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Psicologia della bellezza

riassunto dettagliato del libro di Leonardo Corazza;
Corso

Psicologia generale II (01231)

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Anno accademico: 2014/2015
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CAPITOLO UNO: E’ BELLO CIO’ CHE E’ BELLO

Concordanza nei giudizi di bellezza “Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace” è un luogo comune diffusissimo che viene tramandato di generazione in generazione e che alla fine viene considerato corrispondente al vero. Tradotto, questo motto significa che le persone hanno idee diverse su ciò che è bello e che se potessero scegliere tutti sceglierebbero persone diverse. Tuttavia tutte queste affermazioni si sono rivelate in larga misura false. Confrontando i dati di più di un centinaio di studi, in cui a gruppi di soggettivi di età e provenienza geografica diversa, veniva chiesto di valutare la bellezza dei volti si è visto che vi era una concordanza molto alta nei giudizi di ciò che era “bello”. Il grado di concordanza dato da individui appartenenti alla stessa cultura è risultato in media di 0,90 che tradotto dalla statistica significa una concordanza quasi totale. I giudizi di bellezza concordano non solo negli adolescenti o negli adulti ma anche nei bambini i quali, si è dimostrato, sono in grado di giudicare il grado di bellezza dei volti già a pochi anni d’età.

La bellezza secondo i neonati I neonati sono in grado di discriminare tra persone più o meno belle volgendo lo sguardo preferibilmente e per un tempo maggiore su quelle più attraenti. In una ricerca realizzata da Slater et al. (98) ai neonati di età compresa tra le 14 e 151 ore, privi quindi di qualsiasi influenza socioculturale, venivano mostrate le fotografie di 16 volti di donne bianche, metà delle quali erano state giudicate, precedentemente, da osservatori adulti attraenti e l’altra metà non attraenti. Le foto venivano mostrate in coppia ( un volto attraente con uno non attraente). Il criterio utilizzato per valutare il giudizio positivo dei neonati era il tempo di fissazione, cioè il tempo trascorso a fissare ciascun volto. I risultati hanno mostrato una preferenza maggiore per i volti attraenti con un maggior tempo di fissazione ( 61,5% del tempo totale contro il 38,5 dei non attraenti). Quindi bambini e adulti presentano metri di giudizio simili. Nell’insieme questi rsultati fanno quindi presupporre l’esistenza di standard di bellezza non appresi. Altri esperimenti, come quelli di R. Henss hanno riportato risultati simili. Ciò dimostra che i giudizi sulla bellezza delle persone non sono influenzati dal contesto.

Le veneri preistoriche Alcuni criticano l’attività di voler studiare la bellezza perché, sostengono, essa è da sempre stata influenzata dalle varie epoche storiche. In particolare questi critici portano come esempio la Venere di Willendford, una statuetta preistorica che raffigura una donna evidentemente in sovrappeso le cui misure sono 240-213-240. Sembra sensato concludere che in que periodi l’ideale femminile fosse quello di donne in sovrappeso, tuttavia questa statuetta non deve trarci in inganno. L’errore che viene spesso fatto è quello di attribuire un carattere estetico e di bellezza alla donna rappresentata, invece questo potrebbe essere stato un tentativo di riproduzione di una donna patologicamente obesa; di fatto un’obesità patologica viene ritenuta sgradevole e contraria alla percezione di bellezza in tutte le culture e periodo storici.

CAPITOLO DUE: GEOMETRIA DELLA BELLEZZA

Canoni estetici di bellezza Fin dall’antichità si è cercato di individuare i criteri che possono definire la bellezza. In particolare fu la cultura greca a porre l’accento sui canoni estetici intesi come rapporti geometrici tra i vari elementi fisiognomici. Gli scultori Policleto e Fidia definirono un canone di bellezza derivato dall’utilizzo della cosiddetta “sezione aurea”. I rapporti aurei che si aggirano intorno a 0,618 e 1,618 sono esteticamente molto gradevoli e vengono percepiti come attraenti. Un bel viso rispetta i rapporti aurei, il formato classico delle fotografie si avvicina al rapporto aureo, nelle arti figurative la sezione aurea si traduce nella “regola dei terzi”, perfino le tessere magnetiche che ci passano ogni giorno tra le mani, come carte di credito e bancomat, sono anch’esse dimensionate su un rapporto aureo. Questa geometrizzazione delle proporzioni ideali è nata, ma non si è esaurita con la cultura greca. E’ celeberrima la rappresentazione di Leonardo Da Vinci che iscrive il corpo umano all’interno di un cerchio e di un quadrato.

Gli effetti della simmetria Un fattore geometrico importante nella percezione della bellezza è quello della simmetria. Non vi è dubbio, infatti, che manifestazioni eclatanti di asimmetrie nel corpo e nel volto si traducano in una percezione di assenza di bellezza. Nella maggior parte dei casi, comunque, le asimmetrie umane sono di piccola entità, un occhio leggermente più grande di un altro, un sopracciglio più alto ... Vale la regola generale per cui la simmetria tende a decrescere con l’età: i bambini hanno volti molto simmetrici, mentre col procedere degli anni i tratti cominciano ed esibire asimmetrie sempre maggiori. Diverse ricerche hanno dimostrato che maggiori sono gli stress, sia ambientali che psicologici, maggiore è anche lo sviluppo di tratti asimmetrici. La simmetria dei caratteri morfologici può essere fluttuante o sistematica. Fluttuante: quella che non risulta sistematica nella popolazione: il sopracciglio destro, ad es, tende a essere più alto nel 50% dei casi. Sistematica: è il contrario dell’altra, cioè quando ci si allontana da quel 50%. Ad es, nel 90% dei casi è la mano destra ad essere più abile della sinistra. La simmetria può essere studiata con vari metodi fra cui il più famoso è quello delle facce chimeriche: si traccia una linea che taglia il viso a metà, in questo modo si ottengono due emifacce una destra e una sinistra. Poi da queste due emifacce si ricavano due volti, ciascuno dei quali è composto da una sola emifaccia. Quindi da un volto se ne ricavano due perfettamente simmetrici. Se il volto originario è simmetrico i due volti chimerici saranno simili fra loro, mentre se il volto originario è asimmetrico le due facce chimeriche risulteranno molto diverse.

Gli effetti della simmetria Non sempre le lievi asimmetrie sono associate a bassi indici di bellezza. Infatti contrariamente a quanto si pensava agli inizi degli anni ’90 i volti simmetrici non sono percepiti in assoluto come più attraenti anzi la perfetta simmetria sembra essere controproducente. Ci sono addirittura dei casi in cui l’asimmetria viene percepita come attraente. Uno dei più noti ed enigmatici casi è quello che

Se il prototipo medio suscita reazioni positive in termini di fascino e bellezza, i volti che si scostano da questa norma per caratteristiche particolari, possono essere considerati ancora belli? Da una ricerca effettuata da Perret e colleghi è emerso che il volto giudicato come più bello era il volto composito ottenuto dai volti più belli. Cioè: se i volti originari non sono attraenti, il volto medio non risulta un campione di bellezza. Il solo processo di media non basta.

I LIMITI DELLA TEORIA DEL PROTOTIPO MEDIO Se il prototipo del volto medio è giudicato attraente , non è certo che sia il più attraente: forme che esulano dall’originario possono attirare l’attenzione più di forme che rientrano nella media. Perret e colleghi hanno elaborato un’immagine accentuando le caratteristiche dei volti giudicati come maggiormente attraenti: la nuova immagine era valutata più attraente dell’altra nel 70% dei casi. Se si vanno ad esaminare volti molto attraenti, ben presto ci si accorge che ciò che li contraddistingue è un tratto enfatizzato ed esagerato rispetto alla media della popolazione. Ciò non vale solo nel campo della bellezza dei volti, ma in ogni dominio estetico. Non è forse vero che di una città ci colpiscono soprattutto quelle parti in cui vengono esagerate le caratteristiche di altezza, di imponenza e di estensione? Ciò significa che non sono gli individui ordinari o prototipici quelli che attraggono di più. Anche nei singoli tratti somatici si possono trovare esempi che contraddicono l’idea che la bellezza sia indissolubilmente legata al valore medio.

LO STIMOLO SUPERNORMALE Queste osservazioni ci conducono al concetto, di origine etologica, di “stimolo supernormale”. Con questa espressione si intende uno stimolo che supera in una dimensione uno stimolo biologicamente normale e che come tale evoca una risposta maggiore. L’importanza dello stimolo supernormale appare evidente nella selezione sessuale e nelle modificazioni morfologiche che ne conseguono. La selezione sessuale è quella che viene operata dalle femmine quando scelgono il partner. Essa può andare anche nella direzione opposta rispetto a quella della selezione naturale, che normalmente prevede la sopravvivenza dell’individuo più forte e più abile. Nella nostra specie la selezione sessuale ha portato a cambiamenti morfologici. I primi ominidi avevano un’altezza di gran lunga inferiore rispetto all’altezza media attuale. Dal punto di vista della sopravvivenza biologica, i corpi bassi sono avvantaggiati. Malgrado questo, la nostra storia evolutiva è segnata da un progressivo aumento dell’altezza. La spiegazione sta nella selezione sessuale , per cui le donne tendono a percepire come più attraenti i maschi più alti della media della popolazione.

POTENZA E LIMITI DEGLI STIMOLI SUPERNORMALI Lo stimolo supernormale ha un suo limite, raggiunto il quale l’organismo tende ad orientarsi verso stimolazioni meno estreme. Molto interessanti al riguardo sono alcuni esperimenti sulla generalizzazione. Se, ad esempio si deve eseguire un compito di riconoscimento di volti, la caricatura tende ad essere riconosciuta meglio e più velocemente rispetto all’originale. Lo stimolo

supernormale accentua le caratteristiche distintive , permettendo una migliore identificazione. Ma , anche in questo caso, entro certi limiti. Se, ad esempio, si accentuano troppo certe caratteristiche fisiche , come la grandezza degli occhi o la forma delle labbra, ciò che percepiamo non è un volto più attraente, ma un volto deforme. Esempi nella pubblicità femminile, dove la figura della donna appare oggi esageratamente stilizzata e pericolosamente magra , nei materiali destinati ai bambini , con bambole dalle fattezze quanto meno improbabili. Troviamo stimoli supernormali anche non visivi, ma strettamente emozionali, come quelli attivati, ad esempio, da certe forme di divertimento (come le montagne russe).

STIMOLI SUPERNORMALI NEI RITRATTI ARTISTICI In un recente esperimento, Costa e Corazza hanno dimostrato l’effetto della creazione di stimoli supernormali nei ritratti artistici. Ad un gruppo di studenti dell’Accademia di Belle Arti che non conoscevano lo scopo della ricerca, è stato chiesto di disegnare due autoritratti, il primo a memoria e il secondo davanti a uno specchio. A ciascuno di questi studenti è poi stata fatta una fotografia del volto, per confrontarla con gli autoritratti. I risultati hanno dimostrato che i soggetti, nel trasformare un volto reale in uno artistico, pur avendo uno specchio a disposizione, apportavano modifiche in funzione di un miglioramento estetico. Eventuali difetti del volto erano camuffati. In generale , nell’intera storia dell’arte vi è stata una tendenza significativa da parte degli artisti ad aumentare la dimensione degli occhi, la loro rotondità, l’altezza e la carnosità delle labbra e a rendere affusolata la parte inferiore del volto, rappresentandola meno rotondeggiante di quel che ci si dovrebbe aspettare se il ritratto fosse una riproduzione fedele dei tratti antropometricamente appropriati.

OCCHI LABBRA E ROTONDITA’ DEL VOLTO In un’altra ricerca è stato chiesto ad un numero di soggetti di modificare la larghezza del volto di immagini digitali, fino a trovare la larghezza corrispondente alla massima bellezza. I risultati hanno mostrato come i volti dei bambini , caratterizzati in partenza da una notevole rotondità, venissero in media ristretti del 6,29%, al fine di renderli più attraenti. Il volto delle adolescenti femmine tendeva ad essere ristretto dell’8,21%. Le ragazze tendono infatti ad avere un volto più rotondeggiante rispetto ai maschi per la mancata azione dell’ormone sessuale maschile, il testosterone, che è responsabile delle modificazioni craniofacciali durante l’adolescenza. Naturalmente l’entità della modificazione dipende dalla rotondità originaria del volto. Un’analisi di regressione ci ha permesso di scoprire qual è la rotondità del volto percepita come più attraente, cioè che non viene modificata. Un esempio di questo rapporto perfetto, risultato uguale a un rapporto fra le diagonali dell’ellisse di 0,77. In sostanza, dato un viso, il soggetto che partecipava all’esperimento poteva progressivamente aumentare o diminuire la dimensione degli occhi, o delle labbra, o della conformazione della parte inferiore del volto fino ad individuare tre punti: quello di massima bellezza, quello in cui quella caratteristica del viso cominciava ad apparire patologicamente piccola e il punto in cui invece cominciava ad apparire patologicamente grande.

spettatore un forte grado di coinvolgimento emotivo, quindi i piani ravvicinati hanno una maggiore valenza emotiva rispetto a quelli più o meno distanziati. Costa e Ricci Bitti(2000) hanno verificato il grado di preferenza per immagini proprie o di altri. I risultati hanno dimostrato che quando valutiamo nostre fotografie preferiamo piani lontani, dal mezzo busto in poi,mentre quando valutiamo fotografie di altri tendiamo a scegliere come inquadratura migliore il primo piano.

BABY FACE: Nell’uomo e in molte specie di mammiferi le caratteristiche morfologiche infantili di un volto sono simili: occhi grandi,naso piccolo,guance arrotondate,labbra pronunciate,pelle liscia e testa rotondeggiante. I bambini che hanno lineamenti del volto che sottolineano in modo chiaro le caratteristiche infantili evocano nell’adulto più attenzione e un atteggiamento di maggiore cura e protezione rispetto a coetanei dall’aspetto meno infantile. Padri e madri,in generale,rispondono in maniera più positiva a figli attraenti. Un volto adulto dai lineamenti infantili evoca lo stesso senso di innocenza,spontaneità, vulnerabilità sucitato dal volto infantile. Questa preferenza per i lineamenti infantili del volto ha una validità generale ed è stata riscontata in popolazioni di culture molto diverse dalla nostra,come quelle degli indiani Ache ed Hiwi.

I SEGNI INFANTILI: La capacità di discriminare volti più o meno attraenti si manifesta in età precoce. Fin dai pirmi mesi di vita i bambini fissano più a lungo immagini di volti considerati attraenti e questo può probabilmente essere connesso al fatto che la bellezza del volto si manifesta spesso attraverso caratteristiche fisionomiche infantili. I bambini percepiscono i volti dai tratti maturi come minacciosi. I vantaggi legati a questa precoce capacità di interpretazione dei segnali provenienti dal volto sono strettamente legati alla sopravvivenza, aiuta il bambino ad evitare potenziali pericoli, a tenersi lontano da persone minacciose e a cercare la vicinanza di persone ad esso simili. Inoltre è stato verificato che i bambini non attraenti sono a maggior rischio di abuso sessuale rispetto ai bambini attraenti. Rispetto agli uomini,le donne conservano nel corso della vita lineamenti più prettamenti infantili. Un volto adulto di donna si differenzia generalmente da un volto adulto di uomo perché presenta sopracciglia più sottili e inarcate,occhi più grandi,naso più piccolo,mascella più arrotondata e mento più affusolato. Questa differenza ha, per la donna,un valore soprattutto adattivo. Per lei conservare tratti più infantili si traduce in una manifestazione di maggiore fertilità. In un contesto di leadership,il giudizio di bellezza di un volto maschile o femminile viene effettutato sulla base di meccanismi diversi,che coinvolgono tre dimensioni fondamentali: L’autorità(dominanza e competenza), la Disponibilità(simpatia e calore), ed il Carisma(fascino ed influenza). Negli uomini un aspetto dominante può favorire l’assunzioni di posizioni di potere e responsabilità. A differenza dell’uomo,non si sono ancora identificati con precisione i tratti del volto femminile

associati alla capacità di influenzamento in campo sociale ;in un contesto possono essere molteplici e coinvolgere sia segnali di sottomissione e fragilità,sia segnali di dominanza e forza. Per quanto riguarda i segnali infantili, Dion, suggerisce che le caratteristiche fisiche dei bambini possono influenzare le valutazioni degli adulti nei loro confronti:a bambini dai tratti attraenti gli adulti attribuiscono,ad esempio,una maggiore propensione a comportamenti pro sociali. Un atto antisociale commesso da un maschio attraente viene giudicato meno grave, e punito meno severamente, rispetto al medesimo comportamento compiuto da un maschio meno attraente, mentre nel caso dei bambini succede esattamente il contrario. L’assenza di caratteristiche fisiche infantili,secondo alcuni autori,può portare ad un calo delle attenzioni degli adulti,fino a spiegare,almeno in parte, la cosidetta “sindrome del bambino picchiato”(violenza fisica sul minore). Tali conclusioni devono comunque essere valutate con cautela e con senso critico.

CAPITOLO 5: MESSAGGI DAL VOLTO GLI OCCHI: Diversi studi hanno evidenziato come esista un rapporto direttamente proporzionale tra aumento del diametro pupillare e giudizio di bellezza,soprattutto in riferimento all’altro sesso. In passato le donne utilizzavano,per dilatare le pupilli,degli estratti di un’erba,l’Atropa Belladonna. Pupille molto dilatate rendono l’occhio piuttosto scuro e contrastante con il bianco della sclera,abbastanza simile a quello tipico dei bambini nei primi mesi di vita,la cui conformazione tende fortemente ad attirare l’attenzione degli adulti. Sono ancora comunque pochi e contraddittori i dati di ricerca in merito al tema delle preferenze del colore degli occhi anche se,iridi dal colore saturo e ben definito sembrano preferire a quello di colore meno definito. Le lenti a contatto colorate per uso estetico più vendute sono proprio quelle che rendono l’occhio di un colore più saturo. Gli occhiali da vista,in effetti,sembrano sucitare negli osservatori reazioni negative in merito all’attrazione e alla socialità,specie nel primo impatto. In genere,chi indossa occhiali da vista è percepito come meno attraente,ma anche come più intellettuale,onesto,intelligente e lavoratore. Completamente diverso è il caso degli occhiali da sole,che inducono percezioni di fascino e aggressività.

LE SOPRACCIGLA E L’ESPRESSIONE DEL VOLTO: Guardando alla loro anatomia,è molto facile notare che le sopracciglia dei maschi sono più grosse e ravvicinate di quelle delle femmine e che quelle dei bambini sono notevolmente meno folte e accentuate di quelle degli adulti. Le donne aumentano la loro femminilità assotigliando le sopracciglia e riducendone la lunghezza. E interessante notare che in questi casi le nuove sopracciglia vengono disegnato più sottili,arcuate e compaiono quasi sempre al di sopra della posizione originaria,aumentando in tal modo la bellezza del viso e conferendogli un’espressione meno “accigliata” e aggressiva. Le caratteristiche che denotano un volto non sono solo attraenti o non attraenti in termini di fascino esteriore,ma hanno grossa importanza da un punto di vista espressivo. Il volto è il canale primario nell’espressione delle emozioni e degli atteggiamenti impersonalie,a prescindere dalla

Lo sviluppo vocale è influenzato e modificato dall’attività degli ormoni sessuali durante l’adolescenza. Gli estrogeni e il progesterone sono responsabili della formazione della voce femminile matura,mentre il testosterone è responsabile della maturazione di quella maschile. Hughes et al fecero esaminare a 149 studenti,77 femmine e 72 maschi ,76 campioni di voce femminile e 76 di voce maschile. Ciascuna voce venne valutata per la sua piacevolezza su una scala da 1 a 5. Ai parlanti erano state prese anche alcune misure,come l’ampiezza delle spalle e la circonferenza del bacino e dei fianchi. I risultati mostrarono che la bellezza della voce correlava significatamente, per i parlanti maschi,con il rapporto tra l’ampiezza delle spalle e la circonferenza dei fianchi. Questi dati indicano dunque che persone attraenti tendono ad avere anche un voce attraente e che il parametro acustico vocale è anche indice della struttura corporea e della vita sessuale. Può darsi che gli individui dotati di una voce attraente siano percepito più favorevolmente e che la gente tenda ad attribuire loro anche positive caratteristiche di personalità. Per cui questo “stereotipo della voce” potrebbe favorire un maggio numero di incontri sessuali. Inoltre dai parametri vocali si possono inferire alcuni tratti di personalità del parlante. Giudizi positivi di personalità sono stati espressi in presenza di voci meno monotone e più articolare,di bassa frequenza e di altezza variabile. E anche risultato che un colloquio troppo rapido,in cui si riducono al massimo le pause,dà l’impressione di un parlante ansioso o arrabbiato,mentre pause troppo lunghe vengono interpretate come insicurezza,introversione,incompetenza e basso livello intellettivo. Collins ha visto che le formanti della voce maschile sono più raggruppate,più ravvicinate,allora quella voce è giudicata più attraente. Collins e Missing hanno invece esplorato gli attributi di una voce femminile attraente. Anche in questo caso,ad una voce attraente corrispondeva una piacevolezza del viso del parlante. Le voci femminili le cui formanti corrispondenti alle frequenze alte erano ampie,venivano valutate più attraenti. La voce di donne obese era giudicata meno attraebte di quella della donne di peso normale. Queste ricerche dimostrano che i segnali nelle due differenti modalità,visiva e acustica, convergono nella stessa direzione,segnalando in ugual misura il grado di attrattiva fisica di un individuo.

CAPITOLO 6: IL BEL CORPO LE MISURE DEL CORPO: In una ricerca del 1994, Mouches ha esplorato i gusti degli uomini e delle donne in materia di silhouette femminili. I risultati evidenziarono che gli uomini preferivano donne con IMC di 20,mentre le donne propendevano per silhouette più minute, con un IMC di 19 circa. L’IMC rappresenta un criteria di valutazione delle bellezza corporea molto importante,ma solo quando si giudicano corpi femminili. Non lo è altrettanto quando si giudicano corpi maschili,in cui viene considerato più rilevante,da un punto di vista estetico,il rapporto tra la larghezza delle spalle e quella della vita. Nel 1993 Singh indagò le caratteristiche che rendono attraente un corpo femminile agli occhi dell’uomo. Sulla base delle risposte raccolte, emerse che gli uomini preferivano donne con un rapporto fra seno e vita e fra vita e bacino intorno a 0,ovvero vicinissimo al rapporto aureo. Nenss,nell’intento di indagare l’importanza delle dimensioni dei fianchi nel giudizio di bellezza, utilizzò foto di donne modificate digitalmente. Emerse che la sola modifica delle dimensioni dei

fianchi può costituire un criterio sufficiente per suscitare interesse o provocare rifiuto nell’osservatore. I risultati evidenziano che solo donne con un rapporto vita-fianchi compreso tra 0 e 0 erano giudicate attraenti,sia quando il giudice era maschio sia quando era femmina.

DONNE E AUTOVALUTAZIONE DELL’IMMAGINE CORPOREA: Nelle donne,il giudizio nei confronti della bellezza del proprio corpo risulta molto severo. In giovane età la bambine aaccettano il proprio aspetto fisico abbastanza serenamente. Uno dei termini di paragone più incisivi nel determinare come si vorrebbe che fosse il proprio corpo è costituito dalle bambole,tra le quali primeggia la Barbie. Questa bambola,pur essendo molto famosa è stata anche altamente criticata perché riflette ideali di bellezza non realistici. Nemmeno una donna su 100 potrebbe arrivare ad avere le dimensioni corporee della Barbie. Sfortunatamente,il giudizio delle bambine sul proprio corpo tende a deteriorarsi con l’avvento dell’adolescenza,quando circa il 60% si considera in sovrappeso e solo un 20% è soddisfatto del proprio aspetto. Col tempo, questa percezione distorta e negativa del proprio aspetto tende a peggiorare.

BELLO E SINONIMO DI SANO? Il rapporto vita-fianchi è considerato anche un indice di salute fisica. Una profilo con la vita larga rispetto alle spalle e ai fianchi si traduce in una percezione di minore salute. I criteri in base ai quali si giudica se un corpo è in salute o meno conferiscono enorme importanza all’aspetto esteriore. In un altro studio è stato chiesto a un campione di 120 studenti di classificare delle foto di nudi femminili e di selezionare,per ogni serie di 6 immagini,le due ragazze più belle e le due meno attraenti. Sia i maschi che le femmine hanno designato come meno attraenti le figure delle donne più grasse e più magre. Altri studi hanno evidenziato come le persone attraenti vengono giudicate più in salute delle persone meno attraenti,ma questi risultati,basati sulla valutazione di fotografie,sono probabilmente diretta conseguenza dello stereotipo “bello è buono e sano” e dell’effetto “alone” del quale godono le persone attraenti, piuttosto che di un legame reale tra bellezza e salute. I risultati di altre ricerche dimostrano una debole relazione fra bellezza e salute fisica,intesa come numero di patologie sviluppate nel corso della vita. Se,viceversa,per salute fisica si intendono caratteristiche come forza,resistenza nella corsa,ridotto affaticamento e vigilanza,allora emerge una relazione significativa con la bellezza. Infine va ricordato che nella nostra specie vi è un’innata predisposizione a percepire come esteticamente salutare e quindi gradevole la presenza di acqua. Ciò si ritrova anche nella percezione della bellezza del corpo:corpi bagnati suscitano maggiore attrazione di corpi asciutti.

CAPITOLO 7: DINAMISMI CRUCIALI Quando le persone posano per una fotografia nei due terzi dei casi tendono ad inclinare lateralmente la testa. Lo stesso avviene nei rapporti interpersonali. Questo è stato descritto in letteratura come gesto di sottomissione, di protezione, rappacificazione o conquista dell’altrui benevolenza. Il comportamento di inclinare la testa lateralmente la testa è

in caso di contatto oculare (occhi rivolti verso l’osservatore) si registrava una maggiore attività cerebrale nella regione ventrale del nucleo striato,attività che era invece assente quando lo sguardo evitava l’osservatore. La regione ventrale del nucleo striato è una parte delm cervello nota come “centro del piacere”. A questo punto ci si chiede se la bellezza sia” compartimentata”, ossia riguarda i singoli distretti corporei, oppure è un tratto unico e globale? Se, ad esempio , un volto è giudicato attraente , viene giudicato attraente anche tutto il resto del corpo? A questo interrogativo hanno dato risposta Grammer et al. , che hanno studiato la correlazione fra giudizi di bellezza del volto e giudizi di piacevolezza della parte posteriore del corpo, espressi da soggetti sperimentali relativamente a un gruppo di donne. I risultati hanno confermato con chiarissima evidenza l’ipotesi della bellezza come tratto unico: donne il cui volto era stato giudicato attraente ricevevano giudizi altrettanto positivi anche relativamente alla parte posteriore del proprio corpo.

CAPITOLO VIII I SEGNALI DI IDENTITA’ SESSUALE

IL DIMORFISMO SESSUALE NELLA NOSTRA SPECIE Le differenze nell’aspetto corporeo fra uomini e donne prendono il nome di “dimorfismo sessuale”.Il corpo dell’uomo risulta, se confrontato con quello della donna, più pesante, con ossa e muscolatura più sviluppate, gambe più lunghe e piedi più grandi, spalle più larghe e braccia più lunghe, mani più grandi e dita più grosse, petto più ampio, polmoni e cuore più grandi, tali da assicurare maggiore resistenza e recupero dopo lo sforzo, mascelle più pronunciate e salde, cranio più forte, composto da calotte più pesanti. La distinzione non è sempre netta. Inoltre le differenze non sono puramente anatomiche, ma anche comportamentali. Nelle donne i segnali di identità sessuale sono strettamente connessi al ruolo materno: i fianchi sono più larghi, la vita è più sottile e il seno è più sviluppato. Le pelvi sono girate all’indietro e ciò rende le natiche più sporgenti di quelle maschili. Le spalle sono più strette e questo fa si che la postura del braccio sia, rispetto a quella degli uomini , più vicina al busto. Altri segnali di identità sessuale invece sono più vistosi,perché si sono sviluppati come segnali di mascolinità e femminilità, ossia come caratteristiche da esibire. Nella femmina troviamo seni sporgenti e prosperosi, labbra carnose, pelle più liscia, spalle e ginocchia più rotonde, maggior deposito di grasso su tutto il corpo. Nel maschio un chiaro segno di mascolinità è rappresentato dalla barba e dai baffi, anche se molti uomini scelgono di radersi , eliminando questi segnali. Il vantaggio visivo di un volto raso è che rende più visibili le più piccole espressioni facciali e rende il volto di aspetto più giovanile; il vantaggio tattile è legato alla maggiore intensità del contatto delle epidermidi durante gli incontri sessuali. Quasi tutti questi segnali di mascolinità e femminilità , proprio perché indicatori di bellezza , tendono spesso ad essere artificialmente esagerati. Nel maschio l’altezza del corpo e la larghezza delle spalle possono essere enfatizzate da capelli e giacche ad hoc, come le uniformi militari, mentre la vita e il seno delle donne possono essere a loro volta enfatizzati dall’uso di reggiseni e busti strettissimi.

DIFFERENZE COMPORTAMENTALI Per quel che riguarda le diversità fra uomini e donne, uno dei comportamenti più discriminanti riguarda il modo di stare seduto. La posizione a gambe larghe è tipicamente maschile, come pure

quella di appoggiare, nell’accavallamento, la caviglia di una gamba sul ginocchio dell’altra. Nelle donne entrambi questi comportamenti sono estremamente rari, a meno che non intendano mettere in atto un richiamo sessuale supernormale. Le differenze fra maschi e femmine nel modo di sedere sono molto pronunciate durante l’adolescenza. Queste differenze di genere scompaiono con il progredire dell’età. Gli uomini tendono ad esaltare la propria forza fisica, per cui mettono spesso le mani sui fianchi , o in tasca, in modo che i gomiti sporgano accentuatamente verso l’esterno. Nelle donne, viceversa, le braccia vengono generalmente tenute più aderenti e parallele al corpo. Altre differenze si riscontrano nel camminare, anche a piedi nudi. Gli uomini si muovono in modo più rigido, tenendo le pelvi più arretrate, mentre le donne si muovono in modo più flessuoso, anche perché nel camminare tengono le pelvi in posizione più avanzata, le gambe più vicine e avanzano incrociando di più i piedi. Uno stimolo supernormale del modo di camminare maschile è dato dalla marcia, e in particolare da quella militare, in cui la gamba viene tenuta rigida.

IL CULTO MASCHILE DELL’IMMAGNE CORPOREA: l’apparenza costituisce un elemento determinante anche per gli uomini. Negli ultimi anni si è registrata la comparsa di giornali indirizzati ai soli uomini, nei quali emerge in modo evidente l’importanza attribuita dagli uomini alla bellezza del proprio corpo. Un altro indicatore importante del crescente culto degli uomini per il proprio corpo è lo sviluppo, soprattutto negli ultimi 20 anni, dell’industria legata alle lozioni dopobarba, ai profumi, alle creme e ai saponi per uomini, ai trattamenti tricologici ecc.. assieme al sovrappeso il problema estetico che più interessa agli uomini è la perdita dei capelli e il loro imbiancamento. Uomini calvi vengono valutati come dotati di minor fascino, sembrano più anziani e con caratteristiche personali ed interpersonali meno desiderabili di coloro che hanno una capigliatura normale. Un discorso a parte merita l’uso di anabolizzanti, steroidi, integratori proteici per migliorare il proprio aspetto fisico ed accellerare l’incremento della massa muscolare nel body building dove invece del desiderio di magrezza vi è l’aspirazione ad un corpo muscoloso al quale si ambisce senza pensare alla propria salute.

L’ODORE CORPOREO Mentre negli animali è ben accertata l’attività dei ferormoni, negli uomini la loro influenza è ancora poco chiara, anche se esistono dei fenomeni che ce ne fanno inferire l’esistenza. Nel 1971, Mc Clintock fu il primo ad accorgersi che donne che vivono a stretto contatto con altre donne, e che non assumono contraccettivi, tendono a sincronizzare i cicli mestruali. Stimoli olfatti e ferormoni possono giocare un ruolo importante nella selezione dei partner sessuali, particolarmente nelle donne. Nel 1977 Herz e Cahill trovarono che per le donne l’odore corporeo di un uomo è uno degli elementi più importanti nel decidere se può essere un partner giusto, attraente ed eccitante, mentre per gli uomini le caratteristiche visive risultano più importanti di quelle olfattive. Altre ricerche hanno dimostrato che l’importanza dell’odore corporeo maschile nel suscitare l’interesse sessuale delle donne varia a seconda della fase del ciclo mestruale.

LA PROSPETTIVA ECOLOGICA

esattamente come noi. È interessante notare come, anche laddove le persone indossano vestiari comuni, la tendenza all’individualizzazione permanga, per cui gli individui personalizzano certi particolari. Questo bisogno di rimarcare l’identità personale è molto più accentuato in ambienti ad alta densità di popolazione. Le dinamiche sociali, inoltre, influiscono nel processo di diffusione di una moda creando un flusso dall’alto verso il basso per cui le classi inferiori tendono a imitare la moda delle classi superiori. IL TRATTAMENTO COSMETICO Il volto è sempre stato ornato, nel corso della storia e nelle varie società, in ogni modo. Per es le donne egizie dedicavano molto tempo al trucco, usavano matite per gli occh, polveri per ombreggiare le palprebre, unghienti colorati che mescolavano sapientemente a seconda delle esigenze. La cosmesi è una modifica selettiva di alcune caratteristiche del proprio volto o corpo. Trucco e acconciatura hanno lo scopo di ridurre le imperfezioni ed accentuare quelle caratteristiche che sono importanti nel giudizio di bellezza. Tutte queste operazioni hanno come obbiettivo quello di incrementare sia l’espressività che il fascino di un volto. Anche la cura dei capelli non è casuale: possono essere tinti, tagliati ecc.. sta di fatto che i trattamenti cosmetici sono presenti solo nella nostra specie. Il trattamento cosmetico è stato spesso collegato a pratiche igieniche. L’ocra, un polvere rossastra in cui l’argilla è mescolata con ematite, limonite e manganese, utilizzata per colorare il corpo da più di 50000 anni, ha anche proprietà antibatteriche. Lo stesso uso l’hanno avuto gli oli essenziali. Proprio perché l’attrazione fisica gioca un ruolo importante in molti campi della propria esistenza, gli individui sono pronti spendere tempo e denaro per migliorare il proprio aspetto. In questo senso la chirurgia estetica è diventata molto dominante. Tuttavia emerge che mentre una cura moderata del proprio corpo è valutata positivamente, modificazioni eccessive dell’aspetto fisico suscitano rifiuto e distanziamento, anziché attrazione.

CAPITOLO 10: BELLEZZA E CONTESTO LA FAMIGLIARITA’ La percezione della bellezza di un individuo non rimane costante in ogni circostanza e in ogni situazione. Alcuni fattori ambientali possono intervenire e modificarla in positivo o negativo. La mera esposizione di uno stimoli, tende a renderlo più attraente. Fu R. Zajonc a dimostrare l’ipotesi della mera esposizione, chiedendo ad alcuni soggetti di valutare fotografie di volti estranei. Nell’esperimento alcune foto furono presentate più volte, mentre altre solo una volta. I volti che erano stati presentati più di una volta risultarono mediamente più attraenti dei volti che erano stati presentati una volta sola. Questo fenomeno ha un carattere generale e si può applicare ai quadri e alle canzoni. La musica da questo punto di vista costituisce un fenomeno molto interessante, in quanto non è soggetta ad “ abituazione” , cioè a una riduzione della risposta per progressive esposizioni. Una musica che piace può venire ascoltata tantissime volte suscitando sempre molto piacere e coinvolgimento. La differenza sta nel fatto che una canzone trasmette emozioni e poche informazioni evocando sensazioni quasi nuove ogni volta. Nell’attrazione fisica interpersonale il fenomeno della mera esposizione anche se debole è presente. Persone che vediamo di frequente tendono a evocare emozioni positive perché ci danno una sensazione di famigliarità, calore, ma non perché le percepiamo come più attraenti

IL LIVELLO DI ATTIVAZIONE

La valutazione di bellezza dipende anche dallo stato di eccitazione della persona che effettua la valutazione. Per eccitazione si intende lo stato generale di attivazione detto anche arousal. Quando ci troviamo in uno stato elevato di arousal e l’attivazione è determinata da qualcosa di positivo, tendiamo a valutare le persone che sono con noi come più attraenti. Dutton e Aron hanno dimostrato questo fenomeno. Dei soggetti volontari venivano casualmente appaiati e convocati per l’esperimento in due contesti diversi. In un caso ai due soggetti veniva fatto svolgere un percorso difficile che prevedeva l’attraversamento di un pericoloso ponte di corde che dava su una gola profonda, mentre nel secondo il caso il percorso da svolgere non era pericoloso e prevedeva l’attraversamento di un normale ponte, largo e sicuro. I soggetti erano all’oscuro del reale scopo dell’esprimento. Alla fine del percorso a ciascun soggetto veniva distribuito un questionario che tra le altre domande si chiedeva la valutazione della bellezza fisica del partner. I risultati mostrarono che nel caso del contesto ambientale difficile quindi ad alta attivazione il partner veniva valutato più attraente rispetto alla condizione di bassa attivazione. Questo fenomeno non si limita alla sola bellezza fisica. Quando ci sentiamo ansiosi, abbiamo paura o siamo agitati, tendiamo a stabilire rapporti interpersonali molto piu diretti, profondi con le persone che ci circondano. E’ classico degli studenti universitari che, incontrandosi prima di un esame, cominciano immediatamente a parlare tra di loro, a stare vicini e scambiarsi pareri. Non è raro che lo studente ricordi quelle persone in modo ben definito anche ad anni di distanza e che stabilisca amicizie con loro. Viceversa gli stessi studenti possono passare mesi ad assistere le lezioni senza accorgersi di altri studenti e senza stabilire particolari legami con loro. La lezione è un contesto di bassa attivazione, mentre l’esame è di alta attivazione, in cui gli altri costituiscono delle risorse preziose di informazione e supporto emotivo. Per ciò ne viene modificata in meglio anche la loro percezione di bellezza. LA TEMPERATURA AMBIENTALE Le sensazioni sgradevoli legate ad elevate temperature favoriscono l’insorgere di una predisposizione negativa nei confronti degli altri. ( sia temperature troppo alte che basse). Questo effettua si accentua o diminuisce a seconda che i giudizi vengano fatti su persone fisicamente presenti o no.

L’AFFOLLAMENTO Generalmente,l’elevata densità suscita,nei confronti degli altri sentimenti negativi, provocando una diminuzione dell’attrazione anche nei confronti di soggetti attraenti. Questa dinamica,però,sembra avere effetti differenzi a seconda del livello di densità e a seconda della durata,breve o lunga,dell’esposizione al sovraffollamento. Emerge chiaramente che un alta densità è correlata con una minore attrazione e questo fenomeno appare più potente negli uomini che nelle donne. Questa tendenza potrebbe essere attribuita a differenze nell’uso dello spazio personale. Le donne necessitano di uno spazio personale inferiore rispetto agli uomini. Lo spazio personale è quello che ci separa dagli altri durante l’interazioni sociali. E una sorta di “bolla” continuamente mutevole,all’interno del quale gli altri non sono ammessi.

sociale. La persona può arrivare persino a coprire gli specchi di casa per non vedere riflessa la propria immagine. Contrariamente alle altre due, questo disturbo si conclude raramente in tragedia, anche se può causare gravi depressioni. Molti dismorfofobici ricorrono alla chirurgia estetica, salvo per poi ricominciare, eliminato un difetto, ad accanirsi su un altro.

L’INSODDISFAZIONE PER L’IMMAGINE CORPOREA L’insoddisfazione per l’immagine corporea colpisce tutti uomini e donne. Le ragazze in particolare sono più attente al controllo del proprio peso e come manifestino maggiormente soddisfazione a seguito di una perdita ponderale; i ragazzi sono più interessanti ad acquisire massa muscolare. La decisione di intraprendere un drastico regime dietetico può essere motivata da cause diverse dal desiderio di bellezza. Spostandoci dal generale al particolare, esistono delle singole parti del corpo che sono soggette a un’attenzione specifica, in quanto considerate elementi chiave nella bellezza, ad es,nelle donne in particolare è il seno. i disturbi dell’immagine corporea tendono a colpire più le femmine dei maschi con una proporzione di 9 a 1. Il periodo più critico risulta essere la pubertà,seguito dall’adolescenza. Nelle donne inoltre, l’insoddisfazione per la propria immagine corporea tende ad aumentare in concomitanza del ciclo mestruale.

IL CONFRONTO SOCIALE E I MASS MEDIA Secondo la teoria del confronto sociale, quando un individuo è chiamato a dare un giudizio su cui è incerto, di solito tende a utilizzare interpretazioni socialmente condivise. Questo avviene anche per l’aspetto fisico: gli standard proposti culturalmente diventano il riferimento con cui conformarsi. Il confronto può avvenire su livelli differenti: con persone “ inferiori” cioè con caratteristiche minori rispetto a noi o con persone “ superiori” con caratteristiche migliori delle proprie. Quest’ultima è la situazione più diffusa ma anche la più critica in quanto comporta calo di autostima e aumento di stress ed ansia. La comparazione con i personaggi presenti nei mass media può facilmente portare a vissuti di insoddisfazione nei confronti della propria immagine e del proprio corpo.. L’influenza dei mass media sullo sviluppo dei disturbi dell’immagine corporea è ormai un dato di fatto. Giornali,televisione e cinema tornano ogni giorno a rinnovare negli animi l’angoscia di Narciso, imponendo degli ideali di bellezza lontani anni luce dalla media della popolazione che confrontandosi continuamente con essi saranno sempre più insoddisfatti. Studi correlazionali hanno evidenziato un legame significativo tra esposizione a certi programmi televisivi e disturbi dell’immagine corporea. Bisogna tuttavia specificare che le colpe non sono da attribuire solo ai media. D fatti è impossibile pensare ai problemi relativi all’immagine di sé senza considerare la rete di relazioni interpersonali quotidiane. Alcune ricerche hanno selezionato come l’insoddisfazione della madre verso il proprio aspetto e l’uso di condotte alimentari estreme, come le diete ferree, possano essere validi predittori del futuro comportamento della figlia ma anche l’influenza di amici e conoscenti ha un peso rilevante. La bellezza,inoltre, gioca un ruolo preponderante nella prima fase di una relazione anche se poi il suo valore sfuma quando il rapporto si approfondisce costruendosi su elementi più profondi. Infine, anche il feedback negativo che riceviamo in riferimento al nostro aspetto dagli estranei,

quando evitano di parlarci,non ci rivolgono lo sguardo o tendono a distanziarci, può condurre a disturbi dell’immagine corporea.

IL DANNO FISICO Siamo terribilmente disgustati dalle nostre secrezioni. Le feci, l’urina, lo sperma, i liquidi mestruali, sono tutti associati psicologicamente ad impurità e tabu. Ma lo stigma sociale aumenta soprattutto quando la malattia colpisce il viso, sia la sua conformazione, sia la superficie cutanea. Può bastare un semplice apparecchio dentale per suscitare, soprattutto nell’infanzia reazioni di allontanamento e freddezza. Al contrario malattie di organi interni, anche se gravi, non suscitano lo stesso senso di isolamento, vergogna o senso di colpa. Una malattia dermatologica viene associata ad una responsabilità diretta della persona che ne è colpita, mentre pazienti colpiti da una patologia cronica la cui eziologia è incerta tendono ad applicare cognitivamente la teoria del mondo giusto per cui avvenimenti negativi capitano a chi se li merita. Le persone colpite da malattie dermatologiche tendono a sviluppare depressione e isolarsi. ( più i maschi). I riscontri psicologici dei problemi al viso si riflettono sia negli adolescenti che nei piu anziani che con creme di ogni tipo cercano di prevenire invano i segni degli anni che avanzano.

BELLEZZA E DISTURBI MENTALI Alcune ricerche, poche per la verità, hanno verificato che chi soffre di patologie psichiatriche è in media meno attraente di chi non soffre di queste patologie. Naturalmente ciò non significa che l’essere brutta sia una causa semplice e diretta dello sviluppare malattie mentali, ma non vi è dubbio che possa essere una concausa che predispone maggiormente gli individui a disturbi della condotta. Questa relazione può contribuire a perpetuare la patologia in quanto si traduce sul piano del comportamento nel fatto che le altre persone tendono ad essere meno sociali ed espansive con questi pazienti anche a causa della loro minore bellezza.

CAPITOLO 12: L’EFFETTO ALONE DELLA BELLEZZA LE PAROLE DELLA BELLEZZA: Alle persone belle vengono di solito associate molte caratteristiche positive che in realtà sono del tutto indipendenti dalla bellezza. Gli psicologi chiamano questo fenomeno”effetto alone della bellezza”: una singola caratteristica viene ad influenzare,come un alone,altre caratteristiche. L’impressione che ne deriva è quindi falsata. Nella nostra mente soprattutto una persona bella sembra anche buona. Questa associazione tra bello e buono avviene in modo spontaneo e in gran parte inconsapevole. Alla bellezza quindi vengono quindi assegnate doti di riscatto e promozione morale. Nonostante ci siano dei proverbi che affermano che i difetti sono controbilanciati da altrettante qualità ad esempio”nella botte piccola c’è il vino buono” in realtà questo non basta a contrastare il potere che molti stereotipi mantengono legati alla bellezza. La nostra cultura non meno di quella antica rimane impregnata di concetti che tendono ad associare le apparenze fisiche di un individuo alle sue qualità o ai difetti morali. LA PROLIFERAZIONE DEGLI STEREOTIPI: Gli stereotipi legati alla bellezza si estendono a innumerevoli caratteristiche. Chi è bello è reputato anche gentile,credibile,felice,fortunato,sensibile e intelligente. Anche la conformazione del corpo

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Psicologia della bellezza

Corso: Psicologia generale II (01231)

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CAPITOLO UNO: E’ BELLO CIO’ CHE E’ BELLO
Concordanza nei giudizi di bellezza
“Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace” è un luogo comune diffusissimo che viene
tramandato di generazione in generazione e che alla fine viene considerato corrispondente al vero.
Tradotto, questo motto significa che le persone hanno idee diverse su ciò che è bello e che se
potessero scegliere tutti sceglierebbero persone diverse. Tuttavia tutte queste affermazioni si sono
rivelate in larga misura false. Confrontando i dati di più di un centinaio di studi, in cui a gruppi di
soggettivi di età e provenienza geografica diversa, veniva chiesto di valutare la bellezza dei volti si è
visto che vi era una concordanza molto alta nei giudizi di ciò che era “bello”. Il grado di
concordanza dato da individui appartenenti alla stessa cultura è risultato in media di 0,90 che
tradotto dalla statistica significa una concordanza quasi totale.
I giudizi di bellezza concordano non solo negli adolescenti o negli adulti ma anche nei bambini i
quali, si è dimostrato, sono in grado di giudicare il grado di bellezza dei volti già a pochi anni d’età.
La bellezza secondo i neonati
I neonati sono in grado di discriminare tra persone più o meno belle volgendo lo sguardo
preferibilmente e per un tempo maggiore su quelle più attraenti. In una ricerca realizzata da Slater
et al. (98) ai neonati di età compresa tra le 14 e 151 ore, privi quindi di qualsiasi influenza
socioculturale, venivano mostrate le fotografie di 16 volti di donne bianche, metà delle quali erano
state giudicate, precedentemente, da osservatori adulti attraenti e l’altra metà non attraenti. Le
foto venivano mostrate in coppia ( un volto attraente con uno non attraente). Il criterio utilizzato
per valutare il giudizio positivo dei neonati era il tempo di fissazione, cioè il tempo trascorso a
fissare ciascun volto. I risultati hanno mostrato una preferenza maggiore per i volti attraenti con un
maggior tempo di fissazione ( 61,5% del tempo totale contro il 38,5 dei non attraenti).
Quindi bambini e adulti presentano metri di giudizio simili. Nell’insieme questi rsultati fanno quindi
presupporre l’esistenza di standard di bellezza non appresi. Altri esperimenti, come quelli di R.
Henss hanno riportato risultati simili. Ciò dimostra che i giudizi sulla bellezza delle persone non
sono influenzati dal contesto.
Le veneri preistoriche
Alcuni criticano l’attività di voler studiare la bellezza perché, sostengono, essa è da sempre stata
influenzata dalle varie epoche storiche. In particolare questi critici portano come esempio la
Venere di Willendford, una statuetta preistorica che raffigura una donna evidentemente in
sovrappeso le cui misure sono 240-213-240. Sembra sensato concludere che in que periodi l’ideale
femminile fosse quello di donne in sovrappeso, tuttavia questa statuetta non deve trarci in
inganno. Lerrore che viene spesso fatto è quello di attribuire un carattere estetico e di bellezza alla
donna rappresentata, invece questo potrebbe essere stato un tentativo di riproduzione di una
donna patologicamente obesa; di fatto un’obesità patologica viene ritenuta sgradevole e contraria
alla percezione di bellezza in tutte le culture e periodo storici.

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