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Feuerbach e Karl Marx: pensiero, e critiche

Riassunto integrale di Feuerbach e Karl Marx. A partire dall'"alienazi...
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laboratorio di scrittura italiana

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Anno accademico: 2022/2023

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Anteprima del testo

FAUERBACH

ROVESCIAMENTO DEI RAPPORTI DI PREDICAZIONE

o La filosofia di Feuerbach passa dal piano idealistico ad un piano naturalistico e materialistico. o È una filosofia ANTROPOCENTRICA=bisogna studiare il reale nella sua realtà: il reale è l’oggetto del senso. Per Feuerbach la REALTA’ PRODUCE L’IDEALE, È L’UOMO CHE PENSA NON SOLO LE IDEE CHE PRODUCONO L’UOMO, è l’uomo che produce dio e non dio che produce l’uomo. L’ERRORE DELL’IDEALISMO è quello di fare del “concreto” predicato o attributo dell’astratto, e non l’astratto attributo o predicato del concreto. Ci offre una visione rovesciata delle cose, in cui ciò che viene realmente prima (concreto) si figura come ciò che viene dopo, e ciò che viene realmente dopo (l’astratto)si figura come ciò che viene prima.

CRITICA ALLA RELIGIONE La produzione religiosa è umana: “dio è umano, troppo umano è una manifestazione di irrazionalità, di paure, di speranze. Feuerbach afferma che l’uomo ha creato Dio, perché l’uomo ha dentro di sé Dio e lo proietta fuori di sé iniziandolo a venerare e sottomettendosi, ma quando l’uomo venera Dio VENERA SE’ STESSO. Infatti, DIO non è altro che proiezione illusoria, e oggettivazione fantastica , di alcune qualità umane , in particolare di quelle “perfezioni” caratteristiche della nostra specie che sono la volontà, la ragione, il cuore; proiezione dei desideri umani (= il desiderio più grande è vincere la morte = la resurrezione promessa da Dio) e proiezioni delle paure (= abbiamo paura della natura e per vincerla preghiamo delle divinità che ci proteggono). Il mistero della teologia non è altro che un’ANTROPOLOGIA CAPOVOLTA = “tu conosci l’uomo dal suo Dio, e reciprocamente Dio dall’uomo”: Dio è l’INTIMO rivelato, l’essenza dell’uomo ESPRESSO, e la religione è la solenne rivelazione dei tesori celati dell’uomo, la pubblica professione dei suoi segreti d’amore.

PERCHE’ NELL’UOMO NASCE L’IDEA DI DIO? - L’uomo si riconosce come specie: mentre come individuo singolo si sente limitato e debole, come specie si sente infinito e onnipotente. DIO = Personificazione immaginaria delle qualità della specie. - L’idea di Dio nell’opposizione umana tra volere e potere: l’uomo si costruisce l’immagine di una divinità in cui tutti i suoi desideri sono realizzati.

- Dipendenza dalla natura: l’uomo adora tutte quelle cose senza le quali non potrebbe esistere (acqua, aria, luce, terra). Dio è l’alienazione dell’uomo, Dio si è alienato/smarrito e l’uomo deve reimpossessarsi delle qualità e ritrasferirsele a sé da uomo libero in terra. ALIENAZIONE = stato patologico per cui l’uomo, “scindendosi”, proietta fuori di sé una potenza superiore alla quale si sottomette e umilia. Più si crea un Dio forte più l’uomo si svuota e l’ateismo si configura come un atto di onestà filosofica come un vero e proprio dovere. Dunque, il compito della filosofia è quello di risolvere l’infinito nel finito, Dio nell’uomo.

HEGELISMO COME TEOLOGIA MASCHERATA È una teologia che costituisce la traduzione in chiave speculativa di tutto il filone teologico dell’Occidente. Dunque, lo Spirito di Hegel non è altre che un fantasma di noi stessi, ovvero frutto di un’astrazione alienante, che dà vita a una filosofia antropocentrica capace di cogliere la vita nella sua immediatezza. FILOSOFIA DELL’AVVENIRE = ha la forma di un “umanesimo naturalistico” =umanismo ”, perché fa dell’uomo l’oggetto e lo scopo del discorso filosofico, “ naturalistico ”, perché fa della natura la realtà primaria da cui tutto dipende. L’uomo non viene considerato come astratta spiritualità, o razionalità, ma viene concepito come essere che vive, soffre e ha bisogni dai quali è dipendente. Dunque, vuol dire ammettere la necessità degli altri. “io non esiste senza tu”, un comunismo filosofico che si traduce in FILANTROPISMO= dall’amore per Dio all’amore per l’uomo, dalla fede in Dio alla fede nell’uomo, dalla trascendenza all’immanenza.

KARL MARX

RAPPORTO CON HEGEL

PUNTI DI CONTATTO: Recupera lo storicismo, il razionalismo e la dialettica (= concezione hegeliana della realtà come totalità storico-processuale costituita da elementi concatenati tra loro e mossa da una serie di opposizioni). PUNTI DI FRATTURA: Marx sferra una critica filosofico-metodologica e una storico-politica. Filosofico-metodologica= Secondo Marx lo “stratagemma” di Hegel consiste nel trasformare le realtà empiriche in manifestazioni necessarie dello spirito. Esempio: Hegel afferma che lo Stato presuppone per forza una sovranità, la quale si incarna necessariamente nel monarca, che è la sovranità statale personificata. Dunque, poiché ciò è necessario è anche razionale la logicità della monarchia = razionalità politica in atto. Da qui Marx parla di MISTICISMO LOGICO , ovvero Hegel trasformerebbe le realtà empiriche in allegorie di una realtà spirituale (l’Idea) che abita occultamente dietro di esse, fungendo da “significato” e loro “giustificazione” speculativa. Hegel non si limita a constatare l’esistenza della monarchia, ma ne legittima la validità, scorgendo in essa la sovranità statale personificata. Secondo Marx il “mistero” di quest’artificio filosofico va ricercato nel capovolgimento idealistico del rapporto tra soggetto e predicato, che finisce per fare della realtà manifestazione dello spirito. Da qui il

giustificazionismo e conservatorismo politico di Hegel, che perviene a “canonizzare” o a “santificare” , la realtà esistente e le istituzioni sociali in cui essa si incarna.

CRITICA ALLO STATO MODERNO E AL LIBERALISMO Nel mondo moderno l’uomo è costretto a vivere due vite: una “in terra” come “borghese” (=ambito dell’egoismo e interessi particolari della società civile), e l’altra “in cielo” come “cittadino” (=sfera superiore dello Stato e dell’interesse comune).  Il “cielo” dello Stato , però per Marx, è puramente “illusorio” , poiché la sua pretesa di porsi come organo che persegue l’interesse comune è falsa. Infatti, anziché essere lo Stato che riassume in sé la società civile , “innalzandola” al bene comune, è la società civile che riassume in sé lo Stato , “abbassandolo” a semplice strumento degli interessi particolari delle classi più forti. LO STATO NON FA CHE RIFLETTERE E SANCIRE GLI INTERESSI PARTICOLARI DEI GRUPPI E DELLE CLASSI = la stessa proclamazione dell’uguaglianza formale dei cittadini di fronte alla legge (Rivoluzione Francese), non fa che presupporre e ratificare la loro disuguaglianza sostanziale. CIVILTA’ MODERNA= società dell’egoismo e delle particolarità “reali”.  Secondo Marx la falsa universalità dello Stato deriva, dunque, dal tipo di società che si è formata nel mondo moderno: i suoi tratti essenziali sono l’individualismo e l’atomismo , ossia la separazione del singolo dal tessuto comunitario. E siccome lo Stato post-rivoluzionario ha legalizzato questa scissione, riconoscendo come diritti la “libertà individuale” e la “proprietà privata”, esso non è altro che la proiezione politica di una società strutturalmente a-sociale.Rifiuta, così, il principio di rappresentanza e il principio della libertà individuale. Se per Hegel la società organica, simile alla “polis” greca si potesse ottenere con una serie di modelli politici, Marx ritiene che l’unico modo per ottenere un modello di democrazia “sostanziale” o “totale”, in cui esiste una compenetrazione perfetta tra individuo e comunità, dove realmente “ciascuno sia solo un momento dell’intero demos”, sia l’eliminazione delle disuguaglianze reali e la proprietà privata.Per Marx , infatti, è proprio la classe priva di proprietà privata (proletariato) quella destinata a realizzare la democrazia comunista. All’ideale di EMANCIPAZIONE POLITICA (= lo Stato si limita a eguagliare formalmente l’individuo di fronte alla legge), Marx contrappone l’EMANCIPAZIONE UMANA (=l’idea di una democrazia sostanziale, dove gli uomini sono uguali politicamente ed economicamente).

CRITICA ALL’ECONOMIA BORGHESE

I limiti dell’economia borghese: 1. Quest’economia fornisce un’immagine globalmente mistificata del mondo borghese. Ciò è dovuto ad una incapacità di pensare in modo dialettico: l’economia borghese “eternizza” il sistema capitalistico, considerandolo come IL modo naturale e immutabile di produrre e distribuire ricchezza. 2. L’economia borghese non riconosce l’opposizione reale tra capitale e lavoro salariato , tra borghesia e proletariato.

L’alienazione (per lui vuol dire perdere) Marx la considera un fatto reale, di natura Socioeconomica, in quanto si identifica con la condizione storica del salariato nell’ambito della società capitalistica. Il lavoratore è alienato : - Rispetto al prodotto della sua attività. - Rispetto alla sua stessa attività. - Rispetto alla propria essenza o genere , perché nel capitalismo è costretto a un lavoro forzato, ripetitivo e unilaterale. - Rispetto al prossimo , perché “l’altro” è soprattutto il “capitalista”, ossia un individuo che lo tratta come mezzo e lo espropria del frutto della sua fatica. La causa dell’alienazione risiede nella proprietà privata dei mezzi di produzione , in virtù della quale il possessore della fabbrica può utilizzare il lavoro di individui per accrescere la propria ricchezza, secondo lo “sfruttamento” e la “logica del profitto”.

DISTACCO DA FAUERBACH 1. Feuerbach ha perso di vista la sua storicità = per cui l’uomo, più che natura, sia società, e quindi storia. Marx sostiene che l’individuo è reso tale dalla società storica in cui vive : esiste l’uomo come prodotto di una determinata società e di uno specifico mondo storico. 2. L’interpretazione della religione = Feuerbach pur avendo parlato di “alienazione religiosa” (=l’uomo proietta Dio sulla base dei suoi sogni), non è stato in grado di cogliere le cause reali del fenomeno religioso , né di offrire validi mezzi al suo superamento. Gli è sfuggito che a produrre la religione non è un soggetto astratto, bensì un individuo concreto. È un “prodotto sociale” le quali radici vanno ricercate in una determinata tipologia storica di società.

- La “dialettica” del processo è concepita empiricamente e scientificamente “osservabile” attraverso i fatti stessi. - Le opposizioni che muovono la storia sono concrete e determinate.

IL MANIFESTO

È la concezione marxista del mondo A. Analisi della funzione storica della borghesia B. Il concetto della storia come “lotta di classi” e il rapporto tra proletari e comunisti. C. La critica dei socialismi non scientifici A) La borghesia è una classe costituzionalmente dinamica che dissolve condizioni di vita, idee e credenze tradizionali. Essa assomiglia allo stregone che dopo aver risvegliato forze gigantesche non riesce più a controllare queste potenze. Le moderne forze produttive si rivoltano contro i vecchi rapporti di proprietà generando così crisi terribili e il proletariato , classe oppressa dalla borghesia non può fare a meno di mettere in opera una dura lotta di classe. C) Socialismo conservatore= è incarnato dagli economisti filantropi che ritengono possibile rimediare ai problemi sociali del capitalismo senza distruggere il capitalismo stesso. Accusa tale socialismo di:  NON comprendere il meccanismo della dialettica, né l’importanza della contraddizione.  voler tollerare la proprietà privata senza tener conto dei difetti che ne conseguono. Socialismo utopistico= è costituito dalle teoriche che:  hanno come limite di NON riconoscere al proletariato una funzione storica e rivoluzionaria autonoma.  fanno appello a tutti i membri della società per un’azione pacifica di riforme , muovendosi, così, in una dimensione moralistica-utopistica. Marx contrappone a questi socialismi il SOCIALISMO SCIENTIFICO, basato sull’analisi critica e scientifica dei meccanismi sociali del capitalismo che vede il Proletariato come forza rivoluzionaria destinata ad abbattere la borghesia. IL CAPITALE Primo Capitale Marx studia il capitalismo con il fine di mettere in luce le caratteristiche strutturali e le tendenze di sviluppo, per poi formulare delle previsioni. Ma dato il loro carattere tendenziale esse non vanno confuse con “profezie”. Nel capitale Marx si propone di individuare gli elementi strutturali, separandoli da quelli accidentali. Vi è un ribaltamento tra “concreto” e “astratto” poiché il filosofo concepisce come concreto ciò che a prima vista è astratto (lavoro) e come astratto ciò che a prima vista è concreto (la merce). MERCE LAVORO E PLUSVALORE MERCE 1. Deve possedere un “valore d’uso” , in quanto deve essere utile a soddisfare determinati bisogni. 2. Deve possedere un “valore di scambio”, per essere scambiata con altre merci. Che cosa vuol dire valore di scambio? “VALORE=LAVORO” esso discende dalla quantità di lavoro socialmente necessaria per produrre la merce ; più lavoro ci vuole più si alza il suo valore Tuttavia, per Marx il valore di una merce non si identifica del tutto con il suo prezzo, perché il prezzo di ogni singola merce può superare il suo valore “reale” o stare al di sotto di esso. Da qui nasce il FETICISMO DELLE MERCI= consiste nel considerare le merci come entità aventi valore di per sé. Caratteristica peculiare del capitalismo In esso la produzione non è finalizzata al consumo, bensì all’accumulazione di denaro: quindi il ciclo capitalistico non ha formula M.D (=merce, denaro, merce), per la quale una certa quantità di merce è trasformata in denaro, e una certa quantità di denaro viene ritrasformata in merce. Il ciclo capitalistico ha formula D.M’ (denaro, merce + denaro) perché il capitalista investe denaro per ottenere più denaro di quello investito. Possiamo parlare così di PLUSVALORE: - Esso NON deriva dal denaro in sé stesso perché è solo mezzo di scambio. - Esso NON deriva dallo scambio , perché gli scambi hanno sempre luogo tra valori equivalenti. Perciò, quello che il capitalista acquista come venditore dovrebbe già averlo perso in qualità di compratore. Esso deriva dalla produzione capitalistica delle merci: il capitalista può comprare e usare una merce particolare che ha come caratteristica quella di produrre valore, ovvero la MERCE UMANA (=l’operaio). Il capitalista compra la sua forza- lavoro pagandola secondo il valore corrispondente alla quantità di lavoro socialmente necessario per produrla e tale valore equivale al suo “salario”. Tuttavia, l’operaio è capace di produrre con il proprio lavoro una quantità maggiore di valore, più alto rispetto a quello del suo salario. Il PLUSVALORE DISCENDE, QUINDI, DAL PLUSVALORE DELL’OPERAIO. Marx parla anche di: 1. SFRUTTAMENTO= Prelievo di plusvalore realizzato dai capitalisti a danno del lavoratore, il quale per vivere deve vendersi sul mercato in cambio di salario. 2. PROFITTO= PLUSVALORE

Il capitalismo si configura come un tipo di società retto dalla logica del profitto privato, anziché dalla logica dell’interesse collettivo. Secondo Marx ci sono, così diversi momenti dell’accrescimento capitalistico:

  1. Primo momento = il capitalista cerca di accrescere il plusvalore aumentando la giornata lavorativa dei propri operai. Ma più che sul suo prolungamento, esso punta sulla riduzione di quella parte di giornata lavorativa necessaria a reintegrare il salario. (COOPERAZIONE SEMPLICE)
  2. Secondo momento = introdurre nuovi e più efficienti strumenti e metodi di lavoro. (MANIFATTURA)
  3. Terzo momento = la nascita dell’industria meccanizzata con l’introduzione del ciclo lavorativo della macchina (=mezzo potente per accorciamento del lavoro). La macchina produce nello stesso tempo e con lo stesso numero di operai maggior quantità di merce, rendendo possibile il prolungamento della giornata lavorativa e introducendo alla forza-lavoro donne e bambini. L’aumento, però, di produttività porta a crisi di SOVRAPPRODUZIONE, ovvero SOVRABBONDANZA DI MERCI (= vi è crisi perché esiste troppa merce). Questo è dovuto all ’ANARCHIA DELLA PRODUZIONE (il capitalista si lancia nei settori di profitto più alto), facendo sì che a un certo punto si verifichi un eccesso di produzione rispetto alle esigenze del mercato. – EFFETTI DELLA CRISI= distruzione capitalistica dei beni, disoccupazione, scissione delle classi in due sole classi antagoniste. Attribuendo minore importanza alle classi medie , il capitalismo genera una minoranza industriale dalla gigantesca ricchezza e immenso potere , e una maggioranza proletaria sfruttata , arrivando al CONTRASTO tra esse. RIVOLUZIONE E DITTATURA DEL PROLETARIATO Le contraddizioni della società borghese rappresentano la base oggettiva della rivoluzione del proletariato, che attua il passaggio dal capitalismo al COMUNISMO. Di conseguenza, il proletariato appare investito di una specifica missione storico-universale. o Lo strumento della trasformazione rivoluzionaria è la socializzazione dei mezzi di produzione e di scambio: il passaggio dalle mani dei privati, a quelle della comunità, ponendo fine al fenomeno del plusvalore e dello sfruttamento. o L’obbiettivo della rivoluzione proletaria è l’abbattimento dello Stato Borghese e delle sue forme istituzionali. o Il compito del proletariato NON è quello di impadronirsi della macchina statale borghese, ma quello di spezzarne i meccanismi istituzionali di fondo. Questa dottrina si lega, così, alle convinzioni di Marx sullo Stato moderno come sovrastruttura di una società civile prestatale dominata dagli interessi di classe borghese. Lo Stato per Marx è dunque, una macchina che NON tutti possono usare a proprio arbitrio o piacimento, in quanto ogni classe forgia un meccanismo statale che risponde alle proprie specifiche esigenze. Questo rifiuto delle forme istituzionali dello Stato borghese e la lotta di classe prendono corpo nella dottrina della DITTATURA DEL PROLETARIATO che serve a: - Costruire il COMUNISMO. - PARARE mosse controrivoluzionarie borghesi. Essa si configura come misura politica fondamentale per la transizione da capitalismo a comunismo. FUTURA SOCIETA’ COMUNISTA Manoscritti = Marx individua il primo tipo di comunismo, COMUNISMO ROZZO:
  4. La proprietà viene trasformata in proprietà di tutti , viene nazionalizzata. La comunità assume, così, il ruolo di grande CAPITALISTA che universalizza la condizione dell’operaio nella società borghese.
  5. COMUNIONE DELLE DONNE: la comunanza delle donne è l’analogo, in campo sessuale, alla generalizzazione della proprietà in campo economico.
  6. Il comunismo rozzo è tale perché dominato, ancora, dalla mentalità proprietaria e dalle categorie dell’avere, che getta le radici psicologiche nell’ invidia e nella brama di livellamento. COMUNISMO AUTENTICO= avviene quando l’uomo cessa di intrattenere con il mondo rapporti di puro possesso e consumo. All’uomo della civiltà proletaria Marx contrappone “l’uomo nuovo” un essere “onnilaterale” e “totale” che esercita in modo creativo l’insieme delle sue potenzialità.

Critica del programma di Gotha = Marx individua due fasi del comunismo: 1. Società comunista appena uscita dalla società capitalistica, che ne porta le “macchie”. Questa fase fa della società l’unico datore di lavoro e trasforma tutti in salariati , che ricevono una quantità di beni equivalente al lavoro prestato. Ma il principio di uguaglianza ha dei limiti: NON tiene conto delle differenze individuali e si limita a livellare astrattamente le persone.

2. La fase più elevata del comunismo tiene conto dei bisogni e delle capacità dell’individuo.

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FAUERBACH
ROVESCIAMENTO DEI RAPPORTI DI PREDICAZIONE
oLa filosofia di Feuerbach passa dal piano idealistico ad un piano naturalistico e materialistico.
oÈ una filosofia ANTROPOCENTRICA=bisogna studiare il reale nella sua realtà: il reale è loggetto del senso. Per
Feuerbach la REALTA’ PRODUCE L’IDEALE, È L’UOMO CHE PENSA NON SOLO LE IDEE CHE PRODUCONO
L’UOMO, è l’uomo che produce dio e non dio che produce l’uomo.
L’ERRORE DELL’IDEALISMO è quello di fare del “concreto” predicato o attributo dell’astratto, e non l’astratto attributo o
predicato del concreto. Ci offre una visione rovesciata delle cose, in cui ciò che viene realmente prima (concreto) si
figura come ciò che viene dopo, e ciò che viene realmente dopo (l’astratto)si figura come ciò che viene prima.
CRITICA ALLA RELIGIONE
La produzione religiosa è umana: “dio è umano, troppo umano è una manifestazione di irrazionalità, di paure, di
speranze. Feuerbach afferma che l’uomo ha creato Dio, perché l’uomo ha dentro di sé Dio e lo proietta fuori di sé
iniziandolo a venerare e sottomettendosi, ma quando l’uomo venera Dio VENERA SE’ STESSO. Infatti, DIO non è altro
che proiezione illusoria, e oggettivazione fantastica, di alcune qualità umane , in particolare di quelle “perfezioni”
caratteristiche della nostra specie che sono la volontà, la ragione, il cuore; proiezione dei desideri umani (= il
desiderio più grande è vincere la morte = la resurrezione promessa da Dio) e proiezioni delle paure (= abbiamo
paura della natura e per vincerla preghiamo delle divinità che ci proteggono).
Il mistero della teologia non è altro che un’ANTROPOLOGIA CAPOVOLTA = “tu conosci l’uomo dal suo Dio, e
reciprocamente Dio dall’uomo”: Dio è l’INTIMO rivelato, l’essenza dell’uomo ESPRESSO, e la religione è la solenne
rivelazione dei tesori celati dell’uomo, la pubblica professione dei suoi segreti d’amore.
PERCHE’ NELL’UOMO NASCE L’IDEA DI DIO?
- L’uomo si riconosce come specie: mentre come individuo singolo si sente limitato e debole, come specie si
sente infinito e onnipotente. DIO = Personificazione immaginaria delle qualità della specie.
- L’idea di Dio nell’opposizione umana tra volere e potere: l’uomo si costruisce l’immagine di una divinità in cui
tutti i suoi desideri sono realizzati.
- Dipendenza dalla natura: l’uomo adora tutte quelle cose senza le quali non potrebbe esistere (acqua, aria,
luce, terra).
Dio è l’alienazione dell’uomo, Dio si è alienato/smarrito e l’uomo deve reimpossessarsi delle qualità e ritrasferirsele a
sé da uomo libero in terra. ALIENAZIONE = stato patologico per cui l’uomo, “scindendosi”, proietta fuori di sé una
potenza superiore alla quale si sottomette e umilia. Più si crea un Dio forte più l’uomo si svuota e l’ateismo si configura
come un atto di onestà filosofica come un vero e proprio dovere. Dunque, il compito della filosofia è quello di risolvere
l’infinito nel finito, Dio nell’uomo.
HEGELISMO COME TEOLOGIA MASCHERATA
È una teologia che costituisce la traduzione in chiave speculativa di tutto il filone teologico dell’Occidente. Dunque, lo
Spirito di Hegel non è altre che un fantasma di noi stessi, ovvero frutto di un’astrazione alienante, che dà vita a una
filosofia antropocentrica capace di cogliere la vita nella sua immediatezza.
FILOSOFIA DELLAVVENIRE = ha la forma di un “umanesimo naturalistico” =umanismo, perché fa dell’uomo l’oggetto
e lo scopo del discorso filosofico, “naturalistico, perché fa della natura la realtà primaria da cui tutto dipende.
L’uomo non viene considerato come astratta spiritualità, o razionalità, ma viene concepito come essere che vive, soffre
e ha bisogni dai quali è dipendente. Dunque, vuol dire ammettere la necessità degli altri. “io non esiste senza tu”, un
comunismo filosofico che si traduce in FILANTROPISMO= dall’amore per Dio all’amore per l’uomo, dalla fede in Dio alla
fede nell’uomo, dalla trascendenza all’immanenza.
KARL MARX
RAPPORTO CON HEGEL
PUNTI DI CONTATTO: Recupera lo storicismo, il razionalismo e la dialettica (= concezione hegeliana della realtà come
totalità storico-processuale costituita da elementi concatenati tra loro e mossa da una serie di opposizioni).
PUNTI DI FRATTURA: Marx sferra una critica filosofico-metodologica e una storico-politica.
Filosofico-metodologica= Secondo Marx lo stratagemma” di Hegel consiste nel trasformare le realtà empiriche in
manifestazioni necessarie dello spirito. Esempio: Hegel afferma che lo Stato presuppone per forza una sovranità, la
quale si incarna necessariamente nel monarca, che è la sovranità statale personificata. Dunque, poiché ciò è
necessario è anche razionale la logicità della monarchia = razionalità politica in atto.
Da qui Marx parla di MISTICISMO LOGICO, ovvero Hegel trasformerebbe le realtà empiriche in allegorie di una realtà
spirituale (l’Idea) che abita occultamente dietro di esse, fungendo da “significato” e loro giustificazione” speculativa.
Hegel non si limita a constatare l’esistenza della monarchia, ma ne legittima la validità, scorgendo in essa la sovranità
statale personificata. Secondo Marx il “mistero” di quest’artificio filosofico va ricercato nel capovolgimento idealistico
del rapporto tra soggetto e predicato, che finisce per fare della realtà manifestazione dello spirito. Da qui il