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Riassunto Economia Aziendale

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Corso

Economia aziendale

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CAPITOLO 1

PARTE 1 “INTRODUZIONE ALLE DISCIPLINE

ECONOMICO- AZIENDALI”

1 L’economia politica e l’economia aziendale nei loro

interrelati rapporti

Lo studio dell’economia aziendale è collegato allo studio dell’economia generale (o politica): lo studio di entrambe è basato sui loro interrelati rapporti, in quanto rami della scienza economica che hanno in comune la qualità dei problemi di rispettiva trattazione e che si differenziano per la diversità del fine a cui vanno riferite le scelte economiche.

L’ economia politica (macroeconomia) si occupa del comportamento del produttore (teoria della produzione) e del comportamento del consumatore (teoria del consumo) per i fini sociali. Essa imposta la teoria della produzione e la teoria del consumo , riferendo la prima al comportamento del produttore, la seconda a quello del consumatore. Il produttore viene studiato nel comportamento di un soggetto che decide ed opera in rapporto a possibili scelte, ipotizzate nella dinamica dei costi di produzione e dei prezzi di mercato; del consumatore vengono studiati i risultati utilitaristici che emergono dal rapporto tra gradi di soddisfazione connessi al consumo dei beni a disposizione e spese da sostenere per raggiungere tali livelli. In definitiva, in economia politica il problema economico viene in prevalenza trattato con la metodologia della logica pura, riferendolo ai comportamenti di due soggetti individuali: il produttore ed il consumatore.

L’ economia aziendale (microeconomia) ha gli stessi problemi di produzione e di consumo, visti però in ottica aziendalistica. L’aziendalista non si occupa soltanto di studiare e valutare gli aspetti produttivi di consumo ma si occupa anche di altre categorie di natura economica, finanziaria, monetaria, ecc. In economia aziendale i problemi vanno affrontati e portati a soluzione in relazione al fine che l’azienda si propone di perseguire.

L’economia aziendale detta, pertanto, i principi unitari dell’amministrazione, mirando all’attività economica dell’azienda rispetto al suo fine; l’economia politica, pura od applicata, studia, viceversa, l’attività economica nel suo complesso sociale, per i fini, astratti o concreti, della collettività.

Lo studio dell’economia aziendale con quello dell’economia politica, quali rami della scienza economica, hanno in comune la qualità dei problemi da impostare e portare a soluzione, invece, si differenziano per la diversità del fine a cui riferire le scelte economiche.

Scienza economica

Economia aziendale Economia politica (microeconomia) (macroeconomia)

IN COMUNE la qualità dei problemi

IN DIVERSITA' il fine da perseguire

2 L’economia aziendale e le discipline preposte allo

studio dei collegati processi amministrativi

L’economia aziendale è la dottrina unitaria che dà contenuto e metodo alle indagini parziali riguardanti i tre individuati momenti dell’amministrazione aziendale ( l’organizzazione , la gestione e la rilevazione ); Gino Zappa definì l’economia aziendale come «la scienza che studia le condizioni di esistenza e le manifestazioni di vita delle aziende, e cioè la scienza dell’amministrazione economica».

Lo studio dell’economia aziendale presuppone, come differenziazioni di tale dottrina unitaria, lo studio delle singole dottrine dell’organizzazione, della gestione e della rilevazione. Quindi l’economia aziendale studia l’azienda nella sua unitarietà pur scomponendosi nelle varie parti. In tale ambito, alla ragioneria , quale dottrina preposta allo studio della rilevazione aziendale, viene assegnato il processo delle determinazioni qualitative e quantitative dei fatti dell’amministrazione economica, finalizzate alla misurazione degli aspetti fisici ed economici.

3 La nozione di azienda negli studi economici e in

quelli giuridici

L’azienda può essere definita, in prima approssimazione, come quella particolare unità economica che, al di là dell’individuo, organizza e conduce il processo di produzione-scambio consumo. In ambito aziendale si differenzia il concetto di azienda da quello d’impresa.

I fondamentali carattere distintivi delle aziende sono, i seguenti:

  • i fatti che si movimentano al loro interno hanno carattere economico e presuppongono la scelta del rapporto più favorevole tra mezzi e risultati alternativi;
  • rappresentano le cellule del sistema economico complessivo non coincidente con la mera attività economica dell’individuo;
  • l’attività economica presenta il carattere previsivo e probabilistico, fortemente perturbata dalle condizioni interne e da quelle ambientali, per loro natura dinamiche ed evolutive.

Da ciò consegue che l’azienda, rappresenta essa stessa un fattore di produzione della collettività.. In definitiva, le forze che compongono il sistema della produzione aziendale (i fattori di vita e di sviluppo) sono rappresentate dalle risorse umane, dalle risorse materiali e finanziarie, dalla capacità organizzativa e dall’ambiente di riferimento.

Da qui la definizione, tuttora valida, di azienda data da Aldo Amaduzzi, nella seguente: «L’azienda è un sistema di forze economiche che sviluppa, nell’ambiente di cui è parte complementare, un processo di produzione, o di consumo, o di produzione e di consumo insieme, a favore del soggetto economico, ed altresì degli individui che vi cooperano».

-In ambito giuridico , la copiosa letteratura ha inteso sistemare la teoria dell’azienda, in quanto bene complesso atto a produrre da parte di soggetti in grado di costituirla e farla convenientemente funzionare. Il legislatore del 1942 ha poi sancito la distinzione tra le nozioni di azienda e di impresa, L'azienda viene collocata con la definizione di «complesso dei beni organizzati dall’imprenditore per l’esercizio dell’impresa»; L'impresa viene definita con la definizione del soggetto preposto alla attività economica, vale a dire: 1) L’imprenditore , come colui che «esercita professionalmente una attività economica organizzata al fine della produzione o dello scambio di beni o di servizi» 2) Il piccolo imprenditore, come «i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli commercianti e coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro proprio e dei componenti della famiglia».

Rispetto al fine , è stata già effettuata la distinzione tra: -aziende di produzione ( o imprese ): -aziende di erogazione (o di consumo ), oltre alle aziende composte a fini erogativi.

Riguardo al luogo ove le aziende si istituiscono e funzionano, si usa distinguere le: -aziende divise , operanti in luoghi diversi attraverso sezioni -aziende indivise che si costituiscono e funzionano in un unico luogo.

Alla differenziazione delle aziende per luoghi, si può aggiungere quella per rami di attività svolta, differenziabili per natura economico-tecnica e per importanza operativa.

In relazione alla condizione giuridica del soggetto , le aziende si distinguono i:

  • private, hanno il soggetto aziendale privato;
  • pubbliche , hanno rispettivamente il soggetto aziendale pubblico;

Altra classificazione è quella ricorrente che pone a confronto le aziende private:

  • individuali, sono imprese di una persona fisica.
  • collettive , sono imprese di una società o di una unione privata di persone.

PARTE 2 “DAL SISTEMA IN GENERALE AL

SISTEMA AZIENDA’’

1 Dal sistema in generale al sistema-azienda

Il sistema in generale è un insieme di elementi legati da un reciproco vincolo relazionale, unitariamente coordinati e integrati per il perseguimento di un obiettivo comune. Il sistema viene, pertanto, a essere caratterizzato da:

  • un insieme di elementi che lo definiscono nella sua globalità e nelle possibili scomposizioni;
  • una serie di relazioni instaurabili tra gli elementi, in coordinazione teleologica;
  • un obiettivo perseguibile dall’unitario sistema e subobiettivi perseguibili dalle parti di supposta scomponibilità.

La composizione graduale del sistema, e dei suoi subsistemi, dipende dalle relazioni instaurabili tra gli elementi definitori in correlazione tra di loro. L’esame di tali elementi e delle possibili relazioni consente di effettuare alcune classificazioni, in numero variabile rispetto alla natura e alla dimensione del sistema unitario.

Il sistema in base alle relazioni tra gli elementi definitori in correlazione tra loro si classificano in sistemi:

  • Aperti o chiusi se sono influenzati dall’ambiente esterno o completamente estranei a tali condizionamenti.
  • Fisici o socio-economici e deterministici o stocastici , in base alla natura delle relazioni instaurabili tra gli elementi del sistema;
  • Semplici o complessi in base al grado di complessità;
  • Controllabili o incontrollabile ;
  • Statici e dinamici in relazione alle variazioni delle condizioni interne e quest’ultimi distinguibili in stabili o instabili a seconda della tendenza a ripristinare lo stato di equilibrio iniziale continuamente perturbato dall’azione di fattori esterni;
  • Cibernetico è quel sistema istituito e retto dall’uomo per il perseguimento di un determinato fine.

Lo studio approfondito del sistema, nei suoi elementi costitutivi e nelle interrelazioni instaurabili, consente, da ultimo, di definire una teoria e di costruire un modello. La teoria del sistema è definibile come un insieme di proposizioni evidenzianti i reciproci nessi di causa ed effetto e di interdipendenza instaurabili tra gli elementi, con ricorso a vari “linguaggi”, quale quello verbale, quello contabile, quello matematico-statistico ecc. Il modello del sistema può essere invece individuato come una particolare teoria esprimibile con ricorso al linguaggio matematico.

Il sistema-azienda appartiene alla classe dei sistemi socioeconomici e si presenta come un sistema:

  • aperto
  • deterministico
  • complesso e, in parte, incontrollabile
  • dinamico e instabile
  • cibernetico

Quale “sistema di forze economiche”, l’azienda è caratterizzata da un processo continuo di produzione, scambio e consumo, il cui espletamento presuppone una condotta pianificata, data la natura previsiva delle operazioni che lo compongono. Il sistema-azienda è anche fattore di produzione per la collettività: le forze che concorrono a definirlo sono denominate fattori di vita e di sviluppo. Tali fattori, interni ed esterni al sistema-azienda, agiscono sulle sue instabili condizioni di equilibrio, determinando situazioni di difficoltà per il loro miglioramento e, in misura maggiore, per l’eventuale ripristino.

PARTE 3 “LA SCOMPOSIZIONE DEL SISTEMA

AZIENDA E DEL SISTEMA AMBIENTE’’

1 I subsistemi originabili dalla scomposizione del

sistema-azienda

E' possibile supporre la scomponibilità del sistema aziendale in subsistemi di vario ordine e grado , riferibili ai vari momenti e aspetti della conduzione aziendale. Il primo livello di scomposizione è quello che considera quali subsistemi i tradizionali momenti dell’amministrazione aziendale, vale a dire l’organizzazione, la gestione e la rilevazione; altri

Tutti sono legati da un nesso di causalità che conduce all’integrazione delle “parti” e dei “particolari”, tesa al rispetto dei rapporti di complemento all’unità del sistema.

2 Il sistema-ambiente e le possibili ripartizioni

subsistemiche

Il sistema-azienda è collocabile nel sistema di grado più elevato, definibile sistema-ambiente , dal quale riceve i condizionamenti che influenzano l’equilibrio generale, perturbandolo continuamente. A sua volta, il sistema-ambiente può dare origine a scomposizioni in subsistemi di ordine inferiore che consentono di individuare definite aree, quali la politica economica e fiscale, i mercati, la concorrenza, lo stato delle istituzioni e altre.

Riguardo all’area aziendale, la scomposizione del sistema ambientale può dare origine ai seguenti subsistemi:

  • subsistema dei mercati (ambiente economico);
  • subsistema dell’innovazione (ambiente tecnologico);
  • subsistema dello stato delle istituzioni (ambiente politico-legislativo).

Il subsistema dei mercati , con i quali il sistema aziendale entra in contatto, presuppone la conoscenza preliminare della composizione e della delimitazione di ogni singolo mercato. Si può, al riguardo, supporre un’ulteriore scomposizione:

  • subsistema del mercato dei capitali , ulteriormente scomponibile in relazione alle fonti, interne ed esterne, di finanziamento;

  • Capitale proprio, ovvero i mezzi immessi nell’azienda come capitale di rischio; -Capitale di terzi, ovvero quelli forniti da esterni (fornitori, clienti, banche);

  • subsistema del mercato di acquisizione dei fattori , ulteriormente scomponibile in subsistemi aventi a oggetto gruppi di fattori, a fecondità semplice o ripetuta, acquisibili dal sistema-azienda; -Impianti (macchinari, attrezzature, concessioni, avviamento); -Materie prime o semilavorati; -Lavoro (risorsa umana); -Servizi che contribuiscono a dare significato ai fattori della produzione.

  • subsistema del mercato di vendita dei prodotti , ossia capire il tipo di utenti e destinatari,

anch’esso scomponibile in relazione alla tipologia di clientela e alle zone di vendita.

  • Clienti; -Zone di vendita.

Il subsistema dell’innovazione offre al sistema-azienda gli elementi di conoscenza del progresso tecnologico nell’ambito delle modalità di svolgimento dei processi produttivi, dei nuovi prodotti, dei materiali, dei servizi di supporto erogabili e, quindi, dell’intera attività aziendale.

Il subsistema dello stato delle istituzioni è definito dal regime e dall’ordinamento giuridico di un determinato Paese, teso a individuare l’ambiente politico e quello legislativo agenti sul-l’attività del sistema aziendale.

PARTE 4 “IL SUBSISTEMA ORGANIZZATIVO’’

1 Inquadramento generale

Dalla scomposizione iniziale del sistema-azienda nei tre subsistemi coincidenti con i tradizionali momenti dell’amministrazione aziendale (organizzativo, gestionale e informativo), si è passati alla bipartizione susbsistemica riconducibile al subsistema operativo , oggetto di studio dell’ economia aziendale e al subsistema del controllo , di cui si occupa la ragioneria.

L’economia aziendale è disciplina preposta allo studio del subsistema operativo e presenta un suo contenuto proprio, seppur collegato a quello della ragioneria, preposta al controllo di organizzazione e di gestione. La prima richiede la catalogazione qualitativa degli accadimenti aziendali; la seconda la misurazione quantitativa degli stessi.

2 Il subsistema organizzativo e gli elementi che

concorrono alla sua definizione

Il subsistema organizzativo si propone di studiare le relazioni istituibili nel sistema aziendale tra le parti componenti l’unità che investono l’intero spazio economico in cui si svolgono i processi decisionali e informativi; più specificamente ha il compito di analizzare le composizioni più convenienti delle forze personali, materiali e immateriali, operanti nel sistema aziendale.

disporre, della loro capacità di ricorso al prestito. Sulla base di tali elementi viene operata la scelta del tipo d’impresa ritenuto più conveniente.

In sede di istituzione dell’impresa, la scelta della sua struttura legale può essere operata tra la soluzione individualistica e quella societaria.

-Il carattere individuale del sistema-azienda può accogliersi quando il suo soggetto possiede i capitali propri occorrenti per l’espletamento dell’attività e riesce a procurarsi quelli ottenibili dalla fonte esterna; è in possesso delle capacità tecniche richieste dall’amministrazione economica del-l’azienda; è disposto ad assumere i rischi insiti nella conduzione aziendale; non intende far partecipare altri soggetti alle vicende gestionali.

-L’impresa di società in nome collettivo si addice quando i soci sono in grado di procurarsi i mezzi e i capitali necessari, assumendosi i rischi della conduzione in modo illimitato e solidale.

-L’impresa di società in accomandita semplice ricorre, invece, quando alcuni soci, disposti ad assumere la responsabilità illimitata per la loro ingerenza negli affari dell’impresa, non possiedono i capitali necessari, per cui si uniscono ad altri soci che conferiscono i mezzi occorrenti acquisendo la responsabilità limitata.

-L’impresa di società per azioni è adatta a unità di elevate dimensioni quando i soci promotori non sono in possesso dell’intero capitale sociale e non intendono assumere una responsabilità illimitata, ricorrendo pertanto al capitale dei risparmiatori disposti a effettuare sottoscrizioni. Alle imprese di dimensioni non rilevanti, che non richiedono ingenti mezzi esterni di finanziamento, i cui promotori si rivolgono a una ristretta cerchia di soggetti per integrare il proprio capitale di apporto. Sono individuabili cause generiche e specifiche , di natura economica ed extraeconomica , che possono indurre il soggetto a modificare la propria forma giuridica. Le cause generiche di mutamento di veste societaria possono essere di natura fisiologica , legate alla volontà di migliorare le condizioni prospettiche di equilibrio, e di natura patologica , connesse al ripristino di tali condizioni a seguito di disfunzioni nei settori economico, finanziario (e monetario) e patrimoniale.

Il subsistema organizzativo si occupa, da ultimo, di comporre e coordinare, unitariamente nel sistema aziendale, le varie forze personali e reali (materiali e immateriali) che in esso operano. Dal punto di vista della componente umana, il sistema-azienda può essere considerato un “gruppo di soggetti” nell’ambito del quale viene a stabilirsi un complesso schema di relazioni e di comunicazioni. Le forze personali che danno il primo impulso all’azienda risiedono in coloro che la concepiscono conferendo i mezzi necessari alla sua attuazione, predisponendo la struttura iniziale e dando avvio al suo funzionamento: tali forze costituiscono il “soggetto” aziendale rappresentato da una persona fisica (azienda individuale) o una pluralità di persone legate da un vincolo associativo di varia natura (azienda collettiva o societaria). Il sistema-azienda svolge un processo di produzione e/o consumo nel rispetto delle finalità dirette del soggetto economico , che è rappresentato da quella persona, o da quel gruppo di persone, che di fatto domina o controlla l’amministrazione aziendale ritraendone i vantaggi finali. Il soggetto giuridico è, invece, quella persona, fisica o giuridica, titolare di diritti e obblighi insorgibili dal funzionamento del sistema.

In ogni azienda possono, tradizionalmente, distinguersi i seguenti gruppi di funzioni:

  • volitive , che interessano ogni ramo di attività e rappresentano il supremo governo amministrativo;
  • direttive , sia amministrative che tecniche, che svolgono anch’esse un’azione di coordinamento e di accentramento, ma in linea subordinata alle precedenti;
  • esecutive , sia intellettuali che manuali, che possono avere carattere più o meno qualificato o specializzato e richiedere personale più o meno specificamente preparato.

Tutte le risorse umane impiegate appaiono raggruppate in centri di lavoro (uffici, reparti, servizi) tra i quali si stabiliscono legami di varia natura che dipendono dai rapporti che legano le varie funzioni aziendali. L’individuazione della forma di predisposizione delle risorse umane nella rete di relazioni che unisce le parti del sistema aziendale trova la sua espressione grafica nell’organigramma. La sua struttura varia sia in relazione alla natura specifica dell’azienda che al tipo di organizzazione adottato, mentre il suo grado di complessità dipende dalle dimensioni aziendali.

PARTE 5 “IL SUBSISTEMA GESTIONALE’’

1 Il subsistema gestionale nei suoi collegati aspetti

Il processo economico, per qualsiasi tipo di azienda (produttiva di beni o erogatrice di servizi), si materializza nell’acquisizione di risorse, nel loro impiego, nell’ottenimento e collocamento di prodotti e/ o servizi, da cui si genera un processo di ritorno, in misura maggiore o minore, delle risorse inizialmente investite.

Il processo produttivo si configura, in senso economico, come un insieme ordinato di operazioni omogenee, nella specie e nell’oggetto, che, classificabile in relazione alle aree funzionali, dà origine, all’unitaria gestione aziendale, scomponibile, per rendere più agevole l’analisi, in cicli distinti, includenti operazioni omogenee.

È possibile così preliminarmente individuare la gestione economica , caratterizzata da: - attività tipiche , legate allo svolgimento del processo tecnico-produttivo, - accessorie , necessarie a garantire un impiego remunerativo delle risorse finanziarie eccedenti rispetto alle esigenze della gestione tipica e di quella finanziaria - straordinarie , estranee al normale funzionamento aziendale.

Seguono la gestione finanziaria , volta a dare copertura al fabbisogno finanziario originato da quella economica, e la gestione monetaria , volta a sincronizzare le entrate e le uscite monetarie generate dalle altre gestioni.

2 Lo svolgimento della gestione economica

Lo svolgimento della gestione economica tipica conduce al collegamento interattivo tra i due sistemi, aziendale e ambientale, che ha origine dall’acquisizione dei fattori specifici della produzione, materiali e immateriali, sui mercati di approvvigionamento, che consente di avviare il processo di trasformazione tecnica con cui si realizza il trasferimento graduale dell’utilità delle risorse originarie nei prodotti (o servizi) ottenuti;

La gestione economica accessoria riguarda l’impiego di risorse finanziarie, provenienti dalla gestione tipica e da quella finanziaria, momentaneamente eccedenti rispetto alle esigenze del normale funzionamento del sistema, alle condizioni di facile realizzo e di soddisfacente economicità. La gestione economica straordinaria comprende tutte le operazioni estranee ai normali accadimenti aziendali.

3 Il fabbisogno finanziario

Il circuito della produzione segue normalmente un andamento che, partendo dal flusso degli investimenti (sostenimento dei costi di acquisto dei fattori produttivi), si esaurisce con il flusso dei disinvestimenti (conseguimento dei ricavi di vendita dei prodotti).

elaborati, i quali, inseriti in procedimenti attuati con metodologia contabile ed extracontabile e trattati con strumenti di calcolo, danno origine a informazioni grezze , le quali, anch’esse opportunamente selezionate e trattate, si trasformano in informazioni elaborate , pronte ad alimentare il processo decisione-azione e ad avviare quello comunicazionale verso l’esterno.

2 Le caratteristiche e la scomposizione del

subsistema informativo

Il subsistema informativo riveste, all’interno del sistema aziendale, un ruolo fondamentale fornendo dati selezionati e informazioni elaborate al subsistema operativo. Le caratteristiche di rilievo dell’informazione sono: - la dipendenza dalle esigenze dei vari centri decisionali - la sinteticità e astrazione dai complessi fenomeni che influenzano una decisione - le quantità dei dati da cui le informazioni sono elaborate - la forma , documentale o non, dei dati stessi - la complessità delle elaborazioni - l’ intervallo tra la disponibilità dei dati e l’ottenimento delle informazioni - i fenomeni considerati (passati o futuri, interni o esterni ecc.) - la frequenza di utilizzazione delle informazioni - la forma di presentazione e il contenuto quali-quantitativo delle stesse

Le informazioni sono condizioni produttive in quanto contribuiscono alla realizzazione dei processi decisionali e, quindi, all’economicità del sistema aziendale.

Il sistema informativo può, a questo punto, essere definito come l’insieme coordinato di flussi informativi, ottenibili dall’applicazione di varie metodologie al processo di trasformazione di dati, miranti a supportare il sistema delle decisioni aziendali e a esercitare la funzione di comunicazione all’esterno. Nell’attività di analisi e di progettazione del sistema informativo si possono individuare le seguenti fasi:

  • analisi del subsistema operativo e individuazione dei collegati processi informativi e decisionali
  • individuazione e selezione dei dati elaborati idonei a produrre tali flussi informativi e delle procedure di trasmissione del messaggio (comunicazione);
  • definizione del grado di integrazione realizzabile nelle comunicazioni e nelle elaborazioni;
  • valutazione dei costi del sistema rapportati al valore dell’informazione espressa in termini di incremento della razionalità di una decisione.

I requisiti di un sistema informativo, che sanciscono la sua idoneità a supportare il processo decisione- azione, possono essere qui di seguito elencati:

  • selettività , che riguarda l’idoneità dei flussi informativi a servire un dato processo di decisione e quindi l’interesse di dati centri decisionali a ricevere certe informazioni;
  • elasticità , nel senso che il sistema deve essere pronto ad adattarsi alle modifiche di parti, o di esigenze, del sistema delle decisioni;
  • affidabilità , basata sui processi di trasmissione dei dati, sulla validità di questi ultimi e sull’ampiezza delle informazioni elaborate;
  • convenienza , valutabile dal rapporto costi-benefici ricavabili dall’impostazione del-l’intero sistema informativo o di sue parti;
  • accettabilità , in termini di efficacia oggettiva e di validità soggettiva delle informazioni ricevute.

Il sistema informativo deve essere, infine, avanzato , nel senso di consentire un miglioramento sostanziale della razionalità del subsistema operativo, attraverso l’applicazione di tecnologie sempre più innovative (nel campo degli strumenti elettronici) ai processi di elaborazione e di comunicazione dei dati.

Insito nel concetto di subsistema informativo è quello dell’ integrazione delle informazioni che

presuppone, a prescindere dal contenuto dei flussi informativi, il raggiungimento della massima efficacia dei processi comunicativi, elaborativi e di trattamento automatico dei dati e il cui contenuto va esteso a tutti i settori e livelli di decisioni aziendali, nell’osservazione dinamica dei relativi accadimenti. Per realizzare un sistema informativo integrato, occorre considerare i seguenti elementi:

  • individuazione dei flussi informativi di ogni subsistema;
  • definizione dei processi di elaborazione, miranti a rendere minimi i costi di trattamento dei dati;
  • scelta, con l’adozione di soluzioni flessibili, della dinamica di realizzazione dei processi, facendo affidamento sulle risorse disponibili;
  • disponibilità di un’adeguata rete di comunicazioni.

Il subsistema informativo aziendale può, inoltre, dare origine a ulteriori scomposizioni in sottosistemi di grado immediatamente inferiore che presentano le stesse caratteristiche del sistema di appartenenza e che risultano fra loro integrati sia in termini di contenuti che di modalità di elaborazione.

Il primo sottosistema individuabile dalla scomposizione del subsistema informativo è quello rivolto all’esterno del sistema-azienda e caratterizzato da flussi informativi provenienti dalle unità dalle quali si acquisiscono i fattori della produzione e verso le quali si collocano i prodotti finiti.

Il secondo sottosistema riguarda le decisioni connesse alle operazioni e ai processi produttivi d’azienda che compongono il sistema logistico caratterizzato dai sottosistemi di produzione, di approvvigionamento, di vendita, di distribuzione e delle relazioni fra di essi.

Il terzo sottosistema è definito dai flussi informativi orientati verso le decisioni direzionali attinenti al conseguimento di risultati economici e finanziari della totale combinazione produttiva e di quelle particolari impostate dalle strategie aziendali.

L’ ultimo sottosistema , quello per le decisioni strategiche, è rivolto a modificare le caratteristiche della generale combinazione produttiva, realizzabile in periodi lunghi.

PARTE 7 “L’ECONOMIA AZIENDALE E I SUOI

PRINCIPI PARAMETRICI”

1 La teoria generale e le specializzazioni per tipi di

operatività

Dalla concezione sistemica dell’azienda traggono origine i “principi”, applicabili sia alle aziende produttrici che a quelle erogatrici, private e pubbliche, discutibili sul piano scientifico e variabili in relazione alle mutevoli condizioni ambientali. L’economia aziendale teoretica ha raggiunto la cognizione dei seguenti principi , indicati nella sequenza temporale in cui sono stati ideati e diffusi, riconosciuti validi e rispondenti alla realtà imprenditoriale e politico-sociale:

1 principio delle condizioni dell’equilibrio prospettico aziendale; L’equilibrio prospettico detta le condizioni economiche, finanziarie e patrimoniali da verificarsi nella loro integrazione e da studiare per istituire l’azienda, farla convenientemente funzionare e opportunamente cessare, se vengono meno dette condizioni.

2 principio dei profili d’impresa; Tendono a rappresentare i fattori (vantaggiosi) di vita e di sviluppo o quelli (critici) di crisi esprimono gli elementi identificativi dell’azienda, dalle sue origini e nelle sue manifestazioni di vita, rappresentando le linee di forza o di debolezza che tendono ad avvicinare l’ipotetica unità aziendale a quella reale.

3 principio dell’autorigenerazione dei processi produttivi; Esprime la possibilità che investimenti produttivi possano essere rigenerati in nuove risorse da reinvestire.

PRINCIPALI CARATTERISTICHE”

1 Attività economiche, unità economiche e aziende

Nella sua esistenza, l'uomo manifesta di continuo bisogni o desideri di varia natura, per soddisfare i quali si attiva nella ricerca di beni e servizi, ossia risorse e mezzi, atti ad appagarli. Alcuni di tali bisogni sono: - essenziali o indifferibili , poiché connaturati alla stessa sopravvivenza; altri, invece, si definiscono: - voluttuari o differibili ; questi ultimi possono facilmente mutare nel tempo o subire condizionamenti esterni. Appartengono alla prima categoria bisogni quali il nutrimento, il riposo, e così via. Rientrano nella seconda i bisogni del divertimento, della cultura, e così via.

«Bisogno, in significato economico, non vi è ove non vi sia carenza dei mezzi che potrebbero soddisfarlo; e non vi è nemmeno quando quei mezzi siano assolutamente inesistenti. Il bisogno presuppone il mezzo di soddisfazione e ne postula la carenza presso il soggetto che il bisogno avverte».

I beni o risorse sono distinguibili in due classi: non economici ed economici. I beni non economici sono quei beni disponibili in natura in quantità illimitata, liberamente e agevolmente acquisibili, e possono pertanto soddisfare senza limitazioni i bisogni di chiunque li ricerchi. I beni economici sono invece scarsi rispetto alle esigenze degli individui, i quali non possono facilmente acquisirli e sono pertanto indotti di continuo a compiere scelte e a ingegnarsi e adoperarsi per riuscire ad appagare i bisogni avvertiti. L'attività umana è dunque diretta alla soddisfazione di bisogni o desideri, attraverso la ricerca di beni o risorse di ogni tipo. Essa viene definita attività economica , allorché diventa indispensabile l'uso di beni, risorse ovvero mezzi che sono scarsi. L'attività umana è sempre fatta di scelte; quando è di natura economica le scelte sono scelte economiche.

Prima di proseguire, si rendono a questo punto opportune due puntualizzazioni:

a. come si è visto, al termine beni si sono talvolta accostati altri termini quali risorse e mezzi. Ciò per rendere palese che quando si parla di beni, in particolare di quelli economici, non si fa riferimento soltanto a qualcosa provvisto di materialit, ma vi si comprendono, in primo luogo, tutti i servizi possibili (da quelli commerciali, a quelli professionali e artigianali di ogni specie, da quelli sanitari a quelli connessi alla formazione e all'istruzione, e così via); e, poi, i beni immateriali o, più in generale, ogni tipo di risorsa intangibile: si pensi alle conoscenze, alle informazioni, ma anche alle rappresentazioni artistiche e così via.

b. è stato chiarito che le scelte economiche sono scelte umane, ma particolari. Ne discende che esse, in quanto tali (umane), sempre e necessariamente, risentono dell'influenza di molteplici fattori extraeconomici, di natura culturale, etica, religiosa, sociale, ideologica.

Nel sistema economico odierno svolgono attività economica diversi soggetti: singoli individui, gruppi di persone, entità diversamente organizzate e complesse. Essi sono tutti unità economiche , dalle più semplici a quelle di più vaste dimensioni e di più varia composizione. In esse si consumano risorse, o si producono risorse, o, ancora, si trasferiscono risorse ad altre unità, essendo forti e frequenti le relazioni e i legami tra loro intercorrenti. Consumi, produzioni e trasferimenti sono, appunto, momenti tipici dell'attività economica.

2 Caratteri distintivi e missione dell'azienda

Secondo quanto prevalentemente oggi si ritiene, un'unità economica può considerarsi un'azienda, se possiede i seguenti caratteri: a. coordinazione sistemica;

b. economicità;

c. autonomia.

Ora si approfondisce meglio il significato attribuibile agli indicati caratteri. a) Coordinazione sistemica L'azienda è composta da un insieme di elementi interagenti e interdipendenti, vale a dire legati tra loro da relazioni e rapporti di dipendenza reciproca. In tal senso essa costituisce un sistema. I due elementi fondamentali che compongono la struttura di un'azienda sono il lavoro e il patrimonio. Il primo s'identifica con il personale che vi opera, mentre il secondo con i beni necessari allo svolgimento delle attività. Nel momento in cui nasce un'azienda, la qualità e la quantità delle risorse, monetarie o d'altra natura, apportate sono il frutto di complesse decisioni, volte a individuare la combinazione più conveniente in rapporto all'ambiente e ai risultati che s'intende ottenere. Tutto questo determina che gli elementi della struttura aziendale e, ancora prima, le decisioni dalle quali promanano tali elementi, si trovino in stretta correlazione tra loro. L'azienda, in tal modo, assume l'immagine di una coordinazione sistemica che è, a ben vedere, una conseguenza della co-mune finalità verso cui tendono tutti gli elementi della combinazione, cioè della finalizzazione del sistema. In effetti, la visione sistemica è prima di tutto un atteggiamento mentale di tutti quelli che a vario titolo e livello partecipano alla vita dell'azienda. Atteggiamento che si forma lentamente, attraverso la formazione, la cultura e l'esperienza; ecco perché un'azienda, di qualsiasi tipo essa sia, risulta mal condotta se mancano le necessarie competenze. Infine, l'azienda è un sistema di tipo aperto. È inserita come ogni sistema in un ambiente, col quale costantemente interagisce: nel senso che dall'ambiente esterno provengono i suoi input, e a esso vanno i suoi output. Poiché l'ambiente è in continuo movimento, l'azienda è tenuta a essere molto dinamica e flessibile, adattando con frequenza e rapidità le proprie combinazioni produttive alle mutazioni delle condizioni esterne.

b) Economicità L'obiettivo di fondo perseguito dalle aziende di ogni specie è di operare in una stabile condizione di equilibrio. E per questa ragione che il requisito dell'economicità risulta garantito, in primo luogo, quando si pone l'azienda in grado di funzionare nella condizione di equilibrio, economico finanziario e monetario. L'esistenza di tale condizione, però, non è valutabile se non con riferimento a un orizzonte temporale piuttosto lungo poiché non avrebbe alcun senso che essa sia soltanto provvisoriamente raggiunta o comunque mantenuta per un limitato periodo. Il principio di economicità comporta, poi, che l'azienda sappia attrarre le risorse che meglio siano compatibili con le proprie esigenze, assicurandoseli al massimo livello di convenienza economica. Economicità significa altresì che l'azienda sappia utilizzare nel modo più conveniente possibile i mezzi produttivi di cui si procura la disponibilità, riuscendo a ottenere, con il loro impiego, il massimo risultato possibile ( efficienza operativa). Significa ancora che i processi produttivi aziendali, per il modo con cui sono selezionati, impostati e attuati, siano in grado di pervenire a risultati, ovvero output, che soddisfino al meglio, cioè al massimo livello possibile, le attese dei soggetti cui sono destinati ( efficacia strategica ).

profit);

 Amministrazioni pubbliche.

Si definiscono imprese quelle aziende che acquisiscono con liberi scambi di mercato (alle condizioni per loro più convenienti possibile) le risorse produttive necessarie e cedono al mercato, sempre con liberi scambi e alle migliori condizioni possibili, il risultato delle loro produzioni. Il fine delle imprese è la massimizzazione del profitto; L'obiettivo dell'impresa deve essere quello di «dominare in certi ambiti concorrenziali grazie ad un vantaggio competitivo difendibile, scaturente da competenze distintive soggette a un continuo rinnovarsi», svolgendo un ruolo «fondato non già su posizioni di privilegio o di rendita di varia natura, ma su una superiore capacità di soddisfare il cliente, che si costruisce avanzando su di un sentiero di apprendimento imprenditoriale fecondo».

All'interno della categoria delle imprese si possono, poi, individuare svariate tipologie. Per esempio, secondo l'attività produttiva svolta si può distinguere tra: - imprese manifatturiere (che trasformano con la propria attività materie prime in prodotto finito); - imprese commerciali (all'ingrosso o al dettaglio), che rendono disponibili in tempi e luoghi diversi un determinato bene senza lo svolgimento di una trasformazione tecnica; - imprese di servizi (trasporti, credito, assicurazione, informazione, pubblicità, e così via).

Da un altro punto di vista, può distinguersi tra l'impresa padronale e l'impresa ad azionariato diffuso ( public company). L'impresa padronale , o a proprietà concentrata (modello assai diffuso nel nostro paese), si caratterizza per l'appartenere a un numero ristretto di persone, spesso legate da rapporti familiari, se non addirittura a una sola persona.

Si deve anche notare che le possibilità di crescita restano spesso limitate da due fattori:

  1. la dimensione del patrimonio personale degli stessi proprietari

  2. il possesso di idonee competenze e capacità atte a gestire lo sviluppo

All'estremo opposto si colloca la public company , caratterizzata da una proprietà frazionata e diffusa tra una moltitudine di soci, che conduce a creare una netta separazione tra chi detiene il capitale dell'impresa e chi ne ha il governo. Al management è delegato tutto il potere di guida, ed esso peraltro deve dimostrare di saper contemperare i molteplici e variegati interessi che un'impresa di questo tipo ha intorno a sé.

Le cooperative sono aziende che si contraddistinguono per operare, dal lato della domanda o dell'offerta (secondo il tipo), su mercati particolari e limitati, caratterizzati dal fatto che i fornitori di alcuni importanti fattori della produzione o i clienti destinatari dei prodotti ottenuti coincidono con gli stessi proprietari. I soci della cooperativa, difatti, mentre sono titolari di una quota del capitale, assumono, al contempo, la veste di:

  • conferenti fattori specifici della produzione (materie e prestazioni di lavoro), nelle cooperative cosiddette di trasformazione e in quelle di lavoro ;

  • destinatari dei beni o servizi prodotti, nelle cooperative cosiddette di consumo.

Le associazioni e le fondazioni , invece, acquisiscono gratuitamente la disponibilità di alcuni fattori della produzione e/o cedono gratuitamente beni e servizi a talune categorie di utilizzatori. In generale, in

questa categoria si possono comprendere tutte quelle aziende, spesso dette organizzazioni non profit (ONP) o del «terzo settore», che pur però producendo beni e servizi di rilevanza pubblica (quali la gestione di un museo pubblico, di un impianto sportivo o l'assistenza ai disabili di una certa comunità territoriale) non appartengono alla pubblica amministrazione. Esse sono unità economiche private che beneficiano del volontariato, di apporti gratuiti (e comunque non derivanti da scambi di mercato) dei fattori della produzione, oppure dell'esistenza di un patrimonio gratuitamente conferito. Il fatto che tali aziende non possono distribuire gli eventuali utili ai conferenti il patrimonio sociale ha spinto a definirle, come si è detto, non profit ;

Infine, si ricordano le aziende facenti parte dell’ amministrazione pubblica in generale. In tale ambito si comprendono unità economiche che cedono gratuitamente o a prezzi «politici» e quindi per nulla remuneratoli i propri servizi alla collettività organizzata su un territorio. Può trattarsi di aziende appartenenti ad amministrazioni pubbliche centrali (per es., Ministeri, Agenzia delle Entrate, ANAS), ad amministrazioni territoriali (per es., Regioni, Province, Comuni, Università, Organismi sanitari), a enti di previdenza e assistenza (per es., INPS, INAIL).

PARTE 2 “L’AMBIENTE, IL RISCHIO ED IL CONCETTO

DI ECONOMIA AZIENDALE”

1 Ambiente e azienda «responsabile»

L'ambiente è definito, pressoché unanimemente, come l'insieme delle condizioni e delle circostanze, di varia natura, nelle quali le aziende operano, e dei fenomeni e degli aspetti del mondo circostante, che trovano riflesso nei loro comportamenti. Il successo di un'azienda si misura solitamente in termini di sintonia con il contesto ambientale di cui fa parte. Contesto che, come si è già ricordato, è fortemente dinamico. Nel suo stato normale, l'azienda è orientata ad adeguarsi alle evoluzioni e ai continui mutamenti dell'ambiente circostante, ed è pronta a recepirne le innovazioni e a coglierne le opportunità.

Nell'ambiente sono anzitutto individuabili una serie di sistemi (in realtà meglio definibili sottosistemi del macrosistema ambiente) con i quali più direttamente il sistema aziendale entra in relazione e dialoga. I sottosistemi ambientali a più diretto contatto con l'azienda sono rappresentati dai vari mercato presenti al suo esterno: - mercato del lavoro - mercato dei capitali - mercato delle materie prime e dei servizi - mercato della tecnologia - mercati di sbocco. Il sistema azienda e tali sottosistemi si trovano poi tutti inseriti nel macrosistema rappresentato dall'ambiente fisico, politico, sociale, culturale, legislativo, ed economico generale. I fattori ambientali possono avere un impatto positivo o negativo sull'azienda e tradursi, quindi, in opportunità o minacce, che vanno valutate parallelamente ai suoi punti di forza e di debolezza. È quanto si richiede allo strumento della SWOT analysis (strength-weakness-opportunity-threat cioè: forza-debolezza-opportunità- minaccia) attraverso il quale si delineano quelle decisioni strategiche che consentono di massimizzare i punti di forza, di eliminare i punti di debolezza, sfruttare le opportunità e neutralizzare le minacce. I fattori ambientali potrebbero, ad esempio, per un'impresa operante nel settore del turismo, essere distinti in quattro categorie:

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Riassunto Economia Aziendale

Corso: Economia aziendale

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CAPITOLO 1
PARTE 1 “INTRODUZIONE ALLE DISCIPLINE
ECONOMICO- AZIENDALI”
1 L’economia politica e l’economia aziendale nei loro
interrelati rapporti
Lo studio dell’economia aziendale è collegato allo studio dell’economia generale (o politica): lo studio
di entrambe è basato sui loro interrelati rapporti, in quanto rami della scienza economica che hanno in
comune la qualità dei problemi di rispettiva trattazione e che si differenziano per la diversità del fine a
cui vanno riferite le scelte economiche.
Leconomia politica (macroeconomia) si occupa del comportamento del produttore (teoria della
produzione) e del comportamento del consumatore (teoria del consumo) per i fini sociali.
Essa imposta la teoria della produzione e la teoria del consumo, riferendo la prima al comportamento
del produttore, la seconda a quello del consumatore. Il produttore viene studiato nel comportamento di
un soggetto che decide ed opera in rapporto a possibili scelte, ipotizzate nella dinamica dei costi di
produzione e dei prezzi di mercato; del consumatore vengono studiati i risultati utilitaristici che
emergono dal rapporto tra gradi di soddisfazione connessi al consumo dei beni a disposizione e spese da
sostenere per raggiungere tali livelli.
In definitiva, in economia politica il problema economico viene in prevalenza trattato con la
metodologia della logica pura, riferendolo ai comportamenti di due soggetti individuali: il produttore ed
il consumatore.
Leconomia aziendale (microeconomia) ha gli stessi problemi di produzione e di
consumo, visti pe in ottica aziendalistica. Laziendalista non si occupa soltanto
di studiare e valutare gli aspetti produttivi di consumo ma si occupa anche di
altre categorie di natura economica, finanziaria, monetaria, ecc. In economia
aziendale i problemi vanno affrontati e portati a soluzione in relazione al fine che
lazienda si propone di perseguire.
L’economia aziendale detta, pertanto, i principi unitari dell’amministrazione, mirando all’attività
economica dell’azienda rispetto al suo fine; l’economia politica, pura od applicata, studia, viceversa,
l’attività economica nel suo complesso sociale, per i fini, astratti o concreti, della collettività.
Lo studio dell’economia aziendale con quello dell’economia politica, quali rami della scienza
economica, hanno in comune la qualità dei problemi da impostare e portare a soluzione, invece, si
differenziano per la diversità del fine a cui riferire le scelte economiche.
Scienza economica
Economia aziendale Economia politica
(microeconomia) (macroeconomia)
IN COMUNE
la qualità dei problemi
IN DIVERSITA'
il fine da perseguire