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Corso

Economia aziendale (00152)

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Anno accademico: 2018/2019
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All’interno di un’azienda vengono svolte due fasi principali: attrazione delle risorse ed utilizzo delle risorse. L’azienda svolge un processo produttivo: combina input e crea output (circuito della produzione, costituito da una fase di acquisizione, combinazione e vendita). Il circuito di attrazione si divide in due circuiti: il circuito di capitale proprio e il circuito di capitale di prestito. Chi ha portato capitale proprio ha due guadagni: un dividendo (distribuzione dell’utile) ed un capital gain (guadagno di quota capitale). Nell’azienda no profit non metto capitale proprio, ma faccio una donazione e non mi aspetto un ritorno; il circuito produttivo non si autofinanzia (perché non si paga per il servizio reso dall’azienda). Gli ultimi due conti di mastro sono Stato Patrimoniale e Conto Economico inseriti nel bilancio (il bilancio serve per l’esterno, per il circuito di attrazione delle risorse e cioè per i finanziatori). L’analisi di bilancio si fa con indici e per flussi. Il bilancio consolidato è il bilancio dei gruppi (Benetton).

 Il bilancio

Il bilancio è un documento di sintesi: è la contabilità generale che conduce al bilancio d’esercizio come documento di sintesi. Contabilità e bilancio non sono due cose separate: i due schemi contabili del bilancio SP e CE derivano infatti dalla contabilità. I conti generano due libri (libro giornale e libro mastro); la somma degli addebitamenti (sezione dare, sinistra) del libro giornale deve essere uguale alla somma degli addebitamenti del libro mastro. Nel redigere il bilancio è necessario il passaggio dallo Stato Patrimoniale e Conto Economico di mastro a quello di bilancio, attraverso due fasi: una di valutazione e l’altra di rappresentazione. L’obiettivo del bilancio è rappresentare il capitale e gli elementi che lo compongono in maniera istantanea.

Accreditare: scrivo una posta in avere Accendere un conto: iscrivere l’oggetto del costo (intesto il conto)

Le variazioni finanziarie positive si addebitano (dare, sezione sx). Questo è un postulato, quindi le variazioni finanziarie negative si accreditano (avere, sezione dx). Il motivo per cui le variazioni economiche negative si addebitano è perché quelle finanziarie negative si accreditano. Bisogna riportare anche la data ed il conto di contropartita. I prospetti di reddito e capitale in contabilità si chiamano bilancio di verifica.

Allo SP e al CE si arriva tramite le operazioni di chiusura (si prende conto per conto e si decide se deve essere chiuso e imputato alla situazione patrimoniale o al conto economico). Per imputare CASSA allo SP devo fare un articolo di chiusura: prendo il conto di mastro cassa, iscrivo ilo saldo del conto a destra (nella sezione opposta), ma devo riportare anche il conto di contropartita (SP).

Stato patrimoniale e Conto economico vengono chiusi con il conto utile o perdita.

Dallo SP e CE si arriva al bilancio d’esercizio tramite delle regole: SP e CE, infatti, vengono riclassificati, ma i valori restano gli stessi.

 Principi contabili

Economia Aziendale II

SP e CE subiscono variazioni in base a problemi di iscrizione e valutazione (1° step) e di rappresentazione (2° step). Per le operazioni di valutazione e rappresentazione si possono seguire i principi contabili italiani, internazionali o americani (FASB). Nella fase di rappresentazione, inseriamo SP e CE in bilancio. In Italia fino agli anni ’90 l’interesse per la fruizione del bilancio era minimo: il bilancio era quindi civilistico. Chi dettava i principi contabili era il fisco tramite il TUIR (Testo Unico delle Imposte sui Redditi), un libricino con le regole scritte dal ministro dell’economia. In America ed in Inghilterra, invece, i principi contabili erano dettati dai dottori commercialisti. Si sviluppa poi il processo di armonizzazione europea; con l’obiettivo di uniformare i binari (principi contabili) nei due passaggi (valutazione e rappresentazione), vengono emanate due direttive: IV sul bilancio d’esercizio e VII sul bilancio consolidato; c’è quindi una modifica del codice civile. A livello internazionale lo stesso problema che l’Europa si è posta è sentito anche dalle borse del mondo; nasce allora lo IOSCO, un’organizzazione di tutte le borse e viene fondato lo IASB (International Accounting Standards Board), un organismo che emette i principi contabili internazionali (che in Italia avevano scarsa rilevanza). La situazione cambia nel 2000: nelle banche viene applicata Basilea II (regole di patrimonializzazione); ora si applica Basilea III (obbliga le banche ad avere un certo capitale per poter gestire i crediti). Dato il bisogno di creare bilanci comparabili, viene creato un accordo tra Comunità europea e IASB e vengono recepiti alcuni principi contabili internazionali. In Italia viene creato l’OIC (Organismo Italiano di Contabilità) che detta i principi contabili nazionali per le aziende che non applicano quelli internazionali. Cambia la funzione del bilancio: l’utente principale non è più il fisco; infatti per i principi contabili internazionali il fruitore principale è l’azionista affinché faccia scelte razionali. Il bilancio è partito come sintesi contabile (per chiudere i conti) ed è poi diventato il centro di un sistema informativo. Esistono, quindi, differenti tipologie di principi, regole (binari) che regolano la composizione di bilancio, la maniera in cui il bilancio deve essere redatto: in Italia abbiamo il codice civile e l’OIC (Organismo Italiano di Contabilità); in America il FASB (Financial Accounting Standards Board) emana i principi FAS e SFAS che costituiscono i GAAP (General Accepted Accounting Principles); SOP (Standard Accounting Procedure); Principi Contabili internazionali applicati dall’Unione Europea: IAS (International Accounting Standards)/IFRS (International Financial Reporting Standards), emanati dallo IASB (International Accounting Standards Board)

Standard Setting: negli USA (GAAP)

APB (Accounting Principles Board): organismo di emanazione dei principi contabili

Sostituito nel 1973 dal FASB (Financial Accounting Standards Board): organismo deputato ad emanare principi contabili in USA, i FAS, che costituiscono i cd. GAAP (General Accepted Accounting Principles)

Standard Setting: in Europa (IAS)

di tipo qualitativo, ma per l’iscrizione in bilancio devo usare iscrizioni di tipo quantitativo. Per i principi internazionali IAS 38, per poter essere iscritte in bilancio, le risorse intangibili devono essere: un asset controllabile dall’impresa  un FFR, un’attività che deve generare con una certa probabilità benefici economici futuri, cioè o maggiori ricavi o minori costi. Sono fattori a fecondità ripetuta, ad esempio diritti, brevetti, marchi, etc. Ma non basta che sia un asset, è necessario che si tratti di un asset: Autonomamente identificabili: tale risorsa deve comportare un diritto giuridico (es. una licenza perché legata ad un diritto) o deve essere separabile (es. Real Madrid vende Ronaldo e consegue un ricavo). E’ autonomamente identificabile una licenza perché è legata ad un diritto giuridico; quando non c’è un diritto, l’attività è autonomamente identificabile solo se è separabile (vendibile separatamente  es. portafoglio clienti); es. Totti non è nel bilancio della Roma perché il valore se lo è autogenerato; Cavani invece è un asset Attendibilmente misurabile: gli si può attribuire un valore. Es: Conpro un’azienda con NAV=3 e pago 10 (ris. immateriali). Pago quindi 7 ciò che vale 3. I 7 (ciò che pago) posso iscriverli in contabilità Per le risorse immateriali, i principi contabili americani sono come quelli internazionali, ma più flessibili.

Avviamento Quando posso identificare il valore delle risorse intangibili le chiamo marchio, licenza, brevetto, capacità organizzativa, conoscenza...; quando non posso identificare tale valore, si parla di avviamento o intangibile generico (es. capacità organizzativa dei dipendenti). L’avviamento è il valore delle risorse intangibili che non hanno le precedenti caratteristiche e che quindi non siano asset autonomamente identificabili ed attendibilmente misurabili. Un esempio potrebbe essere la capacità organizzativa dei dirigenti Tod’s: se Tod’s vende a Ferragamo, questo valore vale come avviamento, come intangibile generico. Non può essere rappresentato in bilancio, ma se si volessero rappresentare questi valori c’è la possibilità di aggiungerli al bilancio in nota integrativa o in un allegato. In inglese l’intangibile generico è detto goodwill e non può essere ammortizzato, ma valutato come sopra indicato. Il NAV (composto dal capitale sociale + riserve  passivo dello SP), come detto, non contiene le risorse intangibili che sono nell’attivo dello SP: per tale motivo, il valore di borsa (che dovrebbe rispecchiare il reale valore aziendale) è maggiore del NAV, proprio grazie alle risorse intangibili. Addirittura però comincia a capitare che in Italia il NAV sia maggiore del valore di borsa: questo perché con la crisi i valori intangibili si sono ridotti ed i valori in borsa delle aziende (che contengono le risorse intangibili) sono minori del NAV; bisognerebbe svalutare l’avviamento. Quindi, si può vendere un’azienda in perdita, perché nell’azienda ci possono essere delle grandi risorse intangibili (es. MTV – la7 che hanno grandi perdite). Per lo IASB l’avviamento non si ammortizza, ma si svaluta.

Capitalizzazione di un costo

Capitalizzare un costo significa non considerare il costo come componente del reddito di esercizio di competenza, ma come elemento del capitale d’impresa. Il costo capitalizzato diventa un’immobilizzazione immateriale che parteciperà alla formazione del reddito degli esercizi successivi attraverso il calcolo delle quote di ammortamento. Presupposto fondamentale perché un costo possa essere capitalizzato è che si preveda che esso ceda la propria utilità all’impresa anche negli esercizi successivi. Es: costi di impianto, spese di manutenzione, costi di pubblicità.

Capitalizzare significa portare un costo dal CE allo SP partendo dal presupposto che sia relativo ad un fattore a fecondità ripetuta. I costi partecipano al CE solo per la quota di ammortamento.

In questo caso il costo è capitale di funzionamento e va nello SP. Dal reddito di esercizio deriva il connesso capitale di funzionamento.

La capitalizzazione avviene per realizzare il principio di competenza economica, secondo il quale nella data di chiusura dell’esercizio annuale considero e iscrivo costi e ricavi, ma solo quelli di competenza dell’esercizio, cioè quei costi che trovano il correlativo ricavo (costo di competenza) e quei ricavi correlativi a servizi già prestati e a beni già consegnati (ricavi di competenza)  principio di correlazione.

Capitalizzo la quota dei costi dei beni a fecondità ripetuta con la quota di ammortamento. Possiamo adesso distinguere due valori: Valore di realizzo diretto: il fattore produttivo interviene una sola volta nel ciclo produttivo (es. acquisto un’auto e la vendo) Rappresenta la quota-parte del prezzo che l’impresa ritiene di poter realizzare vendendo direttamente il bene in rimanenza (rapporto tra costo del bene in rimanenza e costo totale della combinazione produttiva cui il bene partecipa). Es: prodotti finiti, merci, semilavorati, crediti Valore di realizzo indiretto: il fattore produttivo interviene più volte nel ciclo produttivo (es. acquisto un’auto e la utilizzo come taxi) Rappresenta la quota-parte del prezzo che l’impresa ritiene di poter realizzare vendendo il prodotto realizzato con il concorso del bene in rimanenza (rapporto tra costo del bene in rimanenza e costo totale della combinazione produttiva cui il bene partecipa). Es: prodotti in corso di lavorazione, semilavorati non vendibili, FFR, FFS (non merci) Ogni anno devo considerare il valore di realizzo indiretto e se questo sarà più basso della quota di ammortamento, dovrò effettuare una svalutazione anziché ammortare. NB: il periodo massimo per l’ammortamento di un costo pluriennale è di 5 anni. La possibilità di capitalizzare e di iscrivere in bilancio le risorse intangibili dipende dal tipo di risorsa intangibile e comunque varia a seconda dei principi contabili che intendo considerare. Le regole per i costi di impianto e ampliamento e per la pubblicità sono le stesse. Le regole per i costi di impianto e ampliamento e per i costi di pubblicità sono le stesse. Si consideri anzitutto che sono costi che si possono conoscere facilmente poiché riportati nelle fatture notarili ecc; tali costi partecipano con la quota di ammortamento alla redazione del reddito.

Principio della competenza economica: Ai fini della determinazione del reddito d’impresa, vale il “principio di competenza”, rileva cioè il momento di maturazione dei fatti gestionali e non quello dell’incasso o del pagamento. Competenza dei ricavi: Occorre distinguere tra cessioni di beni e prestazioni di servizi. I ricavi provenienti dalla cessione di beni mobili si considerano di competenza dell’esercizio in cui è avvenuta la consegna o la spedizione dei beni. I ricavi provenienti dalla prestazione di servizi si considerano di competenza dell’esercizio in cui la prestazione è ultimata. Così, ad esempio, se un meccanico effettua (e termina) una riparazione (prestazione di servizi) nel dicembre del 2004 che gli viene pagata nel 2005, il relativo ricavo è di competenza del 2004. Competenza dei costi: I costi sostenuti sono di competenza dell’esercizio in cui producono ricavi. Quindi il costo sostenuto per l’acquisto di merce è di competenza dell’esercizio in cui la merce verrà venduta.

Es: se ho 100, ma devo ancora ammortizzare 75, posso distribuire solo 25.

Il limite alla capitalizzazione dei costi di pubblicità è il valore di realizzo indiretto. Es: la compagnia aerea acquista un aereo, ma non lo rivende; vende i biglietti, i cui ricavi vanno a coprire una parte del costo dell’aereo  valore di realizzo indiretto Se il valore di realizzo indiretto è più basso della quota di ammortamento, devo effettuare una svalutazione e l’ammortamento si fa sul valore svalutato.

  1. Costi di ricerca e sviluppo

Distinguiamo la ricerca di base e la ricerca applicata: Ricerca di base: non è attinente ad un prodotto specifico, è una ricerca generica. Ad esempio Telethon fa ricerca di base, conduce studi sul DNA; questi studi potrebbero portare a scoperte che potrebbero interessare diversi campi. Anche la ricerca effettuata dalle case farmaceutiche è di base, poiché potrebbe sperimentare un principio attivo a diversi scopi che potrebbe portare alla creazione di un nuovo prodotto, su cui la casa farmaceutica avrebbe il diritto unico per 20 anni dalla commercializzazione. Ma non si conosce a priori il prodotto che potrebbe venir fuori, sempre che la ricerca in questione conduca alla formazione di un nuovo prodotto. La ricerca di base viene condotta da soggetti pubblici (Università) e da soggetti privati (aziende). I costi per la ricerca di base non sono capitalizzabili né per i principi contabili italiani (OIC 24) né per quelli internazionali (IAS 38). Tali costi non troveranno mai il correlativo ricavo e per questo vengono considerati interamente di competenza dell’esercizio. Costi di ricerca applicata: volti all’ideazione e allo studio delle caratteristiche di base, tecnologiche e di mercato del nuovo prodotto. Non sono considerati ricerca di base, perché rivolti ad un prodotto specifico. Es: Aziende della moda: ricerca  contattano clienti, raccolgono dati sui gusti, chiamano consulenti; sviluppo  creano dei prototipi e li diffondono. Questi costi non sono capitalizzabili per i principi contabili internazionali (IAS 38), poiché è difficile collegare un costo di ricerca ad un ricavo. Questi costi sono invece capitalizzabili per i principi contabili americani (FASB) e italiani (OIC 24). Per l’OIC 24 anche la ricerca applicata è collegata ad un ricavo, ma tali costi sono capitalizzabili a determinate condizioni: Attinenza ad uno specifico prodotto (tuttavia se mancasse, si tratterebbe di ricerca di base) Il prodotto deve essere realizzabile: l’impresa deve avere le capacità tecniche e finanziarie per finire il progetto (attinenza realizzabile). Il prodotto che potenzialmente sarà venduto deve essere in grado di coprire i costi di produzione futuri e le quote di ammortamento del costo di R&S (attinenza recuperabile). Costi di sviluppo: per sviluppo intendiamo miglioramenti dei processi di produzione; realizzazione e diffusione di prototipi. Questi costi sono capitalizzabili per tutti e tre i binari (OIC 24, FASB, IAS 38 ), ma per l’OIC 24 sono capitalizzabili alle stesse condizioni dei costi di ricerca applicata.

I costi ricorrenti non vanno capitalizzati e vanno direttamente in CE; se va nello SP, si procede con l’ammortamento (con il consenso del collegio sindacale). A differenza dei costi di impianto e ampliamento e dei costi di pubblicità che possono essere ammortizzati immediatamente, i costi di R&S possono essere ammortizzati solo quando il progetto è terminato, perché se così non fosse vorrebbe dire che non ho ancora iniziato a vendere i prodotti e quindi i costi non hanno trovato il loro correlativo ricavo. Questo perché sono difficilmente identificabili (non abbiamo una fattura) e per di più in Italia la classificazione di questi costi in CE avviene per natura (natura del costo) e non per destinazione (nel mondo anglosassone è l’inverso).

Per i costi di R&S non ho la singola fattura, ma una pluralità di costi, che quindi si trovano nel CE non in un’unica voce, ma inseriti nei costi di salari e stipendi, materie prime, etc. le spese per pubblicità con fattura invece le metto in CE. Per spostare questi costi dal CE o faccio una rettifica distinta o faccio una capitalizzazione indistinta. a) Rettifica distinta: creo un conto di mastro R&S in cui addebito i costi, che poi accredito al conto di costo originario (salari e stipendi,...). Le rettifiche distinte, però, sono molto complesse.

b) Capitalizzazione indistinta: addebito al conto R&S e accredito al conto incremento immobilizzazioni per lavori interni. Si mette il valore unico (2300) in un conto in cui scrivo la somma dei costi, senza fare la rettifica. Il totale dei costi di R&S va nello SP e partecipa al processo di formazione del reddito per le quote di ammortamento. Non passa nel CE.

Quindi: i costi di R&S vengono estratti dal sistema di contabilità interna o analitica, dove si calcolano i costi di produzione per conoscere il prezzo capace di fornire un margine di guadagno; da questo sistema devo estrarre dai diversi conti la parte dei conti relativi a R&S: dal totale dei costi del conto Salari e Stipendi deve essere estratta quella parte di costo relativa ai salari e stipendi degli operatori in R&S e così via. Per essere capitalizzati, questi costi vanno nella sezione dare e in avere si dovrebbero rettificare i costi uno ad uno (rettifica distinta), ma non si opera così e si procede con una rettifica indistinta (capitalizzazione indistinta).

Esistono due differenti tipologie di ricerca e sviluppo: Technology push: l’azienda genera nuovi prodotti, spinge la domanda con la sua tecnologia, crea l’esigenza sul mercato di quel prodotto. Es: la scoperta di un nuovo principio attivo da parte di una casa farmaceutica spinge il mercato a domandare. Demand Pull: l’azienda cerca di capire le esigenze della domanda, analizza le esigenze già presenti sul mercato, ricerca e sviluppa nuove cose. Es: aziende di cosmesi e di moda

In Italia gli investimenti in ricerca e sviluppo da parte delle aziende sono i più bassi d’Europa (0,53% del PIL), come in Grecia e in Portogallo, perché per pagare meno imposte non vengono messi nel CE: in questo modo non capitalizzo i costi, ma li speso (evasione fiscale); molte aziende sono poi demand pull ed anche per questo i costi di R&S sono bassi. L’Italia, però, è al primo posto per i ricavi derivanti dai nuovi prodotti (grande inventiva).

Capitalizzare?

OIC 24

FASB IAS 38

Ricerca di base

no no no

Ricerca applicat a

sì sì no

Costi di impianto e ampliamento; costi di pubblicità  subito nello SP Costi di ricerca e sviluppo  si ammortizzano quando finisce il progetto

(Definizione di mercato attivo: uno strumento finanziario è quotato in un mercato attivo se esistono prezzi prontamente e regolarmente disponibili in un listino e tali prezzi rappresentano operazioni di mercato effettive, avvenute in normali contrattazioni).

  1. Costo di produzione: a) Fase di ricerca: i costi di ricerca pura, cioè per la produzione (come la ricerca di base per R&S), non possono essere capitalizzati, eccezion fatta solo in rari casi per OIC 24. Tali costi, dunque, vanno in CE. b) Fase di know-how: (tutelabile parzialmente) Nel momento in cui comincio ad applicare un brevetto, si sviluppa il cd. know-how, che è complicato contabilizzare. E’ capitalizzabile solo se in futuro costituirà un asset. Capitalizzabile solo per OIC 24, ma non per IAS 38. c) Fase di brevetto Per l’iscrizione in bilancio si utilizza il criterio del costo storico; per avere un valore fair, infatti, dovrei avere un mercato attivo.

 Diritti sulle opere dell’ingegno  diritti d’autore

Disciplinano l'attribuzione di un insieme di facoltà a colui che realizza un'opera dell'ingegno di carattere creativo, con l'intento di riservargli diritti morali ed economici.

 Concessioni

Le concessioni sono provvedimenti con i quali la Pubblica Amministrazione trasferisce ad altri soggetti i propri diritti o poteri, con i relativi oneri ed obblighi. Secondo L’Oic24 le concessioni possono essere iscritte tra le immobilizzazioni immateriali solamente se hanno per oggetto: diritti su beni pubblici di proprietà dell’ente concedente (come nel caso di sfruttamento in esclusiva del suolo demaniale); diritti di esercitare attività proprie degli enti concedenti (come nel caso di gestione di servizi pubblici quali trasporto, autostrade, parcheggi, ecc..).

 Licenze

L’espressione “licenze” è usata per indicare le autorizzazioni con le quali si consente l’esercizio di alcune attività regolamentate per legge (ad esempio le licenze per l’esercizio dell’attività di tassista) Permettono l’attività di vendita a tabaccai, bar, ristoranti, locali (alcolici), televisione,... La durata varia da caso a caso, ad esempio per i tabaccai è di 9 anni.

 Marchi

Il marchio è uno dei segni distintivi dell'azienda o di un suo prodotto. Esso può consistere in un emblema, in una denominazione o in un segno. Il marchio, una volta registrato, trova una particolare tutela giuridica. Tutelano l’azienda, permettono di distinguere l’azienda. L’iscrizione si effettua alla Camera di Commercio ed è necessario che non sia simile ad altri marchi. La durata della tutela giuridica è di 20 anni, ma può essere rinnovata. Durata tutela giuridica: Brevetto  20 anni Diritti d’ingegno  70 anni Licenze  varia Marchio  20 anni

AMMORTAMENTI:

I costi di un fattore a fecondità ripetuta per OIC 24 vanno ammortizzati, quando possibile; diverso è il discorso per IAS 38, secondo cui bisogna prima definire se la vita economica utile sia potenzialmente definita o indefinta: nel primo caso si procede con l’ammortamento; nel secondo l’impairment. Svalutazioni: se il valore di realizzo indiretto è più basso della quota di ammortamento, devo svalutare e modificare il piano di ammortamento. Impairment test  valutazioni anno dopo anno  quindi non faccio l’ammortamento  svaluto solo quando il valore di realizzo indiretto è inferiore rispetto alla quota di ammortamento

 Oneri di efficienza e oneri di miglioria

  • Oneri di efficienza Gli oneri di efficienza sono oneri che non producono un incremento dell’utilità né della vita utile né della capacità produttiva di beni aziendali, ma mirano a mantenere l’efficienza del bene. Possono essere oneri ordinari (es. costi per manutenzione macchinari) o straordinari (es. costo per riparazione di un carburatore difettato): in entrambi casi sono costi di competenza dell’esercizio, ragion per cui non possono essere capitalizzati. Tuttavia, se il costo è un costo probabile, è possibile fare un accantonamento a fondo rischi (fondo rischi a manutenzione ciclica), questo per il principio di competenza economica e di prudenza.

IAS 38: costi di FFR

Beni Vita utile definita  ammortamento Immateriali Vita utile indefinita  impairment test

Principio della competenza economica: vedi box a pagina 5

Principio di prudenza: Principio della prudenza: la finalità è quella di salvaguardare il patrimonio sociale ed evitare la distribuzione di utili che l’impresa non ha effettivamente conseguito. La sua applicazione comporta l’imputazione al periodo dei costi e delle perdite presunti e l’obbligo di non considerare i ricavi e gli utili non ancora realizzati. Il principio della prudenza è rafforzato dai principi dell’iscrizione dei soli utili realmente conseguiti e della considerazione dei rischi e delle perdite di competenza, anche se conosciuti alla chiusura dell’esercizio.

L'impairment test ha l'obiettivo di verificare che le attività siano iscritte in bilancio a un valore non superiore a quello recuperabile. Quest'ultimo valore può essere determinato considerando sia l'utilizzo dell'attività sia la sua vendita. Nel caso in cui si rilevi un'eccedenza del valore di bilancio rispetto a quello recuperabile, l'attività ha subito una riduzione di valore (impairment) da rilevare in conto economico. Il processo di impairment è disciplinato dallo Ias 36 «Riduzione durevole di valore delle attività».

Differenza tra oneri ordinari e oneri straordinari: Onere ordinario  onere ricorrente, fa parte solitamente della gestione caratteristica La gestione caratteristica è una sezione della gestione ordinaria di un impresa: è l’insieme delle operazioni di gestione che identificano la “funzione economico-tecnica” tipica di ciascuna impresa, prevista dall'oggetto sociale. Onere straordinario  onere non ricorrente, fa parte della gestione non caratteristica

 L’avviamento (goodwill) e l’impairment

In caso di trasferimento d’azienda, l’acquirente subisce un “maggior costo” al momento dell’acquisto, dovuto alla capacità dell’azienda stessa di produrre redditi superiori al minimo richiesto per remunerare il capitale. Questo maggior costo viene definito determinando il valore totale dell’azienda (patrimonio netto contabile) e scontando da questo i redditi futuri attesi (valore economico del capitale), corretti per il rischio (i cui tassi cambiano di mercato in mercato). La differenza tra il valore così ottenuto e il valore di bilancio, opportunamente rettificato, è da imputare all’avviamento: quindi, affinché possiamo valutare l’avviamento, è necessario valutare il valore economico del capitale rettificato (cioè il valore economico del capitale con l’aggiunta degli intangibili specifici) e sottrarre questo al patrimonio netto contabile. Questo è l’avviamento teorico.

Il valore economico del capitale (o capitale economico) è il valore economico dei flussi futuri. Valore assegnabile a un’impresa in funzionamento in base al flusso prospettico di reddito,che deve essere attualizzato al tempo di valutazione tramite un tasso adeguato. Può essere calcolato in molti modi (es. calcolo entrate e uscite dei futuri anni), dipende dai tassi di rischio che cambiano di mercato in mercato.

  • Valore economico del capitale > patrimonio netto Il suo valore è maggiore di quello del capitale netto quando un’azienda crea valore Il valore economico del capitale va rettificato con l’aggiunta di intangibili specifici. La differenza tra valore economico del capitale e valore economico del capitale rettificato mi dà la differenza tra il valore di borsa e il prezzo di vendita di un’azienda.

L’avviamento per OIC 24: Per OIC 24 l’avviamento può essere iscritto in bilancio nell’attivo dello SP (B15), ma solo se è stato acquistato a titolo oneroso, cioè vi è stata un’operazione di M. (Merger and Acquisitions), e previo approvazione del collegio sindacale, se esistente. Può essere ammortizzato, come costo pluriennale, nei successivi esercizi per un periodo non superiore ai 5 anni, anche se tale limite può essere aumentato fino a un massimo di 20 anni, con adeguata motivazione in nota integrativa. Si consideri che il valore economico del capitale è calcolato da un perito indipendente che può anche errare la valutazione. Non sempre l’avviamento teorico coincide con quello di bilancio. Non sempre l’avviamento migliora il valore aziendale, se questo non viene correttamente calcolato dal perito: per es. se viene calcolato un valore maggiore di quello effettivo, nell’acquistare l’azienda pagherò un valore maggiore di quello effettivo e da goodwill si passa a badwill. Il badwill andrà nel passivo del CE, non più nell’attivo dello SP: dovrò dunque svalutare. Quando svaluto, cambia la quota di ammortamento; è necessario spiegare tale processo in nota integrativa. Per OIC 24 svaluto solo se la perdita è durevole; al contrario per IAS 36 (IFRS 3) si può svalutare anche se la perdita non è durevole; per GAAP deve essere probabilmente durevole.

Avviamento (goodwill) = patrimonio netto contabile – valore economico del

L’avviamento per IAS 36: Per IAS 36, a differenza di OIC 24, l’avviamento non è più soggetto ad ammortamento, bensì all’impairment test (vedi box a pag. 13): è un procedimento di verifica almeno annuale della tenuta del valore dell’avviamento. Questo può eventualmente condurre solo ad una svalutazione. Il procedimento dell’impairment viene effettuato sia per le immobilizzazioni immateriali che per quelle materiali; inoltre è importante determinare se vi sia vita utile definita e determinata o vita utile indefinita e indeterminata (la durata di quest’ultima per l’avviamento va presunta). Ci sono indicatori di tipo interno o esterno che fungono da campanello d’allarme: se indicano che il valore del goodwill sta calando, è necessario procedere con l’impairment test immediatamente, senza attendere la fine dell’anno. Per IAS, OIC, FASB, una volta svalutato, l’avviamento non può essere rivalutato. Invece con l’impairment test, intendiamo calcolare il valore recuperabile: quindi in primis si divide il valore dell’avviamento, attribuendone una parte ai vari CGU (Cash Generating Unit). Una CGU (unità generatrice di cassa) è il più piccolo gruppo identificabile di attività (asset) che genera flussi finanziari in entrata, indipendenti dai flussi finanziari in entrata generati da altre attività: dunque l’impairment si effettua per ogni singola CGU, indipendente dalle altre e che quindi non si compensa con le altre. Es: una compagnia assicurativa determina due CGU: una assicurazione ramo vita, l’altra assicurazione RC (responsabilità civile). Ha un valore di avviamento totale pari a euro 10, di cui 7 attribuiti alla prima CGU e 3 alla seconda. Si procede poi al calcolo del valore recuperabile di ogni singola CGU. Per ottenere il valore recuperabile, bisogna distinguere se la CGU sia in un mercato attivo oppure no:  Mercato attivo: se la CGU si trova in un mercato attivo, si opera considerando il valore della CGU come il maggiore tra: [il fair value (o valore equo: corrispettivo al quale un’attività può essere scambiata, o una passività estinta, in una libera transazione fra controparti consapevoli e indipendenti) al netto dei costi di vendita] e [il valore d’uso (il valore di realizzo indiretto per intenderci) ( def. capacità che un bene od un servizio possono esprimere di soddisfare un dato fabbisogno)].  Mercato non attivo: se la CGU si trova in un mercato non attivo, si considera il valore d’uso, poiché, non essendo il mercato attivo, non ho un valore di mercato (fair value).

 Le immobilizzazioni materiali

Le immobilizzazioni materiali sono fattori a fecondità ripetuta. Sono regolamentate in questo modo: Per OIC 16sono regolamentate all’art. 2426 c.; Le immobilizzazioni materiali dagli IAS 16-40 (e più precisamente: 16 immobili, impianti, macchinari; 17 leasing; 36 perdite di valore; 40 investimenti immobiliari) Le immobilizzazioni materiali particolari come immobili, fabbricati (investimenti immobiliari) dallo IAS 40  unico caso in cui è prevista rivalutazione con passaggio a CE. Le modalità di acquisizione di un’immobilizzazione materiale sono diverse: 1) Acquisizione: compro l’immobilizzazione materiale; particolare forma è l’acquisizione in leasing. Il valore di iscrizione è il costo storico. Talvolta al costo storico si aggiungono gli oneri accessori, che vengono ammortizzati insieme ad esso Es. iscrizione al P.R. (Pubblico Registro Automobilistico)  IVA indetraibile 2) Costruzione in economia: autoproduzione dell’immobilizzazione materiale. Es. un’impresa edile necessita di una nuova sede sociale e se la costruisce da sé; la FIAT necessita di un auto aziendale e la fa da sé; ... Il valore di iscrizione è il costo di produzione. Vigendo nel nostro sistema contabile una destinazione per natura e non per scopo, il costo di produzione non deve essere cercato nella contabilità generale, ma si deve ricorrere alla contabilità analitica. Dalla contabilità analitica emergono:

OIC 16 e FASB regolano allo stesso modo questo argomento; IAS 16-40 è differente. Le immobilizzazioni materiali vanno valutate quando necessario (anche se è preferibile farlo ogni anno), poi si confronta il valore con quello di mercato o con il valore d’uso: se il valore è maggiore del più basso tra i due non si procede; se il valore è minore e la perdita è durevole, va fatta una svalutazione. Le svalutazioni vanno in nota integrativa e poi ammortizzo. Se il valore torna ad essere più alto, va rivalutato nei limiti del costo non ammortizzato dell’epoca  va in SP. Per OIC 16 e FASB si rivaluta solo in due casi: Rivalutazione monetaria: cioè per inflazione. Ogni tanto lo Stato lo permette con leggi speciali e in cambio prende l’imposta sostitutiva. Rivalutazione economica: ad es. ho un macchinario che produce panni che vale tot, ma se lo impiego per fare tappeti pregiati vale di più. Ho una macchina che produce carta; se la carta poi vale molto di più, in seguito anche il macchinario varrà molto di più. Questo tipo di rivalutazioni è molto raro e spesso a scopo fraudolento; si liberano con l’amm: posso distribuire a riserva solo il maggior valore man mano che faccio l’ammortamento. Negli altri casi ammette, tuttavia, il ripristino, cioè una rivalutazione il cui limite è rappresentato dal costo non ancora ammortizzato al momento della svalutazione. OIC 16 = principio del costo  prudenza

IAS 16 e IAS 40, a differenza degli altri, permette di seguire due modelli: Cost Model: identico a OIC 16. Rivaluation Model: non solo permette di ripristinare, ma anche di rivalutare totalmente. Permette la rivalutazione anche in casi non eccezionali. IAS 16 = rivalutazione

Quando rivaluto sia per OIC 16 che per IAS 16 non passo per il CE, ma direttamente allo SP (addebiti  dare; accrediti  avere)

Riserva di rivalutazione: non posso utilizzare la riserva di rivalutazione se non ho venduto il bene (ho un valore di realizzo diretto) o ho completato l’ammortamento; posso distribuire le riserve per maggior valore. IAS 40 prevede l’unico caso in cui la rivalutazione passa per CE. Si può poiché si tratta di beni d’investimento e puoi imputare il maggior valore economico al CE senza passare per la riserva di rivalutazione (ma parliamo di acquisti).

Es OIC 16: costo impianto 80; anno dopo vale 70  svaluto 10. anno dopo vale 90  rivaluto (e ripristino) il valore a 80. Es IAS 16: costo impianto 10, al fair value vale 18  ho fatto un buon affare  rivaluto a 18.

 L’ammortamento

Parametro  valore da ammortizzare = valore netto contabile L’ammortamento deve essere sistematico (art. 2426), cioè deve utilizzare una logica Perché fare l’ammortamento? Imputazione del costo per tutta la vita utile (principio di competenza) Obsolescenza Le modifiche del piano di ammortamento vanno in nota integrativa.

Non si ammortizzano:

Beni a vita utile indefinita (terreni) Immobili speculativi IAS 40 Component analysis: le diverse parti che compongono beni materiali complessi possono avere vita utile differente e di conseguenza diversi piani di ammortamento.

 Contributi

La Cassa del Mezzogiorno dava finanziamenti a imprenditori del Nord per fare impianti al Mezzogiorno; gli imprenditori però li utilizzavano per ristrutturare i propri capannoni al Nord, facendo al Sud capannoni che non partivano mai (l. n. 488). Contributi pubblici: 1) Contributi in conto impianti  per acquisto impianto specifico 2) Contributi in conto capitale  per investimento in progetti complessi La natura di (1) e (2) è la stessa: in entrambi i casi si tratta di effettuare un investimento pluriennale. Se si ricevono contributi pubblici, vi sono delle condizioni da rispettare (es: rendere operativo l’impianto, assumere tot personale) che se non rispettati comportano la revoca del contributo; per dimostrare ho le fatture. L’investimento è pluriennale. 3) Contributi in conto esercizio  per facilitare le spese di gestione che le imprese devono sostenere a fronte di un determinato progetto  Obiettivo: integrare i ricavi dell’azienda o ridurre il costo d’esercizio per portare avanti l’attività produttiva. E’ come contr. in conto capitale, ma qui c’è la presenza di un’imposizione fiscale. Es: INPDAP fornisce ai dipendenti statali la possibilità di pagare il mutuo al 2% anziché al 5% e il restante 3% lo paga lo Stato; i contributi ai lavoratori a carico di un’azienda vengono forniti per la metà del totale dall’azienda, per l’altra metà dallo Stato a condizione che l’azienda assuma un certo numero di donne disoccupate. I ricavi sono di competenza dell’anno in cui si riceve il contributo, l’investimento è annuale.

Procedura di rendicontazione: - Contributo in conto capitale ed in conto impianti: destinati a farmi effettuare un nuovo investimento. Potrebbe essere vista come una riserva in patrimonio netto. - Contributi in conto esercizio: contributi destinati a farmi coprire i costi dell’esercizio. Tipologia molto diffusa: ti fai finanziare dalla banca, intero contributo nei costi del personale, di cui metà pagata dallo Stato con ricavi e proventi. C’è anche una visione patrimoniale dei contributi; ma lo Stato non vuole una remunerazione.

Iscrizione dei contributi in conto capitale  2 correnti di pensiero: 1. Non sono intesi come fatti economici, ma rappresentato una questione patrimoniale, è come se fosse un socio che apporta capitale. Va inserito in riserva. Ma lo Stato non vuole una remunerazione (dividendi) o capital gain (vendita società o azioni). Se lo Stato avesse rivoluto il capitale e una remunerazione, si sarebbe parlato di “venture capital”. 2. L’investimento deve essere considerato come riduzione dell’importo dell’investimento apportato dall’azienda, che devo realizzare  bisogna remunerare in maniera indiretta, cioè attraverso i RICAVI FUTURI Come sappiamo l’investimento è pluriennale. Per ripartirlo negli anni, ho due possibilità identiche sia per IAS 20, sia per FASB, sia per OIC per la rappresentazione: La visione più corretta si ha sottraendo il valore dei contributi dal valore contabile del bene. OIC, IAS 20, FASB  uguali Procedimento:

Vi sono due tipologie di leasing: quello operativo (1) e quello finanziario (2) IAS li distingue a seconda se: - La vita utile del bene è pari (o quasi) alla durata del contratto (1) o è 1 volta e mezzo o 2 tale durata (2) - Il bene è costruito in serie (1) o appositamente per l’azienda richiedente (2) - Il riscatto è significativo rispetto al costo del bene acquistato (1) o non significativo (2). - Se il valore attuale dei canoni (cioè le somme future da corrispondere) .......... rispetto a un preciso tasso di interesse, cioè se la somma delle quote capitali senza la quota di interessi risulta minore del fair value (1); se è maggiore del fair value (2).

Il leasing è una forma di contratto vicina alla locazione: si acquista in dotazione un bene in cambio di un canone mensile ed al termine si decide se riscattare il bene oppure no. Inizialmente si paga una maxirata (maxicanone) la cui durata minima è di 4 anni; la proprietà del bene resta del locatore (la società di leas. che acquista il bene e lo fitta all’azienda) sino al riscatto. Tutti i rischi sono a carico del locatario (azienda che prende il bene in leasing) che è tenuto a riconsegnare il bene in buono stato. Il tasso di interesse è minore di quello del mutuo e gli interressi sono compresi nelle rate che si compongono di una quota capitale (riporto del bene) e di una quota interesse.

Parametri: IAS 17 FASB  percentuali Applicazione del principio di prevalenza della sostanza sulla forma (substance over form)

Come si rileva un contratto di leasing?

Il contratto di leasing può essere rilevato secondo due metodi: il primo è quello patrimoniale ed è utilizzato per il leasing operativo; il secondo è quello finanziario ed è utilizzato per il leasing finanziario. Questo per IAS 17; OIC 16, invece, che fino al 2003 non riconosceva nemmeno la distinzione tra i due tipi di leasing, prevede la possibilità di utilizzare sempre il metodo patrimoniale, a patto che nel caso di leasing finanziario siano riportati in nota integrativa gli effetti che si sarebbero avuti se fosse stato usato il metodo finanziario.

  1. Metodo patrimoniale: rappresentazione contabile per leasing operativo

Il leasing viene considerato come una vera e propria locazione, le rate vanno in CE in “costo godimento beni di terzi”, il maxicanone non si ammortizza ma si apre in avere il conto “risconti attivi”, dove va la quota di costo non di competenza dell’esercizio. Le altre rate sono di competenza dell’esercizio. La società di leasing avrà, invece, i canoni di leasing e i risconti passivi nei propri SP e CE.

Contratto di locazione: [LOCATARIO] Canoni  godimento beni di terzi CE; risconto attivo maxicanone Valore attuale del canone  conti d’ordine NB! Il maxicanone non si ammortizza  sul maxicanone devo allora effettuare un risconto attivo (quota di costo non di competenza del periodo, ma con manifestazione finanziaria) Voce B Es: maxicanone 10 : 4 anni = 2 /anno I anno:

risconto attivo 7. costo di competenza 2. II anno: risconto attivo 5. costo di competenza 2. [LOCATORE] Ricavi e proventi 7. Bene  immobilizzazioni materiali

  1. Metodo finanziario: rappresentazione contabile per leasing finanziario

Nel bilancio del locatario va iscritto il fair value (eccezione rispetto alle altre acquisizioni) e iscrivo un debito verso la società di leasing. I canoni si dividono in quota capitale (che va stornata dal debito di una quota pari alla durata del contratto e dunque non necessariamente corrisponde all’ammortamento) e quota interessi (che va nel CE in “oneri finanziari” e va ammortizzata). Il locatore, invece, si comporta come se avesse venduto: rileva a credito e poi storna la quota capitale dal capitale, la quota interesse rappresenta il guadagno della società finanziaria.

NB: nel leasing finanziario iscriviamo il valore fair per l’applicazione del concetto di sostanza sulla forma, cioè anche se il bene non è di proprietà dell’azienda acquisitrice, esso viene iscritto, poiché in fin dei conti con il leas. fin. è come se il bene fosse dell’azienda, ormai è acquistato. Per il leas. fin. il valore fair va nei conti d’ordine, presenti in nota integrativa: sono conti di memoria sotto lo SP, quindi non sono presenti né in CE né in SP.

Contratto di finanziamento [LOCATARIO] Non sono io il proprietario giuridico, ma ho fatto un finanziamento; quindi è come se fosse mio e devo registrare il bene in bilancio. Bene  immobilizzazioni materiali Canoni  quota interessi  CE (negli oneri finanziari); quota capitale  storno debito Amm e riduzioni valore  CE [LOCATORE] Credito v/locatario < debito acquisto Canoni  quota interessi proventi CE; quota capitale e storno credito.

NB! Se interpreto con il leasing finanziario, il ROI peggiora. Se interpretato con il leasing operativo, il ROI migliora, ma si abbassano altri indici.

A seconda delle diverse interpretazioni, esce fuori un diverso reddito operativo. - IAS: Leasing operativo  metodo patrimoniale Leasing finanziario  metodo finanziario - OIC: prevede la possibilità di utilizzare SEMPRE il metodo patrimoniale, ma se si tratta di leasing finanziario all’ultimo punto della nota integrativa devo spiegare quali sarebbero stati gli effetti se fosse stato utilizzato il metodo finanziario.

Leasing finanziario  ROI peggiora

Leasing operativo  ROI migliora, ma peggiorano altri indici

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Appunti economia aziendale ii kunz

Corso: Economia aziendale (00152)

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All’interno di un’azienda vengono svolte due fasi principali: attrazione delle risorse ed utilizzo delle risorse.
L’azienda svolge un processo produttivo: combina input e crea output (circuito della produzione, costituito
da una fase di acquisizione, combinazione e vendita).
Il circuito di attrazione si divide in due circuiti: il circuito di capitale proprio e il circuito di capitale di
prestito. Chi ha portato capitale proprio ha due guadagni: un dividendo (distribuzione dell’utile) ed un
capital gain (guadagno di quota capitale).
Nell’azienda no profit non metto capitale proprio, ma faccio una donazione e non mi aspetto un ritorno; il
circuito produttivo non si autofinanzia (perché non si paga per il servizio reso dall’azienda).
Gli ultimi due conti di mastro sono Stato Patrimoniale e Conto Economico inseriti nel bilancio (il bilancio
serve per l’esterno, per il circuito di attrazione delle risorse e cioè per i finanziatori). L’analisi di bilancio si
fa con indici e per flussi. Il bilancio consolidato è il bilancio dei gruppi (Benetton).
Il bilancio
Il bilancio è un documento di sintesi: è la contabilità generale che conduce al bilancio d’esercizio come
documento di sintesi. Contabilità e bilancio non sono due cose separate: i due schemi contabili del bilancio
SP e CE derivano infatti dalla contabilità. I conti generano due libri (libro giornale e libro mastro); la somma
degli addebitamenti (sezione dare, sinistra) del libro giornale deve essere uguale alla somma degli
addebitamenti del libro mastro. Nel redigere il bilancio è necessario il passaggio dallo Stato Patrimoniale e
Conto Economico di mastro a quello di bilancio, attraverso due fasi: una di valutazione e l’altra di
rappresentazione. L’obiettivo del bilancio è rappresentare il capitale e gli elementi che lo compongono in
maniera istantanea.
Accreditare: scrivo una posta in avere
Accendere un conto: iscrivere l’oggetto del costo (intesto il conto)
Le variazioni finanziarie positive si addebitano (dare, sezione sx). Questo è un postulato, quindi le variazioni
finanziarie negative si accreditano (avere, sezione dx). Il motivo per cui le variazioni economiche negative si
addebitano è perché quelle finanziarie negative si accreditano. Bisogna riportare anche la data ed il conto di
contropartita. I prospetti di reddito e capitale in contabilità si chiamano bilancio di verifica.
Allo SP e al CE si arriva tramite le operazioni di chiusura (si prende conto per conto e si decide se deve
essere chiuso e imputato alla situazione patrimoniale o al conto economico).
Per imputare CASSA allo SP devo fare un articolo di chiusura: prendo il conto di mastro cassa, iscrivo ilo
saldo del conto a destra (nella sezione opposta), ma devo riportare anche il conto di contropartita (SP).
Stato patrimoniale e Conto economico vengono chiusi con il conto utile o perdita.
Dallo SP e CE si arriva al bilancio d’esercizio tramite delle regole: SP e CE, infatti, vengono riclassificati,
ma i valori restano gli stessi.
Principi contabili
Economia Aziendale II

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