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Bismrk - riassunto Bismark
Corso: Storia Contemporanea
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Università: Università Cattolica del Sacro Cuore
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BISMRK (prima del 1915)
La politica estera di Bismarck fu caratterizzata dal tentativo di mantenere lo status
quo degli assetti europei, finalizzato prima di tutto a salvaguardare l’unità tedesca di
fronte alle rivendicazioni territoriali e alle smanie espansionistiche degli altri paesi
europei.
Quindi, in tal senso, il cancelliere tedesco si adoperò per mantenere la pace,
assumendo così il ruolo di diplomatico e di mediatore
In particolare Bismarck cercò di tenere sotto controllo la Francia che, dopo la sua
guerra con la Germania, nel 1870, e la sua sconfitta con la conseguente perdita di
Alsazia e Lorena, aveva sempre coltivato il desiderio di una riconquista di questi
territori (tendenze revansciste).
Allo stato attuale delle cose, l’unica potenza in grado di fronteggiare la Prussia, fatta
eccezione per la Francia, era l’Inghilterra, che però non costituiva una minaccia,
essendo più interessata alla politica coloniale, che a quella continentale; la Russia,
invece, disponeva di un esercito troppo poco cospicuo; e infine l’Austria, era indebolita
dalla frammentazione etnica, e non si sarebbe schierata contro la Germania, dalla
quale proveniva l’aiuto nella questione balcanica.
Otto von Bismarck fu Primo ministro della Prussia e poi Cancelliere dell’Impero tedesco dal 1862 al 1890.
Nel panorama della politica europea dell’800, la figura di Bismarck si staglia come un gigante in grado di
coprire con la sua ombra tutte le altre: il “Cancelliere di ferro” - questo il suo soprannome - fu in grado di
stravolgere la politica europea e di condizionarne l’andamento per quasi mezzo secolo con la sua sola
presenza e con le sue qualità di grande diplomatico e di politico scaltro e spregiudicato.
Sotto la sua guida, e grazie alla sua abilità, la Germania raggiunse l’agognata unificazione nazionale nel
1871; in questa e in altre circostanze Bismarck dimostrò tutta l’efficacia della sua realpolitik; Bismarck si
impose soprattutto come uomo politico di idee fortemente conservatrici e autoritarie, impegnando tutti i
mezzi a sua disposizione per il raggiungimento degli obiettivi che nel corso del tempo si prefissò, verso la
direzione ultima di rendere grande la Germania attraverso l’espressione di una politica di potenza
nazionale.
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Nel 1847 Bismarck partecipa agli Stati provinciali, assemblea locale dove si guadagna una crescente
notorietà tra i conservatori reazionari; l’anno seguente la Prussia, come gran parte delle nazioni europee,
viene interessata dai moti rivoluzionari, che vedono Bismarck in prima linea tra i politici ostili a qualunque
cambiamento sociale. Alla fine del 1848 Bismarck si guadagna un posto nel parlamento nazionale prima di
ricevere il primo incarico diplomatico andando a rappresentare la Prussia in seno alla Confederazione
germanica. Nel 1859 però l’ascesa al trono prussiano di Guglielmo I, ostile alle idee reazionarie, fanno sì che
Bismarck interrompa il suo incarico, venendo inviato prima a S. Pietroburgo e poi a Parigi
come diplomatico.
Tuttavia nel settembre del 1862 è lo stesso Guglielmo I a richiamare urgentemente Bismarck nella capitale:
a Berlino è in corso una difficile crisi politica vista l’opposizione del parlamento prussiano alla riforma
dell’esercito e Guglielmo I ritiene che solo Bismarck abbia l’autorità e la fermezza per risolvere la
situazione. Nominato primo ministro, Bismarck si imporrà sul parlamento portandolo allo scioglimento e
varando la contestata riforma voluta dal sovrano, mentre lui stesso manterrà la carica
ottenuta, conservando il potere per i successivi 28 anni.
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