Informazioni
Chat IA

Questo è un documento Premium. Alcuni documenti su Studocu sono Premium. Passa a Premium per sbloccarne la visualizzazione.

Riassunto del manuale di diritto dell’unione europea di Adam - Tizzano

Riassunto

Corso

Diritto materiale dell'Unione Europea

59 Documenti

Gli studenti hanno condiviso 59 documenti in questo corso

Università

Università degli Studi di Milano

Anno accademico: 2018/2019

Libri in elencoElementi di diritto dell'Unione Europea. Parte istituzionale. Ordinamento e struttura dell'Unione Europea Diritto dell'Unione Europea. Parte speciale Diritto dell'Unione Europea Manuale di diritto dell'Unione Europea

Caricato da:

Studente anonimo

Questo documento è stato caricato da uno studente come te che ha optato per l'anonimità.

Università degli Studi di Milano

Commenti

accedi o registrati per pubblicare commenti.

nN
nikad2 anni fa
che edizione è?
giuri3 anni fa
WANDERFULL
Luca3 anni fa
sembra molto completo. grazie per l'enorme lavoro
Francesca3 anni fa
ottima
Serena4 anni fa
che edizione è?

Gli studenti hanno anche visualizzato

Altri documenti collegati

Studylists correlate

Unitel Esami 3º anno diritto dell'unione europea

Anteprima del testo

Manuale di diritto Europea Introduzione CAP. 1 europea e il suo diritto 1. Nozione di UE La nozione di UE non era mai chiaramente definita nei vari Trattati, ma al contrario si indicava della sua realizzazione, senza mai precisare in che cosa essa dovesse realmente consistere. Emergeva, dai dibattiti politici e dottrinari, che le non erano di natura terminologica, ma nascevano dal contrasto tra i diversi modi di concepire lo sviluppo EU. Alla fine il Trattato di Maastricht ma senza risolvere il problema. Con formula poco tecnica, si dire che non federale, ma federale delle precedenti tuttavia pare che i protagonisti dl processo EU, non mirino alla costruzione di uno Stato federale EU. Infatti, in tutta la storia si notare come gli obiettivi perseguiti sono quelli della convivenza tra Stati che hanno accettato di condividere una parte della loro ma che non vogliono perdere la propria Seppure non si svolto, e non si svolge, un lungo itinerario lineare e predeterminato, il processo si sviluppato finora in una direzione univoca, quella del suo continuo consolidamento, radicato negli apparati nel tessuto economico e sociale e nella stessa cultura politica degli Stati membri. 2. Diritto Alle origini il diritto era il diritto delle EU o diritto comunitario, e si risolveva nello studio degli aspetti delle 3 allora esistenti (CECA economica del carbone e CEE economica EU) poi CE e CEEA EU atomica). da allora il processo non si esauriva nelle 3 i progressi favorivano lo sviluppo di altre forme di cooperazione. A seguito dei vari progressi della costruzione EU, tali hanno assorbito quasi tutti i fenomeni che ad essi si erano venuti collegando, per poi sfociare col Trattato di Lisbona, struttura formale oggi esistente: Il diritto si quindi ampliato e conformato in parallelo con quei progressi, includendo in essi, sia gli sviluppi quantitativi della costruzione comunitaria (aumento Stati membri, ampliamento competenze delle istituzioni EU, ecc.), che quelli qualitativi. Dunque il diritto ha sia a oggetto lo studio degli aspetti di questa, ma si presta ad includere anche lo studio di tutte le forme e strumenti giuridici volti a realizzare il processo EU. 3. Autonomia Lo sviluppo del processo e la progressiva accentuazione delle degli enti che ne erano oggetto, hanno portato prima ad ampliare il rilievo della materia del diritto istituzionale e poi a singolarizzarne lo studio. soprattutto per le peculiari caratteristiche che sin avevano contraddistinto le EU rispetto alle altre organizzazioni internazionali. Pare chiaro dunque che presenta tratti simili a quelli di statale che di internazionale e che essa tende a fondarsi su principi e regole simili a quelli del diritto interno che del diritto internazionale. dotata, al pari di statale, di una propria struttura giuridicoistituzionale, un peculiare insieme di valori, di principi formali e materiali, apparati organizzativi, processi decisionali, un sistema di garanzie giurisdizionali e competenze sempre estese ed invasive dei diritti interni. dei suoi rapporti coi soggetti privati appare simile a quella degli ordinamenti statali. Tra le sue tante il processo cerca di penetrare la sfera interna degli Stati membri, nel senso di interferire sulle loro strutture istituzionali, sulle politiche economiche e sociali, sui fattori del processo produttivo, degli scambi e delle ma soprattutto a rivolgersi ai cittadini degli Stati membri, a regolarne i comportamenti ed attribuire loro diritti e doveri, anche senza passare per il tramite dello Stato nazionale. Il collegamento col diritto internazionale comunque rimasto le istituzioni EU traggono origine da un trattato internazionale, hanno come fondatori e protagonisti statuali ed operano come attori della internazionale che restano soggetti a quel diritto. Ma il loro studio autonomo. Il diritto si trovato a dover rivendicare la propria autonomia anche rispetto al diritto degli Stati membri. Principi materiali e interpretativi o anche un vero corpo di norme comuni sono intervenuti o si annunciano in quasi tutti i settori del diritto nazionale, per modificare, integrare o sovrapporsi alla precedente normativa nazionale (c. Europeizzazione del diritto nazionale). Ancora oggi solo in parte il diritto regola autonomamente e compiutamente le materie oggetto della sua si limita spesso a interferire, attraverso il filtro del legislatore nazionale, sulle corrispondenti branche del diritto statale, imponendo di specifiche norme uniformi o conformando qu elle esistenti a regole e principi comuni. 1 4. Dottrina e metodi di studio Lo studio del diritto EU fu lasciato per molti anni alle cure di alcuni cultori del diritto internazionale, con occasionali incursioni da parte di studiosi di altre discipline, specie per e spesso scetticismo dei verso tale materia. Della disattenzione furono testimonianza totale o quasi di riferimenti al diritto comunitario nella manualistica Col tempo lo sviluppo della costruzione EU e la crescente incidenza del diritto comunitario nel dominio delle varie branche del diritto interno indusse una comprensione diffusa del fenomeno. A partire dalla degli anni e soprattutto dal Trattato di Maastricht e dopo del progetto di una Costituzione EU, degli studiosi si accentuata. Tale esplosione per la materia si traduce in una serie scientifiche ed accademiche. Evidente che per il diritto EU della dottrina del diritto interno indispensabile, dato che le competenze coinvolte sono molteplici e diversificate. 5. Fonti ricerca e documentazione. Rinvio Le principali fonti ufficiali di cognizione del diritto EU sono: per la legislazione, la GU per la giurisprudenza, la Raccolta della giurisprudenza della Corte di giustizia e del Tribunale Ma i documenti prodotti sono vari e numerosi, infatti tutte le istituzioni, agenzie e organi provvedono con largo spiegamento di mezzi ad assicurare ogni necessaria informazione. A queste deve poi aggiungersi la documentazione che in tutta EU producono i governi nazionali, i singoli ministeri, le locali, le istituzioni settoriali, le organizzazioni economiche, sociali, culturali, le associazioni di categoria, le singole imprese, ecc. si traduce in una gran di documenti, di e valore diversi, che tuttavia rischiano di creare confusione e disorientamento. Oggi grazie allo sviluppo dei moderni mezzi tecnologici, migliorato sotto tutti i profili, e vale anche per il diritto Tuttavia per il pubblico degli utenti, che fatica a familiarizzare coi meccanismi resta ancora arduo orientarsi tra tali testi. A tal fine un aiuto viene della dottrina a produrre supporti didattici e scientifici per lo studio della materia. Si diffonde sempre la pubblicazione di cod., commentari ai singoli artt. dei Trattati, raccolte sistematiche di materiali di documentazione della legislazione, della giurisprudenza e della prassi delle istituzioni EU. Lo studio della materia favorito da manualistica, oltre che da una produzione scientifica sui diversi temi del diritto EU e dalla pubblicazione di riviste specializzate. Tuttavia la crescente supremazia penalizza, in termini di diffusione, tale dottrina. CAP. 2 Origini e sviluppi del processo EU 1. Processo EU: dalle origini unico EU del processo tra gli Stati EU, si avviata con in vigore del Trattato istitutivo della CECA (firmato a Parigi nel 1951 da Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi). Sei anni dopo gli stessi Paesi firmarono altri due Trattati: quello istitutivo della CEE e quello della CEEA. Attraverso tali prendeva le mosse un disegno unitario volto a dar vita nel territorio dei sei Stati fondatori un mercato comune basato sulla libera circolazione delle persone, delle merci, dei servizi e dei capitali, e caratterizzato da condizioni di concorrenza non falsate da comportamenti degli attori economici, dei poteri politici. A tale obiettivo si affiancava la previsione di alcune politiche comuni, identificate in un primo momento dalla politica agricola, dalla politica commerciale, e dalla politica dei trasporti, dai settori di competenza della CECA e della CEEA: i prodotti carbosiderurgici e nucleare. del disegno ha trovato riflesso anche nelle vicende istituzionale, cui la sua realizzazione affidata. Questo si presentava simile in tutte e tre le originarie, registrando ciascuna di esse la presenza di 4 istituzioni principali, configuratesi: due come organi di governo delle e due come organi di controllo delle altre (Parlamento EU e Corte di giustizia). Tuttavia, se queste ultime avevano natura e funzioni omogenee nelle tre consistenti per il primo di un controllo politico, e di poteri consultivi nel quadro del processo decisionale, e per la seconda nella funzione di controllo giurisdizionale, in modo differente si atteggiavano i compiti delle altre due istituzioni della CECA, rispetto a quanto fu previsto poi nelle due successive. Nella CECA detentore in via esclusiva del potere normativo ed esecutivo era organo indipendente dai governi e portatore mentre intergovernativa, il Consiglio speciale dei Ministri, si trovava in una condizione formalmente secondaria, avendo come compiti quello di armonizzare con quella dei Governi nazionali attraverso la formulazione di pareri e la trasmissione di info della stessa Alta Nella CEE e nella CEEA, il centro del sistema era rappresentato dal Consiglio, mentre alla Commissione era riservato un ruolo essenziale di impulso normativo e di controllo, ma non paragonabile a quello della sua omologa della CECA. tuttavia non che istituzionale delle tre si unificasse nei suoi elementi costitutivi, pur mantenendo le che di ciascuna di esse, ne caratterizzavano le competenze. Al momento della firma dei Trattati di Roma venne loro allegata una Convenzione relativa a talune istituzioni comuni, che 2 la convocazione di una conferenza dei rappresentanti dei Governi degli Stati membri allo scopo di procedere ad un riesame globale delle disposizioni dei Trattati concernenti la composizione e il funzionamento delle istituzioni. Il riesame viene realizzato col Trattato di Nizza (in vigore dal 2003) il quale, oltre alla riforma del sistema giurisdizionale, interviene sulla composizione di alcuni organi tra cui la Commissione, sulla ponderazione del voto in seno al Consiglio, del voto di tale a maggioranza qualificata e di applicazione della procedura di codecisione. Una Dichiarazione relativa al futuro approvata dalla stessa Conferenza di Nizza pone le basi di conferenza intergovernativa di revisione. Al termine di un percorso negoziale che vede coinvolti, di una Convenzione per preparatoria della formale Conferenza intergovernativa, rappresentanti dei Governi, dei Parlamenti nazionali, del Parlamento EU e della Commissione, viene firmato a Roma il Trattato che adotta una Costituzione per destinato a rimpiazzare i Trattati esistenti. quello di inserire processo di integrazione in un quadro evocativo, a livello sia di intitolazione del nuovo Trattato, che di taluni dei suoi meccanismi di funzionamento, di un acquisto di carattere costituzionale della costruzione EU. Il disegno per realizzarlo quello di dar vita ad una nuova Unione EU, che riassuma in nel quadro di giuridica, sia il pilastro comunitario che quelli della PESC e della GAI. Lo strumento giuridico quello di un nuovo e unico Trattato, diviso in parti, cui fanno da cornice una serie di protocolli riproducenti sia parte di quelli preesistenti, che le disposizioni ancora vigenti dei diversi Trattati di adesione. Mentre si appresta a passare a 27 Stati membri, in vigore del Trattato costituzionale viene bloccata da due referendum negativi in Francia e Paesi Bassi, che ne bocciano la ratifica da parte di questi due. Dopo due anni il progetto del Trattato costituzionale abbandonato, ma i suoi contenuti diventano la base di partenza di una nuova Conferenza intergovernativa che conduce alla redazione e alla firma (nel 2007) a Lisbona, di un nuovo Trattato di revisione, intitolato Trattato di riforma (o di Lisbona, entrato in vigore nel dicembre 2009). 4. Attuazione del Trattato di Lisbona e crisi Con in vigore del Trattato di Lisbona vengono nominati sia il nuovo Presidente eletto dal Consiglio EU, che Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, consentendo sia al Consiglio EU che alla Commissione (di cui Alto Rappresentante Vicepresidente), ad operare nella pienezza della composizione e dei poteri loro attribuiti col Trattato stesso. Il Consiglio EU si dota del suo primo regolamento interno, mentre quello del Consiglio viene rivisitato per adattarlo alle previsioni dei nuovi Trattati. Con le nuove istituzioni istallate e funzionanti, si avviano i lavori preparatori di una serie di provvedimenti destinati a dare attuazione ad alcune disposizioni rilevanti dei Trattati: inizia la discussione tra Consiglio, Parlamento EU e Commissione sulle di funzionamento della delega consentita al legislatore di conferire alla Commissione per di atti normativi volti a completare o integrare elementi non essenziali di un atto non parte il negoziato tra le stesse sulla nuova comitologia, il potere degli atti normativi riconosciuto alla Commissione, e in via eccezionale al Consiglio. La Commissione presenta la proposta legislativa necessaria per attivare il negoziato istituzionale sulla disciplina legislativa EU, il nuovo strumento attraverso il quale stato previsto che gruppi di almeno un milione di cittadini degli Stati membri possano sollecitare la Commissione a presentare una proposta normativa su un tema indicato. Contemporaneamente si apre il negoziato col Consiglio EU per alla Convenzione di Roma del 1950 sui diritti e le fondamentali. Mentre si avviano i lavori per la regolamentazione e la successiva messa in funzione del Servizio EU di azione esterna (SEAE), sorta di corpo diplomatico a composizione mista, destinato ad assistere Rappresentante delle sue funzioni. In attuazione del compromesso generale raggiunto in seno al Consiglio EU per sbloccare creato dal risultato negativo del referendum svoltosi in Irlanda sulla ratifica del Trattato di Lisbona, vengono convocate tre brevi conferenze intergovernative per adottare protocolli aggiuntivi ai Trattati, il primo diretto a portare per la sola legislatura in corso i membri del Parlamento EU dai 751 ai il secondo volto a fornire le necessarie garanzie giuridiche che il Consiglio EU aveva promesso di dare in risposta alle degli irlandesi che avevano portato alla prima bocciatura del Trattato di e il terzo destinato a estendere alla Repubblica Ceca il Protocollo della Carta dei diritti fondamentali a Polonia e UK. Nello stesso tempo viene investita della grave crisi finanziaria ed economica scoppiata negli USA nel 2008. In coincidenza con in vigore del nuovo Trattato, essa si propaga in EU, colpendo il debito sovrano di alcuni Stati membri La risposta da dare alla crisi impone, da un lato, la messa in campo di strumenti di finanziaria nei confronti degli Stati colpiti, per evitare che la stessa crisi metta a rischio la e una revisione dei meccanismi di coordinamento delle politiche economiche e di bilancio degli Stati membri, sui quali se era fino ad allora basata la gestione del pilastro economico economica e monetaria. Dal 2010 i temi della crisi e delle misure per farvi fronte diventa il tema dominante delle riunioni del Consiglio EU. Infatti esso prende la leadership del processo di riforma della governance economica EU, negoziando la gran parte delle 4 misure adottate. La riforma viene realizzata con modifiche del quadro applicativo previgente del TFUE. Avvallata da un accordo raggiunto in seno al Consiglio EU, la riforma si tradotta sul piano giuridico in un complesso articolato di atti, il Six Pack, costituito da 5 regolamenti e una direttiva interconnessi tra loro, che vanno ad incidere sui precedenti assetti di governance economica in taluni casi modificando le norme previgenti di diritto derivato, in altri integrando in via di applicazione la disciplina dettata dal Trattato. Al Six Pack fa seguito di altri due regolamenti in materia di vigilanza delle politiche di bilancio nella zona euro, che rafforzano i poteri di supervisione della Commissione sui bilanci nazionali. passata in osservato della Croazia Parte giuridico CAP. 1 Profili generali 1. Struttura e contenuti dei Trattati istitutivi dopo Lisbona Il Trattato di Lisbona conferma, insieme alle contenute nel Trattato costituzionale, il venire meno della EU come giuridica a stante e la conseguente riconduzione nel nucleo principale del processo EU alla sola UE. Il risultato raggiunto attraverso una revisione del Trattato e del Trattato istitutivo della CE, realizzata con la tecnica degli emendamenti puntuali ai singoli artt. Mentre il primo di tali due Trattati conserva la propria denominazione, ma accoglie al suo interno i principi e le regole generali di funzionamento assumendo la veste di base della costruzione, il secondo cessa il Trattato istitutivo della CE per diventare il TFUE, servente del nuovo TUE, riservato alla disciplina specifica dei settori in cui esercita le sue competenze e degli strumenti e attraverso i quali tali competenze sono esercitate. Il quadro che ne risulta quello di due Trattati, di uguale valore giuridico, che regolano congiuntamente giuridica, che assorbe in la giuridica della CE succedendole nei rapporti giuridici preesistenti. del TUE sono collocati i principi fondanti le regole di base Accanto agli obiettivi generali di questa, in cui sono stati integrati quelli specifici della soppressa CE, sono enumerati i valori comuni agli Stati membri su cui si fonda Tra questi sono oggetto di norme specifiche, il principio del rispetto dei diritti fondamentali della persona umana, quali sanciti dalla Carta dei diritti fondamentali, alla quale viene riconosciuto lo stesso valore giuridico del e del principio di democrazia, cui sono dedicate una serie di disposizioni che ne tratteggiano il ruolo nel funzionamento per rinviando, per i profili applicativi, alle norme del TFUE. Nel TUE dato conto sia del sistema delle competenze e del loro rapporto con quelle degli Stati membri, che delle istituzioni che ne compongono il quadro istituzionale. norma descrive delle cooperazioni rafforzate, rinviando al TFUE per la disciplina di dettaglio. A tali artt. si aggiungono una serie di disposizioni concernenti le vicende dello status di membro regolata di nuovi prevista la possibile sospensione di diritti di Stati membri che si rendano responsabili di violazioni gravi e persistenti dei valori sanciti nel ed disciplinata del recesso di uno Stato membro Completa tale insieme di regole un art. dedicato alle di modifica dei Trattati, che affianca alla procedura ordinaria di revisione, due forme di revisione semplificata. Un certo numero di artt. del TUE dedicato esterna specie alla politica estera e di sicurezza comune (PESC). Per gran parte della materia il TUE si limita alla sola enunciazione degli obiettivi da perseguire e delle generali del Consiglio EU, lasciando alle disposizioni del TFUE il compito di prefissare i contenuti specifici e le concrete da svolgere. La disciplina della PESC vi dettata, anche per quanto riguarda i dettagli operativi, in maniera completa. tale eccezione, il TFUE che organizza il funzionamento e determina i settori, la delimitazione e le di esercizio delle sue competenze. Completano il TFUE oltre ad un gruppo di artt. concernenti gli aspetti esterna diversi dalla PESC, le disposizioni istituzionali e finanziarie: le prime regolano aspetti specifici del funzionamento sia delle istituzioni descritte nel TUE, che di taluni organi disciplinando inoltre gli atti attraverso i quali le istituzioni agiscono e le procedure che presiedono la loro adozione. Quanto alle disposizioni finanziarie, esse riguardano il finanziamento e la disciplina del bilancio. 2. Architettura tra metodo comunitario e metodo intergovernativo La principale prodotta dal Trattato di Lisbona la del sistema giuridico, che fino dalla sua entrata in vigore ha governato il processo EU. Col sopravvenire del sistema restava basata su tre Trattati, ciascuno istitutivo di una diversa struttura giuridica: la CE, la CEEA e Tuttavia costituiva un contenitore del quale erano affiancate due nuove forme di cooperazione create dal TFUE: la PESC e la cooperazione giudiziaria in materia penale e di polizia. Queste due nuove forme di cooperazione avevano fatto venir meno che aveva caratterizzato fino ad allora il funzionamento del sistema. Questo si trovava ora ad esser organizzato su metodi impostati secondo principi, procedure e strumenti differenti in ragione dei vari settori di competenza: da un lato il metodo intergovernativo, operante nei due settori di cooperazione disciplinati dal TUE e dipendente dalla dei Governi, basato sul potere decisionale del solo Consiglio da esercitare e con atti privi di efficacia diretta sui diritti nazionali oltre 5 fatto che esse non giudicano solo del comportamento degli Stati, ma anche di quello delle al fatto che esse non si limitano a constatare degli atti delle istituzioni, ma ne dichiarano anche la Per quanto attiene al secondo aspetto, va posta sulla funzione di garanzia interpretazione e applicazione del diritto che il giudice EU chiamato ad assolvere, specie attraverso il meccanismo del rinvio pregiudiziale da parte dei giudici nazionali. e applicazione del diritto appare indispensabile in un ordinamento che abbia come destinatari diretti anche gli individui. A tale ultimo aspetto si ricollega un ulteriore elemento di distinzione dai tradizionali sistemi di cooperazione tra Stati: in capo alle istituzioni della reazione alle violazioni di diritto. Mentre nei rapporti tra Stati, di regola, chi sia stato leso altrui ha il diritto di non adempiere a sua volta ai propri obblighi, il sistema dei Trattati implica il divieto per gli Stati membri di farsi giustizia da Di fronte ad una violazione degli obblighi derivanti dal diritto la reazione affidata alle stesse istituzioni e ai meccanismi previsti dai o, quando anche venga da un altro Stato membro, quella reazione canalizzata attraverso essi. Comunque non consentito ad uno o altri Stati membri, anche quando una di quelle istituzioni rimanga inerte, di porre in essere unilateralmente provvedimenti correttivi o di difesa destinati ad ovviare alla trasgressione altrui. Tanto meno essi possono giustificare il mancato adempimento da parte loro degli obblighi imposti dai Trattati con la circostanza che altri Stati trasgrediscono del pari i loro obblighi o abbiano provveduto con ritardo ad adempierli. 4. Ruolo degli Stati membri. Acquisto e vicende dello status di membro Fin dalle sue origini il processo EU nasce con la vocazione ad ampliarsi verso tutti gli Stati EU. Tale vocazione si riflette in una clausola degli originari Trattati istitutivi che fissa la procedura per di nuovi Stati membri. Secondo il TUE, infatti, ogni Stato EU che rispetti i valori del medesimo Trattato e a promuoverli domandare di diventare membro Alla luce di tale disposizione, le condizioni per aderire sono, oltre a quella di essere uno Stato nel senso del diritto internazionale, e la rispondenza di una serie di requisiti politici che si ricollegano ai valori su cui la stessa UE fondata. La prima condizione geografica, nel senso che anche ad una sola parte del territorio di uno Stato al continente EU esser sufficiente, se geografico accompagnato da fattori che confermano la natura europea di quello Stato e della sua Quanto ai requisiti politici, essi possono riassumersi nella che lo Stato aspirante a diventare membro risponda ai criteri di democrazia e di rispetto dei diritti fondamentali della persona umana, che permeano e i suoi Stati membri e con cui i valori fondanti della prima. Tale condizione ritenersi soddisfatta, ha stabilito il consiglio EU, quando il paese candidato abbia raggiunto una istituzionale che garantisca la democrazia, il principio di i diritti umani, il rispetto e la protezione delle minoranze. Oltre a precisare tali parametri di valutazione della condizione politica, il consiglio EU ha convenuto ulteriori criteri alla luce dei quali vanno valutate le candidature Si tratta dei criteri di Copenaghen, i quali aggiungono alle condizioni base una condizione giuridica e una economica: la prima consiste nella di assumere e far fronte al complesso degli obblighi connessi e al acquis la seconda attiene nello Stato candidato di di mercato funzionante basata sui principi della libera concorrenza. Il soddisfacimento di tali e delle altre condizioni viene verificato nel corso della procedura di adesione. Essa si avvia con la presentazione della propria candidatura da parte dello Stato richiedente, sulla quale il Consiglio chiede alla Commissione di esprimere un parere per poi decidere, previa approvazione del Parlamento EU, se dichiararne In caso positivo, la fase istituzionale della procedura si chiude e si apre quella del negoziato di adesione, che si svolge tra gli Stati membri e il paese candidato. Tale fase esser preceduta da una di preparazione alla candidatura, per quei paesi che aspirino a divenire membri, senza ancora esser in possesso dei necessari standard previsti, e ai quali offre il proprio sostegno attraverso accordi bilaterali di stabilizzazione e associazione per consentire un rapido adeguamento. Ma il processo di preparazione continua, e non solo per i paesi candidati, anche dopo della fase intergovernativa di negoziato in vista della conclusione di adesione, questa implica in capo al nuovo Stato di tutti gli obblighi derivanti comunitario, fatte salve le eventuali eccezioni dovute a deroghe transitorie previste dal Trattato di e quindi presuppone la sua a far fronte a tali obblighi dal momento in cui diventa effettivo. Il negoziato tra gli Stati membri e il paese candidato diretta alla conclusione di un accordo internazionale, il Trattato di adesione, che sottoposto alla firma di tutti gli Stati contraenti, ed entra in vigore una volta ratificato d tutti loro secondo le rispettive norme costituzionali. In un accordo ad esso allegato sono definite le condizioni per e gli adattamenti dei Trattati su sui fondata comporta, con dello status di membro la piena integrazione del nuovo Stato nel sistema istituzionale e giuridico di questa, con conseguente applicazione del diritto allo Stato e ai territori sui quali lo stesso esercita la propria giurisdizione. Come regola generale in assenza di una norma che lo consenta, i diritti discendenti dallo status di membro non possono esser 7 limitati o sospesi dagli altri Stati o dalle istituzioni, anche a fronte e come reazione a una violazione da parte di uno Stato di obblighi collegati a quello status. costituita 7 TUE: in riferimento a quei valori fondanti previsti 2 TUE, i quali costituiscono una precondizione per la concessione dello status di membro, 7 la di sospendere alcuni dei diritti, inclusi quelli di voto, di uno Stato che ponga in essere una violazione grave e persistente di tali valori. In ragione della di una decisione simile, il procedimento per arrivare alla sospensione assai articolato ed soggetto, anche a garanzia dello Stato interessato, a procedurali e decisionali particolarmente gravose. Il primo passo costituito di quella violazione. Esso passa per una decisione del Consiglio, da prendere a maggioranza dei dei suoi membri su proposta motivata di degli stessi o della Commissione o del Parlamento EU, e previa approvazione di che constati di un evidente rischio di violazione grave da parte di quello Stato dei valori di cui 2 TUE. Prima di decidere, il Consiglio deve sentire lo Stato e rivolgergli raccomandazioni, secondo la medesima procedura. Se, nonostante tale primo avvertimento, lo Stato non cessa dai comportamenti contestatigli, spetta al Consiglio EU, con la medesima procedura, ma votando fare stato non di un rischio, ma di una violazione grave e persistente dei valori apre la strada alla di nuovo del Consiglio di sospendere, a maggioranza qualificata, alcuni dei diritti derivanti alla Stato membro in questione dei Trattati, compresi i diritti di voto del rappresentante del Governo di tale Stato in seno al Consiglio. Dopo Lisbona, i Trattati prevedono anche la di un recesso unilaterale In precedenza questi non disciplinavano in alcun modo di uno Stato (anche se tale silenzio non comportava giuridica del recesso, dato che la Convenzione di Vienna sul diritto dei Trattati, lo consente anche in assenza di una clausola esplicita, quando vi sia stato un mutamento fondamentale delle circostanze che hanno spinto ad aderire a un determinato Trattato, o quando vi sia il consenso di tutte le parti di questo). disciplina una procedura complessa, la cui prima fase si presenta come una procedura di recesso negoziato. previsto che quando uno Stato notifichi al Consiglio la sua intenzione di lasciare si avvia un negoziato tra questo e per la conclusione di un accordo volto a definire le del recesso e le future relazione di quello Stato con Dopo due anni dalla notifica al Consiglio, il recesso diventa effettivo anche senza Inoltre lo stesso art. aggiunge che il Consiglio, con lo Stato interessato, decidere di prorogare il termine di due anni, al fine di proseguire il negoziato. 5. Segue: applicazione differenziata del diritto agli Stati membri. Cooperazione rafforzata Lo status di membro comporta integrale allo Stato interessato comunitario, ossia del complesso delle norme e dei principi ricavabili dai Trattati o che ad essi si ricollegano. Come regola generale il sistema basato su un principio di applicazione generale e uniforme del suo diritto. non esclude che tale principio possa conoscere deroghe ed eccezioni, a condizione che le stesse siano direttamente previste o consentite da norme dei Trattati o di altri atti di diritto primario. Questo normale nel caso di nuovi Stati membri, per i quali integrale ed immediata comunitario risultare in taluni casi impossibile o difficile. Rispetto ad essi di adesione prevede in genere una serie di deroghe a norme e atti che hanno carattere transitorio, proprio dirette a consentire la piena integrazione dei nuovi Stati nel sistema Accanto a tali deroghe a termine, i Trattati contengono anche un certo numero di disposizioni che danno luogo a forme non necessariamente temporanee di applicazione differenziata di norme del diritto o che aprono la strada ad una di tal genere. Le ipotesi contemplate sono le diverse, sia per quanto riguarda i limiti materiali e soggettivi della deroga autorizzata o possibile, che per le di funzionamento della stessa. Una prima ipotesi quella presente in alcune norme del Trattato che prevedono differenziata di carattere territoriale, nel senso che pongono limiti di tutta o di parte della normativa a parti del territorio metropolitano di Stati membri o a territori soggetti alla di uno Stato membro o ad essa riconducibili sulla base di un particolare rapporto giuridico con lo stesso. Ad es. prevista integrale dei Trattati a talune isole o zone di del UK e della Danimarca contigue alle coste europee, mentre previsto un regime speciale per altri territori accomunati situati fuori del continente EU pur essendo parte integrante di alcuni Stati membri o mantenendo con gli stessi relazioni particolari. numerose sono le forme di applicazione differenziata del diritto che escludono di normative o di interi settori di competenza della stessa nei confronti di interi Stati membri. Alcune di tali sono costruite come clausole aperte, che abilitano qualsiasi Stato a non esser vincolato da norme o atti da adottare in un determinato settore. Per lo queste forme di applicazione differenziata del diritto sono costituite da deroghe riguardanti specifici Stati, e la cui portata e il cui ambito materiale sono indicati direttamente da norme di diritto primario. Tra queste ve ne sono alcune che escludono ad uno Stato di norme specifiche del diritto EU, generalmente previste in Protocolli allegati ai Trattati. Tali 8 Trattati e costituiscono diritto ma vincolano solo gli Stati partecipanti e non sono considerati parti che accettato da un nuovo Stato membro che aderisca b) Oltre ad aprire la di avviare cooperazioni rafforzate in uno dei settori di competenza non esclusiva i Trattati prevedono anche due ipotesi specifiche di cooperazione rafforzata disciplinate direttamente al loro interno. La prima la cooperazione strutturata permanente, che il TUE contempla in materia di missioni che esser chiamata ad effettuare, nel quadro della politica di sicurezza e difesa comune, per garantire il mantenimento della pace, la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza internazionale. previsto che, non appena gli Stati membri che rispondono a criteri elevati in termini di militari abbiano notificato al Consiglio e Rappresentante la loro intenzione di partecipare a tale cooperazione, il Consiglio provveda ad istituirla con decisione presa a maggioranza qualificata. Una volta istituita, essa aperta di altri Stati membri che rispondano a quei criteri, fermo restando che la partecipazione reversibile: infatti possibile sia la sospensione della partecipazione di uno Stato che non soddisfi i criteri richiesti, che il recesso volontario. cooperazione rafforzata istituita dai Trattati quella riguardante la materia dei controlli alle frontiere comuni oggetto di Schengen. Nata al di fuori come cooperazione di puro diritto internazionale tra alcuni Stati, essa stata integrata nei Trattati a titolo di cooperazione rafforzata, autorizzata da un Protocollo, allegato al Trattato di Amsterdam, che definisce anche la posizione di UK, Danimarca e Irlanda, i quali sono gli unici Stati non partecipanti. La di questi sta nel fatto che, a differenza di quanto previsto per la cooperazione rafforzata in generale, ad essi consentito sia di aderire, quando lo vorranno, e di partecipare o di accettare singole misure adottate nel quadro della cooperazione, sulla base di un meccanismo definito di opting in. di cooperazione rafforzata istituita dai Trattati viene da alcuni ricondotta anche la disciplina che non applicabile a tutti gli Stati: della moneta unica condizionata al rispetto da parte di ciascuno di essi di determinati criteri fissati dal TFUE e specificati nel Protocollo sui criteri di convergenza. Per alcuni paesi la mancata adesione conseguenza negativo della verifica (bimestrale) della presenza dei criteri mentre per UK e Danimarca concessa una vera deroga dando luogo a non di vera cooperazione rafforzata, ma di differenziate. CAP. 2 Quadro istituzionale 1. Profili introduttivi dispone di un quadro istituzionale che mira a promuoverne i valori, perseguirne gli obiettivi, servire i suoi interessi, quelli dei suoi cittadini e quelli degli Stati membri, garantire la coerenza, e la delle sue politiche e delle sue azioni. Di tale quadro fanno parte: Parlamento EU, Consiglio EU, Consiglio, Commissione EU, Corte di giustizia BCE e Corte dei Conti. A tali istituzioni delle originarie EU si sono affiancati ulteriori organi, di diverso livello e funzioni, nati sia sulla base di decisioni prese a livello di Trattati o di previsioni esplicite di questi, che di decisioni autonome delle stesse istituzioni Si sono moltiplicati gli organi istituiti da atti del Consiglio, in modo da decentrare le nuove funzioni e compiti di amministrazione in capo a nuovi organi appositamente istituiti. Per quelli principali, la composizione intergovernativa si ritrova nel Consiglio EU e nel Consiglio. Al contrario, anche se nominati dai Governi degli Stati membri gli altri organi del sistema si caratterizzano per una composizione formalmente indipendente da questi, nel senso che i loro membri non rappresentano il Governo del Paese di appartenenza ma fanno parte a titolo personale. Ferma restando tale caratteristica, la composizione di tali altri organi assume forme diverse, le quali appaiono espressione di differenti Diversamente da che di regola si constata in altri enti internazionali, organico affianca ad organi, quali la Commissione o la Corte di giustizia, la cui indipendenza degli Stati membri messa a servizio in quanto tale UE, altri organi per i quali quella caratteristica funzionale al fatto di esprimere, nel funzionamento del processo EU, interessi e istanze nazionali diversi da quelli governativi. Accanto a rappresentanza popolare (Parlamento EU) si hanno organi rappresentativi delle istanze del decentramento (Comitato delle regioni), o degli interessi di categoria (Comitato economico e sociale), o delle banche centrali nazionali (BCE). peculiare non sta solo nel fatto che attraverso tali organi gli interessi e le istanze corrispondenti godono di una rappresentanza in prima persona, non mediata attraverso il canale ma anche da notare come il compito degli organi non si esaurisce nella mera rappresentanza di quegli interessi e istanze a livello del sistema istituzionale: essi contribuiscono al funzionamento di quel sistema, arrivando anche ad assolvere a tale livello funzioni analoghe a quelle proprie, sul piano nazionale, delle istanze da essi rappresentate. Con si rileva un ulteriore profilo del sistema istituzionale la di competenze e poteri che questa si vista assegnare si riflessa in una crescente dl suo sistema istituzionale, che ha allontanato dai canoni istituzionali tipici degli enti composti da Stati. Al suo interno si trovano infatti sia molte delle funzioni tipiche degli Stati, che di quelle funzioni appare ripartito tra organi secondo schemi 10 ispirati alla dei sistemi statali, che di quelli internazionali. Il potere normativo non strettamente riservato intergovernativo, ma condiviso da Consiglio e Parlamento EU nel quadro di un triangolo istituzionale che riserva un ruolo essenziale alla Commissione. Analogamente avviene per il potere esecutivo, esercitato nelle sue diverse accezioni sia dal Consiglio che dalla Commissione. La funzione giurisdizionale, inizialmente concentrata nelle mani di un solo organo giurisdizionale, risulta oggi organizzata di istanze e gradi di giurisdizione: dopo un primo affiancamento del Tribunale di primo grado (ora Tribunale) alla Corte di giustizia, si aggiunta ora la di creare Tribunali specializzati incaricati di conoscere in primo grado talune categorie di ricorsi proposti in materie specifiche, e le cui decisioni saranno impugnabili dinanzi al Tribunale. Fa eccezione a tutto il settore della PESC, che mantiene anche nel quadro dei nuovi Trattati, le caratteristiche istituzionali che lo hanno contraddistinto fin dalle origini. Rispetto ad esso istituzionale interviene in misura essenziale, tanto dal punto di vista quantitativo che qualitativo. Tutto ruota intorno al ruolo delle istituzioni composte dai Governi, Consiglio EU e Consiglio, mentre le altre istituzioni vi giocano un ruolo marginale. del Parlamento UE, pervasivo sulle decisioni relative agli altri settori di ridotto, per quanto riguarda la PESC, a una consultazione da parte Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza sulle scelte fondamentali. Nel caso della Commissione, viene meno la sua funzione di vigilanza sul rispetto del diritto, come il potere che rimane confinato alla sola di appoggiare le proposte formulate Rappresentante. Quanto alla Corte di giustizia, se si esclude quella di pronunciarsi sulla delle decisioni che prevedono misure restrittive nei confronti di persone fisiche o giuridiche adottate dal Consiglio a titolo di sanzioni internazionali, essa si vede riconoscere solo una competenza indiretta sulle decisioni in materia PESC, attraverso il controllo che esser chiamata ad esercitare sulla non interferenza tra svolta dalle istituzioni in attuazione della stessa PESC e quella svolta in attuazione di altre politiche ed azioni 2. Nozione di istituzione Nel sistema istituzionale la nozione di istituzione risulta riservata alle sole originarie. Alcuni tratti comuni alle istituzioni originarie sono venute meno, e sono entrati nel panorama istituzionale nuovi organismi ad esse assimilabili. Non da loro condivisa la caratteristica di non vedere la propria nomina dipendere da istituzione: tale comune caratteristica era venuto meno con da parte del Trattato di Maastricht, della Corte dei conti, i cui componenti sono nominati dal mentre col Trattato di Nizza e di Lisbona anche la nomina della Commissione dipende dal Consiglio EU. Grazie al Trattato di Nizza non nemmeno vero che sia comune alle istituzioni il potere di almeno nella misura in ci esso si esprima nella competenza ad adottare in piena autonomia il proprio regolamento interno, dato che secondo una modifica apportata al TCE quello della Corte dei conti approvato dal Consiglio. Mentre vero che il potere di autoorganizzazione e di funzionamento sono patrimonio di altre componenti del sistema. Dal possesso della di istituzione discende, oltre una certa autonomia sul piano finanziario e sulla gestione del personale, delle norme dei Trattati che genericamente si riferiscono alle istituzioni (ad es. quella relativa alla fissazione della loro sede, il regime linguistico). Tuttavia non sempre la mancanza di tale esclude che una data norma dei Trattati si applichi anche ad organismi diversi dalle istituzioni. Dunque da ritenere che limitazione o meno alle sole istituzioni debba dipendere da caso per caso. La Corte di giustizia sembra confermare tale conclusione: facendo leva sul principio del rispetto istituzionale essa ha escluso di una delle norme del TCEE quando avrebbe portato ad attribuire prerogative ulteriori a un organo non enumerato tra quelli originari. Al contrario, e privilegiando il principio della tutela dei diritti, essa ha ritenuto che il termine istituzione non va inteso nel senso che comprende solo le istituzioni originarie della ma include anche, in considerazione del sistema di extracontrattuale sancito dal Trattato, gli organismi come la Banca EU degli organo comunitario che ha il compito di contribuire alla realizzazione degli scopi della e pertanto si colloca, in base al Trattato, nel contesto comunitario. sarebbe in contrato con degli autori del Trattato il fatto che, quando la agisce attraverso un organismo comunitario istituito dal Trattato e autorizzato ad agire in nome e per conto di essa, essa possa escludere le conseguenze del disposto degli artt. 178 e 215 del TCEE, che intendono riservare alla competenza della Corte i casi in cui la extracontrattuale della nel suo insieme sorgere nei confronti di terzi. Tale conclusione ha particolare rilievo rispetto alle agenzie EU, in quanto organismi creati dalle stesse istituzioni. Parrebbe incompatibile con della Corte di giustizia escludere che a tali agenzie si applichino le norme dei Trattati che disciplinano il funzionamento delle istituzioni da cui sono state create e il controllo sui loro atti. equivarrebbe ad ammettere che, attraverso di una determinata funzione in capo ad le istituzioni potrebbero sottrarre di quella funzione sia alle regole dei Trattati che al controllo giurisdizionale da essi organizzato. 11 di un equilibrio tra la componente governativa (Consiglio) e quella non governativa (Parlamento e Commissione). In tale assetto il Consiglio EU occupava prima del Trattato di Lisbona una posizione peculiare e originale. Pur facendone parte, esso non era annoverato tra le istituzioni operava come una di loro: era sottratto ai controlli e ai limiti, e alle regole che governano delle istituzioni e il rapporto tra di e le sue deliberazioni non si traducevano in voti, in atti formali. Il Consiglio EU si presentava come caratterizzata da in cui i capi di Stato o di Governo, insieme coi rispettivi ministri degli esteri e il Presidente della Commissione, definivano in comune, senza entrare nei normali meccanismi decisori gli orientamenti politici e le linee di sviluppo di questa, e componevano, nella loro veste di istanze politiche, i contrasti che ostacolavano o bloccavano del Consiglio. Col suo inserimento tra le istituzioni il Consiglio EU ha subito che si ripercuote sugli equilibri complessivi istituzionale, anche la trasformazione in istituzione stata accompagnata da modifiche delle sue regole di funzionamento. In primo luogo, quando chiamato al voto la sua composizione finisce per coincidere con quella del Consiglio. si trova ad avere due organi a composizione intergovernativa distinti, ma sostanzialmente identici. In tal modo la rappresentanza dei Governi a livello EU cesso di esser unitaria, per dare rilievo al suo interno, attraverso la previsione di una sede istituzionale distinta per i capi di Stato e di Governo e per i ministri, gerarchica degli esecutivi nazionali. In secondo luogo, essendo stata accompagnata al Consiglio EU di una serie di funzioni produttive di conseguenze formali sui processi decisionali tale riorganizzazione della rappresentanza dei Governi sembra ripercuotersi anche istituzionale che aveva governato il processo EU. Pur senza modifiche formali del rapporto tra le istituzioni, appare oggi spostato a vantaggio della componente governativa. Sdoppiata in due istituzioni apparentemente dissimili, ma separate, questa sia parte (attraverso il Consiglio) di quel triangolo istituzione e (attraverso il Consiglio EU) istanza ad esso esterna e sovraordinata. 6. a) Consiglio EU Il Consiglio EU riunisce i capi di Stato o di Governo degli Stati membri insieme al Presidente della Commissione. Per composizione e funzioni, esso di carattere politico Il TUE gli attribuisce una generale competenza a dare gli impulsi necessari allo sviluppo e a definire gli orientamenti e le politiche generali. Oltre a tale ruolo politico, le cui di esercizio non sono regolate nei Trattati, questi ultimi assegnano al Consiglio EU anche compiti specifici, che riflettono la natura politica Spettano al Consiglio EU le decisioni istituzionali di maggior politica per la vita lui che propone o nomina le cariche rilevanti non affidate direttamente alla competenza degli Stati decide di aspetti importanti della composizione e del funzionamento di altre ha la principale in materia di revisione dei Trattati o di modifica di talune delle loro prende decisioni di rilievo politico per la membership Anche se il TUE esclude che il Consiglio EU eserciti funzioni legislative, alcune delle sue attribuzioni non sono prive legislativa delle istituzioni. Spetta, ad es., al Consiglio EU definire gli orientamenti strategici della programmazione legislativa nel settore dello spazio di sicurezza e giustizia. Tradizionalmente il Consiglio EU chiamato a svolgere un ruolo di arbitraggio politico sui dossier, anche legislativi, di particolare rilevanza, quando gli stessi siano oggetto di contrasti suscettibili di bloccare Dopo il Trattato di Lisbona, alcune espressioni di ruolo trovano formalizzazione in disposizioni dei Trattati, che attribuiscono al Consiglio EU il compito, in alcuni casi, di trovare tra gli Stati membri necessario a sbloccare una decisione del Consiglio in altri casi di mediare, prima da parte di di un atto a maggioranza qualificata, tra la posizione della maggioranza e quella di uno Stato minorizzato. Indipendentemente da esplicite previsioni dei Trattati, interventi del Consiglio EU legislativa delle istituzioni tendono a manifestarsi anche sotto altre forme. Non solo il Consiglio EU continua a giocare il suo ruolo di arbitraggio politico anche al di fuori delle ipotesi e dei meccanismi regolati nei ma tende anche a discutere direttamente al suo livello dossier legislativi indipendentemente o meno di un contrasto su di essi in seno al Consiglio. Lo fa assumendo direttamente politica su taluni di questi dossier, o intervenendo su proposte di atti del Parlamento EU e del Consiglio. Sul piano formale, collocandosi al di fuori di previsioni formali dei Trattati, tali interventi del Consiglio EU hanno valore politico. fa si che non sia di per automatico che la posizione assunta dai capi di Stato o di Governo trovi seguito al livello processo decisionale. Tale risultato probabile, in ragione della comune composizione governativa, quando il destinatario del Consiglio EU il solo Consiglio, e nella misura in cui spetti solo a lui tradurre in atti formali compromesso raggiunto a livello dei capi di Stato o di Governo. Ma quando il processo decisionale coinvolga altre istituzioni, come il Parlamento EU nel caso della procedura legislativa ordinaria, vi esser anche il consenso di avvenga. Quando del Consiglio EU fondato su una disposizione dei 13 Trattati, questa gli ricollega talvolta conseguenze formali che si ripercuotono anche su altre istituzioni. Ai sensi del TFUE, ad es., il coinvolgimento del Consiglio EU da parte di uno Stato membro che ritenga che una proposta in discussione nel quadro della procedura legislativa ordinaria lede aspetti importanti del suo sistema di sicurezza sociale, ha di impedire il proseguimento di una procedura decisionale di cui protagonisti, insieme al Consiglio, anche il Parlamento EU e la Commissione: una volta adito il Consiglio EU la procedura legislativa sospesa per poter esser, in caso di mancata pronuncia dello stesso Consiglio EU entro 4mesi, definitivamente interrotta. 1) Con tra le istituzioni elencate 13 TUE, il Consiglio EU vede completare la sua parabola istituzionale iniziata come riunioni dei capi di Stato o di Governo, e poi divenute regolari sotto la denominazione di Consiglio EU, ad incontri periodici (3 degli stessi accompagnati dai rispettivi ministri degli esteri. Dopo un primo riconoscimento come istanza di cooperazione politica tra gli Stati membri, il Consiglio EU, in cui era stato integrato il Presidente della Commissione, viene definitivamente inquadrato nel contesto EU dal Trattato di Maastricht che, senza trasformarlo in ne fa che necessario al suo sviluppo e ne definisce gli orientamenti politici generali. Anche se inserito nel sistema istituzionale non viene meno la distinzione tra esso ed il Consiglio: mentre di fanno parte i singoli Governi degli Stati membri, il Consiglio EU composto dai capi di Stato o di Governo degli Stati membri, dal suo Presidente e dal Presidente della Commissione. In precedenza al Consiglio EU per espressa disposizione del TUE, partecipavano anche i ministri degli affari esteri e un commissario, i quali assistevano rispettivamente i capi di Stato o di Governo, e il Presidente della Commissione, nella trattazione dei punti del giorno. Oggi invece stabilito che ai lavori partecipa di pieno diritto solo Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, il quale anche vicepresidente della mentre per i ministri previsto solo che lo stesso Consiglio EU possa decidere, ove del giorno di una riunione lo richieda, che i capi di Stato o di Governo possano farsi assistere da un ministro, senza che sia quello degli esteri. 2) Ulteriore portata dal Trattato di Lisbona che la presidenza del Consiglio EU non assicurata dal capo di Stato o di Governo dello Stato membro cui spetta per rotazione la presidenza del Consiglio, ma da un Presidente eletto dallo stesso Consiglio EU, a maggioranza qualificata, per un mandato di 2anni e mezzo, e rinnovabile una volta. La nomina a Presidente incompatibile con un mandato nazionale. Quando venga scelto tra gli stessi membri del Consiglio EU, egli deve dimettersi da capo di Stato o di Governo. Dato che sussiste solo con un mandato nazionale, in astratto ipotizzabile che possa esser eletto alla presidenza del Consiglio EU il Presidente della Commissione, senza che lo stesso sia obbligato a lasciare ricoperto. Al Presidente del Consiglio EU spettano le funzioni legate alla preparazione e gestione dei lavori assicura la preparazione e la dei guida il dibattito e facilita il compromesso tra i rappresenta davanti al Parlamento EU, al quale riferisce dopo ogni riunione. Assicura la rappresentanza esterna per le materie relative alla PESC. 3) Il Consiglio EU, che si ora dotato di un proprio regolamento interno, si riunisce a Bruxelles 2 volte a semestre, ferma restando la di riunioni straordinarie su convocazione del suo Presidente. In passato non erano previste le di voto attraverso le quali si formava la del Consiglio ma la regola era che fossero prese per consensus: la decisione era considerata raggiunta quando il Presidente constatava della discussione che non vi erano obiezioni ostative da parte di nessuna componente del Consiglio stesso. Anche dopo la trasformazione del Consiglio EU in istituzione EU dotata di un suo formale potere di decisione, delle sue delibere rimane subordinata alla regola del consensus: infatti il Consiglio EU si pronuncia per consenso, salvo nei casi in cui i Trattati dispongono altrimenti. Nei casi in cui previsto che esso debba adottare atti formali, i Trattati gli impongono il ricorso a regole di voto formale. Queste sono le stesse che si applicano al Consiglio. Al pari di questo, infatti, il Consiglio EU ora esser chiamato a votare, a seconda di quanto stabilito dalla disposizione dei Trattati sulla cui base esso delibera, a maggioranza semplice o a maggioranza qualificata. si forma anche in presenza di uno o membri del Consiglio EU. La maggioranza semplice, dal dei suoi membri, si applica alle delibere riguardanti il suo regolamento interno o alle questioni di procedura. Quanto alla maggioranza qualificata, anche per il Consiglio EU essa si basa su di un sistema che tiene conto del peso relativo di ciascuno degli Stati membri. Il TFUE prevede che quando il Consiglio EU delibera mediante votazione, il Presidente e il Presidente della Commissione non partecipano al voto. 4) In passato, a parte prevista dal TUE in cui era chiamato ad adottare un atto prestabilito come le strategia comuni, non era nemmeno stabilita la forma che dovevano assumere le deliberazioni del Consiglio EU. Le determinazioni da esso assunte erano per lo piu cumulativamente contenute nelle conclusioni della Presidenza, che il Consiglio EU adottava alla fine dei suoi lavori. Non sono mancati casi nei quali si preferito individualizzare una decisione consacrandola in uno specifico atto, al fine di darle un rilievo politico, o in ragione del valore che le si voleva riconoscere nei confronti degli Stati membri. Ora il ricorso ad uno strumento formale, a quello della decisione, gli imposto dagli 14 (10), prendere la deliberazione finale. Ciascuna delle istanze preparatorie riproduce nella composizione (intergovernativa) e nelle procedure di funzionamento il livello ministeriale. Esse sono prive di una propria e di un potere deliberativo autonomo. vale anche per il COREPER, anche se previsto dai Trattati, uno dei quali gli riconosce anche il potere di adottare decisioni di procedura nei casi previsti dal regolamento interno del Consiglio. 3) Il Consiglio, nelle sue varie formazioni e articolazioni, presieduto a turno dagli Stati membri, come previsto dal TUE, sulla base di un sistema di rotazione, che disciplinato da una decisione del Consiglio EU, adottata a maggioranza qualificata, e, per i suoi meccanismi di dettaglio, da una decisione applicativa del Consiglio approvata con la medesima maggioranza. La prima decisione prevede una presidenza per gruppi predeterminati di tre Stati, che se ne spartiscono per 18 mesi, dei quali ciascuno Stato esercita a turno la presidenza per 6 mesi con degli altri 2 e sulla base di un programma comune. Ciascun gruppo composto secondo un sistema di rotazione paritaria, che tiene conto della degli Stati e degli equilibri geografici E la composizione dei gruppi, come di successione tra loro, stata fissata, fino al 2020, dalla seconda decisione. A tale sistema fa eccezione la presidenza del Consiglio Affari esteri, che sottratta agli Stati ed riservata Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Il Consiglio assistito da un apparato amministrativo, il Segretariato generale, al cui vertice posto il Segretario generale nominato a maggioranza qualificata dallo stesso Consiglio. 4) Prima del Trattato di Lisbona, quando una norma del Trattato o un atto delle istituzioni che affidavano al Consiglio il compito di prendere una certa decisione non indicassero una di voto specifica e diversa, il Consiglio deliberava a maggioranza semplice Ora la regola di voto diventata, in tali casi, la maggioranza qualificata, mentre la maggioranza semplice rimane la regola per del regolamento interno e per le decisioni di procedura. Quanto ha visto ridursi il proprio ambito di applicazione in connessione con del numero degli Stati, e resta ora confinata alle sole decisioni politicamente sensibili (es. per le decisioni da prendere nel settore della PESC). del rappresentante di uno Stato in seno al Consiglio non osta al raggiungimento ma non rende inapplicabile allo Stato che si astenuto. Tuttavia, quando il Consiglio delibera della PESC, regola trovare nel senso che se uno Stato accompagna la sua astensione con una dichiarazione formale di non voler esser vincolato dalla decisione del Consiglio, esso non destinatario degli obblighi da questa posti. 8. Segue: maggioranza qualificata in sede di Consiglio EU e di Consiglio A differenza della maggioranza semplice e delle quali il voto di ciascuno Stato ha un peso identico, la maggioranza qualificata si fonda, sia nel Consiglio EU che nel Consiglio, su un sistema che tiene conto della diversa grandezza degli Stati. Prima del Trattato di Lisbona tale di voto era applicabile solo al Consiglio sulla base di un sistema di voto ponderato. Ai fini del raggiungimento della soglia della maggioranza qualificata, a ciascuno Stato spettava un numero di voti previsto direttamente dai Trattati e commisurato al suo peso economico e demografico, combinato con delle regole di equilibrio politico. Tale sistema viene ad essere ora sostituito per entrambe le istituzioni, da un meccanismo di doppia maggioranza, ai sensi del quale la maggioranza qualificata raggiunta con una maggioranza degli Stati che rappresentino una certa maggioranza della popolazione Per ragioni di compromesso politico con quegli Stati che col passaggio alla doppia maggioranza sono destinati a veder diminuita la propria influenza sulle decisioni, il nuovo sistema di maggioranza qualificata entrato in vigore il novembre 2014, in coincidenza con della nuova legislatura EU e con della nuova Commissione nominata in conseguenza delle elezioni EU. Inoltre, anche se solo per il Consiglio, il vecchio sistema per un certo periodo con la nuova maggioranza qualificata, visto che fino al 31 marzo 2017 uno Stato membro domandare che il Consiglio adotti una determinata decisione col voto ponderato in luogo della doppia maggioranza. 1) Il sistema del voto ponderato applicabile fino al dal Consiglio e fino al dal Consiglio EU, quello entrato in vigore col Trattato di Nizza. Con tale Trattato stata modificata la ponderazione fissata nel nel tentativo di ristabilire tra le diverse categorie di Stati iniziale che si era venuto alterando a seguito dei successivi allargamenti. Di conseguenza la nuova ponderazione, prevista dal Protocollo, come integrato di adesione della Croazia, attribuisce ai 4 paesi grandi (Francia, Germania, Italia e UK) 29 voti ciascuno, 27 a Spagna e Polonia, 14 a Romania, 13 ai Paesi Bassi, 12 a Belgio, Grecia, Portogallo, Repubblica Ceca e Ungheria, 10 ad Austria, Bulgaria e Svezia, 7 a Croazia, Danimarca, Finlandia, Irlanda, Lituania e Slovacchia, 4 al Lussemburgo, Cipro, Estonia, Lettonia e Slovenia, e 3 a Malta. Su un totale di 352 voti, la maggioranza qualificata si considera raggiunta con 260 voti che esprimano il voto favorevole della maggioranza degli Stati, quando la delibera adottata sulla base di una proposta della in caso contrario, la quota di Stati da cui provengono i 260 voti favorevoli deve corrispondere ai del totale. Se tale combinazione della maggioranza dei voti ponderati col requisito di una maggioranza di Stati garantisce i piccoli Stati, a favore dei grandi va criterio secondo il quale un membro del Consiglio EU o del Consiglio 16 chiedere che, quando il Consiglio EU o il Consiglio adotta un atto a maggioranza qualificata, si verifichi che gli Stati che compongono tale maggioranza qualificata rappresentino almeno il della popolazione totale Qualora tale condizione non sia soddisfatta, non adottato. stato calcolato che tale soglia demografica, che non di applicazione automatica ma condizionata al raggiungimento della maggioranza qualificata solo se espressamente invocata, risulta matematicamente utile solo per la Germania, ad essa che la previsione di quella soglia apre la di creare, in associazione con altri, minoranze di blocco. Tra i vari criteri di definizione della nozione di popolazione totale prevista da tale disposizione, in sede di sua applicazione stato scelto quello della popolazione residente nel territorio di ciascuno Stato, che pare avvantaggiare ulteriormente la Germania. 2) Il meccanismo di doppia maggioranza prevede che la maggioranza qualificata raggiunta quando una delibera del Consiglio EU o del Consiglio ottiene il voto favorevole di almeno il degli Stati, che comprendano almeno 15 di loro e rappresentino almeno il della popolazione fermo restando che la minoranza di blocco deve comprendere almeno 4 membri del Consiglio EU o del Consiglio, altrimenti la maggioranza qualificata si considera raggiunta anche se quelle soglie non sono rispettate. Quando una delle due istituzioni sia chiamata a deliberare non sulla base di una proposta della commissione, richiesto il voto favorevole di un numero elevato di Stati membri, la cui soglia minima passa dal al A differenza sistema, sia anche quando la delibera non proposta, nel quadro della PESC, Rappresentante Per gli affari esteri e la politica di sicurezza. La percentuale alta di Stati membri finisce per essere quella di regola applicabile nel caso di votazione a maggioranza qualificata del Consiglio EU, dato che questo non delibera mai sulla base di una proposta della e, quando lo fa su proposta Rappresentante, esso vota sempre 3) Indipendentemente Dalle successive modifiche che ha subito il meccanismo di voto a maggioranza qualificata, ricorso adesso da parte del Consiglio ha fortemente pesato il Compromesso di Lussemburgo, con il quale i governi degli Stati membri previdero la di un rinvio a maggioranza di una delibera del Consiglio nel caso in cui uno Stato membro invocasse il pregiudizio di propri interessi molto importanti. Interpretato come un diritto di veto, il Compromesso di Lussemburgo ha per lungo tempo impedito che si procedesse a maggioranza qualificata anche nei casi in cui essa era prevista dai Trattati. comunque prassi costante che in seno al Consiglio, evitando di mettere in minoranza Stati membri, si cerchi il consenso largo intorno ad ogni decisione, anche quando i Trattati ne prevedono a maggioranza qualificata. Meccanismi diretti a tener conto di che possono incontrare singoli Stati membri di fronte a decisioni a maggioranza del Consiglio sono previsti anche formalmente nei Trattati o in atti delle istituzioni. Alcuni di questi operano, seppure limitatamente a specifici settori, in modo analogo al Compromesso di Lussemburgo. Nel settore della sicurezza sociale uno Stato membro che lamenti la possibile lesione di propri interessi fondamentali appellarsi al Consiglio europeo contro la proposta di atto legislativo azionando quello che stato definito freno di emergenza. Di fronte alla crescente di coagulare minoranze di blocco a seguito di successivi allargamenti, un meccanismo di carattere generale fu formalizzato in una decisione del Consiglio adottata in occasione di Austria, Finlandia e Svezia, e nota come Compromesso di Ioannina. Questa decisione, che ha cessato di applicarsi con il successivo allargamento del 2004, prevedeva che quando un gruppo di membri del Consiglio avesse espresso numero di voti contrari una decisione, ma non suscettibile di costituire una minoranza di blocco, il Consiglio avrebbe fatto tutto il possibile per raggiungere, entro un tempo ragionevole senza pregiudicare i limiti di tempo obbligatorie stabiliti dai Trattati e dal diritto derivato, una soluzione soddisfacente che potesse essere adottata con un consenso ampio. La conferenza intergovernativa che ha approvato il Trattato di Lisbona ha fatto rinascere il Compromesso di Ioannina, prevedendo in una dichiarazione allegata al suo Atto finale di una decisione del Consiglio che reintroduce solo per un meccanismo analogo a quello di Ioannina. La decisione prevede i casi in cui in presenza di una quasi minoranza di blocco il Consiglio tenuto a proseguire le discussioni alla ricerca, entro un tempo ragionevole, di una soluzione soddisfacente che tenga conto delle preoccupazioni espresse dagli Stati membri che si oppongono ad una sua delibera. Scaduto questo tempo ragionevole, il Consiglio passare al voto. 9. c) Parlamento EU Il Parlamento europeo attraverso la quale, in via principale, il principio di democrazia ha modo di esprimersi a livello Europea. Esso composto da rappresentanti dei cittadini degli Stati membri eletti a suffragio diretto. Il principio democratico di cui il parlamento europeo espressione, si riflette nelle sue competenze: vero per la sua partecipazione al processo decisionale del quale uno dei protagonisti. Secondo la Corte proprio la partecipazione del Parlamento che garantisce la valenza democratica di tale processo. Essa ha osservato che quella 17 europee anche in Stati diversi dal proprio. Si aggiunga poi, che la Corte di giustizia ha ammesso che al Parlamento europeo possa essere legittimamente attribuito da uno Stato membro anche a soggetti privi della cittadinanza Le elezioni europee si svolgono sulla base delle regole previste

Questo documento è stato utile?

Premium

Questo è un documento Premium. Alcuni documenti su Studocu sono Premium. Passa a Premium per sbloccarne la visualizzazione.

Riassunto del manuale di diritto dell’unione europea di Adam - Tizzano

Corso: Diritto materiale dell'Unione Europea

59 Documenti

Gli studenti hanno condiviso 59 documenti in questo corso

Università: Università degli Studi di Milano

Questo documento è stato utile?

Questa è un'anteprima

Vuoi avere accesso completo? Passa a Premium e sblocca tutte le 216 pagine

Accedi a tutti i documenti
Scarica senza limiti
Migliora i tuoi voti

Upload

Condividi i tuoi documenti per sbloccare

Sei già passato a Premium?

Manuale di diritto dell’Unione Europea

Introduzione

CAP. 1 – L’Unione europea e il suo diritto

1. Nozione di UE

La nozione di UE non era mai chiaramente definita nei vari Trattati, ma al contrario si indicava

l’obiettivo della sua realizzazione, senza mai precisare in che cosa essa dovesse realmente consistere.

Emergeva, dai dibattiti politici e dottrinari, che le difficoltà non erano di natura terminologica, ma

nascevano dal contrasto tra i diversi modi di concepire lo sviluppo dell’integrazione EU. Alla fine il

Trattato di Maastricht formalizzò l’espressione, ma senza risolvere il problema. Con formula poco

tecnica, si può dire che l’UE è un’entità non federale, ma più federale delle precedenti Comunità;

tuttavia pare che i protagonisti dl processo d’integrazione EU, non mirino alla costruzione di uno Stato

federale EU. Infatti, in tutta la storia dell’UE si può notare come gli obiettivi perseguiti sono quelli della

convivenza tra Stati che hanno accettato di condividere una parte della loro sovranità, ma che non

vogliono perdere la propria individualità. Seppure non si è svolto, e non si svolge, un lungo itinerario

lineare e predeterminato, il processo d’integrazione si è sviluppato finora in una direzione univoca,

quella del suo continuo consolidamento, radicato negli apparati giuridico-istituzionali, nel tessuto

economico e sociale e nella stessa cultura politica degli Stati membri.

2. Diritto dell’UE

Alle origini il diritto dell’UE era il diritto delle Comunità EU o diritto comunitario, e si risolveva nello

studio degli aspetti giuridico-istituzionali delle 3 Comunità allora esistenti (CECA (comunità economica

del carbone e dell’acciaio); CEE (comunità economica EU) poi CE (comunità EU); e CEEA (comunità EU

dell’energia atomica). Già da allora il processo d’integrazione non si esauriva nelle 3 Comunità, perché i

progressi favorivano lo sviluppo di altre forme di cooperazione. A seguito dei vari progressi della

costruzione EU, tali Comunità hanno assorbito quasi tutti i fenomeni che ad essi si erano venuti

collegando, per poi sfociare col Trattato di Lisbona, nell’unica struttura formale oggi esistente: l’UE. Il

diritto dell’UE si è quindi ampliato e conformato in parallelo con quei progressi, includendo in essi, sia

gli sviluppi quantitativi della costruzione comunitaria (aumento Stati membri, ampliamento competenze

delle istituzioni EU, ecc.), che quelli qualitativi. Dunque il diritto dell’UE ha sia a oggetto lo studio degli

aspetti giuridico-istituzionali di questa, ma si presta ad includere anche lo studio di tutte le forme e

strumenti giuridici volti a realizzare il processo d’integrazione EU.

3. Autonomia

Lo sviluppo del processo d'integrazione e la progressiva accentuazione delle specificità degli enti che ne

erano oggetto, hanno portato prima ad ampliare il rilievo della materia all'interno del diritto

istituzionale e poi a singolarizzarne lo studio. È ciò soprattutto per le peculiari caratteristiche che sin

dall'inizio avevano contraddistinto le Comunità EU rispetto alle altre organizzazioni internazionali. Pare

chiaro dunque che l'UE presenta tratti più simili a quelli di un'entità statale che di un'organizzazione

internazionale e che essa tende a fondarsi su principi e regole simili a quelli del diritto interno che del

diritto internazionale. L'UE è dotata, al pari di un'entità statale, di una propria struttura giuridico-

istituzionale, un peculiare insieme di valori, di principi formali e materiali, apparati organizzativi,

processi decisionali, un sistema di garanzie giurisdizionali e competenze sempre più estese ed invasive

dei diritti interni. L'articolazione dei suoi rapporti coi soggetti privati appare più simile a quella degli

ordinamenti statali. Tra le sue tante peculiarità, il processo d'integrazione cerca di penetrare la sfera

interna degli Stati membri, nel senso di interferire sulle loro strutture istituzionali, sulle politiche

economiche e sociali, sui fattori del processo produttivo, sull'organizzazione degli scambi e delle attività

economiche; ma soprattutto a rivolgersi ai cittadini degli Stati membri, a regolarne i comportamenti ed

attribuire loro diritti e doveri, anche senza passare per il tramite dello Stato nazionale. Il collegamento

col diritto internazionale è comunque rimasto perché le istituzioni EU traggono origine da un trattato

internazionale, hanno come fondatori e protagonisti entità statuali ed operano come attori della

comunità internazionale che restano soggetti a quel diritto. Ma il loro studio è autonomo. Il diritto

dell'UE si è trovato a dover rivendicare la propria autonomia anche rispetto al diritto degli Stati membri.

Principi materiali e interpretativi o anche un vero corpo di norme comuni sono intervenuti o si

annunciano in quasi tutti i settori del diritto nazionale, per modificare, integrare o sovrapporsi alla

precedente normativa nazionale (c.d. Europeizzazione del diritto nazionale). Ancora oggi però, solo in

parte il diritto dell'UE regola autonomamente e compiutamente le materie oggetto della sua

competenza; si limita spesso a interferire, attraverso il filtro del legislatore nazionale, sulle

corrispondenti branche del diritto statale, imponendo l'adozione di specifiche norme uniformi o

conformando qu elle esistenti a regole e principi comuni.