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Studio del Midollo osseo
Corso: Anatomia patologica (00031)
9 Documenti
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Università: Università di Bologna
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Studio del Midollo osseo, in cito- ed istologia.
Colorazioni
In citologia: May Grunwald Giemsa, Reazione di Perls per lo studio dei depositi marziali, in tutti i casi di
anemia e nelle sospette mielodisplasie; in realtà il dosaggio della ferritinemia plasmatica è indice molto più
fedele dei depositi marziali; tuttavia tale colorazione è indispensabile per evidenziare i sideroblasti ad
anello (nelle forme tossico-carenziali, displastiche e congenite).
Nella definizione diagnostica delle leucemie acute, oltre alla descrizione morfologica (Blasti agranulati?
Blasti con bastoncini di Auer? Promonociti atipici? Promielociti atipici?) si ricorre di volta in volta ad
alcune reazioni citochimiche: SUDAN Black B per la linea mieloide; alfa naftil butirrato esterasi per la
linea monocitica; PAS per la linea linfoblastica: in quest’ultimo caso, poi, è di maggior importanza
l’immunocitofluorimetria, così come nei casi di LMA senza segni di differenziazione (M0).
In istologia: Ematossilina Eosina e Giemsa come colorazioni di routine in tutti i casi.
Impregnazione argentina sec. Gomori per il reticolo argentofilo nei casi di mielodisplasie, malattie
mieloproliferative croniche e tricoleucemie.
Reazioni immunoistochimiche di uso routinario: CD 138, anti catene kappa e anti catene lambda nello
studio delle gammopatie monoclonali; Ag pan B eT linfocitari (CD20, CD79a, CD23, CD3, CD5; CD4,
CD8, CD30, CD56, CD57) per la definizione delle popolazioni linfocitarie e nella stadiazione dei linfomi;
CD34, MPO, CD61, CD117, CD68 nelle emopatie mieloidi.
Principali casistiche di cui ho iniziato a fare esperienza.
Studio delle gammopatie monoclonali
Nel mieloaspirato si valuta la mielopoiesi ma, soprattutto, si fa un conteggio il più preciso possibile della
quota plasmacellulare. In particolare: normale se <5%; tra 5% e 10% sono i cosiddetti quadri delle
gammopatie a maggior rischio evolutivo; >10% già ci si trova nel range della discrasia plasmacellulare
evolutiva. Il dato va tuttavia confrontato con l’assetto immunoglobulinico: talora, infatti, la componente
monoclonale è minima ed associata ad un incremento policlonale delle immunoglobuline.
In citologia si possono definire eventuali alterazioni morfologiche delle plasmacellule.
In istologia, in colorazione convenzionale (EE e Giemsa) non è facile fare un conteggio, a meno che
l’infiltrazione midollare non sia molto estesa. Tuttavia, con lo studio immunoistochimico (CD138 per
quantificare le plasmacellule; anti catene kappa e lambda per valutare il loro rapporto) si riesce a fornire un
dato più preciso (nel m.m. conclamato il rapporto kappa/lambda è >15/1). La nostra esperienza concorda
con i dati riferiti da altri AA che, nel confronto tra le due modalità di esame, cito- ed istologico, ritengono
quest’ultimo più affidabile.
Definizione di casi di anemia
Nella maggior parte dei casi di anemia l’esame del midollo è pleonastico, in quanto l’assetto di laboratorio
complessivo e lo studio del sangue periferico dovrebbero orientare verso la diagnosi. In particolare la conta
reticolocitaria è già espressione della capacità proliferativa della serie eritropoietica midollare. E così, nei
casi di anemia emolitica (definita dal consumo di aptoglobina, dall’elevazione delle LDH, dalla reticolocitosi
e dalla morfologia eritrocitaria) è ovvio aspettarsi una iperplasia eritropoietica.
Nei casi di anemia microcitica è soprattutto l’assetto del ferro (ed eventualmente l’elettroforesi
dell’emoglobina) ad orientare. Si diceva in precedenza che l’anemia macromegaloblastica si può felicemente
diagnosticare su di uno striscio periferico.
L’anemia da disordine cronico viene svelata dal particolare assetto marziale e, eventualmente, da patologie
note a cui può accompagnarsi.
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