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La Politica Internazionale del '900

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Corso

Storia contemporanea (M-STO/04)

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Anno accademico: 2016/2017
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Libera Università di Lingue e Comunicazione IULM

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LA POLITICA INTERNAZIONALE DEL NOVECENTO Le origini storiche del Novecento: il sistema europeo degli stati dalle origini al dominio mondiale Il Novecento non essere pensato separatamente da tutto che accaduto prima. Per tanto si pone un problema relativamente alla sua datazione. Tra le molte interpretazioni, le due quotate sono: quella che afferma che il Novecento un secolo breve, che comincia con la Prima Guerra Mondiale e termina con la caduta del Blocco Sovietico, e per tanto coprirebbe delle guerre totali e della politica di massa a forte contenuto quella che afferma che il Novecento un secolo lungo, che affonda le sue origini nel 1860, ovvero in quel periodo in cui si andato consolidandosi il processo di concentrazione del potere reale nella figura dello Stato Moderno, e si concluderebbe nel 1970, quando il nesso forte tra ha cominciato a sgretolarsi. La nascita del sistema internazionale europeo del Novecento aveva un passato peculiare: sul continente si era sedimentato nei secoli un sistema di rapporti fra politiche diverse che si concepivano come sovrani, gli Stati Moderni. Questi erano emersi dal processo di dissoluzione e successiva riaggregazione di medievale concepito come universale e concepito dalla una duplice matrice: da un lato Sacrale, la Chiesa Cristiana. Tra il e il XIV secolo si assiste ad una progressiva autonomizzazione dei monarchi e dal Papato in funzione della nascita di stati nazionali che fossero in grado di rivendicare proprie leggi, lingue e statuti. WEBER ritiene che uno degli elementi fondamentali degli stati moderni fosse il monopolio della forza legittima, ovvero la di regolamentare la violenza militare imponendo la pace del territorio e la guerra, eventualmente, al di dei confini come forma di relazione tra sovrane. Lo slancio autonomo e il ricorso alla guerra come strumento di autodeterminazione si condensarono in un processo di affermazione della ovvero di ricerca del potere assoluto e perpetuo proprio della Repubblica. Sacrale perdeva, dunque, le sue caratteristiche universali riducendosi al controllo, non privo di limiti, della sola area tedesca. Il nuovo assetto geopolitico che esce dalla formazione degli stati nazionali viene consolidato dalla PACE DI WESTFALIA (1648), tanto che venne coniata sistema westfaliano per indicare il sistema internazionale degli stati europei. La pace, inoltre, poneva ufficialmente fine alla Guerra dei e alle Guerre di Religione Il sistema contemplava al contempo logiche universalistiche e particolaristiche, nonostante la consacrazione degli stati nazionali continuava a dominare la visione di una tra stati. parte, proprio assoluta che ogni stato rivendicava esigeva un orizzonte di riconoscimento reciproco e un rapporto (teoricamente) paritario. Per questo motivo venne stabilito publicum europaeum, ovvero un insieme di norme di diritto internazionale vincolanti, anche se non sanzionabili da superiore. Al concetto di trattato internazionale andava associandosi quello di rispetto degli accordi (pacta sunt servanda). I rapporti tra gli stati si fecero regolari e stabili, formali e professionalizzati grazie al canale della moderna diplomazia. Nel Settecento le sue regole si erano formalizzate, creando i presupposti necessari alla nascita di una Internazionale degli Stati e competizione tra Stati: equilibrio o egemonia? degli stati europei non avvenne in un clima di totale anarchia, ma importante contemplare anche la tendenza alla competizione e (ricorso allo strumento militare molto costoso, dunque si ricorreva a prestiti e debiti organizzati) oltre al riconoscimento reciproco. La ragion di stato portava ogni principe a voler tutelare e rafforzare il proprio dominio politico. I monarchi consideravano lo stato come una personale (patrimonialismo), per tanto cercarono di organizzare le economie al servizio della propria potenza. canto, una rete di iniziative imprenditoriali e commerciali indipendenti stava dando il suo contributo alla crescita della ricchezza e della tecnologica europea, creando isole capitalistiche di economica e piccole repubbliche oligarchiche. conduceva anche al rafforzamento della cooperazione interstatale, stimolando la sottoscrizione di nuovi accordi, convenzioni e regolamenti. Questo processo di apertura dei rapporti internazionali una negli assetti strutturali dei diversi paesi europei e il tentativo di rendere comunicabili usi monetari diversi per facilitare gli scambi. Attraverso il consolidamento delle strutture economiche alcuni sovrani estesero il proprio potere, altri fallirono. Le strutturali erano un aspetto fondamentale della condizione europea venne formalizzato il concetto di grande potenza, col quale si intendeva una categoria di attori del sistema diversi da tutti gli altri, stati territorialmente estesi, solidi militarmente ed economicamente e con grandi di gestione delle complesse relazioni intestatali. Si distinguevano in particolare: Inghilterra, Francia, Impero Asburgico, Russia e Prussia. Altre grandi monarchie, influenti in passato, entrarono in un progressivo declino, ugualmente alle potenti repubbliche oligarchiche o marinare. Tra gli stati maggiori era frequente la ricerca di egemonia: il Europa si era attestata una condizione in cui era sempre sottintesa la di ricostituire una sorta di monarchia universale che ciascuna delle cinque grandi potenze credeva di poter guidare. La diffusa di controllo assoluto, alla sottoscrizione del TRATTATO DI UTRECHT (1713), nel quale si parlava di un equilibrio pluralistico. Questa condizione di equilibrio, era in solo teorica: se vero che attraverso le alleanze si cercava di contrastare di un solo stato, vero anche che non valeva nelle relazioni tra stati maggiori e stati minori. Il sistema europeo, inoltre, intesseva rapporti con altre aree geografiche del mondo di natura commerciale, allargando il quadro europea e portando la competizione egemonica oltre i confini del Vecchio Continente. della rivoluzione e napoleonica Il sistema europeo fu scosso dai cambiamenti politici ed economici che attraversarono i decenni finali del Settecento: la Rivoluzione Francese, la Rivoluzione Americana, la Rivoluzione Industriale, il ciclo di guerre distruttive e sanguinose che si protrasse fino al 1815. In termini di potere immediato questi avvenimenti non cambiarono molto la situazione vigente. Nella cultura fondamentale del sistema, invece, si assistette a modifiche forti e durature. Nel contesto rivoluzionario francese si ad utilizzare in senso politico il concetto di nazione, che alludeva alla comunanza di nascita di un gruppo di nascita di un territorio: il popolo diveniva un soggetto politico unitario e organizzato di fronte al potere del sovrano. Questa nuova ideologia si proiettava direttamente nella gestione dei rapporti fra gli stati: la Francia diventava la Grand Nation, un dominio politicamente forte in quanto capace di veicolare in tutta Europa la spinta originale di un controllo coloniale europeo in America, dove gli Stati Uniti stessi si candidavano alla guida di un nuovo sistema continentale che difendesse una specifica politica. Dai disordini in Grecia contro il dominio turco degli anni Venti emerse la Questione Orientale, una serie di problemi alimentati dalla pluridecennale situazione di tensione che esprimeva il lento sgretolamento Ottomano a fronte della frammentazione nazionale balcanica. Nella zona, tra si inseriva uno scontro tra grandi potenze che vedeva contrapporsi Gran Bretagna e Russia, in lotta per imporre i propri domini in Tra il 1829 e il 1830 e poi nel 1840 in occazione dello scoppio di crisi locale vennero raggiunti una serie di accordi. Nel frattempo le crisi si susseguivano e una nuova ondata di disordini, tra il 1830 e il 1831, la Francia, la Polonia e il Belgio. Anche in questo caso le precarie situazioni vennero gestite con criteri di compromesso tra le grandi potenze. METTERNICH comincia a ipotizzare che i fautori moderati del liberalismo costituzionale fossero nemici peggiori dei rivoluzionari. Negli anni Trenta si assistette ad una contrapposizione tra Occidente Liberale (Londra e Parigi) e Reazionario (Vienna, Berlino e San Pietroburgo). alla conquista del mondo: pax britannica e prima mondializzazione Cresceva intanto verticalmente europeo verso il mondo esterno, grazie anche alla diffusione del processo di industrializzazione e alle conseguenze economiche, tecnologiche e sociali che comportava. Lo sviluppo economico richiedeva il contributo decisivo dello Stato: pertanto, al di dei confini veniva spesso considerata, dopo il 1840, una condizione necessaria della crescita. Ebbe inizio la Prima Stagione di Mondializzazione: crebbe delle genti europee verso nuove terre da si completarono le esplorazioni migliorarono i trasporti e le comunicazioni postali e si un sistema monetario internazionale integrato su base crebbe il commercio mondiale. La Gran Bretagna era il centro di questo processo di crescente dominio: era produttiva e quindi commercialmente predominante e stava dando vita ad un mercato finanziario estremamente cruciale per tutto il mondo. si mondiale del Regno Unito che mostrava una spiccata coscienza imperiale, espressa nel motto della Pax Britannica: un sistema informale di influenza ispirata al modello della Roma Classica. Attorno alla la classe dirigente inglese si al liberoscambismo abbandonando per sempre le posizioni protezionistiche e mercantilistiche e chiedendo apertura ai partner commerciali (sistema commerciale aperto). La Gran Bretagna disponeva anche di una potente flotta navale militarecommerciale che gestiva scambi in tutti gli angoli della Terra. Nella visione inglese la di limitare della forza nel far rispettare accordi e interessi. La Gran Bretagna, infine, disponeva di numerose colonie che facilitarono il consolidamento di rapporti internazionali di natura commerciale: India, Nuova Zelanda, Australia, Canada, oltre a territori e basi militari sparsi per tutto il pianeta. Secondo la visione inglese, un sistema di mercato mondiale autoregolato dalle nuove idee liberiste avrebbe favorito i rapporti pacifici tra i popoli. progressiva fuori Europa un graduale disinteresse britannico nei confronti delle questioni intracontinentali. Il trionfo degli e la modificazione del sistema di Vienna La crisi si infine, a tutta Europa a partire dal 1848: la rivoluzione con ampiezza e soprattutto dopo i cedimenti di alcune monarchie. comune era la legittimazione della nazionale (legittimazione liberale delle istituzioni revisione dei confini) per attuare finalmente il principio di Rivoluzione parigina, febbraio 1848: instaura la Seconda Repubblica attraverso moderato delle istituzioni guidate da Luigi Napoleone Sollevazioni Asburgico: crisi e ripresa del potere attraverso una dittatura militare sostenuta dal Congresso Panslavo di Praga contro il dominio Prima Guerra Italiana, che porta ad una seconda restaurazione nel Guerra di Francoforte, che fa emergere il problema del principio di espresso anche dal rifiuto del trono da parte del Re di Prussia. Questi disordini fanno emergere il timore per eventuali contrasti tra diverse Inoltre, la scossa rivoluzionaria non il sistema internazionale di Vienna, ma a indebolirne le premesse e un debole momento di crisi ulteriore avrebbe fatto crollare la struttura. fu la Guerra di Crimea sorta da un intervento dello Zar russo sulla Questione Orientale ostacolato da un successivo intervento di Francia e Gran Bretagna in favore della resistenza turca. una guerra di grande valenza politica, era la prima dopo quaranta anni che vedeva scontrarsi grandi potenze. Al termine della guerra la Russia ne umiliata e abbandonata la Prussia sempre isolata. Inoltre in primo piano il ruolo europeo della potenza revisionista francese: al Congresso di Parigi del 1856 vennero fissate le regole della PACE DEL MAR NERO E DEI BALCANI. Era, evidente la nuova di ristabilire il Concerto Europeo e di nuove tensioni. Tra il 1854 al 1871 si ebbero 17 anni di guerra declinati in distinti episodi, che ebbero grande rilevanza nel cambiamento geopolitico europeo stabilito a Vienna: in Italia, CAVOUR il carattere costituzionale salvaguardato dal Regno di Sardegna dopo la Seconda Restaurazione per ottenere il consenso dei riuscendo a tradurre la Questione Italiana in termini internazionali. Con il consenso ideologico inglese e delle altre potenze isolate, ma soprattutto con della leva militare francese nella guerra e le rivoluzioni liberali, giunse a costituire un debole Regno nel in territorio tedesco, il cancelliere BISMARK una sapiente sintesi del tradizionalismo dinastico e del nazionalismo romantico per aggirare le frustrazioni del movimento nazionalpopolare e affermare per gradi un disegno di unificazione della nazione guidato dallo stato militare. La sua iniziativa si spregiudicato della forza laddove si ritenne necessario, ma anche sulla valutazione delle circostanze e degli effetti del controllo prussiano. La guerra della Prussia del 1886 escluse gli Asburgo dagli affari tedeschi e, col consenso dei liberali, il sanamento della crisi costituzionale. La guerra con la Francia del 1870, invece, durante la quale venne compiuto un fortissimo appello al nazionalismo tedesco, permise la definitiva unificazione sotto la corona prussiana. Il nuovo Reich, sorto nel 1871, rinverdiva la tradizione imperiale, piegandola a disegni di potenza moderni. Da questo momento lo stato tedesco un ruolo egemonico in Europa grazie dei fattori economico e demografico. Stati nazionali e imperi globali. Il vertice europea e la Prima Guerra Mondiale La concentrazione territoriale crescente: protezionismo e nazionalismo alla fine del secolo Negli ultimi decenni si una svolta decisiva nel processo di concentrazione territoriale del potere: compiuta degli aggregati politici nazionali, indipendenti e sovrani, si sulla sconfitta di ogni modello federale e confederale. Erano i mezzi tecnici del progresso a favorire il controllo e dei territori. Emersero vari cambiamenti rispetto al passato: la centralizzazione burocratica meno resistenze rispetto al passato, grazie del collaudato modello francese degli alla ferrovia e al lo spettro della rivoluzione era sbiadito per evoluzione interna dei singoli paesi, che ormai avevano integrato i ceti borghesi nella propria vita politica ed erano vicini a riconoscere le aristocrazie rafforzamento sul piano della legittimazione delle strutture statuali con che poneva del principio di per contenere e rappresentare la delle forze processo di nazionalizzazione delle masse: gli stati si attivarono per radicare in modo esteso mitologico e ideologico della nazione nella coscienza popolazione fino a quel momento estranea dalla vita pubblica democratizzazione della politica attraverso la sfera (leva di massa nazione in armi) e la scuola pubblica (alfabetizzazione delle masse) furono capisaldi fondamentali della strategia di unificazione delle popolazioni moderne il tema nazionale divenne un argomento chiave progressivo e sorvegliato della politica a dimensione di aumento pubblica che poteva essere manipolata diventando potente arma di consenso (controllo della crescita della della diplomazia: alleanze e intese richiedevano strutturalmente la conservazione del segreto e il controllo di ristretti ambiti gli stati compresero la grandezza delle loro economie e cominciarono un processo protezionistico e nazionalistico per raggiungere la sufficienza economica necessaria a sostenere la delle ambizioni di uno stato nazionale competizione tutela pubblica del progresso capitalismo e estensione dei poteri del visione del commercio estero in chiave competitiva dopo la grande depressione del 1873, causata dal crack finanziario si a privilegiare i settori industriali considerati centrali in termini si cercava nonostante le spinte nazionalistiche e protezionistiche e la sconfitta del liberoscambismo, non ci fu una riduzione radicale delle e dei numeri il commercio estero divenne oggetto di regolamentazioni, vincoli, controlli e orientamenti da parte dei lo sbocco imperialista venne considerato importante per il perseguimento di una competizione economica e nuove forme di (cade la convinzione che sia necessario mantenere di rapporti tra la guerra civile americana diede del concetto di guerra mondiale in quanto vide la concentrazione di una potenza militare notevole e numerose perdite umane muta il giudizio culturale collettivo nei confronti della guerra: strumento per la competizione Per riassumere, il processo di centralizzazione era fatto di: nazionalizzazione delle manipolazione controllo delle amministrazioni ruolo centrale del sovrano nella politica garanzia statuale della ricchezza economica. e la sfida britannico Verso la fine il controllo europeo dei paesi extraeuropei ad assumente un carattere fortemente Non si trattava, in di un fenomeno nuovo, ma in presentava diversi inediti sviluppi: nuove giustificazioni intellettuali: gli europei erano ormai convinti di distinguersi per una coscienza superiore rispetto a quelle del resto dei popoli, e dunque ritenevano doveroso civilizzare il mondo arretrato (premesse per forme di razzismo evoluzioni di carattere giuridico: gli europei avevano riconosciuto di politiche e diritti legittimi dei governi non europei, ma con gli intensificati contatti mondiali svilupparono una dottrina restrittiva secondo la quale era necessario raggiungere un certo standard di civilizzazione per poter ottenere un riconoscimento internazionale favoriva le tendenze al protettorato o al controllo su regimi politici slittamento della cultura politica del centro europeo del mondo: gli stati iniziarono a concepirsi in termini imperiali, sostituendo la competizione con la tradizionale sul terreno ideologico della legittimazione del sistema equilibrio instabile e competitivo tra le potenze europee chiuse nel loro nazionalismo imponeva loro di cercare altri sbocchi alle proprie energie espansionistiche: il solo fatto che si moltiplicassero gli interessi (economici, politici e commerciali) in campo induceva a delimitare distinte sfere di controllo, a compiere occupazioni preventive oppure a concedere territori ad altre potenze per allentare le antagonismo crescente nei confronti della Gran Bretagna e della Pax Britannica fu motivo ulteriore per ampliare la gara mondiale per i benefici economici che la Pax ai membri del sistema europeo i paesi economicamente forti a voler costituire zone esclusive in cui dare sfogo ai propri mercati. Dopo il 1880 molti paesi extraeuropei si trovarono ad essere colonie di grandi potenze europee. Soprattutto, furono prese le vergini Asia e Africa. In particolare lo for condusse nel giro di quindici anni le grandi potenze a spartirsi continente. 1. La Gran Bretagna, con la sua politica dello Splendido Isolamento, la sua distanza dal sistema europeo. Massima espressione di questa linea politica venne ad essere del leader liberale GLADSTONE, che si occupa di dare nuovo statuto al ruolo britannico nel mantenimento della pace: meno interventismo e rifiuto di alleanze e vincoli. In questo periodo, la politica inglese dovette adattarsi alla crescente competizione come francesi se avessero acquisito i costumi e i valori repubblicani. Certo non mancano gli interessi economici, data la saturazione del mercato europeo. 3. In Germania, BISMRK era sprezzante nei confronti del colonialismo e degli interessi extraeuropei, anche se tra 1884 e 1885 decise di procedere con una serie di annessioni in Africa e nel Pacifico. Forse si di una mossa di compensazione per le crescenti problematiche interne: tentativo di stabilizzazione anticiclica e di diversione delle pressioni in parte, si di un sottoprodotto della diplomazia bismarckiana: la partecipazione coloniale tedesca finiva con i piani britannici e nel divario coi francesi. Anche se aveva un carattere sperimentale, non mancarono interessi commerciali. 4. La Russia, che aveva lasciato perdere i progetti nel Mediterraneo e nei Balcani, una politica espansionistica centrale ed come conseguenza di guerre di attrito con governi locali (non si trattava, dunque, di un disegno organico). La vendita agli Usa nel 1867 pose fine di oltre lo Stretto di Bering. Tale imperialismo tradizionale di accelerare la centralizzazione statuale e la modernizzazione burocratico e legislativo. Nel 1885 si aprirono alcune tensioni con la Gran Bretagna in merito a questioni relative alla Cina e ma anche con per il proseguo della direttiva panslavista nei Balcani. 5. tra 1885 e 1889, la conquista di Somalia e Eritrea e una penetrazione in Abissinia, che la guerra contro il regime etiope. Il TRATTATO DI UCCIALLI (1889) stipulato tra il governo italiano e il negus Menelik riconobbe il controllo italiano che anche se sembrava porre le premesse per un protettorato italiano impero, in una crisi militare a causa dei capi locali nei confronti degli italiani. 6. del Re del Belgio Leopoldo II in Congo avvenne attraverso una compagnia commerciale privata: sfruttamento della regione il problema di regolare il commercio e comporre rispettivo dei diversi paesi coinvolti La Conferenza Internazionale di Berlino del condusse a fissare un regime internazionale di sfruttamento economico e alcuni principi generali di coloniale (solo il controllo reale del territorio conferisce diritto di annessione). Gli Usa non firmarono il trattato, giudicando che non venissero riconosciuti sufficienti diritti ai Capi di Stato africani (le cui rivolte e ribellioni erano duramente represse). Nonostante le numerose tensioni, non si mai a guerre tra europei per il controllo sulle spoglie coloniali: sia gli aspetti strategici che economici erano negoziabili. Lo scontro tra Francia e Gran Bretagna si solamente nel 1889 in seguito ad questione relativa al Sudan e alle sorgenti del Nilo, ma alla fine la Francia cedette e nel giro di breve venne elaborato un compromesso sulla zona. Tra le tensioni si alternarono a momenti di cooperazione soprattutto per proteggere gli interessi finanziari favoriti dalla crescita economica di inizio Novecento. Contrasti imperialisti e riallineamenti europei La fine della diplomazia bismarckiana tendenze unilaterali e di competizione. La classe dirigente tedesca raccolta attorno al governo personale del Kaiser Guglielmo II, si a costruire una politica estera unilaterale su scala mondiale, disinteressandosi delle conseguenze. Il mutamento, nonostante non si per mosse aggressive, fu evidente. Le scelte del governo tedesco si tradussero in gesti gravidi di conseguenze: nel 1894 il Capo di Stato Maggiore SCHLIEFFEN intraprese la pianificazione di una possibile guerra europea, fissata definitivamente nel 190, che implicava che qualsiasi conflitto sul continente dovesse rapidamente generalizzarsi. di perseguire una politica estera su scala mondiale e spezzare il predominio britannico regioni colonizzabili divenissero accessibili agli stati centrale, bisognosi di espandersi, prese ampiamente piede traducendosi in di partecipare alla guerra imperialistica. Questa istanza si in molte iniziative accavallate in Cina, nel Pacifico e in Africa, oltre che della marina militare in funzione antibritannica. La richiesta di del globo, necessitava di buone diplomatiche. Guglielmo II si meno attento di Bismarck e a conservare soltanto con sottovalutando di altri accordi. del mutamento degli assetti internazionali, inoltre, implicava la di una giustificazione ideologica e culturale, ma il governo tedesco non si di ricorrere ai termini di una brutale politica di potenza, attirandosi nuovi nemici. Questo, sommato a le tensioni sociali provocate dalla crescita economica la interna nel gestire gli equilibri critici la crescita verticale della spesa pubblica per armamenti, che consistenti deficit di bilancio colmati attraverso del mercato dei capitali, che nuove tensioni il contrasto tra la sfera ricca e articolata e la configurazione del potere esecutivo in termini tradizionali e autoritari comportarono gravi problemi in Germania. La diplomatica tedesca non poteva nemmeno confidare nella condizione di isolamento degli altri stati, dovette fare i conti con nuove alleanze internazionali. nei primi anni Novanta era stata stipulata un ALLEANZA conseguentemente al raffreddamento dei rapporti tra Russia e Germania e in funzione antitedesca, nonostante le due potenze si caratterizzavano per strategie diplomatiche e ideologie molto differenti. prevedeva la stipulazione di due documenti: 1891 fu raggiunta COOPERATIVA POLITICA con funzione anti nel 1892 fu firmata una CONVENZIONE MILITARE che aveva un significato antitedesco e prevedeva un reciproco impegno difensivo in caso di attacco da parte o della Germania. Nel 1894 il Governo francese ratificare in una Convenzione senza sottoporre la questione al Parlamento. era piena espressione della conservatrice, militarista e francese oltre che di interessi finanziari degli investitori parigini che versavano i propri capitali in titoli di stato e partecipazioni aziendali russe accerchiare la Germania, che la Francia percepisce come forte. Per motivi analoghi la Russia accettava ancora troppo arretrata e incapace di uno sviluppo auto propulsivo, necessitava di partner che potessero beneficiare dal suo potenziamento economico. si quindi divisa in due alleanze: la TRIPLICE ALLEANZA e la DUPLICE ALLEANZA Si trattava di alleanze difensive, circoscritte nella loro fattispecie. Il bipolarismo, inoltre, non impediva collaborazioni fra stati legati a alleanze opposte. Un caso significativo che mise alla prova la nuova situazione bipolare fu quello il governo CRISPI di ottenere della TRIPLICE per la propria impresa espansionistica nel Corno Mentre il trattato prevedeva difensivo da parte della Germania, i tedeschi persuasero gli italiano a non agire. Nacque una dura guerra tra Italia e Francia che mise in ginocchio la penisola. CRISPI ugualmente la mano, impegnandosi nella guerra in Abissinia fino al disastro di Adua del ottomano, dove i militari e i consiglieri inviati da Berlino tentavano un processo di ammodernamento Queste vicende fecero emergere le della politica estera britannica (Splendido Isolamento). Stavno crescendo le posizioni allarmiste relative al declino economico, nonostante di fatto il paese rimanesse molto ricco. di una futura guerra imperialistica non preoccupava i sistemi di finanziamento inglesi, quanto piuttosto il modello liberale che aveva consentito alla Gran Bretagna i suoi livelli di dominio. La guerra del in tal senso, un momento critico: le colonie boere australe, abitate da olandesi, stavano per essere progressivamente accerchiate dalle colonie britanniche. Quando si scoprirono nuovi giacimenti di oro e diamanti in quelle zone, i coloni britannici cercarono di fagocitarle, proclamando umanitaria contro la situazione di a cui gli olandesi sottoponevano i coloni. Dopo una guerra durissimo, nel 1902 la Gran Bretagna vincitrice e i territori boeri in un nuovo dominion autonomo, la Repubblica Sudafricana, nel 1910. Il regime di discriminazione razziale non nonostante i neri avessero appoggiato gli inglesi nella guerra agli olandesi. Per uscire occorreva trovare degli interlocutori. Il ambito divenne la Germania, col la quale si voleva stringere in funzione antifrancese e antirussa. La mala gestione diplomatica da parte del consiglio tedesco, che per velocizzare le trattative la Gran Bretagna di stipulare antinglese con terzi, di fatto i britannici a cambiare idea nei confronti della Germani, che ora era vista come un pericolo. Da questo episodio, gli inglesi decisero di stringere un legame vincolante coi dominions e di consolidare il protezionismo imperiale (anche contro il liberoscambismo). Un nuovo interlocutore venne trovato, nel 1902, giapponese, col quale gli inglesi gestirono la Questione Cinese. Inoltre, con i due paesi si promettevano la in caso di guerra con potenza e difensivo in caso di conflitto contro due potenze contemporaneamente. Tale alleanza convinse il Giappone a osare di negli scontri con la Russia, giungendo alla guerra nel 1904. Il non intervento dei rispettivi alleati, Gran Bretagna e Francia, sottolineava il miglioramento dei rapporti tra queste due potenze, che del 1904 strinsero CORDIALE per risolvere i loro contrasti imperiali. Nel frattempo il ministro degli Esteri francese era riuscito a mutare i rapporti con Nel 1899 ci fu il reciproco riconoscimento di interessi in Marocco e nel 1902 strinsero alcuni accordi che stemperavano il significato italiana con Germania e Austria e prevedevano un reciproco impegno a mantenere la in caso di guerra. Le posizioni prudenti della politica estera giolittiana non impedirono ambizioni imperiali: si diplomaticamente alla conquista della Libia e alla penetrazione dei Balcani. Anche il contrasto si era depotenziato da quando i vertici britannici avevano mutato linea sulla Questione Ottomana, in seguito del controllo su Cipro e Suez. Negli anni Novanta si ebbe Crisi Orientale dovuta alla brutale repressione turca del movimento nazionale armeno, soluzione che il governo inglese fortemente giungendo a ipotizzare una definitiva spartizione La netta e inattesa sconfitta russa da parte dei giapponesi nella guerra del fece il resto: si fermarono le aspirazioni russe verso Estremo Oriente e lo zarismo in crisi Rivoluzione di San Pietroburgo del 1905 favorire uno sviluppo liberale delle istituzioni imperiali, con di una Duma Amministrativa (fine Ma lo Zar a circoscrivere le sue concessioni Ciononostante, la crisi politica indebolisce le pretese russe in Asia, e torna a concentrarsi nei Balcani. del 1907, con cui le due potenze si spartivano Persia, Tibet e Afghanistan fu la logica conseguenza. Di fronte a questi riallineamenti, la diplomazia tedesca si in e di riallacciare un legame con la Russia per indebolire zarista con la Francia. Il tentativo il governo zarista non intendeva rinunciare con Nel marzo del 1905, Guglielmo II intraprese un nuovo tentativo di ridistribuzione delle Alleanze tra potenze tentando di mettere i bastoni tra le ruote tra Gran Bretagna e Francia. Il governo tedesco un contingente a Tangeri protestando contro le pressioni francesi sul sultanato, che Parigi voleva sottoporre ad un protettorato a scapito degli interessi tedeschi in quella zona. Le dimissioni di non bastarono alla Germania per battere in ritirata, che anzi indisse una Conferenza Internazionale ad Algeciras nel 1906 per regolare la questione (Prima Crisi Marocchina): la Germania, si isolata e il paese magrebino fu sottoposto ad una tutela Questi eventi sembravano confermare un nuovo collegamento tra i e la Gran Bretagna: anche se non si alla sottoscrizione di Alleanze formali, si misero a punto una serie di accordi concreti di cooperazione politica. Inoltre, alla Conferenza di Algeciras fece per la prima volta la sua comparsa la delegazione Usa, in segno di un loro nuovo ruolo mondiale e di una loro apertura a nuove frontiere. che rese palese il potenziale nuovo ruolo mondiale degli Usa fu la Questione Cubana: si era scatenata una crisi nel 1895, a seguito di una ribellione contro i coloni spagnoli. La guerra ispanoamericana del 1898 ebbe conseguenze durature per gli Usa, che dopo la vittoria imposero una sorta di protettorato su Cuba, considerata stato americana si ulteriormente in quegli anni, con la conquista delle Filippine nel 1902 (che torneranno ad essere indipendenti solo nel 1945). canto, nei primi anni del Novecento Usa era ormai avviata a competere non solo con le altre economie nazionali, ma con sistema europeo. Gli Usa, dunque, avviarono una vera e propria politica estera, incarnata dal presidente ROOSEVELT. Nonostante la nuova attenzione per lo scacchiere orientale, comunque, gli Usa riconobbero le posizioni dominanti raggiunte dal Giappone in area cinese. La politica di ROOSEVELT, dunque, si nel un corollario della Dottrina di MONROE affermava il diritto nordamericano di procedere con operazioni di pulizia etnica in area caraibica, dove i governi erano deboli e incerti e si dedicavano ad azioni di sopruso sui cittadini. Di fatto, centroamericana veniva sottomessa. Interessante in questo contesto la Questione di Panama: dopo fallimentari negoziati col governo di una rivolta locale contro il governo colombiano, ampiamente favorita da emissari nordamericani, condusse nel 1903 di una nuova piccola repubblica. Il nuovo governo si a concedere agli Usa, in cambio di un compenso economico, la sulla zona, sulla quale i nordamericani nutrivano interessi commerciali e militari. La componente economica americano era modesta, ma stava crescendo. democratica di WILSON nel 1912 espresse del grande dibattito interno americano di matrice progressista attraverso ambiziosi piani politici: il presidente di voler mutare politica estera, dedicandosi a alcuni interventi militari che mischiavano tesi umanitarie (era convinto di poter estendere fuori dai confini Usa un equilibrio tra e benessere) e interessi finanziari. La crescita americana non veniva percepita come una minaccia, il Vecchio Continente era troppo concentrato ad estendere i propri domini nei paesi sottosviluppati. La tendenza, stava per essere invertita a causa di rischiose tensioni interne al sistema continentale e nuove contrapposizioni nei confronti del dominio coloniale (occidentalizzazione conferisce ai popoli sottomessi gli strumenti per rivendicare i nazionalismi). Intanto, in area mussulmana si sviluppa il concetto di Tra il 1905 e il 1909, in Persia si fece strada un movimento influenzato dal liberalismo inglese, dai circoli riformatori russi e dalle nuove dottrine panislamiche in grado di reagire alla crescente penetrazione straniera. Lo Shah concesse una costituzione nazionale per placare gli animi, ma al tentativo di revocarla una dura crisi interna che Il bipolarismo instabile e la crisi di inizio secolo: la polveriera balcanica La storia internazionale dopo il 1907 vide una serie inarrestabile di incidenti, crisi, prove di forza tra potenze che indussero a considerare di uno scontro decisivo. Le crisi riguardarono soprattutto il terreno europeo e mediterraneo e contrapponevano il blocco al blocco che esprimevano le due forze di un bipolarismo fortemente instabile. La struttura stessa delle alleanze enfatizzava situazioni di crisi, da un lato le potenze minori trascinavano attraverso le loro debolezze i paesi guida, e i poteri maggiori non potevano tralasciare dal proprio sistema diplomatico i partner minori. Intanto crescevano le tra Gran Bretagna e Germania, a tal punto che la prima prese in considerazione di stringere maggiori legami con la DUPLICE londinese, introdusse motivi di incertezza in tutte le principali cancellerie. La corsa competitiva agli armamenti stava diventando motivo di preoccupazione per tutti i governi. Lo Zar promosse la Seconda Conferenza nel 1907 (dopo il flop del 1899), con di controllare il riarmo navale delle grandi potenze. Anche in questo caso si un fallimento, con la Germania che le proposte russe sostenendo che, dato il generale clima di sfiducia, il disarmo non era possibile. Le preoccupazioni relative a un possibile rafforzamento futuro degli avversari spinsero per una guerra preventiva, come se in qualche modo crescita economica avesse comportato squilibri che In questo quadro, la Polveriera Balcanica era pronta ad esplodere. Il dualismo a farsi teso nel 1906, complicato dalle interne ai paesi slavi, che nel 1903 avevano riportato l potere in Serbia i KARAGEORGEVIC attraverso una congiura di palazzo sostenuta russo. La politica di contenimento non era facile, le rivolte erano sanguinose. I nazionalisti austrotedeschi volevano ricorrere al pugno di ferro, mentre i russi si fecero fortemente influenzare dal nazionalismo panslavista e intendevano riproporre la questione del passaggio delle proprie navi nel Mar Nero, vietato dai trattati con la Turchia stretti in occasione della guerra col Giappone. Nel 1908 scoppia la Crisi Bosniaca. pretende della in cambio del controllo turco su altre zone si trattava di una scelta di raccoglimento delle forze in funzione antislava. Il governo austriaco anche della Russia in cambio del sostegno alle rivendicazioni russe su Costantinopoli, ma il ministro degli Esteri russo ISVOLSKIJ si raggirato dal momento che nessuna conferenza internazionale aveva ritenuto legittime le rivendicazioni russe, di conseguenza le promesse austriache erano poco che vane. Il cancelliere tedesco BULOW, intanto, si con decisione a sostegno delle rivendicazioni austriache fino a imporre alla Russia il riconoscimento del mutamento. In questo contesto, il governo inglese non che essere preoccupato per continentale, messo in pericolo dalla diffusione della delusione tra gli stati per il loro blocco espansionistico verso est. Nel 1911 scoppia la Seconda Crisi Marocchina: alcuni disordini a Fez fanno intervenire la polizia francese fino a una vera occupazione militare, che la Germania vede come una violazione degli accordi precedentemente presi. Con di Gran Bretagna e Russia, il governo francese resistette e nel giro di alcuni mesi fu elaborato un compromesso che attribuiva alla Germania qualche compenso territoriale in Camerun in cambio del riconoscimento del protettorato francese in Marocco. Le modificazioni dello status quo marocchino convinsero GIOLITTI, pressato dai nazionalisti, a prendere nei confronti della Tripolitania e della Cirenaica. delle con Ottomano nel 1911 non vide vittorie folgoranti, ma condusse a proclamare futura della Libia e a indebolire la Turchia. In questo quadro nacque la Lega Balcanica tra Serbia, Bulgaria, Montenegro e Grecia (sostenuta diplomaticamente dalla Russia) con di cacciare gli ottomani dai Balcani. La Prima Guerra Balcanica contro i turchi, che ebbe luogo nel 1912, fu un grande successo militare, ma lo scioglimento della Lega: la Bulgaria non la mediazione russa nello spartimento dei territori. Si una nuova Lega Balcanica contro la Bulgaria composta dai membri originari con della Romania e della sconfitta Turchia. La Seconda Guerra Balcanica, scoppiata nel giugno 1913, si concluse con la sconfitta bulgara e la PACE DI BUCAREST, secondo la quale Serbia, Montenegro, Grecia e Romania ottenevano parti di territori macedoni sottratti alla Turchia, a sua volta accontentata da un lembo di Tracia. Vennero inoltre decise e il conferimento della regione albanese del Kosovo alla Serbia. La nuova situazione, venne fin da subito messa in pericolo di numerosi micro nazionalismi. Di fronte a queste la mancata ridistribuzione dei territori coloniali porta il governo tedesco a concentrarsi di nuovo sul terreno continentale ipotizzando un progetto di Mitteleuropa a guida tedesca. Per questo motivo decise di conferire potere terrestre che non alla marina. La Gran Bretagna, non a promettere la in qualsiasi caso di conflitto in cambio della rinuncia tedesca alla navale. Tale linea, inoltre, il dualismo tra i quali si la percezione di uno scontro imminente e inevitabile. Guerra prevista, guerra casuale: il 1914 e lo scontro europeo per il primato mondiale Le crisi interne agli organi di governo tedesco (a causa dei social democratici) e viennese (per le pressioni slave) li portarono a considerare la di sciogliersi sfruttando le tensioni internazionali, manifestando anche una psicologica alla risoluzione dei problemi attraverso la guerra. A nulla austriaca di un riconoscimento trialista della componente slava: la diplomazia non sembrava potere nulla. Se da un lato la guerra mantiene un connaturato carattere casuale, era in qualche modo attesa e prevista. Tra le tante crisi internazionali, infatti, quella balcanica di mano ai protagonisti e il 28 giugno 1914, di Sarajevo, in cui perse la vita al trono Francesco Ferdinando per mano del bosniaco Gavrilo Princip e del gruppo dei terroristi panserbi La Mano Nera. La crisi locale si per la decisione di Vienna di risolvere il problema slavo riducendo a condizioni subalterne lo stato serbo, ritenuto fomentatore di disordini e colpevole La decisione austriaca peggiorava la situazione: a Vienna gli oltrazionisti presero il sopravvento e diedero avvio ad un processo di preparazione di misure diplomatiche e militari. del 23 luglio scritto apposta fosse rifiutato: i serbi, che si consideravano stato sovrano, non potevano accettare che la polizia di un altro stato svolgesse indagini sul loro territorio. tedesco a Vienna fu puntuale e canto, pose le premesse per uno scontro con la Russia, che presto, si a tutto il continente. Il 28 luglio guerra alla Serbia. Il 29 luglio la Russia la parziale mobilitazione militare verso gli austriaci e la zona polaccotedesca per impedire della monarchia slava. Il 31 luglio la Germania un ultimatum alla Russia, la quale non rispose. Il 1 agosto prese avvio la tedesca in funzione la Francia dichiara lo stato per evitare Russia, sapeva che la guerra sarebbe stata inevitabile. Solo il governo britannico riluttante, cercando di sostenere la tesi della circoscrizione del conflitto tra Vienna e Belgrado ed evitando di comunicare una propria risoluzione a intervenire in caso propagandistici e di ricerca del consenso). La struttura finanziaria britannica, che era solida, resse meglio la prima fase del conflitto, mentre Russia e Francia si indebolirono. La situazione aggravarsi irrimediabilmente quando anche gli inglesi dovettero indebitarsi sul mercato americano. Altro aspetto della guerra furono la e i massacri di popolazioni civili, come accadde con austriaca della Serbia o quella tedesca del Belgio, oppure gli spostamenti forzati di intere popolazioni ai confini russo. Simbolo della guerra, fu soprattutto la deportazione da parte degli ottomani degli armeni in Siria, sospettati di aver stretto con Russo, che nel biennio si in un genocidio. Le della guerra impedirono il modello ottocentesco tecnicistico e verticizzato, controllato e rivolto al compromesso delle relazioni europee. La guerra vide militare della vittoria sostituirsi a qualsiasi obiettivo politico. Tutti i tentativi di compromesso dei primi momenti furono abbandonati, contrari alla salvezza della nazione. Piuttosto ci si alla ricerca di compromessi con gli alleati in prospettiva della soddisfazione di specifici obiettivi imperialistici futuri. Nel 1914 gli Usa si posero in posizione neutrale rispetto al conflitto, e quindi come potenziali mediatori. Nel 1915, minacciando di entrare in guerra, riuscirono a sospendere la guerra sottomarina indiscriminata tedesca, che infrangeva il diritto internazionale affondando senza preavviso anche navi mercantili con a bordo merci o passeggeri. successivo, gli Usa lanciarono la proposta a tutti i governi di rendere manifesti gli scopi della guerra, facendo emergere non poche La prima guerra compiutamente mondiale: il tornante del 1917 Il 1917 di svolta della guerra per tre motivi fondamentali: 1. il tardivo processo di modernizzazione unito al conflitto accelera il declino Russo, il primo stato a crollare nella spirale rivoluzionaria. Sul fronte orientale aveva registrato significative perdite nel 1915, non compensate dalle vittorie seguente. cominciava ad essere percorso da insubordinazioni, nelle fabbriche sorgevano i primi consigli operai, e anche le campagne ribollivano in agitazione. Il rifiuto della Guardia Imperiale di sparare sui dimostranti a Pietrogrado nel marzo 1917, dello Zar. Il governo provvisorio di portare avanti lo sforzo bellico, ma senza successo. La presa di potere dei bolscevichi guidati da Lenin 1917 (secondo il calendario giuliano, ma era in il 7 novembre) fu favorita dalla loro intenzione di stipulare una pace senza annessioni e senza 2. la crisi russa e finanziario della Gran Bretagna portarono al Germania a riprendere la guerra sottomarina. Il 6 aprile 1917 gli Usa entrano in guerra. In i motivi erano diversi, e la lotta ai sottomarini tedeschi solo un pretesto: affermare una con la europea occidentale (incarnata da Francia e Gran Bretagna, ma anche salvaguardare il proprio interesse economico nei rapporti con battere il militarismo degli imperi europei centrali, considerato il male peggiore. Il presidente WILSON, che aveva vinto le elezioni attraverso una campagna neutrale, sostenne che gli Usa non avrebbero stretto alcuna Alleanza con ma che semplicemente ci si associava a questa. Propose, quindi, una New Diplomacy che tra 1917 e 3. intanto, registrava la sconfitta di Caporetto il 24 ottobre 1917, dopo una lunga resistenza contro le truppe austriache che un cambiamento di politica militare, da ora difensiva, e nuovi accordi interni tra interventisti ed Intanto anche la Germania subiva un tracollo a causa incontrollato e della di beni di prima stimolati dal programma militare di HINDENBURG, che prevedeva della produzione bellica e un rigido controllo economico. Inoltre, imperialista del pangermanismo il controllo del governo direttamente ai militari, bloccando in senso parlamentare della struttura del Reich. Infine, in della dura convivenza fra differenti fu accelerata nonostante i tentativi del nuovo Imperatore Carlo I di avviare ipotesi di riforma. In questo quadro, i governi francese e inglese si verticalizzarono ulteriormente ponendo alla propria guida del calibro di CLEMENCEAU e LLOYD GEORGE, simboli di una condotta determinata e senza ipotesi di compromesso. Intanto WILSON si era convinto che il modello americano non doveva difendere solo se stesso, ma assumersi la di guidare il sistema internazionale verso nuovi orizzonti, esprimendo una nuova leadership mondiale per scongiurare le conseguenze belliche. non trascurava gli interessi americani, stimolava la creazione di un tessuto di interdipendenze internazionali pacifiche in cui statunitense potesse mostrare la propria indiscussa supremazia. WILSON, rilancia il principio degli Stati Nazionali come base Mondiale, favorito sostituendo delle potenze delle forze. La nuova proposta del presidente americano si declinava in 14 punti tra obiettivi generali (trattati pubblici senza segreti, di navigazione e commercio, limitazione degli armamenti, regolazione coloniale con attenzione ai popoli soggetti, permanente delle nazioni) e specifici (ricostruzione di Belgio e Polonia, evacuazione di Francia, Russia, Romania, Serbia, regolazione secondo dei problemi asburgici, italiani e ottomani). Si tratta del Primo Programma Esplicito di Pace espresso con autonomia da una potenza determinante che intendeva rendere il mondo Safe For Democracy. del principio di ad ogni modo, era del giorno. Il governo imperiale tedesco, dopo il crollo zarista, doveva conciliare esigenze contrastanti: chiudere il fronte orientale per concentrare le forze su quello occidentale, ma anche ottenere vantaggi veloci e duraturi per controbilanciare gli sforzi bellici. Le richieste tedesche alla Russia erano troppo ambiziose e provocarono la resistenza dei bolscevichi, che si piegarono solo dopo qualche mese sottoscrivendo il TRATTATO DI (marzo 1918), che rispondeva tedesco di avere una zona di approvvigionamento e influenza economica europeo per sottrarsi al blocco marittimo. Non era una pace contraria al principio di nascono forme di governo autonomo nei territori staccatisi zarista, di cui la Germania vuole diventare la potenza guida (queste frontiere saranno confermate nel 1919 per contenere la potenza russa). Ma le richieste eccessive alla Russia rallentarono lo sganciamento delle truppe ad est proprio mentre Usa si faceva rilevante. I primi americani si insinuarono nel conflitto ai primi di aprile del 1918, mentre primaverile tedesca era agli sgoccioli. Nel frattempo la guerra sottomarina non riusciva ad essere incisiva e a bloccare i rifornimento La guerra di logoramento era ormai vinta. Il fallimento finale sul fronte occidentale condusse i capi militari tedeschi HEIDENBURG e LUDENDORFF a ritenere che lo sforzo bellico non potesse essere sostenuto. I militari tedeschi favorirono riforma politica interna, per delegare ad un nuovo governo il compito di cercare una pace negoziata. Il governo del Principe Von Baden chiese agli Usa, ma gli fu negato. Scoppia la rivoluzione tedesca. Il Kaiser abdica in favore della proclamazione di una Repubblica guidata dal socialdemocratico SCHEIDEMANN, con il conferimento dei poteri provvisori a Capo di Stato a EBERT, leader dello stesso partito. Il nuovo regime si a dover firmare

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La Politica Internazionale del '900

Corso: Storia contemporanea (M-STO/04)

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LA POLITICA INTERNAZIONALE DEL NOVECENTO
Le origini storiche del Novecento: il sistema europeo degli stati dalle origini al dominio
mondiale
Il Novecento non può essere pensato separatamente da tutto ciò che è accaduto prima. Per tanto
si pone un problema relativamente alla sua datazione. Tra le molte interpretazioni, le due più quotate
sono:
quella che afferma che il Novecento è un secolo breve, che comincia con la Prima Guerra
Mondiale e termina con la caduta del Blocco Sovietico, e per tanto coprirebbe l’epoca delle
guerre totali e della politica di massa a forte contenuto ideologico;
quella che afferma che il Novecento è un secolo lungo, che affonda le sue origini nel 1860,
ovvero in quel periodo in cui si è andato consolidandosi il processo di concentrazione del
potere reale nella figura dello Stato Moderno, e si concluderebbe nel 1970, quando il nesso
forte tra politica-economia-territorio ha cominciato a sgretolarsi.
La nascita del sistema internazionale europeo
L’Europa del Novecento aveva un passato peculiare: sul continente si era sedimentato nei secoli
un sistema di rapporti fra entità politiche diverse che si concepivano come sovrani, gli Stati Moderni.
Questi erano emersi dal processo di dissoluzione e successiva riaggregazione di quell’universo medievale
concepito come universale e concepito dalla una duplice matrice: da un lato l’Impero Sacrale, dall’altro la
Chiesa Cristiana. Tra il XIII e il XIV secolo si assiste ad una progressiva autonomizzazione dei monarchi
dall’Impero e dal Papato in funzione della nascita di stati nazionali che fossero in grado di rivendicare
proprie leggi, lingue e statuti.
WEBER ritiene che uno degli elementi fondamentali degli stati moderni fosse il monopolio della
forza legittima, ovvero la capacità di regolamentare la violenza militare imponendo la pace all’interno del
territorio e la guerra, eventualmente, al di là dei confini come forma di relazione tra entità sovrane.
Lo slancio autonomo e il ricorso alla guerra come strumento di autodeterminazione si
condensarono in un processo di affermazione della sovranità, ovvero di ricerca del potere assoluto e
perpetuo proprio della Repubblica.
L’Impero Sacrale perdeva, dunque, le sue caratteristiche universali riducendosi al controllo, non
privo di limiti, della sola area tedesca.
Il nuovo assetto geopolitico che esce dalla formazione degli stati nazionali viene consolidato dalla
PACE DI WESTFALIA (1648), tanto che venne coniata l’espressione sistema westfaliano per indicare il
sistema internazionale degli stati europei. La pace, inoltre, poneva ufficialmente fine alla Guerra dei
Trent’anni e alle Guerre di Religione centro-europee. Il sistema contemplava al contempo logiche
universalistiche e particolaristiche, poiché nonostante la consacrazione degli stati nazionali continuava a
dominare la visione di una comunità tra stati. D’altra parte, proprio l’autonomia assoluta che ogni stato
rivendicava esigeva un orizzonte di riconoscimento reciproco e un rapporto (teoricamente) paritario. Per
questo motivo venne stabilito l’ius publicum europaeum, ovvero un insieme di norme di diritto
internazionale vincolanti, anche se non più sanzionabili da un’autorità superiore. Al concetto di trattato
internazionale andava associandosi quello di rispetto degli accordi (pacta sunt servanda).
I rapporti tra gli stati si fecero più regolari e stabili, formali e professionalizzati grazie al canale della
moderna diplomazia. Nel Settecento le sue regole si erano già formalizzate, creando i presupposti
necessari alla nascita di una Società Internazionale degli Stati d’Europa.

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