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Storia contemporanea (10050)

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LA PRIMA GUERRA MONDIALE (1914 - 1918)

1914

Nonostante agli inizi del 1914 il predominio dell’Europa su gran parte del mondo fosse ancora indiscusso, l’evoluzione politica e lo sviluppo industriale nel campo tecnologico e negli scambi commerciali non bastarono a spegnere i conflitti interni a ogni singolo paese e a far sparire le tensioni politiche tra:

  • l’Austri Ungheria e la Russia per il controllo dei Balcani;

  • la Francia e la Germania per i territori dell’Alsazia e la Lorena;

  • Gran Bretagna e la Germania per la corsa agli armamenti navali;

La guerra era dunque nell’aria ma non tutti la temevano come il peggiore dei mali. Se le minoranze pacifiste si mobilitavano per impedirne lo scoppio, se i socialisti di tutti i paesi la condannavano in nome degli ideali internazionalisti, le classi dirigenti e le opinioni pubbliche nazionali la concepivano come un dovere patriottico o addirittura la invocavano come un evento liberatorio. Per molti giovani alla ricerca di nuove esperienze e di nuove emozioni la guerra si presentava come la grande occasione per uscire da una mediocre realtà quotidiana.

Il casus belli che provoca l’inizio della guerra è l’assassinio dell’arciduca austriaco Francesco Ferdinando il 28 giugno 1914 a Sarajevo per mano di uno studente bosniaco di nome Gavrilo Princip.

Un mese più tardi l’Austria inviò un ultimatum alla Serbia che accettò solo in parte rifiutando la presenza di funzionari austriaci a indagare sull’attentato consapevole dell’appoggio della Russia;

28 luglio 1914: l’Austria dichiara guerra alla Serbia.

31 luglio 1914: la Germania dichiara guerra alla Russia per il rifiuto all’ultimatum che prevedeva la sospensione dei preparativi bellici.

1° agosto 1914: la Francia, alleata della Russia, mobilita le forze armate.

3 agosto 1914: la Germania dichiara guerra alla Francia

La guerra che scoppia nell’agosto del 1914 pone le potenze dell’Intesa (Francia, Regno Unito e Russia, alleate alla Serbia) contro gli Imperi Centrali (Germania, Austro Ungheria e Impero Ottomano).

Nella fase iniziale gli stati maggiori dei vari eserciti sono convinti di riuscire a concludere la guerra in poco tempo attaccando direttamente contro le linee nemiche.

L’iniziativa più importante viene presa dall’esercito tedesco che occupa il Belgio, paese neutrale, per attraversarlo e attaccare la

Francia. Attuando le direttive del “piano Schlieffen”, basato

sulla rapidità dell’attacco, l’esercito tedesco riuscì ad attaccare

da una posizione di vantaggio arrivando quasi a Parigi, furono

però bloccati dalla controffensiva francese.

Il fronte si stabilisce a Verdun fino alla fine della guerra.

Sul fronte orientale, i tedeschi riuscirono a bloccare i russi con le vittorie di Tannenberg e dei Laghi Masuri, spingendo il fronte verso la Polonia.

In questo quadro la natura della guerra cambia radicalmente: si passa da una <guerra di movimento> dinamica e basata sull’attacco, si passa a una <guerra di trincea>.

1915

Un problema vitale per entrambi gli schieramenti era l’atteggiamento dei paesi che in un primo momento erano rimasti estranei al conflitto e che temevano di veder sacrificate le loro ambizioni.

Perché l’Italia non entrò in guerra?

La ragione ufficiale è che la Triplice Alleanza ha un carattere difensivo e non offensivo e poiché l’Austria non è stata attaccata ma ha attaccato, l’Italia non si sente in dovere di intervenire.

-Gli interventisti liberali rappresentati dal giornale “Corriere della Sera” di Luigi Albertini, e più tardi dallo stesso Salandra, vedevano nella guerra la possibilità di varare una politica più antisocialista e antisindacale;

-I nazionalisti erano decisi a far sì che l’Italia potesse affermare

la sua vocazione di grande potenza imperialista.

Il presidente del Consiglio Salandra e il Ministro degli Esteri

avviano trattative segrete con i diplomatici di entrambi gli

schieramenti combattenti; l’offerta migliore arriva dall’Intesa:

in caso di intervento e vittoria, l’Italia avrebbe oltre al Trentino

e Friuli il protettorato sull’Albania, la Dalmazia, il Tirolo

meridionale fino al Brennero, l’Istria e la provincia turca di

Antalia.

 Queste promesse vengono formalizzate in un accordo

segreto firmato a Londra da Salandra e Sonnino il 26 aprile

1915 = Patto di Londra

Dopo l’approvazione in Parlamento il governo presenta la

dichiarazione di guerra all’Austri-Ungheria la sera del 23

maggio.

L’Italia entra ufficialmente in guerra il 24 maggio 1915,

il comando dell’esercito italiano è affidato al generale Luigi

Cadorna. Adesso è alleata all’Intesa (Francia, Gran Bretagna,

Russia).

1915-

Fronte italiano

Le forze austro-ungariche si schierarono sulle posizioni difensive più favorevoli ovvero lungo il corso dell’Isonzo e sulle alture del Carso. Le truppe italiane comandate dal generale Luigi Cadorna sferrarono quattro sanguinose offensive (le prime quattro “battaglie dell’Isonzo”) senza cogliere alcun successo.

Nel giugno 1916 furono gli austriaci a lanciare un improvviso attacco (che fu chiamato significativamente Strafexpedition, ossia “spedizione punitiva” contro l’antico alleato ritenuto colpevole di tradimento), tentando di penetrare dal Trentino nella pianura veneta e di spezzare in due lo schieramento italiano. L’offensiva fu faticosamente arrestata. Con le altre battaglie sull’Isonzo ci fu la presa di Gorizia in agosto.

Il governo Salandra, per il contraccolpo psicologico suscitato nel paese, deve dimettersi ed è sostituito da un nuovo governo di coalizione nazionale presieduto da Paolo Boselli (ci sono anche i cattolici, l’unico partito all’opposizione è il Psi).

Fronte francese

Sul fronte francese la situazione è analoga: l’offensiva scatenata dai tedeschi contro la piazzaforte di Verdun nel 1916 causa un altro massacro che non porta a nessun risultato decisivo. Gli inglesi e i francesi risposero con un contrattacco sul fiume Somme ma anche questa mossa non produsse risultati.

Fronte Orientale

Sul fronte orientale i tedeschi sconfiggono i russi occupando la Polonia, mentre l’esercito austro-ungarico occupa definitivamente la Serbia.

Nell’area sud-orientale una spedizione franco-inglese cerca di sbarcare a Gallipoli per bloccare gli approvvigionamenti e le possibilità di movimento delle truppe dell’Impero Ottomano; l’idea era buona ma irrealizzabile dato che le truppe ottomane erano appostate già da molti mesi sulle colline dove sbarca la spedizione costretta quindi a evacuare.

Sul mare, i tedeschi danno inizio a una vera e propria guerra corsara: l’obiettivo dell’ammiraglio tedesco era indebolire le flotte da guerra dei nemici e rendere difficile il traffico mercantile che portava le materie prime e i beni alimentari ai porti britannici.

Tra dicembre 1914 e i primi mesi del 1915: La Marina Britannica, riorganizzatasi, riesca a localizzare e di conseguenza affondare o

Il primo conflitto mondiale fu dunque segnato dall’uso di strumenti bellici come le mitragliatrici, nuova fu l’apparizione delle armi chimiche: proiettili esplosivi che, lanciati sulle trincee nemiche, sprigionavano gas tossici letali. Altro protagonista della guerra fu il carro armato un autocarro munito di mitragliatrice e al posto delle ruote aveva i cingoli per potersi spostare su qualsiasi terreno (usato per primi dagli Inglesi). E gli aerei, costruiti in gran numero nel corso della guerra, furono usati soprattutto per la ricognizione.

Fra le nuove macchine belliche sperimentate in questi anni, una sola influì in modo significativo sul corso della guerra: il sottomarino. Furono soprattutto i tedeschi a servirsene. Il perfezionamento delle telecomunicazioni, via radio o via filo, permise di coordinare meglio i movimenti delle truppe.

1917-

Nel gennaio 1917: l’Ammiragliato tedesco autorizza il rilancio della guerra sottomarina affondando così un gran numero di navi; molte di quelle navi erano americane e la ripresa della guerra suscita la reazione del Governo degli Stati Uniti.

Aprile 1917: Gli Stati Uniti dichiarano guerra alla Germania e a tutti i suoi alleati. L’ingresso in guerra è sostenuto dal presidente Woodrow Wilson che insiste sulle barbarie dell’esercito tedesco, sulla necessità di difendere la democrazia parlamentare e soprattutto sulla tutela degli interessi economici nordamericani in Europa.

Primavera 1918: Gli stati uniti entrano ufficialmente in guerra. L’esercito statunitense era formato inizialmente solo da volontari ma essendo questi ultimi pochi venne istituita la leva obbligatoria riunendo così abbastanza uomini che però avevano bisogno di essere addestrati.

Nel corso dell’inverno 1916-1917, sui diversi fronti di battaglia europei si è diffusa una grande stanchezza fisica e psicologica che porta a scioperi e a casi di ammutinamento al fronte.

25 Febbraio 1917: Prima Rivoluzione in Russia che conduce all’abdicazione dello zar e alla nomina di un governo provvisorio che opta per il continuo della guerra.

25 Ottobre 1917: la scelta di continuare la guerra provoca la Seconda Rivoluzione (Bolscevica) in Russia, guidata dalla frazione bolscevica del Partito Socialista a conclusione della quale viene istituita la Repubblica Socialista e viene firmato un trattato di pace (a esclusione della Germania) siglato a Brest-Litovsk il 3 Marzo 1918. Crolla il fronte russo.

- Anche per l’Italia il 1917 fu l’anno più difficile della guerra. Fra

maggio e settembre Cadorna ordinò una nuova serie di

offensive sull’Isonzo, con risultati modesti e costi umani ancora

più pesanti che in passato. Intanto fra la popolazione civile si

moltiplicavano i segni di malcontento per i disagi causati

dall’aumento dei prezzi e dalla carenza di generi alimentari.

L’unico vero episodio insurrezionale si verificò a Torino fra il 22

e il 26 agosto, quando una protesta originata dalla mancanza di

pane si trasformò in una autentica sommossa, con forte

partecipazione operaia.

24 ottobre 1917: Disfatta di Caporetto. Il crollo del fronte russo permise alle truppe austro-ungariche, sostenute dai tedeschi, di tentare uno sfondamento del fronte italiano nei pressi del villaggio di caporetto, in Friuli; il fronte non regge e viene predisposta la ritirata. Gli austro-tedeschi riescono a occupare gran parte del Veneto finchè non vengono fermati dall’esercito italiano che si è riorganizzato sul fiume Piave. Lo sfondamento è avvenuto ma non è stato decisivo.

L’11 novembre 1918 i rappresentanti del nuovo governo tedesco firmano l’armistizio con i rappresentanti dell’Intesa a Rethondes. FINISCE LA GUERRA.

Nella fase finale della guerra, per scongiurare la minaccia di

una diffusione del modello rivoluzionario bolscevico, gli Stati

dell’Intesa accentuarono il carattere ideologico dello scontro,

presentandolo sempre più come una crociata della democrazia

contro l’autoritarismo. Questa concezione della guerra trovò il

suo interprete più autorevole nel presidente americano

Woodrow Wilson. Nel gennaio 1918 Wilson precisò le linee

ispiratrici della sua politica in un programma di pace in

14 punti. Oltre a formulare una serie di proposte concrete

circa il nuovo assetto europeo da costruire nel rispetto del

principio di nazionalità, il presidente americano proponeva:

1. l’abolizione della diplomazia segreta

2. il ripristino della libertà di navigazione

3. la soppressione delle barriere doganali

4. la riduzione degli armamenti.

Nell’ultimo punto si prospettava infine l’istituzione di un nuovo

organismo internazionale, la Società delle Nazioni, per

assicurare il rispetto delle norme di convivenza fra i popoli.

Fondamento di tutto doveva essere la realizzazione di una <pace senza vincitori> senza rivalse vendicative da parte di chi ha effettivamente vinto, una pace in grado di garantire un dopoguerra senza odio e risentimenti. Ma i francesi e i britannici volevano punire la Germania ritenuta l’unica vera causa della guerra mentre i delegati italiani volevano incassare ciò che prevedeva il patto di Londra.

CONSEGUENZE GEOPOLITICHE DELLA GUERRA

Dissoluzione di 4 imperi:

  1. Impero russo, la Russia è diventata una Repubblica socialista

  2. Impero tedesco non esiste più e la Germania è diventata una Repubblica democratica

  3. l’Impero austro-ungarico crolla e dalle ceneri nascono due nuovi stati repubblicani: da un lato l’Austria con capitale Vienna e dall’altro lato, l’Ungheria con capitale Budapest.

  4. L’Impero Ottomano crolla a causa della ribellione di tutta l’area araba. IMMIGRAZIONE DI EBREI CHE RIVENDICANO ANCH’ESSI UNO STATO PROPRIO IN PALESTINA

“DICHIARAZIONE BALFOUR 1917”: LA GRAN BRETAGNA DA’ IL SUO APPOGGIO ALL’IMMIGRAZIONE EBRAICA IN PALESTINA

  • 18 gennaio 1919: conferenza di pace di Versailles, qui i rappresentanti delle quattro grandi potenze (Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Italia) si riunirono per ridisegnare la carta politica dell’Europa sconvolta dal crollo dei 4 imperi. I paesi vinti sono esclusi dalle trattative e devono accettare i trattati imposti dai vincitori.

28 giugno 1918: trattato di Versailles  Era un’imposizione punitiva alla Germania sotto minaccia del blocco economico e dell’occupazione militare.

- la Germania dovette impegnarsi a rifondere ai vincitori, a

titolo di riparazione, i danni subiti in conseguenza del conflitto.

Fu inoltre costretta ad abolire il servizio di leva, a rinunciare

alla marina da guerra, a ridurre la consistenza del proprio

esercito.

- la Francia ottenne l’Alsazia e Lorena e una serie di

risarcimenti da parte della Germania.

-l’Italia ottenne le terre irredente (Trento Trieste) e l’Istria ma

non la Dalmazia.

-Il Regno Unito ottenne risarcimenti e colonie tedesche.

stato incoronato dall’Assemblea Costituente che però non c’era e quindi la sua risposta viene presa come una rinuncia.

Dopo l’abdicazione dello zar, il 17 marzo, si formò nella capitale un governo provvisorio che aveva l’obiettivo dichiarato di continuare la guerra a fianco dell’Intesa e di promuovere nel contempo la modernizzazione, politica ed economica, del paese.

L’insoddisfazione della città è raccolta dai soviet, comitati di operai e di soldati con varie opinioni politiche ma con l’obiettivo di respingere l’idea di un’autorità centrale, era favorevole a un diffuso potere dal basso e, soprattutto, voleva porre fine alla guerra.

Il soviet di Pietrogrado , il più importante, agiva come una specie di parlamento proletario, spesso in contrasto con le disposizioni del governo.

Il soviet è guidato dai dirigenti socialisti menscevichi mentre i bolscevichi hanno una minore influenza.

Questa era la situazione che Lenin, leader dei bolscevichi, trovò al suo rientro in Russia dopo il suo esilio volontario in Svizzera. Il viaggio fu reso possibile grazie alla copertura delle autorità tedesche che conoscevano le idee di Lenin sulla guerra e speravano di far accelerare l’uscita della Russia dal conflitto.

4 aprile: Lenin in un discorso ai social democratici espone le sue posizioni che saranno pubblicate dal giornale bolscevico Pravda (verità) sotto il titolo di Tesi d’aprile.

Nelle Tesi di aprile Lenin delinea un programma semplice e radicale che prevedeva:

  • Il rovesciamento del governo provvisorio e il potere in mano ai soviet ai quali partecipano solo operai, braccianti e contadini

  • L’uscita della Russia dal conflitto

  • Nazionalizzazione di tutte le proprietà terriere

Queste linee d’azione allontanano Lenin e i bolscevichi dagli altri raggruppamenti socialisti; i menscevichi, i social democratici e i social rivoluzionari decidono di supportare un nuovo governo provvisorio presieduto dal presidente Principe L’vov e di continuare la guerra.

Nel frattempo, nel soviet di Pietrogrado, i bolscevichi con il loro slogan <Pace, Terra e pane!> iniziando ad avere molti seguaci e Lenin sta organizzando una forza paramilitare bolscevica chiamata Guardie Rosse a cui hanno consegnato armi e munizioni.

Il Ministro della Guerra del secondo governo è Alexander Kerenskij, un social rivoluzionario che in accordo con gli altri membri del governo, afferma che una vittoria militare è quello che serve alla Russia. L’offensiva contro gli Austriaci in Galizia si rivela disastrosa, l’esercito russo è disfatto e la situazione interna è degenerata:

  1. Un mal contento si riscontra a Pietrogrado, una rivolta popolare che cerca di bloccare la partenza dell’esercito per il fronte; il tentativo fallisce perché sono stati bloccati dai soldati fedeli al governo.

Il presidente L’vov si dimette ed è sostituito dallo stesso Kerenskij che approfitta della situazione per far arrestare tutti i principali capi bolscevichi, Lenin però riesce a scappare.

  1. Il generale Lavr Kornilov, nominato da Kernskij capo dell’esercito, tentò un colpo di stato marciando con un corpo di soldati verso Pietrogrado; Krensky riesce a bloccarlo grazie all’aiuto dei capi bolscevichi amnistiati che però sfruttano questa situazione per potenziare le proprie Guardie Rosse.

La propagandistica del governo riesce a far cambiare idea alle truppe di Kornilov che invece di combattere si disperderanno favorendo al governo l’arresto di Kornilov.

I Bolscevichi avendo contribuito alla cattura di Kornilov sono visti come i salvatori della Rivoluzione e decidono quindi, durante l’autunno che è giunto il momento di agire:

masse stesse si sarebbero autogovernate secondo i princìpi di

democrazia diretta sperimentati nei soviet>.

Tuttavia, se era stato relativamente facile per i bolscevichi

impadronirsi del potere centrale, molto difficile si presentava il

compito di gestire e amministrare un paese immenso, di

governare una società tanto complessa quanto arretrata e di

affrontare i problemi ereditati dalla guerra.

L’ipotesi su cui puntavano i bolscevichi di una una pace equa,

“senza annessioni e senza indennità” non si realizzò; i capi

rivoluzionari, che non potevano deludere le attese di pace da

loro stessi incoraggiate, si trovarono a dover trattare un

armistizio che poneva fine alle ostilità e successivamente firmò

con gli Imperi Centrali, il 3 marzo 1918, la pace di Brest-

Litovsk.

La Russia rivoluzionaria dovette accettare tutte le durissime

condizioni imposte da Germania e Austria-Ungheria; la

Finlandia, le Regioni baltiche, la Polonia e l’Ucraina erano

adesso sotto il controllo delle truppe tedesche.

Essendo Pietrogrado pericolosamente vicino al nuovo confine,

la capitale viene spostata a Mosca.

Primavera 1918: nasce il Partito Comunista

All’ombra di tutto ciò iniziano a formarsi armate

controrivoluzionarie denominate Armate Bianche che

supportano il restauro del potere dello zar e sono determinate

ad attaccare militarmente lo Stato rivoluzionario russo. Inizia la

guerra civile.

Le potenze dell’Intesa, ancora impegnate contro gli Imperi

centrali e preoccupate di un possibile contagio rivoluzionario,

considerarono la pace un tradimento e cominciarono ad

appoggiare le forze antibolsceviche.

A Nord  nei pressi di Murmansk, è sbarcato un corpo di

spedizione franco-inglese che vuole evitare un’avanzata dei

tedeschi;

A Est i cecoslovacchi prigionieri in Siberia sono stati liberati e

hanno formato una Legione che doveva raggiungere le truppe

dell’Intesa lungo la linea transiberiana; lo zar e la sua famiglia

saranno giustiziati;

A Sud-ovest  in Ucraina, si formano truppe nazionaliste che

appoggiate dall’esercito tedesco rivendicano l’indipendenza

dell’area e attaccano le armate bolsceviche;

Trotskij reagisce organizzando l’Armata Rossa, l’esercito

rivoluzionario composto prevalentemente da volontari, donne e

ufficiali ex zaristi addestrati secondo un modulo rigido ma con il

senno di poi molto efficace.

Le Armate bianche si rivelano inefficaci e deboli perché non

hanno un comando unificato, sono distanti tra loro e il rifiuto

dell’indipendenza per la Finlandia, Estonia, Lettonia, Lituania in

nome della fedeltà all’Impero zarista, li priva dell’aiuto di un

aiuto fondamentale.

Nel 1920 la guerra civile sta per terminare ma non prima di

aver bloccato l’attacco polacco acconsentendo nel 1921 a una

pace che assegnava alla Polonia parti della Bielorussia e

dell’Ucraina. Quello stesso

anno l’Armata Rossa riprende la Crimea, il Caucaso e altre zone

al confine con la Persia e Afghanistan, ricomponendo così il

territorio del vecchio Impero zarista.

La Finlandia, l’Estonia, la Lituania e la Lettonia diventano Stati

Indipendenti.

Quando i comunisti presero il potere, l’economia russa era in

gravi condizioni e si finì con il ritornare al sistema del baratto.

Il governo bolscevico cercò di attuare una politica autoritaria

definita comunismo di guerra:

organi direttivi principali sono il Segretario generale e il

Comitato centrale.

Questione sociale  i comunisti russi miravano a cambiare

anche la società cancellando i vecchi valori e creando una

nuova cultura sulla base di due direzioni:

1 contro la chiesa ortodossa:

 la scristianizzazione del paese fu condotta con molta

durezza  i valori morali riconosciuti dal governo

erano il matrimonio civile, il divorzio, l’aborto, favorì la

parità dei sessi e la liberalizzazione dei costumi

2’educazione della gioventù:

 istruzione obbligatoria fino a 15 anni

 innovazione nei metodi di insegnamento e la materia

favorita è l’istruzione tecnica

 fu introdotta la dottrina marxista

 incoraggiamento dell’iscrizione giovanile del partito

Lenin, indiscusso capo del Partito Comunista e dirigente della

Rivoluzione, viene colpito da un ictus che ne riduce l’attività e a

seguito di altre due crisi le sue condizioni di salute si

aggravano e il 21 gennaio 1924 muore.

1922: lo Stato cambia nome e si forma l’Unione delle

Repubbliche Socialiste Sovietiche (Urss) aggregando i

territori conquistati durante la guerra civile.

Il Segretario generale in quel periodo è dunque Stalin

personalmente scelto da Lenin che però prima di morire scrive

nel suo <testamento politico> di voler sollevare Stalin

dall’incarico perché ritenuto una persona brutale, autoritario ed

incline ad un nazionalismo russo eccessivo.

Il testamento viene dato ai dirigenti del Partito comunista, tra

cui Stalin, che dopo aver preso visione del contenuto decide di

non renderlo pubblico dato che Lenin attaccava tutti i maggiori

dirigenti del partito. Il testamento non viene rispettato.

Gli scontri all’interno del partito, per chi dovesse ricoprire il

ruolo guida, si fecero sempre più aspri.

Il più rilevante riguardava quello tra Trotskij e Stalin sul

problema della burocratizzazione del partito:

Trotskij  riteneva che l’Urss dovesse accelerare i ritmi di

industrializzazione e favorire il processo rivoluzionario

nell’Occidente capitalistico = tesi della rivoluzione permanente.

Stalin  riteneva l’Urss capace di fronteggiare da sola l’ostilità

del mondo capitalista = teoria del socialismo in un solo paese.

L’idea di Stalin fu condivisa dalle altre potenze europee e

Trotskij fu emarginato.

Nel 1927 Stalin diventa il principale dirigente del Partito e

quindi dell’Unione Sovietica; mostra come in una struttura a

partito unico non possano esserci opposizioni esterne e

soprattutto interne.

La nuova fase vide crescere il potere di Stalin e il suo tentativo

di portare l’Urss alla condizione di grande potenza industriale e

militare.

PRIMO DOPOGUERRA IN EUROPA

DOPOGUERRA= vuol dire tutto ciò che era legato a una serie di problematiche che derivavano dalla Prima Guerra Mondiale, primi dei ‘900 che ha un grande impatto sulle società.

La guerra finisce ma non l’impatto della guerra.

FRANCESCO SAVERIO NITTI= era un esponente della classe dirigente italiana, fu molte volte ministro e due volte presidente del Consiglio; fu anche uno dei membri della delegazione italiana a Versailles dove furono stipulati i principi del Trattato di Pace. Dopo questa esperienza del 1919, Nitti pubblica 3 scritti:

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LA PRIMA GUERRA MONDIALE (1914 - 1918)
1914
Nonostante agli inizi del 1914 il predominio dell’Europa su gran
parte del mondo fosse ancora indiscusso, l’evoluzione politica e lo
sviluppo industriale nel campo tecnologico e negli scambi
commerciali non bastarono a spegnere i conflitti interni a ogni
singolo paese e a far sparire le tensioni politiche tra:
- l’Austri Ungheria e la Russia per il controllo dei Balcani;
- la Francia e la Germania per i territori dell’Alsazia e la Lorena;
- Gran Bretagna e la Germania per la corsa agli armamenti navali;
La guerra era dunque nell’aria ma non tutti la temevano come il
peggiore dei mali. Se le minoranze pacifiste si mobilitavano per
impedirne lo scoppio, se i socialisti di tutti i paesi la condannavano
in nome degli ideali internazionalisti, le classi dirigenti e le opinioni
pubbliche nazionali la concepivano come un dovere patriottico o
addirittura la invocavano come un evento liberatorio. Per molti
giovani alla ricerca di nuove esperienze e di nuove emozioni la
guerra si presentava come la grande occasione per uscire da una
mediocre realtà quotidiana.
Il casus belli che provoca l’inizio della guerra è l’assassinio
dell’arciduca austriaco Francesco Ferdinando il 28 giugno 1914 a
Sarajevo per mano di uno studente bosniaco di nome Gavrilo
Princip.
Un mese più tardi l’Austria inviò un ultimatum alla Serbia che
accettò solo in parte rifiutando la presenza di funzionari austriaci a
indagare sull’attentato consapevole dell’appoggio della Russia;
28 luglio 1914: l’Austria dichiara guerra alla Serbia.
31 luglio 1914: la Germania dichiara guerra alla Russia per il rifiuto
all’ultimatum che prevedeva la sospensione dei preparativi bellici.