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Personalismo pedagogico
Corso: Psicologia Generale (A2901)
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LA PERSONA settembre 2005
Attualità del Personalismo Pedagogico
Giovanni De sio Cesari
L’influsso del Personalismo è stato in Italia particolarmente avvertito in
campo pedagogico. Dopo l’isolamento forzoso dovuto prima al
fascismo e poi alla Seconda Guerra Mondiale. il mondo culturale
italiano riscopri il Personalismo di Maritain, di Mounier e di tanti altri
che in Francia aveva avuto notevoli sviluppi. Nel clima di ricostruzione
non solo materiale ma anche e soprattutto spirituale del dopoguerra,
ebbe particolare risalto l’aspetto educativo tanto che in Italia il
Personalismo pedagogico ispirò non solo i programmi per la scuola
elementare del 1955 ( poi restati in vigore a fino al 85) ma fu poi il
punto di riferimento di tutto il pensiero pedagogico italiano. Al di la delle
tante sfaccettature e indirizzi talvolta contrastanti possiamo individuare
il concetto fondamentale ispiratore del movimento. Esso può essere
riassunto nel termine di “educazione integrale “. La pedagogia del
tempo infatti, in particolare sull’impulso del pragmatismo americano,
tendeva a considerare l’educazione come un processo rivolto alla
formazione delle capacità di adattamento all’ambiente. L’idea
fondamentale comune era che l’uomo è educato se e nella misura in
cui riesce a far fronte ai problemi “pratici” della vita. Tutto ciò che
andava al di la della pura attività concreta doveva restare estranea
all’educazione. Il personalismo accetta la necessità della parte
pragmatica dell’educazione ma afferma che essa non basta. Infatti
accanto ai bisogni della vita pratica che spingono l’uomo “a
terga”,cioè costringendolo dalle spalle per necessità di vita, esistono
anche bisogni che ”brillano dinanzi” all’uomo: il bene , il vero il bello.
L’uomo non è un essere animale a cui basta soddisfare le esigenze
materiali: l’uomo ha bisogno di ideali, di risposte alle domande
fondamentali: chi sono io ? quale è il mio destino finale ? che senso ha
il mondo e la storia?
Se la scuola non risponde a queste domande che sono proprio
dell’uomo diventa una scuola che perde il suo valore più alto, quello di
dare un senso alla vita , diventa una scuola “piccina” insoddisfacente,
noiosa insomma, senza ideali che possano veramente vivificare l’anima
umana perché l’uomo non è un bruto a cui basta la soddisfazioni dei
suoi bisogni naturali.
La scuola deve pertanto mirare alla formazione “integrale” dell’uomo
nel senso che deve formare l’uomo sia dal punto di vista di adattamento
alla realtà sia dal punto di vista dei valori a cui improntare la vita.
D’altra parte una educazione che fornisce i mezzi per agire ma non
indica i fini per i quali agire è una scuola monca cosi come una scuola
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