova legge [l’editto di Saint-Cloud] oggi impone che le tombe siano fuori dagli sguardi
pietosi [fuori dai centri abitati], e toglie (contende) la fama (il nome) ai morti. E giace senza tomba il tuo
sacerdote (si riferisce a Parini che non ebbe una tomba), o Talia (musa della poesia satirica), che poetando
per te coltivò (educò – lat.) con lungo amore un lauro (l’alloro pianta sacra alle Muse) nella sua povera casa
(povero tetto – allude alle modeste condizioni di Parini), e ti consacrò molte opere (t'appendea corone -
metafora); e tu (Musa) abbellivi del tuo sorriso le sue poesie che criticavano (pungean) i viziosi aristocratici
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