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Finissaggi pdf - Completo

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Cultura tessile

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Anno accademico: 2022/2023
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Accademia di Belle Arti di Roma

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Tecnologia industriale

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FINISSAGGIO; FINITURA E NOBILITAZIONE

VOLUME 1°_ CAPITOLO 4

Il tessuto appena prodotto viene chiamato tessuto greggio, ad indicare il suo stato incompleto. I prodotti tessili greggi debbono passare attraverso diversi processi di finissaggio o trattamenti prima di diventare prodotto finito adatto alla confezione di manufatti. Il finissaggio, anche denominato nobilitazione, può cambiare l'aspetto del tessuto, la sua mano, la sua reazione al trattamenti di manutenzione e anche conferirgli nuove proprietà in funzione del possibili campi d'impiego. il finissaggio o rifinitura può comprendere molti diversi tipi di processi e lavorazioni, dato che esso deve essere adattato al tipo di fibra, di filato o di tessuto e soprattutto all'uso al quale il prodotto finito viene destinato, Uno dei più comuni e tradizionali di tali processi è quello di colorazione/tintura/stampa, che può essere eseguito sul filo, sul tessuto o sul capo finito. Le diverse tecniche di tintura e di stampa sono approfondite in un capitolo dedicato nel secondo volume. La nobilitazione è uno degli anelli della catena tessile-moda.. Si tratta quindi dell'anello della catena del valore aggiunto, in cui il prodotto viene fortemente caratterizzato e reso unico, quello inoltre della funzionalizzazione del prodotto tessile. -Definiamo. Nobilitazione: qualsiasi procedimento inteso ad accrescere il valore o la qualità di un prodotto. Finissaggio: la fase finale della lavorazione di un prodotto, corrispondente alle operazioni di rifinitura. Rifinitura/rifinizione: nome con cui si indicano diverse processi successivi alla tessitura, tra cui il finissaggio e la nobilitazione, operazioni tutte volte a migliorare le caratteristiche specifiche dei tessuti. Tessile funzionale: un manufatto tessile con caratteristiche di protezione dal caldo/freddo, di protezione dal fuoco, dall'acqua/umidità, dal sole/raggi UV, dal vento, dai batteri e di resistenza alla abrasione, al taglio al cloro e al sudore. O Finissaggi meccanici, mediante l'applicazione di trattamenti fisici come la temperatura, la frizione, la tensione. O Finissaggi chimici, mediante l'applicazione di trattamenti chimici di sintesi e/o naturali (biotecnologie, enzimi). O Finissaggi con utilizzo di resine o siliconi, sotto forma di microfilm o pellicole Finissaggi meccanici Bruciapelo è il finissaggio a secco che elimina il pelo superficiale del tessuto bruciandolo. Il tessuto viene fatto passare rasente o perpendicolare ad una fiamma, in modo da bruciare la peluria sporgente dalla superficie del tessuto. Calandratura è la finitura che permette di dare ai tessuti lucentezza e compattezza. E' un trattamento fisico a secco o ad umido (utilizzo vapore). Consiste nel passare il tessuto tra due o più cilindri riscaldati allo scopo di assottigliare il tessuto migliorandone la mano e conferendogli una maggiore brillantezza.

  • Cimatura fil coupè, finissaggio meccanico a secco, con il quale si tagliano i fili flottanti (o briglie) che vanno da un motivo all'altro. Questa tecnica viene utilizzata per creare dei motivi jacquard nei tessuti leggeri permettendo di mantenere la trasparenza. Feltratura: avviene con il passaggio in un apposito macchinario dove le fibre vengono bagnate e scaldate infeltrendosi.
  • Follatura è un finissaggio ad umido che si effettua sui tessuti in lana o in misto lana. Le pezze vengono bagnate a 40° e, in presenza di appositi tensioattivi, passano attraverso due cilindri che pressando compenetrano le squame chiudendo gli interstizi tra i fili di trama e ordito. Garzatura, finissaggio a secco che agisce sulla superfice sollevando il pelo attraverso l'estrazione meccanica della punta delle fibre. La peluria viene estratta mediante l'azione di strappo esercitata da aghi metallici fissati su cilindri rotanti. Il tessuto cambia volume,

mano, diventa più isolante e acquista un aspetto peloso e vellutato più idoneo alla stagione invernale. Mercerizzazione è un trattamento ad umido, chimico- fisico che rende le fibre più lucide e resistenti. Viene applicato alla catena polimerica delle fibre cellulosiche, quali: il cotone, il lino, la canapa e tutte le composizioni dove le fibre cellulosiche sono prevalenti nella formazione del filato. Smerigliatura è il finissaggio a secco, che si effettua sollevando il pelo superficiale del tessuto per mezzo di un cilindro rotante ricoperto da materiale abrasivo (tipo carta vetrata) che raschia il tessuto. Si ottiene un tessuto con mano morbida e vellutata, "a buccia di pesca", con maggiore effetto isolante. - Ratinatura è il finissaggio che attraverso lo strofinio, di un tessuto già follato, garzato e a volte anche cimato, solleva il peeling con movimento circolare formando dei riccioli/grumi e nodi come nel tipico tessuto Casentino. Finissaggio Chimico Alcuni trattamenti di finissaggio richiedono l'utilizzo di sostanze chimiche, grazie alle quall è possibile conferire ad un tessuto diverse proprietà che sarebbero impossibili da ottenere usando solo processi meccanici. Antibatterico, trattamento che inibisce la formazione e proliferazione di microrganismi (batteri) sui tessuti e sulla pelle. Antifiamma o Flame Retardant, trattamento che evita o rallenta il propagarsi delle fiamme. I ritardanti di fiamma (come il fosforo) oltre ad essere efficienti nel diminuire 'infiammabilità del polimero devono anche essere termicamente stabili alla temperatura di trasformazione del materiale. Antimacchia, applicazione di sostanze repellenti per le macchie. Il finissaggio antimacchia ha un effetto idrorepellente e oleorepellente, Riguarda soprattutto i tessuti per abbigliamento e biancheria da tavola. Antimuffa, questo trattamento impedisce alla cellulosa (contenuta in molte fibre), in particolari condizioni di umidità e calore ambientale, di andare incontro a danni permanenti dovuti al fatto che alcuni organismi producono muffe. Antinfeltrimento, finissaggio per tessuti di lana che evita l'infeltrimento con un processo ossidativo che elimina l'epicuticola e le scaglie dalle fibre. Antipiega, trattamento per i tessuti cellulosici che tendono a stropicciarsi durante "'indosso, Per eliminare tale inconveniente, si sottopone il tessuto ad un trattamento antipiega con resine sintetiche termoindurenti o di altro tipo, che vanno a modificare la struttura interna della fibra. Coldblack, i tessuti di colore chiaro garantiscono un minor innalzamento della temperatura corporea rispetto a quelli di colore scuro. Un particolare trattamento messo a punto dall'azienda svizzera Schoeller Tecnologies AG. Idrorepellente è un trattamento che utilizza sostanze chimiche come siliconi, composti di fluoro carbonici e piridina per conferire ai filati o ai tessuti caratteristiche di permeabilità all'acqua. Colore/stampa/tintura, possono essere effettuati nei diversi stadi di lavorazione della fibra, Sono finiture necessarie per conferire colore alle fibre, ai filati, ai tessuti o ai capi finiti. Solo nel XIX secolo sono stati messi a punto i coloranti sintetici, che attualmente hanno quasi completamente sostituito quelli naturali. Imbozzimatura/sbozzima è un operazione preliminare alla tessitura, che si effettua sui filati e fill di "catena" (l'insieme del fili di ordito) per evitare le rotture, Con questo processo si rende il filo più scorrevole e più resistente affinché possa sopportare la tessitura ad alta velocità.

  • Invecchiatura, consiste nel conferire un effetto vissuto, "vintage" al tessuto o ai capi. Si può intervenire, inserendo durante il lavaggio pietra pomice o perlite, oppure trattando

utilizzata, poiché è quella che permette di determinare il colore in una fase non troppo anticipata limitando così i rischi di invenduto e di rimanenze. La tintura delle fibre o del filato viene invece utilizzata unicamente per la realizzazione di filati fantasia come i bottonati, i mélange, i mouliné ecc., di tessuti fantasia e a disegno come i tessuti jacquard e i tinti in filo. I coloranti tessili I coloranti sono sostanze capaci di impartire colore ai vari materiali grazie ad interazioni molecolari che permettono al colorante stesso di fissarsi stabilmente sui materiali. I coloranti un tempo erano esclusivamente di origine naturale mentre oggi l'industria utilizza prevalentemente coloranti sintetici che hanno moltissimi vantaggi: una maggiore solidità; sono creati secondo l'impiego e le proprietà della fibra tessile da tingere e infine hanno costi assai minori. I coloranti sintetici hanno però talvolta un impatto ambientale considerevole, limite che ha stimolato e spinto la ricerca a trovare soluzioni sempre più sostenibili ed ecocompatibili e che ha favorito la nascita di una chimica verde, cioè una nuova generazione di prodotti chimici, privi di sostanze dannose e facilmente smaltibili e, allo stesso tempo ha sollecitato una riscoperta dei coloranti di origine naturale. I coloranti tessili devono avere precise caratteristiche: essere solidi, aderire completamente alla fibra, essere il più possibile resistenti alla luce, agli agenti atmosferici e ai prodotti utilizzati per il lavaggio. Le proprietà e le caratteristiche dei coloranti tessili: Fattori determinanti per la tintura sono l'uniformità, la penetrazione, l'affinità, il potere coprente (nel bagno non dovrebbe rimanere alcun residuo di colorante), la solidità, (è infatti fondamentale che il tessuto mantenga nel tempo il suo colore originale) ed infine la ripetitività del colore ottenuto. Non tutti i coloranti sono adatti per tutte le fibre tessili, perché il loro legame fisico o chimico con la fibra dipende dalla composizione chimica e dalla struttura fisica della fibra stessa affinità. Per i diversi tipi di fibre sono disponibili diversi tipi di coloranti, in infinite tonalità e con i più svariati gradi di solidità dei colori. Le sostanze coloranti si possono dividere in naturali e sintetiche. I coloranti naturali I coloranti naturali sono una scoperta molto, molto antica e possono essere di origine vegetale, animale o minerale. Hanno oggi un interesse limitato poiché sono stati sostituiti dal 1856 da quelli sintetici. Tuttavia negli ultimi anni la maggiore attenzione alla salute e alla tutela ambientale ha portato ad una riscoperta di queste sostanze per alcuni settori di nicchia come il tessile biologico e 'artigianato di alta-gamma e, piccole o grandi aziende stanno affiancando alla produzione ed utilizzo dei coloranti chimici anche la produzione e trasformazione dei coloranti naturali. I coloranti di origine vegetale si ricavano da parti diverse delle piante -radici, foglie e fusto -. Ricordiamo, ad esempio: Il campeggio, l'indigofera, il guado, la robbia, l'henna, la curcuma, l'oricello, lo zafferano, il cosmos e l'ortica. Il campeggio è ancora tra i più utilizzati, si ricava dal legno di un albero delle leguminose che cresce in America Centrale e del Sud. Il colore va dal rosso bruno, violaceo fino al giallastro. Il guado è una pianta di origine asiatica poi diffusasi anche in Europa. È un arbusto della famiglia delle leguminose dalle cui foglie e dai fusti si ottiene l'indaco naturale, un colorante giallo che con un complesso procedimento di ossidoriduzione diviene blu. Il guado era tra i coloranti utilizzati, un tempo, per la tintura del tessuto con cui venivano confezionati i pantaloni blue jeans. L'indigofera tintoria è un arbusto della famiglia delle leguminose, è una pianta diffusa in Africa e nel Sud Est Asiatico. Dalla fermentazione delle sue foglie si ottiene l'indaco, colorante di origine vegetale utilizzato per la tintura del tessuto con cui venivano confezionati i pantaloni blue jeans. La robbia, anche conosciuta come robbia dei tintori, si ricava dalla radice di una pianta

dell'Europa meridionale da cui si ottiene un colorante dal rosso all'arancione. I coloranti naturali di origine animale si ricavano da insetti e molluschi. Il rosso porpora veniva estratto dai Fenici da piccoli molluschi del mediterraneo. Il rosso carminio o di cocciniglia veniva ricavato essiccando e polverizzando piccoli insetti, come il chermes, sempre di colore rosso. Il nero di seppia si otteneva asportando la vescica contenente il colorante dagli omonimi molluschi. I colori minerali naturali si ricavano principalmente da terre, ocra (estratti da terre e formati da varietà terrose ocra gialla e ocra rossa), la terra di Siena, la terra ombra, il bolo (terra argillosa rossa costituita da ossidi di ferro) e il bitume (di colore bruno-trasparente, composto dalla miscela di idrocarburi naturali). I colori minerali artificiali, infine, sono sostanze che provengono dalla natura sotto forma di sali, ossidi e solfuri, derivanti da diversi metalli fra i quali il ferro, il piombo, il rame e il mercurio. I coloranti sintetici I coloranti sintetici sono creati in laboratorio con l'utilizzo di sostanze chimiche, possono avere diverse caratteristiche ed utilizzi. La gamma di coloranti sintetici è molto estesa e sono appositamente creati per le diverse fibre naturali e chimiche con caratteristiche mirate. Metodi diretti: Sono i più utilizzati nell'industria. I coloranti diretti sono in grado sia di sciogliersi in acqua che di interagire, attraverso reazioni, chimiche, con la fibra. La tintura avviene per immersione in un bagno contenente il colorante senza l'ausilio di mordente o di altri ausiliari. Si usano per le fibre proteiche (lana e seta) e per le fibrepoliammidiche. Metodi indiretti: sono insolubili in acqua, diventano solubili tramite reazioni di riduzione con sodio idrosolfito e soda caustica per consentire la tintura. I colori utilizzati per questo metodo sono generalmente derivati dall'indaco (blu e scuri) e sono utilizzati per fibre cellulosiche (cotone e artificiali). Il processo di tintura presenta un alto impatto ambientale, per l'utilizzo elevato di idrosolfito e di soda. Hanno solidità molto elevata al lavaggio, al candeggio, alla luce, allo sfregamento, agli agenti atmosferici e al sudore. Non sono indicati per la lana. Metodi al mordente: / coloranti al mordente hanno bisogno di una sostanza, il mordente, che faccia da legame tra il colorante e la fibra. I mordenzanti possono essere sostanze minerali (sali di cromo, rame o alluminio) o sintetiche ma anche sostanze organiche di origine vegetale (come i tannini) che, con specifici coloranti, formano composti insolubili in acqua, molto stabili. I mordenti naturali oggi non hanno più molta applicazione se non in lavorazioni artigianali e di nicchia. Il metodo consiste nel far avvenire una reazione chimica all'interno della fibra tessile tra due reagenti con conseguente produzione di una sostanza colorata e si usa per quei materiali che hanno scarsa affinità con il colorante. La caratteristica della tintura al mordente è 'altissima solidità. I coloranti al mordente sono soprattutto adatti alle fibre proteiche. La mordenzatura è un metodo utilizzato soprattutto là dove ci sia poca affinità tra fibra e colorante, in modo da facilitarne il processo. Così come la tintura, anche la mordenzatura può essere fatta sulle fibre, sui filati, sui tessuti o sui manufatti. coloranti sintetici presentano moltissimi vantaggi rispetto a quelli naturali: hanno costi molto ridotti, permettono di creare un numero infinito di tinte e tonalità, con buona solidità ed inoltre permettono di eseguire processi di tintura riproducibili facilmente. Va però anche detto che nel ciclo tessile proprio la fase tintoriale e di colorazione ha un potenziale impatto ambientale molto elevato, dato da consumi idrici (da 150 a 200 litri di acqua per ogni chilogrammo di filato tinto) ed energetici molto alti, dall'uso dei coloranti e degli ausiliari chimici e dalla necessità di gestire le acque reflue.

La stampa viene generalmente classificata in base al metodo di applicazione o al modo con cui il colorante viene trasferito (macchina utilizzata) dal dispositivo di stampa al tessuto. Procedimenti/metodi di trasferimento del colorante stampa dei tessuti in continuo: stampa a mano; stampa a quadro o alla lionese; stampa a cilindri ad incavo oppure a rilievo; stampa a transfer-trasporto. La stampa a mano avviene con trasferimento del colore manuale attraverso lastre incise, quadri serigrafici, stampini oppure con stampe indirette realizzate con chiusure, legature pieghe o nodi (batik). La pezza da stampare viene preparata su tavoli ricoperti da un tessuto detto sottopezza. La stampa a quadro, detta anche alla lionese, costituita da un bancale sul quale ci sono uno o più telai detti quadri, in numero uguale a quello dei colori da riportare sul tessuto. La stampa a quadro è una tecnica antica e raffinata che può essere effettuata in diversi modi (manuale o computerizzato). Essa utilizza come matrice il quadro, ossia un telaio, solitamente rettangolare, rigido e stabile con bordi di profilo in legno o metallo leggero, definito quadro o telaio, a cui è incollato il tessuto serigrafico generalmente di poliestere, fotoinciso, detto buratto. Per mezzo di una Racla (lamina di gomma) si fa scorrere la pasta colorante sul buratto, che passa attraverso le maglie del tessuto lasciate libere (le zone che non devono essere colorate vengono impermeabilizzate) e, depositandosi, riproduce il disegno (per singolo colore) o il testo voluto sulla superficie del tessuto posto sotto. Quando il tessuto è stampato con il primo colore si lava il telaio con acqua e lo si fa asciugare e quindi si prosegue con un altro telaio che corrisponde al secondo colore. Attualmente questo metodo di stampa, grazie ad applicazioni elettroniche, è stato automatizzato aumentandone la produttività. La Stampa a cilindri o a rullo è un procedimento in continuo che utilizza disegni a rilievo o incisi in incavo su cilindri metallici cavi che riportano il motivo da stampare in rapporto alla larghezza del tessuto. I cilindri a rilievo si impiegano per i tessuti più leggeri ma i cilindri incisi sono comunque quelli più diffusi ed utilizzati. Le incisioni sono profonde e vengono riempite dalle, paste da stampa. Si utilizza un cilindro per ogni colore del disegno da riprodurre cominciando dalle tonalità più chiare e passando alle più scure fino a terminare il procedimento di stampa. Questa stampa viene realizzata mediante la rotazione di cilindri di nichel incisi, che ruotano simultaneamente sopra la pezza del tessuto da stampare, depositandovi la pasta di stampa. Generalmente questa tecnologia può utilizzare fino a 12 colori. Questa tecnica ha notevoli costi di preparazione dell'impianto e perciò è adatta a grandi produzioni e di qualità medio-alta. In un tessuto compatto o pesante il colore non passa nitidamente sul rovescio e pertanto il rovescio si presenta sbiadito. A prescindere dal tipo di procedimento adottato, la stampa può essere: diretta, indiretta, per corrosione per riserva; La stampa diretta o in applicazione si applica su toni bianchi, chiari o sul tessuto grezzo applicando in successione tutti i colori, fino alla riproduzione del disegno originale. Nella stampa diretta, che è quella utilizzata più frequentemente, si applica direttamente sul tessuto il colorante e quindi, con una successiva vaporizzazione, lo si fissa sulle fibre. La stampa diretta si può effettuare adoperando qualunque classe di coloranti. La tecnica della stampa diretta si presta, inoltre, alle applicazioni più svariate, fra le quali, quelle utilizzate più frequentemente: stampa flock, glitter, con applicazione di fogli metallici, stampa lacca. Serigrafia: è la tecnica più antica, diffusa e utilizzata per la stampa su tessuti di

abbigliamento personalizzati in grandi quantità. Essa imprime colori su superfici piatte senza però poter produrre delle sfumature. E' una tecnica molto elaborata che consiste in breve nella stampa dell' immagine scelta su pellicole o lucidi le quali, a loro volta, verranno impresse su di un tessuto teso posto successivamente su un telaio serigrafico. Stampa double face. È una tecnica che permette di ottenere una stampa sia al dritto che al rovescio, normalmente viene eseguita in due tempi e richiede tessuti la cui pesantezza impedisca il passaggio del colore da un lato all'altro della pezza. La stampa indiretta, è una tecnica molto antica con cui la decorazione del tessuto si realizza in modo indiretto: prima si applica il mordente e poi si stampa il tessuto, che risulterà tinto/stampato solo nelle zone in cui è stato distribuito il mordente. Le zone del tessuto riproducenti il disegno sono riservate e durante la tintura il colorante non penetra in queste zone. La stampa a corrosione utilizza particolari riducenti per corrodere il colorante della tintura (fondo) nelle parti destinate al disegno da riportare, ottenendo delle parti bianche. Il tessuto viene prima tinto in pezza (più facilmente toni scuri) e poi stampato con un reattivo chimico che annulli il colore nelle zone in cui si vuole creare il motivo prestabilito (stampa). Le fasi di lavorazione consistono nel tingere la pezza e nel passarla, successivamente, attraverso dei cilindri per stampare il motivo, asportando la stampa iniziale ed eventualmente applicando altra pasta colorante nelle zone sbiancate. Fa parte della tecnologia applicativa di questo gruppo la stampa devoré (letteralmente dal francese "divorato"), che si ottiene infatti, per corrosione. La stampa per corrosione ha, infatti, la peculiarità di essere effettuata su tessuti tinti con coloranti corrodibili che successivamente vengono stampati attraverso reattivi chimici che letteralmente "mangiano" le zone individuate dal pattern scelto, lasciandole bianche. Quindi, dopo la tintura del fondo a cui segue l'asciugatura, si hanno due possibilità: terminare la lavorazione avendo un disegno bianco su fondo tinto oppure aggiungere colore alle aree portate al bianco. Quanto all'utilizzo, tale tecnica è particolarmente indicata per disegni multicolor su ampi fondi tinta unita. Stampa transfer o a trasporto, è un procedimento specifico per le fibre sintetiche o i tessuti misti in cui predomina la fibra sintetica in particolare il poliestere. Consiste nel trasferimento del motivo decorativo dalla carta continua al tessuto, grazie ad un colorante particolare (dispersi) e all'intervento dei trattamenti di calandratura e sublimazione. Il colorante, a questo punto, si trasforma in gas e, in un tempo che va dai 18 ai 25 secondi, riesce ad essere assorbito completamente ed in modo permanente dal tessuto. Tecnologie di ultima generazione La stampa Sublimatica Questa tecnologia consente di stampare con alta risoluzione fino a 1440 pi, con una qualità equivalente a quella della stampa fotografica, solo tessuti in poliestere o tessuti misti con poliestere oppure in nylon. I risultati cromatici migliori si hanno sui tessuti in poliestere 100%. Maggiore è la presenza di poliestere - che deve essere almeno il 50% - più i colori saranno brillanti. Il sistema di stampa per sublimazione è attualmente il procedimento transfer più dittuso, grazie all'elevata produttività dell'impianto e all'assenza di post-trattamenti. E' necessario riprodurre la grafica su una determinata pellicola appositamente predisposta al trasferimento e poi pressare ad una specifica temperatura sul tessuto. La stampa sublimatica o termostampa per sublimazione consiste in una modalità di stampa 'indiretta che prevede il trasferimento di inchiostri sublimatici termosensibili (definiti "dispersi"'), che a contatto col calore colorano, in maniera permanente, la superficie del prodotto scelto. Al termine di quest'operazione, si rimuove il supporto (generalmente carta) a cui era anteriormente applicata l'immagine scelta, attendendo il raffreddamento della stessa, per permetterle di ritornare alla sua conformazione originale.

dal punto di vista ecologico permette l'utilizzo della quantità strettamente necessaria di colorante, addensante ed ausiliari, evitando i residui di paste da stampa preparate in eccedenza con i metodi tradizionali ed i conseguenti problemi di smaltimento; consente risparmio idrico ed energetico. Non sono possibili con questa tecnologia stampe con effetto lamina, pigmento in rilievo, glitter, metallizzato ottenibili unicamente con la stampa tradizionale. Un'altra caratteristica distintiva è talvolta la scarsa, penetrazione della goccia di colore nel tessuto che può portare a notevoli differenze tra dritto e rovescio. La stampa di lamine metalliche è costituita da una pellicola/film di poliestere su cui è stato depositato per sublimazione un velo metallico colorato, oppure una sottile lamina metallica. Questa pellicola si fa aderire al tessuto e dopo polimerizzazione rimarrà applicata in modo permanente solo dove è stampato il termo-collante a formare il disegno progettato. La stampa gomma o pouf è molto diffusa per disegni interi, dettagli e scritte. Viene realizzata con l'uso di resine o siliconi particolarmente morbidi. E' un tipo di stampa ad effetto gomma molto in rilievo. La stampa glitter è una tecnica che applica microbrillantini metallizzati mescolati a colla, di diverse dimensioni e colori. La stampa glitter sia essa a spalmatura totale o a disegno, avviene in applicazione, con i seguenti passaggi: applicazione sul supporto del collante attraverso i buratti di un cilindro o di un quadro di stampa; caduta delle particelle di glitter che si incastonano nel collante presente sul supporto; asciugatura del collante attraverso il passaggio in una rameuse per fissare il glitter al supporto; spazzolatura delle basi glitterate per rimuovere la polvere di glitter in eccesso. La stampa flock, il termine "fiocco" descrive le caratteristiche di questo materiale ottenuto dal taglio di fasci continui di fibre di differente composizione, i fiocchi di fibre. La floccatura, definita anche "vellutazione", è un procedimento industriale o manuale, a seconda dell'effetto voluto, attraverso il quale i capi o il tessuto in pezza vengono stampati, a campo pieno o con disegnature, con minuscole fibre pretagliate finemente. Il flock comunemente opaco può anche essere predisposto nella sua variante, in una miscela di flock con il glitter, così da ottenere un decoro vellutato arricchito da piccoli punti di luce. La stampa flock, sia essa a spalmatura totale o a disegno, avviene in applicazione, con i seguenti passaggi: applicazione sul supporto del collante attraverso i buratti di un cilindro o di un quadro di stampa; caduta delle fibre di flock che, attraverso l'energia creata da un campo elettrostatico, si orientano perpendicolarmente rispetto al supporto sul quale vanno ad adagiarsi; asciugatura del collante attraverso il passaggio in una rameuse per fissare il flock al supporto; spazzolatura delle basi floccate per rimuovere le fibre in eccesso. La stampa ad effetto increspato- Cloquè, si ottiene mediante l'utilizzo di prodotti chimici che restringono una parte delle fibre, provocando una superficie mossa ed irregolare, effetto cloqué. Termine dal francese ad indicare un tessuto jacquard che presenta disegni come piccole bolle in rilievo. Il tessuto cloqué è solitamente in tinta unita, caratterizzato da una superficie increspata in rilievo che forma un disegno anche a più colori. Per ottenere questi motivi si possono utilizzare due diversi procedimenti:

  • la tessitura superiore, che viene realizzata con fili poco ritorti, è compatta, mentre la tessitura inferiore, realizzata con fili crespi o ritorti, è lenta. Con un finissaggio stabilizzante la tessitura inferiore viene ristretta, formando così il rigonfiamento sulla superficie del tessuto; la tessitura superiore viene realizzata con fili con finissaggio "irrestringibile", mentre la tessitura inferiore è realizzata con fili senza alcun trattamento. Con un finissaggio

stabilizzante la tessitura inferiore si restringe formando l'effetto cloquè in superficie. La stampa laser si ottiene con la bruciatura a disegno eseguita superficialmente su ogni tipo di tessuto o cuoio, mediante raggio laser per ottenere incisioni o forature. Stampa piazzata si intende una stampa realizzata in una sola zona del capo, del tessuto o della pezza. Spesso effettuata su felpe, t-shirt, foulards, su pezzi di tessuto o capi già tagliati o confezionati. Stampa All Over-in continuo si intende una stampa con disegno a ripetizione continua, senza interruzioni sia orizzontali che verticali. Si ottiene quindi un rapporto continuo detto All-over, che ricopre l'intero tessuto. Tessuti composti a pelo: Il Velluto (vol pag151) Il nome è derivato dal termine latino "vellus": vello, mantello. Il velluto è un tessuto composto che si realizza con filati molto sottili usando fili di ordito o fili di trama supplementari in aggiunta ad un tessuto di base. Il tessuto di base può aver un'armatura a tela o a saia o a raso. La sua caratteristica principale è quella di presentare sul dritto un pelo rasato e molto fitto

  • velluto unito liscio - A seconda della fibra utilizzata, la densità e la lunghezza del pelo, il velluto può essere molto fine, morbido e cascante o più robusto e resistente, destinato a segmenti di mercato diversi. Il tessuto di fondo, così come i peli, possono essere realizzati dello stesso materiale, o anche in materiale diverso. Il velluto di trama, è composto da un tessuto di fondo e da peli ottenuti con scoccamento di trame. Si distingue in velluto liscio e a coste. Il velluto d'ordito, è composto da un tessuto di fondo e da peli ottenuti da un ordito supplementare detto "ordito di pelo". I peli sono fissati a V o a doppio W. Si distingue in velluto liscio e velluto operato. I velluti sono sottoposti a particolari processi di rifinitura e vengono poi quasi sempre tinti in pezza. Questi finissaggi sono effettuati per tagliare, allineare, pareggiare, orientare e anche per schiacciare il pelo allo scopo di ottenere effetti di disegno. Le diverse varianti di lavorazione producono tipologie di velluto diverse: Velluto rasato unito presenta, l'anello, formato dall'ordito di pelo, tagliato all'estremità con una lama: l'operazione è detta cimatura. Velluto a coste è un velluto in cui zone con e prive di pelo si alternano in righe longitudinali. velluti a coste vengono catalogati in base al numero di coste longitudinali che generalmente sono parallele alla cimosa. L'effetto a coste può essere ottenuto con la lavorazione dell'intreccio (in tessitura) o attraverso finissaggi come la pressatura o la rasatura. Secondo la dimensione della costa, si parla di velluto 125, 250, 300, 500, 1000, 1500 o 2000 righe. (le righe corrispondono al numero delle coste da cimosa a cimosa). La costa francese e il velluto rocciatore presentano coste larghe alternate a coste più strette. La produzione attuale di velluti uniti viene realizzata con la tecnica a doppia altezza (due lunghezze di stoffa sono tessute a faccia a faccia su un telaio e i fili di pelo corrono avanti e indietro tra i due strati. Una lama taglia al centro durante la tessitura per separare i due strati di tessuto: si ottengono due pezze contemporaneamente che vengono avvolte separatamente I velluti hanno almeno 2 orditi ed una trama. Il primo ordito, quello di fondo, serve per formare la base del tessuto, intrecciandosi con la trama VELLUTI CON FINITURE DI STAMPA Velluto stampato è un velluto, rasato o a coste con motivi stampati a formare un disegno. Velluto devoré è un tessuto su cui si ottengono effetti di trasparenza attraverso dei procedimentichimici di scioglimento selettivo della fibra. Questo velluto ha subito un particolare processo di finissaggio/ stampa per ottenere un disegno, monocolore o a più colori, in cui zone piene e zone trasparenti si alternano.
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FINISSAGGIO; FINITURA E NOBILITAZIONE
VOLUME 1°_ CAPITOLO 4
Il tessuto appena prodotto viene chiamato tessuto greggio, ad indicare il suo stato incompleto.
I prodotti tessili greggi debbono passare attraverso diversi processi di finissaggio o trattamenti
prima di diventare prodotto finito adatto alla confezione di manufatti.
Il finissaggio, anche denominato nobilitazione, può cambiare l'aspetto del tessuto, la sua mano,
la sua reazione al trattamenti di manutenzione e anche conferirgli nuove proprietà in funzione
del possibili campi d'impiego.
il finissaggio o rifinitura può comprendere molti diversi tipi di processi e lavorazioni, dato che
esso deve essere adattato al tipo di fibra, di filato o di tessuto e soprattutto all'uso al quale il
prodotto finito viene destinato,
Uno dei più comuni e tradizionali di tali processi è quello di colorazione/tintura/stampa, che può
essere eseguito sul filo, sul tessuto o sul capo finito. Le diverse tecniche di tintura e di stampa sono
approfondite in un capitolo dedicato nel secondo volume.
La nobilitazione è uno degli anelli della catena tessile-moda.. Si tratta quindi dell'anello della
catena del valore aggiunto, in cui il prodotto viene fortemente caratterizzato e reso unico,
quello inoltre della funzionalizzazione del prodotto tessile.
-Definiamo.
Nobilitazione: qualsiasi procedimento inteso ad accrescere il valore o la qualità di un
prodotto.
Finissaggio: la fase finale della lavorazione di un prodotto, corrispondente alle operazioni
di rifinitura.
Rifinitura/rifinizione: nome con cui si indicano diverse processi successivi alla tessitura,
tra cui il finissaggio e la nobilitazione, operazioni tutte volte a migliorare le caratteristiche
specifiche dei tessuti.
Tessile funzionale: un manufatto tessile con caratteristiche di protezione dal
caldo/freddo, di protezione dal fuoco, dall'acqua/umidità, dal sole/raggi UV, dal vento, dai batteri e
di resistenza alla abrasione, al taglio al cloro e al sudore.
O Finissaggi meccanici, mediante l'applicazione di trattamenti fisici come la temperatura, la
frizione, la tensione.
O Finissaggi chimici, mediante l'applicazione di trattamenti chimici di sintesi e/o naturali
(biotecnologie, enzimi).
O Finissaggi con utilizzo di resine o siliconi, sotto forma di microfilm o pellicole
Finissaggi meccanici
Bruciapelo è il finissaggio a secco che elimina il pelo superficiale del tessuto
bruciandolo. Il tessuto viene fatto passare rasente o perpendicolare ad una fiamma, in
modo da bruciare la peluria sporgente dalla superficie del tessuto.
Calandratura è la finitura che permette di dare ai tessuti lucentezza e compattezza. E' un
trattamento fisico a secco o ad umido (utilizzo vapore). Consiste nel passare il tessuto
tra due o più cilindri riscaldati allo scopo di assottigliare il tessuto migliorandone la
mano e conferendogli una maggiore brillantezza.
• Cimatura fil coupè, finissaggio meccanico a secco, con il quale si tagliano i fili flottanti (o
briglie) che vanno da un motivo all'altro. Questa tecnica viene utilizzata per creare dei
motivi jacquard nei tessuti leggeri permettendo di mantenere la trasparenza.
Feltratura: avviene con il passaggio in un apposito macchinario dove le fibre vengono
bagnate e scaldate infeltrendosi.
- Follatura è un finissaggio ad umido che si effettua sui tessuti in lana o in misto lana. Le
pezze vengono bagnate a 40° e, in presenza di appositi tensioattivi, passano attraverso due
cilindri che pressando compenetrano le squame chiudendo gli interstizi tra i fili di trama e ordito.
Garzatura, finissaggio a secco che agisce sulla superfice sollevando il pelo attraverso
l'estrazione meccanica della punta delle fibre. La peluria viene estratta mediante l'azione
di strappo esercitata da aghi metallici fissati su cilindri rotanti. Il tessuto cambia volume,