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Adolf Loos A proposito di un povero uomo ricco

Corso

Interior Design

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Anno accademico: 2019/2020
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A PROPOSITO DI UN POVERO RICCO

Voglio narrarvi di un povero ricco. Egli possedeva

denaro e beni di fortuna, una moglie fedele che con

un bacio sulla fronte gli faceva scordare le preoccu-

pazioni del lavoro, uno stuolo di figli che potevano

far invidia a ognuno dei suoi dipendenti. I suoi amici

lo amavano perchC tutto ci6 a cui volgeva I'attenzione

prosperava. Ma ora tutto t cambiato. Ed ecco come.

Un bel giorno quest'uomo si disse: < Tu possiedi

denaro e beni di fortuna, una moglie e dei figli che

farebbero invidia a ognuno dei tuoi dipendenti. Ma

sei felice? Sai bene che ci sono persone a cui manca

tutto cib che ti si pud invidiare. Ma le loro preoccu-

pazioni vengono fugate da una grande incantatrice,
l'arte. E che rapporto hai tu con l'arte? Non la cono-
sci neppure di nome. Un ignorante qualsiasi pud por-

gerti il suo biglietto da visita e il tuo servitore gli spa-

lancherl i battenti della tua porta. Ma all'arte non hai

ancora offerto ospitalitl. So bene che non viene di sua

iniziativa. Ma andrb a cercarla. La riceverb come una

regina e avrl nella mia casa la sua dimora >.
Si trattava di un uomo energico, quando affrontava
un problema lo faceva con decisione. Era noto questo

suo atteggiamento nel trattare gli affari. Egli andd

quindi, quel giorno stesso, da un famoso architetto

e gli disse: < Mi porti l'arte, porti I'arte ha Ie mie

pareti domestiche. Non bado a sPese ).

L'architetto non se lo fece dire due volte. Andd nel-

la casa dell'uomo ricco, fece gettar via tutti i suoi

mobili, chiamb un esercito di parchettisti, decoratori,
laccatori, muratori, imbianchini, falegnami, idrauli'

ci, fumisti, tappezzieri, pittori e scultori e in men

che non si dica I'arte era stata catturata, inscatolata,

ben sistemata tra le Pareti domestiche dell'uomo ricco.

L'uomo ricco era tutto felice. Tutto felice attraver'

sava i nuovi locali. Dovunque Posasse gli occhi si im'

batteva nell'arte, ogni cosa esprimeva I'arte. Quando
afferrava una maniglia posava la mano sull'arte, si

sedeva sull'arte quando si abbandonava in una pol-

trona, sprofondava la testa nell'arte quando, stanco,

poggiava la testa sui cuscini, i suoi piedi affondavano

nell'arte quando camminava sui tappeti. Egli nuota-

va nell'arte con immenso fervore. Quando anche il

suo piatto fu prowisto di decorazioni, raddoppi0 I'e-

nergia con cui si accingeva a tagliare il suo boeuf d

l'oignon.

Fu lodato. Fu invidiato. I periodici d'arte lo esal-

tavano come uno dei piri grandi mecenati, i locali

della sua abitazione furono riprodotti come esemplari,
furono discussi e illustrati.
NIa ne erano per altro ben degni. Ogni singolo
locale costituiva un'armoniosa sinfonia di colori. Pa-
reti, mobili e stoffe erano intonati fra loro nel modo
piu raftinato. Ogni particolare aveva una sua precisa
collocazione ed era in rapporto con gli altri secondo
le pifi straordinarie combinazioni.
Nulla, assolutamente nulla era stato dimenticato
dall'architetto. Portacenere, argenterie, interruttori
della luce, tutto, tutto egli aveva previsto. E non si

trattava di un intervento da comune architetto, no,

perchC in ogni ornamento, in ogni forma, in ogni

spillo era espressa l'individualiti del padrone di casa.
(Un lavoro psicologico la cui grande difficolth appa-

rirl evidente a chiunque).

L'architetto perd respinse con modestia tutti gli

onori. o No, , disse o questi locali non sono affatto

miei. Laggit nell'angolo potete ammirare una scul-
tura di Charpentier. E cosi come io me la prenderei

a male con chiunque facesse passare per proprio il

prcgetto di un locale pur avendo usato anche una

sola delle mie maniglie, del pari non posso arrogarmi

il diritto di far passare I'arredamento di questi locali

come mia proprietl spirituale >. Era un discorso no-
bile e coerente. Un certo mobiliere, che aveva aggiun-

to un arazzo di Walter Cranesch a un locale da lui

arredato e che tuttavia pretendeva di rivendicare come

suoi i mobili che vi si trovavano, unicamente per il

fatto che egli stesso li aveva ideati ed eseguiti, si ver-

gognd nel pitr profondo del suo animo quando venne
a conoscenza di queste parole.
Dopo questa digressione ritorniamo al nostro uomo

ricco. Ho gil detto quanto si sentisse felice. Da quel

momento in poi dedicb gran parte del suo tempo a

studiare il suo appartamento. Perchd era necessario

studiarlo molto attentamente; di questo egli si rese

subito conto. C'erano molte cose che dovevano essere ben impresse nella memoria. Ogni suppellettile aveva

una sua collocazione ben precisa. L'architetto aveva

proweduto per il meglio. Aveva pensato a tutto. An-

che per la piir minuta scatoletta vi era un luogo pre-

visto appositamente. L'appartamento era veramente comodo, ma richie- deva una grande fatica mentale. Per questo l'architet- 151

lli a

I

il

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Poi andarono nella camera da letto, dove l'uomo ric-

co poti rimettersi le sue pantofole.

< Ieri > disse timidamente c ho festeggiato il mio

compleanno. I miei cari mi hanno letteralmente co-

perto di regali. Le ho chiesto di venire, caro signor

architetto, perchC ci dia qualche consiglio su come

possono essere sistemati nel modo migliore r.
La faccia dell'architetto si allungava a vista d'oc-
chio. Infine esplose:

< Com'E possibile che lei arrivi al punto di farsi

regalare qualcosa? Non le ho forse disegnato tutto io?

Non mi sono forse preoccupato di tutto? Lei non ha

piir bisogno di nulla. Lei d completol >.

< Ma, > si permise di replicare il padrone di casa

< potrd pur comperarmi qualcosat >.
< No, questo lei non lo pud farel Mai e poi mail
Ci mancherebbe altro. Cose che non sono state dise-

gnate da me? Non ho gii fatto abbastanza conceden-

dole di tenere lo Charpentier? La scultura che mi sot-

trae tutto il vanto della mia operal No, lei ormai non

pud acquistare piir nullat >.

< Ma se il mio nipotino mi regala un lavoretto

fatto all'asilo? ,.
< Non pud accettarlo! >.

Il padrone di casa era annientato. Ma non si diede

ancora per vinto. Un'idea, si, un'ideal
< E se volessi comperarmi un quadro al padiglione
della Secession? > chiese con aria di trionfo.
< E allora provi un po' ad appenderlo da qualche

parte. Non vede che non c'd pit posto per nulla? Non

vede che per ogni quadro che le ho appeso io ho

creato una cornice originale per ogni parete, per
ogni muro? Non pub neppure spostarlo, un quadro.

Come pud pensare quindi di trovare il posto per un

quadro nuovo >.

A questo punto nell'uomo ricco awenne una tra-

sformazione. L'uomo felice si senti all'improwiso pro-
fondamente, infinitamente infelice. Vide la vita che

I'aspettava. Nessuno awebbe piir potuto dargli una

gioia. Era condannato a passare davanti alle vetrine

dei negozi della cittl senza provare desideri. Per lui

non sarebbe stato prodotto piir nulla. Nessuno dei suoi

cari awebbe pit potuto regalargli una sua fotografia.

Per lui non sarebbero piti esistiti pittori, artisti, arti-

giani. Era escluso per il futuro dalla vita, dai desideri

e da ogni aspirazione. Egli intui: ora avrebbe dovuto
imparare ad andarsene in giro con il proprio cadavere.
Sil Era finito! E;ra completol
(26 aprile 1900)
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A PROPOSITO DI UN POVERO RICCO
Voglio narrarvi di un povero ricco. Egli possedeva
denaro e beni di fortuna, una moglie fedele che con
un bacio sulla fronte gli faceva scordare le preoccu-
pazioni del lavoro, uno stuolo di figli che potevano
far invidia a ognuno dei suoi dipendenti. I suoi amici
lo amavano perchC tutto ci6 a cui volgeva I'attenzione
prosperava. Ma ora tutto t cambiato. Ed ecco come.
Un bel giorno quest'uomo si disse: < Tu possiedi
denaro e beni di fortuna, una moglie e dei figli che
farebbero invidia a ognuno dei tuoi dipendenti. Ma
sei felice? Sai bene che ci sono persone a cui manca
tutto cib che ti si pud invidiare. Ma le loro preoccu-
pazioni vengono fugate da una grande incantatrice,
l'arte. E che rapporto hai tu con l'arte? Non la cono-
sci neppure di nome. Un ignorante qualsiasi pud por-
gerti il suo biglietto da visita e il tuo servitore gli spa-
lancherl i battenti della tua porta. Ma all'arte non hai
ancora offerto ospitalitl. So bene che non viene di sua
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regina e avrl nella mia casa la sua dimora >.
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