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Riassunto Terra di nessuno. Esperienza bellica e identità personale nella prima guerra mondiale - E. J. LeeE

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Antropologia culturale (E1901R004)

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Academic year: 2014/2015
AuthorEric J. Leed
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LA TERRA DI NESSUNO di Leed CAPITOLO PRIMO: LA STRUTTURA DI GUERRA 1914 le aspettative di una maturazione rapida e profonda indussero moltissimi giovani a presentarsi agli uffici di reclutamento. Alla fine della guerra si svolsero innumerevoli dibattiti in merito al problema se i soldati fossero stati brutalizzati o nobilitati, regrediti o maturati di guerra. Coloro che sono disturbati psichicamente di guerra, lo sono di aver vissuto 2 vite distinte e tra loro incompatibili. In guerra gli uomini furono dalle loro essi furono estranei rispetto alle persone e alle cose del loro passato e anche rispetto a stessi. Il modello quello comunemente impiegato nelle teorie psicoanalitiche della guerra. Secondo Arno Mayer una guerra o una rivoluzione liberano le tensioni accumulate nelle in fase di modernizzazione modello il soldato di linea avrebbe potuto dimostrarsi incapace di riacquisire le abitudini e le regole della convivenza civile. Questo modello definisce la guerra alla stregua di ma si tratta di una definizione molto idonea a comprendere le culturali e le di esperienza emotive riscontrabili in guerra. Il modello di rappresenta un momento di scarica repressa. Questo modello si riferisce sia di guerra sia a quella di pace. Per operare con successo a una situazione di disordine, gli uomini dovrebbero lasciarsi alle spalle la loro ma gli uomini non smettono di attribuire un significato e di dare un senso a che li circonda. La guerra produsse uomini che avrebbero condiviso una nuova, comune La comparazione fra di guerra e il rituale di passaggio ci permette 2 cose: accantonare la nozione che la guerra sia esclusivamente aggressione e ci consente di vedere la natura convenzionale delle fra la vita in tempo di pace e la vita in tempo di guerra. Dopo il suo rientro in che ha ucciso in combattimento considerato pericoloso, contaminato, diverso, almeno fino a quando non si sottopone a un processo rituale di purificazione. che va in guerra deve sottostare a rituali di passaggio. Van Gennep divide i riti in 3: riti di separazione (o riti preliminari): trasferiscono un individuo dal suo luogo abituale riti di margine (o riti liminari): fissano del come dimorante fra 2 stati riti di aggregazione (o riti con i quali riaccolto nel gruppo di origine. Il termine di cattura di essere stati inviati oltre i limiti della vita sociale, posti fra il noto e fra il familiare e il perturbante. Mary Douglas sottolinea che attributo di qualcosa fuori posto e che il risultato di un qualsiasi contatto fra sostanze, luoghi che normalmente sono tenuti separati da regole. La guerra di trincea produsse una ambivalenza: la terra era al tempo stesso rifugio e minaccia permanente. La morte per tanti in guerra continua e una volta che il desiderio della morte si era fissato nella mente del soldato, era certo il suo collasso nervoso. che escludeva ogni altra sepolto vivo divenne fin troppo spesso durante la guerra: causa frequente delle nevrosi di guerra. Molti veterani (uomini bloccati nella fase di passaggio, individui la cui caratteristica divenne senza patria) individuarono nella loro esperienza la presenza di elementi positivi e cameratismo che cancellava le barriere sociali il condividere un destino comune e le condizioni egalitarie di vita. Andando in guerra il soldato viene privato dei segni visibili del suo status (vestiti, abitazione, titoli sociali) che abitualmente connotano il suo posto nella civile. Nella guerra tutto diventa macchinico: si potrebbe quasi definire la guerra come per il macello umano specializzato. Ai soldati in guerra la non viene insegnata ma mostrata. Molti accolsero la guerra come via dalla industriale: ma in guerra appresero che la tecnologia dominava di soldati. Come in un TESTO di guerra composta da coerenze interne, e successione di fenomeni normalmente non correlati fra loro, e comunque ben lontani dalle interazioni di stato maggiore o di alto comando. Il mutamento di nel soldato di linea appare come una chiave per interpretare di guerra. Le alterazioni sono viste come funzione della di guerra. CAPITOLO SECONDO: LA E LA FUGA DEL MODERNO Per tantissimi, 1914 grande incarnazione del come morale unitaria. La guerra fu vista in opposizione assoluta alla vita sociale e come antipodo alla normale esistenza nella moderna industriale. comunitaria fu dominata dalla sensazione che la guerra alterasse le relazioni fra uomini e classi sociali. Sheller aveva che la guerra cambiasse gli uomini, tanto quanto le relazioni fra di essi. La di agosto essere identificata con quel tipo di che Turner ha definito communitas o La guerra i limiti e del privato rendendo possibile una socievolezza intensa e immediata. Caillois che sia la guerra sia le feste sono paradigmi collettiva che si attua al di fuori, o fra, i distintivi livelli di status sociale nei quali gli individui generalmente vivono. La costante di agosto fu la sensazione di vivere un processo, di vivere in un interregnum senza una precisa struttura, in un luogo definito. era un meccanismo essenziale di la avrebbe precipitato gli individui in una condizione di moto, di flusso, in cui classi, sessi normalmente mantenuti distinti, venivano riuniti. forniva alle insoddisfazioni della vita civile: inazione, mancanza di scopo, solitudini. Nel rientrano tutte le tecniche mobilitazione e direzione. Il un sistema di immagini, simboli e rituali designato ad esprimere il personaggio del e il carattere della di cui fa parte. La guerra fu accolta come una liberazione si pensava che avrebbe determinato la distruzione economico (guerra contro il materialismo). Il della che riesce a mantenere il proprio equilibrio e la propria di scelta, nel mezzo della violenza, del caos, della mancanza di informazioni capace di le caratteristiche della battaglia, formulare un piano, e di concretizzarlo disposizione delle truppe. Il della violenza tecnologica ridotto a proporzioni microcosmiche. Lo spazio interno pieno di uomini, di odori, delle loro esalazioni. I soldati sono anonimi e silenziosi. Questi uomini non sono legati da sentimenti dai vincoli imposti dallo spazio che condividono. CAPITOLO TERZO: IL LABIRINTO DELLA GUERRA E LE SUE Coloro che tornarono dal fronte erano terrorizzati al pensiero del reinserimento nella loro o erano convinti che non avrebbero mai potuto trovare una collocazione sociale. La conoscenza ottenuta in guerra raramente ritenuta alienabile, qualcosa che possa essere insegnato, uno strumento o un metodo: piuttosto era descritta come qualcosa di integrato al corpo del combattente. Il movimento del sistema di trincea crea ansia circa la direzione corretta, ansia che determina la sensazione di essere perduti. La metafora del labirinto opera su di una serie di livelli diversi. una rappresentazione della in cui si inquadra dei ma una rappresentazione che essere impiegata per definire una guerra in cui umano sia stata sconvolta o profondamente interiorizzata. consapevole del labirinto delle trincee concessa solo che ha riconquistato il potere di forti di questo potere hanno ancora la speranza di assemblare di ritrovare se stessi, e di perseguire la propria direzione e i propri scopi con una ignota alla massa. In guerra disillusione perdita di status sociale ed esistenziale ovvero un processo di autoridefinizione attraverso che possedevano una valenza morale ed esistenziale notevolmente inferiore alle aspettative iniziali. Le differenze di classe sociale stavano a significare i diversi modi di accesso di guerra, volontariato oppure coscrizione. Per il la guerra un nuovo insieme di mansioni contrassegnate da fatica, sporco, al invece, offriva una gamma di ruoli comprendente la di realizzare nella moderna industriale. Per il la guerra era qualcosa a cui bisogna cercare di sopravvivere. Il fronte era un mondo isolato, tagliato fuori, di uomini emarginati che avevano rovesciato e interiorizzato tutti i correlati della propria Con il passare del tempo il ritorno in patri era percepito come in una terra straniera mentre il ritorno al fronte risultava come un sollievo. Quando le regole della guerra di trincea cominciarono ad essere riassunte nei manuali di tattica, si diffuse la convinzione che fosse sia la causa sia la soluzione dello stallo sul campo. Lo risultava suicida in una guerra in cui il contatto con il nemico rimaneva costante. storia precedeva gli eventi particolarmente traumatici di guerra. Il terapeuta agiva come di un paziente che era di se stesso. Nella terapia analitica prendeva il posto elettrico. La guerra meccanizzata spinse gli uomini oltre i limiti della loro esistenza. La nevrosi era il risultato delle condizioni di combattimento. La variabile significativa della nevrosi non era dunque il carattere del soldato, il carattere della guerra. manipolatoria: che acquista il senso della propria autonomia in un mondo di mezzi meccanici. caratteristica della nevrosi di guerra la Le nevrosi determinarono la perdita della coscienza di come attore autonomo. Ci sono numerosi esempi di reduci tornati o con leggeri segni che sarebbero finiti schizofrenici. CAPITOLO SESTO: IL VETERANO TRA FRONTE E PATRIA Se la guerra fu modernizzante lo fu in modo fondamentale le tradizionali fonti di le vecchie concezioni della guerra e degli uomini in guerra. In guerra i combattenti appresero che esiste soltanto un mondo industriale. Il veterano una figura tradizionale che porta in la conoscenza, esperita personalmente, della propria in generale. Il veterano costituiva una minaccia per la doveva essere rieducato e reintegrato. I reduci potevano usare comunitario per asserire la loro nei confronti dei politici civili. La guerra una non aveva dato ai combattenti che fornisce loro un terreno comune. Le caratteristiche convenzionali di guerra (uguaglianza della truppa, il cameratismo, la proletarizzazione del sodato, della condizioni di vita) furono prodotto assoluta di fronte e alla tecnologia. Il sempre stato una figura centrale in quella che potrebbe essere chiamata della colpa e del sacrificio pubblico. Egli creditore di un di nei confronti della che ha difeso, e legittimante chiedere il saldo sia per il di se sia per quello dei suoi camerati caduti. fra fronte e patria fu il fattore significativo con il da parte del soldato, del passaggio dal del fronte a quel campo Ma il fattore significativo che concorse alla rabbia e dei veterani, fu che in 4 anni di guerra la del 1914 era tornata ad essere un mercato di ruoli e status. In guerra sono ovvi i rischi connessi con gli uomini della propria eppure era questa una reazione necessaria data la cesura effettiva rispetto in patria. Questa identificazione permetteva di leggere la morte di ogni camerata come perdita di una parte di se stessi. Alla fine di questo processo la propria stessa morte poteva essere bene accolta come soluzione di un intollerabile, continuo stato di perdita luttuosa. di guerra la divenne estranea di qualsiasi nemico. Nessun di cancellare la memoria della totale impotenza di fronte e alla nessuna conclusione cerimoniale della guerra restaurare le cui essa aveva posto fine, o ridare a quegli che erano andati smarriti nel labirinto di trincee.

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LA TERRA DI NESSUNO di Leed
CAPITOLO PRIMO: LA STRUTTURA DELL’ESPERIENZA DI GUERRA
Nell’agosto 1914 le aspettative di una maturazione rapida e profonda indussero moltissimi giovani a
presentarsi agli uffici di reclutamento. Alla fine della guerra si svolsero innumerevoli dibattiti in merito al
problema se i soldati fossero stati brutalizzati o nobilitati, regrediti o maturati dall’esperienza di guerra.
Coloro che sono disturbati psichicamente dall’esperienza di guerra, lo sono dall’ossessione di aver vissuto 2
vite distinte e tra loro incompatibili.
In guerra gli uomini furono “estraniati” dalle loro società: essi furono “resi” estranei rispetto alle persone e alle
cose del loro passato e anche rispetto a sé stessi.
Il modello “scarica pulsionale” è quello più comunemente impiegato nelle teorie psicoanalitiche della guerra.
Secondo Arno Mayer una guerra o una rivoluzione liberano le tensioni accumulate nelle società in fase di
modernizzazione.Nel modello “scarica pulsionale” il soldato di linea avrebbe potuto dimostrarsi incapace di
riacquisire le abitudini e le regole della convivenza civile. Questo modello definisce la guerra alla stregua di
un’attività aggressività; ma si tratta di una definizione molto più idonea a comprendere le diversità culturali e
le varietà di esperienza emotive riscontrabili in guerra.
Il modello di “continuità culturale” rappresenta un momento di scarica dell’aggressività repressa. Questo
modello si riferisce sia all’esperienza di guerra sia a quella di pace.
Per operare con successo a una situazione di disordine, gli uomini dovrebbero lasciarsi alle spalle la loro
cultura; ma gli uomini non smettono di attribuire un significato e di dare un senso a ciò che li circonda.
La guerra produsse uomini che avrebbero condiviso una nuova, comune identità.
La comparazione fra l’esperienza di guerra e il rituale di passaggio ci permette 2 cose: accantonare la
nozione che la guerra sia esclusivamente aggressione e violenza; ci consente di vedere la natura
convenzionale delle discontinuità fra la vita in tempo di pace e la vita in tempo di guerra.
Dopo il suo rientro in società, l’uomo che ha ucciso in combattimento è considerato pericoloso, contaminato,
diverso, almeno fino a quando non si sottopone a un processo rituale di purificazione.
L’uomo che va in guerra deve sottostare a rituali di passaggio. Van Gennep divide i riti in 3:
-riti di separazione (o riti preliminari): trasferiscono un individuo dal suo luogo abituale
-riti di margine (o riti liminari): fissano l’identità del “passeggero” come dimorante fra 2 stati
-riti di aggregazione (o riti post-liminari): con i quali l’individuo è riaccolto nel gruppo di origine.
Il termine “Terra di nessuno” cattura l’essenza dell’esperienza di essere stati inviati oltre i limiti della vita
sociale, posti fra il noto e l’ignoro, fra il familiare e il perturbante.
Mary Douglas sottolinea che “sporco” è attributo di qualcosa fuori posto e che “contaminazione” è il risultato
di un qualsiasi contatto fra sostanze, luoghi che normalmente sono tenuti separati da regole.
La guerra di trincea produsse una ambivalenza: la terra era al tempo stesso rifugio e minaccia permanente.
La morte diventò per tanti in guerra un’esperienza continua e una volta che il desiderio della morte si era
fissato nella mente del soldato, era certo il suo collasso nervoso.
che escludeva ogni altra possibilità d’esperienza. L’incubo dell’essere sepolto vivo divenne fin troppo spesso
realtà durante la guerra: causa più frequente delle nevrosi di guerra.
Molti veterani (uomini bloccati nella fase di passaggio, individui la cui caratteristica divenne l’essere senza
patria) individuarono nella loro esperienza la presenza di elementi positivi e cameratismo che cancellava le
barriere sociali “artificiali”, il condividere un destino comune e le condizioni egalitarie di vita.
Andando in guerra il soldato viene privato dei segni visibili del suo status (vestiti, abitazione, proprietà, titoli
sociali) che abitualmente connotano il suo posto nella società civile.
Nella guerra tutto diventa macchinico: si potrebbe quasi definire la guerra come un’industria per il macello
umano specializzato. Ai soldati in guerra la realtà non viene insegnata ma mostrata.
Molti accolsero la guerra come via d’uscita dalla società industriale: ma in guerra appresero che la
tecnologia dominava l’organizzazione di soldati.
Come in un TESTO l’esperienza di guerra è composta da coerenze interne, quotidianità, e
un’impressionante successione di fenomeni normalmente non correlati fra loro, e comunque ben lontani
dalle interazioni di stato maggiore o di alto comando.
Il mutamento di identità nel soldato di linea appare come una chiave per interpretare l’esperienza di guerra.
Le alterazioni nell’identità sono viste come funzione della liminarità dell’esperienza di guerra.
CAPITOLO SECONDO: LA COMUNITA’D’AGOSTO E LA FUGA DEL MODERNO