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Personalismo pedagogico

appunti sul personalismo pedagogico
Corso

Psicologia Generale (A2901)

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Anno accademico: 2016/2017
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Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli

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LA PERSONA settembre 2005 del Personalismo Pedagogico Giovanni De sio Cesari del Personalismo stato in Italia particolarmente avvertito in campo pedagogico. Dopo forzoso dovuto prima al fascismo e poi alla Seconda Guerra Mondiale. il mondo culturale italiano riscopri il Personalismo di Maritain, di Mounier e di tanti altri che in Francia aveva avuto notevoli sviluppi. Nel clima di ricostruzione non solo materiale ma anche e soprattutto spirituale del dopoguerra, ebbe particolare risalto educativo tanto che in Italia il Personalismo pedagogico non solo i programmi per la scuola elementare del 1955 ( poi restati in vigore a fino al 85) ma fu poi il punto di riferimento di tutto il pensiero pedagogico italiano. Al di la delle tante sfaccettature e indirizzi talvolta contrastanti possiamo individuare il concetto fondamentale ispiratore del movimento. Esso essere riassunto nel termine di integrale La pedagogia del tempo infatti, in particolare del pragmatismo americano, tendeva a considerare come un processo rivolto alla formazione delle di adattamento fondamentale comune era che educato se e nella misura in cui riesce a far fronte ai problemi della vita. Tutto che andava al di la della pura concreta doveva restare estranea Il personalismo accetta la della parte pragmatica ma afferma che essa non basta. Infatti accanto ai bisogni della vita pratica che spingono costringendolo dalle spalle per di vita, esistono anche bisogni che il bene , il vero il bello. non un essere animale a cui basta soddisfare le esigenze materiali: ha bisogno di ideali, di risposte alle domande fondamentali: chi sono io ? quale il mio destino finale ? che senso ha il mondo e la storia? Se la scuola non risponde a queste domande che sono proprio diventa una scuola che perde il suo valore alto, quello di dare un senso alla vita , diventa una scuola insoddisfacente, noiosa insomma, senza ideali che possano veramente vivificare umana non un bruto a cui basta la soddisfazioni dei suoi bisogni naturali. La scuola deve pertanto mirare alla formazione nel senso che deve formare sia dal punto di vista di adattamento alla sia dal punto di vista dei valori a cui improntare la vita. parte una educazione che fornisce i mezzi per agire ma non indica i fini per i quali agire una scuola monca cosi come una scuola che desse i fini ma non i mezzi adatti per raggiungerli sarebbe unilaterale. deve essere allora essere deve curare sia la dimensione pratica che i valori se vuole effettivamente essere una educazione completa. Viene richiamato spesso il paragone con la croce che ha una dimensione verticale e una orizzontale per significare che se il fine del cristiano e al di la del mondo pur sempre vero che egli chiamato ad operare nel mondo: il cristiano non vive il mondo ma vive mondo nel quale egli guadagnare o perdere sua A distanza di 50 anni il messaggio del Personalismo appare quanto mai attuale. La nostra scuola infatti a tutti i livelli oscilla tra un tecnicismo e Da una parte infatti essa dichiara di voler dare solo contenuti certi e oggettivi per rispettare la degli alunni : ma in effetti si tratta di tecniche che sono pur necessarie ma che non bastano a soddisfare la sete di sapere dei giovanni. Allora si supplisce alla mancanza di ideali, di serie e approfondite riflessioni con nel senso deteriore del termine. Si inventano dibattiti in classe , assemblee o meno consentite, manifestazioni o meno presentate come espressione di e giovanile: i giovani parlano di tutto: dal terrorismo dal divorzio senza avere acquisito su questi temi la minima conoscenza. Vengono fuori quindi discorsi che non tengono conto dei fatti elementari (che sono sconosciuti ), illogici, contradditori, soprattutto superficiali, insulsi e essi vengono ricevuti e considerati come un prezioso contributo, come un fatto di e democrazia. Il professore fa i suoi complimenti a tutti senza distinguere fra qualcuno che ha detto qualcosa di fondato e i tanti che hanno detto solo e semplicemente delle sarebbe politicamente non corretto, bloccherebbe la giovanile, sarebbe intervento censorio. Soprattutto senza un quadro di riferimento e criteri interpretativi (cultura) come si potrebbe distinguere fra opinioni fondate e opinioni non fondate? Senza il confronto con i fatti tutte le opinioni sono equivalenti, tutto vero e tutto falso anche e non avrebbero senso. Da questo nei nostri giovani nasce un pericoloso atteggiamento: invece di acquisire la coscienza della della della dei problemi, essi ritengono di avere la soluzione a tutto, chiara e irrefutabile e non si capacitano come i dirigenti degli stati, consigliati dai migliori esperti delle nazioni, non accettino la loro soluzione che cosi ovvia: pensano che qualcosa non va , ci deve essere qualcosa di torbido , fiorisce la dietrologia fantasiosa che occorre alla scuola invece da una parte una rigorosa conoscenza dei fatti e un saldo quadro di valori, di principi generali che possano dare significato ai fatti stessi. Infatti senza una valutazione filosofica i fatti sono privi di significati come una visione

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LA PERSONA settembre 2005
Attualità del Personalismo Pedagogico
Giovanni De sio Cesari
L’influsso del Personalismo è stato in Italia particolarmente avvertito in
campo pedagogico. Dopo l’isolamento forzoso dovuto prima al
fascismo e poi alla Seconda Guerra Mondiale. il mondo culturale
italiano riscopri il Personalismo di Maritain, di Mounier e di tanti altri
che in Francia aveva avuto notevoli sviluppi. Nel clima di ricostruzione
non solo materiale ma anche e soprattutto spirituale del dopoguerra,
ebbe particolare risalto l’aspetto educativo tanto che in Italia il
Personalismo pedagogico ispirò non solo i programmi per la scuola
elementare del 1955 ( poi restati in vigore a fino al 85) ma fu poi il
punto di riferimento di tutto il pensiero pedagogico italiano. Al di la delle
tante sfaccettature e indirizzi talvolta contrastanti possiamo individuare
il concetto fondamentale ispiratore del movimento. Esso può essere
riassunto nel termine di “educazione integrale “. La pedagogia del
tempo infatti, in particolare sull’impulso del pragmatismo americano,
tendeva a considerare l’educazione come un processo rivolto alla
formazione delle capacità di adattamento all’ambiente. L’idea
fondamentale comune era che l’uomo è educato se e nella misura in
cui riesce a far fronte ai problemi “pratici” della vita. Tutto ciò che
andava al di la della pura attività concreta doveva restare estranea
all’educazione. Il personalismo accetta la necessità della parte
pragmatica dell’educazione ma afferma che essa non basta. Infatti
accanto ai bisogni della vita pratica che spingono l’uomo “a
terga”,cioè costringendolo dalle spalle per necessità di vita, esistono
anche bisogni che ”brillano dinanzi” all’uomo: il bene , il vero il bello.
L’uomo non è un essere animale a cui basta soddisfare le esigenze
materiali: l’uomo ha bisogno di ideali, di risposte alle domande
fondamentali: chi sono io ? quale è il mio destino finale ? che senso ha
il mondo e la storia?
Se la scuola non risponde a queste domande che sono proprio
dell’uomo diventa una scuola che perde il suo valore più alto, quello di
dare un senso alla vita , diventa una scuola “piccina” insoddisfacente,
noiosa insomma, senza ideali che possano veramente vivificare l’anima
umana perché l’uomo non è un bruto a cui basta la soddisfazioni dei
suoi bisogni naturali.
La scuola deve pertanto mirare alla formazione “integrale” dell’uomo
nel senso che deve formare l’uomo sia dal punto di vista di adattamento
alla realtà sia dal punto di vista dei valori a cui improntare la vita.
D’altra parte una educazione che fornisce i mezzi per agire ma non
indica i fini per i quali agire è una scuola monca cosi come una scuola

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