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Prima Rivoluzione Industriale

slide del professore integrate con appunti presi a lezione
Anno accademico: 2021/2022
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Università degli Studi di Trento

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PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Processo di innovazione economica che porta il passaggio dall’attività agricola-artigianale all’industria. Questo periodo è caratterizzato da un cambiamento radicale nella produzione, la crescita porta allo spostamento dalle campagne alle città.

La rivoluzione industriale porta ad un mutamento produzione e accentramento, sviluppo tecnologico, macchina a vapore, nuovi modelli organizzativi, aumento della produttività, dal lavoro della campagna alla CITTÀ INDUSTRIALE. Si ha così la prevalenza dell’industria. È un processo che richiede del tempo e non tutti i paesi si “rivoluzionano” nello stesso momento. Caratteristica fondamentale: una serie di innovazioni avvenute, come la macchina al vapore, le conoscenze sulle migliori tecniche lavorative e sui macchinari, porta a realizzare gli opifici che impiegano la forza lavoro e capitale per produrre prodotti standardizzati a costi bassi che soddisfano i bisogni di una popolazione che continua a crescere. Sono importanti a livello sociale, dell’organizzazione complessiva del lavoro, ecc.

Prima Rivoluzione Industriale (1760-1840)

Il settore secondario diventa il settore fondamentale per occupazione e produzione valore aggiunto-> indicatore fondamentale per capire se c’è stata la rivoluzione industriale in un paese. La rivoluzione avviene in Inghilterra e in Europa, porta ad aumentare il potere dell’Europa-> sistema molto più competitivo nel produrre ricchezza.

In Inghilterra perché c’erano materie prime (soprattutto il carbone), posizione geografica, contesto istituzionale favorevole alla libera impresa e il common low che favorisce la creazione di nuove regole.

Cause: Le principali cause della rivoluzione derivano da una notevole crescita della produttività nell’agricoltura che libera manodopera per altre attività e consente ai contadini di aumentare i propri redditi. Si ha un’estensione dei mercati e del commercio internazionale che richiede di sviluppare i prodotti. Infatti l’innovazione tecnologica è la parola trainante di questo periodo, vengono introdotti nuovi macchinari o beni che semplificano lo svolgimento dell’attività produttiva. Tutto ciò porta ad un accumulo notevole dei capitali. L’imprenditore ha un approccio diverso per l’economia e l’innovazione, non ha più “paura” a provare ma capisce che è l'unico modo per emergere sul mercato.

EFFETTI: Gli effetti della rivoluzione sono notevoli, vi è una crescita della produzione e della produttività che porta ad un aumento del PIL pro-capite. E di conseguenza c’è un aumento consistente della demografia; la popolazione inizia a trasferirsi dalle campagne alle città iniziando a maturare un nuovo stile di vita e richiede nuovi modelli di consumo.

Il cambiamento industriale porta al cambiamento anche degli altri settori; lo sviluppo dell’industri metto a disposizione dell’agricoltura nuovi macchinari e fertilizzanti che portano all’aumento della produzione. I trasporti ed il commercio sono

  • La Gran Bretagna come paese guida e «officina del mondo»:
    • Posizione, risorse e istituzioni ;
    • Affermazione del settore industriale: nel 1841 40,5% degli occupati, contro 22,3% in agricoltura; dinamica analoga per il PIL
    • Carbone e macchina a vapore (Thomas Newcomen 1712, James Watt 1769)
    • Specializzazione in tessuti di cotone, siderurgia e meccanica
    • Forte crescita dell’export di prodotti industriali
    • 1851: produce il 70 % dell’acciaio mondiale, il 50 % dei tessuti di cotone realizzati industrialmente, il 40 % di macchinari e attrezzature

GLI IMPRENDITORI NELLA PRIMA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE

Per parlare d’impresa bisogna parlare di imprenditori. Non esiste un modello unico che spieghino da dove arrivino: ci sono diverse provenienze, sfruttano il momento

  • l’importanza della dimensione micro: il ruolo degli attori

  • modelli d’impresa, storie imprenditoriali variegate

  • il vantaggio delle società con una struttura più articolata (GB e Olanda): Inghilterra come dominatrice nella riv ind -> la società inglese e olandese sono più aperte, c’è maggiore mobilità sociale (non c’è eredità del periodo feudale)

  • istituzioni importanti: individualismo, sistema giuridico, brevetti e finanziamenti -> sistema che facilita l’innovazione nel momento in cui introduce la normativa sui brevetti (=chi porta innovazione ha diritti)

  • ma anche la cultura: iniziativa individuale e prestigioso sociale dell’imprenditore -> gli imprenditori cominciano una riconoscibilità sociale e politica, uno status

  • da quali gruppi arrivano gli imprenditori industriali (capitali e competenze):  Artigiani: soggetti che hanno già esperienza specifica, conoscono già il mercato ecc, in sostanza si espandono aggiungendo macchinari. Passa dalla bottega alla fabbrica nel momento in cui investe in più macchinare e nell’estensione dei lavoratori (Wedgwood)  Mercanti (-imprenditori): integrazione a monte e a valle degli imput e degli output (conoscono i mercati di sbocco e i vari oggetti), godono di capitali e vantaggio informativo  Nobili e proprietari terrieri (duca di Bridgewater)  Tecnici innovatori (James Watt, insieme a Bulton): quelli che hanno un’idea innovativa importante e che riescono a tradurla in un’attività imprenditoriale di successo

WEDGWOOD (1800) Parte da una tradizionale bottega che produceva ceramiche e diventa uno dei simboli dell’inglesità. Classe emergente che richiede questo tipo di bene. Non c’è solo la capacità tecnica di realizzare un impianto che produce questi beni con un costo accessibile, ma anche la capacità di conoscere i gusti della società per produrre beni che fossero richieste.

Nobiltà e impresa: il duce di Bridgewater e il suo canale Proprietario di miniere di carbone importanti. Conosciuto come il padre dei canali. Soluzione per ridurre i costi: caricare più carbone su un mezzo di trasporto: usando le vie d’acqua. La sua idea fu quella di realizzare UN CANALE, il quale ha portato al dimezzamento del prezzo del carbone: c’è un taglio decisamente importante.

  • agglomerazione (Manchester), informazioni e imprese “price taker”: alle imprese conviene concentrarsi in certi territori -> facilita la circolazione delle informazioni, dei beni ecc
  • ambiti cruciali: produzione (capacità di trasformare materie prime e semilavorati in prodotti finiti a costi ridotti), commercializzazione del prodotto finito, finanziamento (capacità di avere capitali adeguati)
  • l’estensione dei mercati richiede nuovi attori: agenti e rappresentanti che girano per proporre i prodotti che vengono fatti nelle fabbriche
  • network familiari, ma non basta: specializzazione all’ingrosso e al dettaglio -> spesso il capitale viene accumulato con prestiti all’interno della famiglia.
  • conflitti tra imprenditori e commercianti: imprenditori integrazione verticale a valle per tutela marchio, aprendo dei negozi per avere più visibilità
  • capitale iniziale non enorme, ma comunque una barriera all’ingresso
  • molteplicità canali finanziari: famiglia, cerchie di conoscenti, forme di credito locali
  • mancano istituzioni finanziarie specializzate: autofinanziamento e reinvestimento dei profitti. Una struttura finanziaria di stampo tradizionale

IL SISTEMA DI FABBRICA: ORGANIZZAIZONE E LAVORO

  • il sistema di fabbrica: capitale fisso (immobili, macchine) e circolante (materie prime, semilavorati, salari) combinati per produrre beni standardizzati destinati al mercato

  • un mondo nuovo: concentrazione di manodopera, produzione meccanizzata, energia inanimata

  • distinzione tra unità di consumo e unità di produzione (luoghi di vita e lavoro) -> i luoghi d vita sono a casa, i luoghi di lavoro sono le fabbriche: prima tendevano a coincidere

  • specializzazione (divisione) del lavoro (la fabbrica degli spilli) -> gli operai lavorano in modo più agile e con tempi più ristretti

  • meccanizzazione e lavoro: il lavoratore non è più proprietario dei mezzi di produzione

  • lavoratori specializzati e disciplina di fabbrica: i sindacati ecc arrivano dopo, ma inizia ad esserci una gerarchia, la fabbrica diventa anche ruolo di apprendimento... alcuni operai imparano in fabbrica, escono si mettono in conto proprio e aprono delle attività imprenditoriali.

IL SISTEMA DI FABBRICA: ENERGIA E “DISTRUZIONE CREATRICE”

  • Una rivoluzione energetica: carbone e macchina a vapore

  • Ma continua a lungo il ruolo delle ruote ad acqua: diversificazione e costo/opportunità

  • Fabbriche, canali e corsi d’acqua

  • Il tempo della macchina e il tempo del lavoro

  • Il risultato: prodotti standardizzati, costi ridotti

  • Sistema di fabbrica vs. manifatture tradizionali: competizione sui costi, ma permanenze (fattori culturali, stili di vita)

  • Le difficili condizioni del lavoro di fabbrica

  • fabbrica + case operaie+ambulatori+scuole+chiesa... cose per rendere la vita migliore per i lavoratori. ma queste persone venivano dalla compagna, quindi la loro vita era stata migliorata

  • il “paternalismo industriale”: controllo sui lavoratori, welfare e riproposizione di legami comunitari-> tutto ciò veniva fatto per tenere buoni i lavoratori

  • la borghesia industriale: la classe nuova di imprenditori che nasce sono soggetti inseriti in un contesto all’interno del quale vengono giudicati dagli altri ecc quindi guardano il contesto sociale per migliorare

LA LOGICA DELLA FABBRICA

  • emerge anche l’insoddisfazione degli operai: conflitti sociali, c’è anche un filone religioso importante, sensibilità crescente anche nei cittadini ecc verso le condizioni di vita dei lavoratori -> porta ad una legislazione

  • rivendicazioni e conflitto sociale

  • per certi autori la fabbrica è il luogo d’innovazione e della razionalità. Schumpeter -> fabbrica motore della crescita (ma persistono a lungo vecchie forme organizzative -> artigiani, piccole imprese)

  • più beni a prezzi più bassi, più redditi anche per i lavoratori rispetto a quando erano contadini, più innovazione

  • per altri lavoratori sfruttamento -> interpretazione marxista: fabbrica come luogo dello sfruttamento e del disciplinamento sociale del proletariato => la realtà delle cose sta nel mezzo di queste due cose

  • fabbrica – divisione del lavoro – crescita produttività: interventi su tecnologia, marketing per vendere questi prodotti, finanzia e organizzazione che impongono sempre più conoscenze specifiche e formalizzate -> le funzioni tipiche dell’impresa cominciano ad essere sempre più articolate e specifiche

  • la fabbrica è la protagonista dello sviluppo economico, è il luogo da cui nasce lo sviluppo economico moderno

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produzione, la crescita porta allo spostamento dalle campagne
alle città.
La rivoluzione industriale porta ad un mutamento produzione e
accentramento, sviluppo tecnologico, macchina a vapore, nuovi
modelli organizzativi, aumento della produttività, dal lavoro della
campagna alla CITTÀ INDUSTRIALE.
Si ha così la prevalenza dell’industria. È un processo che richiede
del tempo e non tutti i paesi si “rivoluzionano” nello stesso
momento.
Caratteristica fondamentale: una serie di innovazioni avvenute,
come la macchina al vapore, le conoscenze sulle migliori tecniche
lavorative e sui macchinari, porta a realizzare gli opifici che
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Prima Rivoluzione Industriale (1760-1840)
Il settore secondario diventa il settore fondamentale per
occupazione e produzione valore aggiunto-> indicatore
fondamentale per capire se c’è stata la rivoluzione industriale in
un paese. La rivoluzione avviene in Inghilterra e in Europa, porta
ad aumentare il potere dell’Europa-> sistema molto più
competitivo nel produrre ricchezza.

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