Passa al documento

Neoconservatori

Sintesi per punti dell'articolo "Neoconservatori" di Mario Del Pero
Corso

Storia Contemporanea (M-STO/04)

999+ Documenti
Gli studenti hanno condiviso 1292 documenti in questo corso
Anno accademico: 2022/2023
Caricato da:
Studente anonimo
Questo documento è stato caricato da uno studente come te che ha optato per l'anonimità.
Università degli Studi di Milano

Commenti

accedi o registrati per pubblicare commenti.

Anteprima del testo

NEOCONSERVATORI (Mario Del Pero)

Nel corso del Novecento ci sono state tre crisi che hanno portato alla ribalta i “Neocon”:

 Crisi dell’ordine del New Deal: frammentazione nei suoi pilastri politici fondamentali con la defezione di un sud democratico e segregazionista non più contenibile in un partito democratico la cui leadership appoggia e promuove una legislazione onnicomprensiva in materia di diritti civili.

Nel momento in cui vengono estese le maglie dei diritti politici e sociali viene messa in discussione l’universalismo di cui si alimenta il Cold War Liberalism. I programmi della Great society promossa da Lyndon Johnson, a partire dalle prime forme di “discriminazione positiva” a favore della minoranza afroamericana, suscita le critiche crescenti di un fronte di liberali democratici, tra i quali si distingue subito Daniel Patrick Moynihan (offre letture della presunta disfunzionalità della comunità (o famiglia) nera. Irving Kristol fonda il Public Interest nel 1965 con l’iniziale obiettivo di riaffermare un approccio pragmatico, empirico e liberale in contrapposizione all’utopismo ideologico di cui sarebbe caduto vittima il Partito Democratico (a Kristol si deve l’affermazione «liberals who have been mugged by reality», i liberal assaliti dalla realtà).

 Fronte di crisi interna al Partito Democratico: il blocco sociale ed elettorale del New Deal inizia a sgretolarsi; una delle sue componenti primarie – elettorato tendenzialmente operaio, con basso livello d’istruzione e redditi mediani – da un lato vede un’erosione del suo peso relativo nel paese, frutto di processi che stanno iniziando a stravolgere e de-industrializzare gli USA, Dall’altro lato quell’elettorato inizia a spostarsi verso il Partito Repubblicano del quale diventerà nel tempo una colonna portante. Per la Nuova Sinistra lo scontro con l’URSS nella guerra fredda rimane un confronto tra civiltà e barbarie, libertà e schiavitù.

 Terza crisi: fronte interno alla Guerra fredda. Lo scontro non agisce più come fattore coesivo e mobilitante di un’opinione pubblica sempre più concentrata su altre priorità. La linea della fermezza nei confronti della minaccia sovietica e della sfida comunista sembrava poter essere giustificata con solide argomentazioni strategiche, storiche ed etiche. Le tante guerre periferiche della Guerra fredda, Vietnam incluso, erano necessarie ed inevitabili. Interesse, principi e missione s’intrecciavano inestricabilmente nell’informare e definire l’universalismo dei Cold War liberals che i neocons avrebbero ripreso e riaffermato con forza quando esso iniziò a essere apertamente contestato o rigettato. ---------  Anni Settanta: erosione consenso interno, guerra Vietnam, contestazione globale della leadership americana, crisi del dollaro.  Confronto tra New Left (radicalismo e infatuazioni terzo-mondiste, era fenomeno interessante culturalmente ma marginale politicamente) e fronda mondo liberal (prima grande contestazione delle certezze della Guerra Fredda).  J. William Fulbright: influente senatore dell’Arkansas, Presidente della Commissione Esteri del Senato (1959-1974). Già nel 1966 attaccava il senso di onnipotenza e l’arroganza della potenza statunitense (portava «confondere il potere per la virtù con le grandi responsabilità per missione universale»).  Edward Mansfield: leader del Partito democratico e candidato alla Presidenza. Tra anni Sessanta e Settanta introdusse vari emendamenti finalizzati a tagliare il bilancio del Pentagono e, nel maggio 1971, addirittura ridurre del 50% il numero di soldati statunitensi dispiegati all’estero.

 Vennero messi sotto accusa in quegli anni diversi apparati dello Stato di Sicurezza Nazionale (National Security State), a partire dalla CIA e dalle sue attività clandestine e illecite (furono aperte varie inchieste congressuali). Si stava esprimendo un’insoddisfazione verso il globalismo strategico e dell’universalismo ideologico della Guerra Fredda accentuato con la guerra in Vietnam.  Robert Osgood: consigliere di Henry Kissinger (Segretario di Stato sotto le Presidenze Nixon e Carter, 1973-1977; Consigliere per la Sicurezza Nazionale, 1969-1975). Definisce le convinzioni di Fulbright e Mansfield come una forma di “limitazionismo” («i limitazionisti sono pronti ad accettare impegni che avrebbero colpito i cosiddetti neo-isolazionisti dei tardi anni Quaranta come una forma di stravagante interventismo»).  Una prima risposta a questo “limitazionismo” si ebbe con Richard Nixon e Henry Kissinger (risposta tutta realista e geopolitica. La dottrina Nixon si poggiava su alcuni fondamenti:  Riduzione dell’esposizione globale degli USA, da perseguirsi delegando responsabilità e compiti del contenimento dell’URSS agli alleati regionali.  Abbandono dei progetti modernizzatori (e democratizzatori) dei liberal kennediani e una politica di aiuti centrata ora primariamente sull’elemento militare.  Abbandono del sistema di Bretton Woods e dell’insostenibile convertibilità aurea del dollaro.  Pieno riconoscimento dello scontro sino-sovietico + disponibilità a un’apertura verso la potenza comunista più debole (la Repubblica Popolare Cinese) in funzione antisovietica.  Disimpegno (con “onore”, nella retorica dell’epoca) dal Vietnam + sostanziale, ancorché sottaciuta, accettazione di una sua prossima riunificazione sotto bandiera comunista.  Riconoscimento dell’interdipendenza strategica + ineludibile vulnerabilità a un devastante attacco nucleare + necessità di negoziare con l’URSS, con l’obiettivo di istituzionalizzare l’equilibrio atomico + completare la cooptazione di Mosca nella gestione di un ordine bipolare ora sfidato su molteplici fronti.

Il disegno di Nixon veniva considerato come realista, concreto e “anti-eccezionalista” (Nixon affermò che «aiuteremo quando possiamo fare una vera differenza e lo considereremo nei nostri interessi»). Per Kissinger gli USA dovevano «imparare a condurre la politica estera come le altre nazioni l’hanno condotta per molti secoli [...] senza scampo e senza tregua».

 Con Nixon e Kissinger si assisteva in una certa misura a una normalizzazione degli Stati Uniti. C’era pieno rientro nella storia: una storia – quella delle relazioni internazionali – fatta di leggi imperiture, interessi nazionali, scontri di potenza, equilibri incompleti e vittorie inevitabilmente parziali e contestate.  Gli USA, nell’arena anarchica e competitiva della politica mondiale, erano chiamati non a promuovere irrealistiche e controproducenti crociate globali (per la democrazia o la modernizzazione) ma a massimizzare il loro interesse nazionale, facendo leva su un primato di potenza ancora marcato. Gli USA rimanevano sì superiori, ma cessavano di essere “eccezionali”.  Dopo esplosione della bomba atomica sovietica del 1949 gli USA avevano saputo mantenere supremazia tecnologica + capacità di azzerare con un attacco preventivo qualsiasi possibilità di rappresaglia nucleare da parte dell’URSS.  La condizione venne meno negli anni Sessanta: le due superpotenze maturarono un comune interesse a impedire una proliferazione nucleare che avrebbe alzato la soglia globale del pericolo (si stava venendo dalla Crisi di Cuba dell’ottobre 1962 + LTBT 1963, per esempio) + intenso investimento sovietico nel nucleare e nella tecnologia missilistica.  1972 : accordo SALT (Strategic Arms Limitation Talks): si fissa per la prima volta un tetto agli arsenali nucleari sovietico e americano.  Trattato ABM (Anti Ballistic Missile Treaty): USA e URSS accettavano di limitare i due sistemi di difesa missilistica di teatro dispiegabili, poi ridotti solo a uno nella successiva revisione dell’accordo

Questo documento è stato utile?

Neoconservatori

Corso: Storia Contemporanea (M-STO/04)

999+ Documenti
Gli studenti hanno condiviso 1292 documenti in questo corso
Questo documento è stato utile?
NEOCONSERVATORI (Mario Del Pero)
Nel corso del Novecento ci sono state tre crisi che hanno portato alla ribalta i “Neocon”:
Crisi dell’ordine del New Deal : frammentazione nei suoi pilastri politici fondamentali con la
defezione di un sud democratico e segregazionista non più contenibile in un partito democratico la
cui leadership appoggia e promuove una legislazione onnicomprensiva in materia di diritti civili.
Nel momento in cui vengono estese le maglie dei diritti politici e sociali viene messa in discussione
l’universalismo di cui si alimenta il Cold War Liberalism. I programmi della Great society promossa
da Lyndon Johnson, a partire dalle prime forme di “discriminazione positiva” a favore della
minoranza afroamericana, suscita le critiche crescenti di un fronte di liberali democratici, tra i quali
si distingue subito Daniel Patrick Moynihan (offre letture della presunta disfunzionalità della
comunità (o famiglia) nera. Irving Kristol fonda il Public Interest nel 1965 con l’iniziale obiettivo
di riaffermare un approccio pragmatico, empirico e liberale in contrapposizione all’utopismo
ideologico di cui sarebbe caduto vittima il Partito Democratico (a Kristol si deve l’affermazione
«liberals who have been mugged by reality», i liberal assaliti dalla realtà).
Fronte di crisi interna al Partito Democratico : il blocco sociale ed elettorale del New Deal inizia a
sgretolarsi; una delle sue componenti primarie elettorato tendenzialmente operaio, con basso
livello d’istruzione e redditi mediani da un lato vede un’erosione del suo peso relativo nel paese,
frutto di processi che stanno iniziando a stravolgere e de-industrializzare gli USA, Dall’altro lato
quell’elettorato inizia a spostarsi verso il Partito Repubblicano del quale diventerà nel tempo una
colonna portante. Per la Nuova Sinistra lo scontro con l’URSS nella guerra fredda rimane un
confronto tra civiltà e barbarie, libertà e schiavitù.
Terza crisi : fronte interno alla Guerra fredda. Lo scontro non agisce più come fattore coesivo e
mobilitante di un’opinione pubblica sempre più concentrata su altre priorità. La linea della fermezza
nei confronti della minaccia sovietica e della sfida comunista sembrava poter essere giustificata con
solide argomentazioni strategiche, storiche ed etiche. Le tante guerre periferiche della Guerra fredda,
Vietnam incluso, erano necessarie ed inevitabili. Interesse, principi e missione s’intrecciavano
inestricabilmente nell’informare e definire l’universalismo dei Cold War liberals che i neocons
avrebbero ripreso e riaffermato con forza quando esso iniziò a essere apertamente contestato o
rigettato.
---------
Anni Settanta : erosione consenso interno, guerra Vietnam, contestazione globale della leadership
americana, crisi del dollaro.
Confronto tra New Left (radicalismo e infatuazioni terzo-mondiste, era fenomeno interessante
culturalmente ma marginale politicamente) e fronda mondo liberal (prima grande contestazione delle
certezze della Guerra Fredda).
J. William Fulbright : influente senatore dell’Arkansas, Presidente della Commissione Esteri del
Senato (1959-1974). Già nel 1966 attaccava il senso di onnipotenza e l’arroganza della potenza
statunitense (portava «confondere il potere per la virtù con le grandi responsabilità per missione
universale»).
Edward Mansfield : leader del Partito democratico e candidato alla Presidenza. Tra anni Sessanta e
Settanta introdusse vari emendamenti finalizzati a tagliare il bilancio del Pentagono e, nel maggio
1971, addirittura ridurre del 50% il numero di soldati statunitensi dispiegati all’estero.