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Riassunto L'uomo dello schermo. De Gaulle e i media Brizzi

riassunto libro De Gaulle e i Media
Corso

Storia contemporanea (00932)

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Anno accademico: 2013/2014
AutoreRiccardo Brizzi
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Università di Bologna

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Storia della comunicazione

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DELLO SCHERMO: DE GAULLE E I MEDIA INTRODUZIONE: LA POLITICA TRA COMUNICAZIONE E PERSONALIZZAZIONE Con di Charles De Gaulle alla presidenza francese e della V Repubblica si comincia a cogliere il significato del concetto di della Nei regimi democratici moderni grazie ai nuovi mezzi di comunicazione di massa, quali la radio, il cinema, la televisione il corpo elettorale entra sempre piu in contatto con la classe dirigente. Mentre in Francia questa era totalmente nuova, i paesi anglosassoni erano su questo in Inghilterra per esempio esisteva un contatto diretto tra leader e popolo. In USA si era assistito ai discorsi di Franklin Delano Roosevelt durante la campagna elettorale per le presidenziali, le forme comunicative del presidente Eisenhower, con le sue regolari conferenze stampa. La presidenza De Gaulle si configurava tipo weberiano del potere carismatico, ovvero quello che si fonda sulla devozione nei confronti della forza eroica o in qualsiasi altro segno di elezione emanato dal leader. Anzitutto si confermare che con di De Gaulle si sia verificata una vera e proprio rottura con la forma di governo della IV Repubblica. Ad essere messi in discussione erano i pilastri fondamentali previsti dalle leggi costituzionali repubblicane del 1875: la del Parlamento e la depersonalizzazione del potere. De Gaulle ascese al potere in via del tutto eccezionale, era lui, del 18 giugno, che poteva risollevare la della Francia, specie in concomitanza con una situazione critica come quella algerina del 1958. Il Generale era allo stesso tempo il prodotto della crisi e il mezzo necessario per il suo superamento. Come da tradizione francese al momento del suo ritorno erano tutti convinti di avere di fronte una che avrebbe solo dovuto gestire il momento di crisi in cui la Francia stava versando. Al termine di si sarebbe ritornati al tradizionale regime di parlamentare caratteristico del sistema politico francese. da parte del Generale di istituzionalizzare la presidenzializzazione del potere divenne chiara solo nel 1962, con la proposta di elezione diretta del Capo dello Stato, poi sottoposta a referendum e approvata dalla maggioranza del corpo elettorale. Lo strumento prediletto del Generale per stabilire un contatto con la nazione fu la televisione, in quanto era il mezzo piu consono per far emergere la Nel corso del 900 una prima trasformazione dei partiti di massa che si propongono come la sede di inquadramento di voti di ampie fasce di popolazione, in seguito del corpo elettorale: non piu basata sulla scelta della persona, ma in primo luogo sul partito. a partire dagli anni 60 che i nuovi mezzi di comunicazione stavano diventando il principale mezzo per la del con lo scopo di rendere piu immediato il rapporto tra elettore e candidato. La discussione quindi portata direttamente di fronte al pubblico, al di sopra dei partiti e al di fuori del parlamento Inoltre il capo dello stato si presesentava ai francesi in duplice forma: allocuzione e conferenza stampa. CAPITOLO I: I MASS MEDIA IN FRANCIA TRA IL 1994 E IL 1958 Il 19 agosto 1944 Parigi si solleva contro nazista. Il giorno dopo la Marsigliese veniva trasmessa per la prima volta. La radio, dopo quattro anni di asservimento nazista, a orchestrare Il 25 agosto la capitale francese era libera, de Gaulle si installava nuovamente nel suo ufficio al ministero della Guerra rifiutandosi di ripetere il rito e di proclamare la nuova Repubblica: non era necessario, secondo lui, dichiarare caduto il regimi di Vichy esso non era mai esistito (falsificazione storica). Nei quindici anni successivi il panorama mediatico fu caratterizzato da trasformazioni significative nel settore della stampa, della radio e, infine, dal progressivo sviluppo di un mezzo destinato a un grande futuro: la televisione. degli organi di informazione compromessi con nazista e con il regime di Vichy fu sancita del 1944 che definiti i criteri per la soppressione dei giornali compromessi. Gli ambiti nei quali si governativo furono molteplici. Il primo fu quello del controllo che, sino al 15 giugno 1945, venne regolata da una censura preventiva giustificata dal proseguire delle Il secondo la fissazione di tra le testate relative al presso di vendita e alla tiratura legata alla di carta a disposizione. Un ulteriore ambito di intervento le strutture connesse al sistema (messaggerie, agenzie di informazione ecc). infine fu decretata la statalizzazione delle fonti di informazione attraverso la creazione France Presse, finanziato dallo stato e gestito da un direttore generale posto sotto del ministro La Repubblica il settore radiofonico secondo principi ancora piu rigidi di quelli della stampa, posta sotto del ministero (1945) in modo da garantire le condizioni di una informazione realmente democratica. Abbandonata la guida del governo nel gennaio del 1946 de Gaulle nella scena politica dello stesso anno e attraverso due discorsi il suo rifiuto verso la Repubblica parlamentare proposta ai francesi per via referendaria e la preferenza per un sistema istituzionale fondato sulla e del capo dello Stato. il presidente del consiglio Remandier il generale di bonapartismo soprattutto in seguito di un partito antisistema Rassemblement du pouple (RPF). Ramadier che un suo eventuale ritorno alla politica attiva gli sarebbe costato la mancata diffusione dei suoi discorsi sulle frequenze radiofoniche nazionali. Nel 1947 con la vittoria della Rpf si ebbe un prolungamento a tempo indeterminato del diktat di Ramadier. Il anche gli altri leader di partito e consenti di depotenziare combattivi partiti di opposizione. Negli anni 40 si una profonda crisi della stmapa quotidiana dovuta a ragioni economiche costo troppo alto, il prezzo di vendita dei giornali era salito dai quattro franchi del 1947 ai quindici del 1951. Negli anni 50 la crisi fu quella dei giornali di opinione. Per far fronte a questa crisi lo stato decise di permettere il rientro di capitali privati nel settore per cui progetto elaborato durante la Resistenza di una grande stampa nazionale era fallito nel giro di pochi anni. In contemporanea con la guerra di Algeria si assistette dei settimanali illustrati che assieme a costituirono i baluardi della libera informazione. Questi settimanali erano diretti da una generazione piuttosto giovane di giornalisti, avvicinatasi alla politica durante la Resistenza animata da una profonda di cambiamento politico. Il peso politico di numerosi giornali fu sancito con il conflitto indocinese venivano pubblicati documenti censurati. Il controllo della stampa fu sancito dalla legge poteri (1956) che governo. del 1952 si ebbe un deciso raffreddamento dei pressi. Il mito di Pinay stava crescendo come le gelosie dei parlamentari che colsero la prima occasione per liberarsi di un personaggio divenuto troppo ingombrante. Sbarazzandosi di una figura che godeva di un consenso inedito nel paese. Nel 1954 la crisi indocinese e la umiliazione patita dalla Francia a Dien Bien Phu impose al potere di un nuovo personaggio Pierre France. Sin dal momento (1954) due decisioni testimoniarono la di di rompere con alcune tradizioni consolidate. Da un lato la scelta, altamente simbolica, di trasferire i propri uffici al QUai (il ministero degli Esteri) per indicare come la sua fosse una missione la decisione di rivolgere, la sera stessa del voto di fiducia, un messaggio radiofonico alla nazione, specificando come si trattasse di una pratica destinata a ripetersi frequentemente nel corso del mandato, ogni sabato sera, anche come in occasione della conferenza di Ginevra. raggiunse una superiore a quella di Pinay, che si in a doppio taglio e al deterioramento dei suoi rapporti con un parlamento che, non appena furono risolte le questioni indocinese, tunisina e la questione della Ced, i partiti mostrarono di poter fare a meno di lui come di nel 1955 il governo di venne sfiduciato dal parlamento. di governo di affermava convinzione che la comunicazione politica dovesse uscire dai canali (stampa) e dai luoghi (parlamento) tradizionali. Il nuovo presidente del consiglio Guy Mollet fu il primo uomo politico a comprendere le del mezzo televisivo e a servirsene direttamente con uso politico. secondo Mollet il governo non poteva restare un interlocutore passivo, ma doveva cercare di stabilire un contatto diretto con la popolazione. I governi che godevano di consenso potevano essere rovesciati senza la di appellarsi al popolo sovrano: cosi come era stato per Pinay e Mendes, cosi sarebbe stato anche per Mollet sfiduciato nel maggio del 1957 in un contesto di grende tensione interna (spirale inflazionistica) e internazionale (scandalo della tortura in Algeria e fallimento della spedizione di Suez). Il difetto comune a questi leader politici era il fatto che tutti e tre avevano saputo utilizzare i moderni mezzi di propaganda: Pinay e Mendes la radio, Mollet la televisione. Nel 1958 la rivolta di Algeri il collasso della IV Repubblica. di Algeri decisionale e la dei governi che si sono succeduti in Francia a partire dal 1945 ha diffuso un senso di frustrazione e di sfiducia e la di mettere le cose a post. Molti francesi ritenevano che il generale de Gaulle sia il solo in grado di farlo. CAPITOLO DE GAULLE E LA STAMPA: UN MALINTESO DURATO Il Generale era un assiduo lettore di giornali (anche quelli stranieri) ma non apprezzava affatto lo stile dei giornalisti francesi accusati di essere i professionisti della denigrazione. un rapporto di sostanziale creatosi tra il Generale e la stampa nei di presenza del primo sulla scena pubblica. La stampa francese era nota per la convivenza con nazista, ma soprattutto per i rapporti corrotti che la legavano alla Repubblica. Il generale poi aveva incontrato motivi di contrasto con la carta stampata in cui cercava di far pubblicare le sue eterodosse teorie militari. Il Generale era convinto che la stampa gli fosse compattamente ostile, per questo, della Liberazione de Gaulle si in prima persona nella ristrutturazione del settore: principale artefice della nascita di De Gaulle una volta tornato al potere (1958) fece del piccolo schermo la propria arma segreta nel tentativo di riequilibrare riservatagli dalla stampa. Soltanto gli organi del partito comunista si opposero fortemente alla prospettiva di un ritorno al potere del 18 giugno. Di fronte aggravamento della situazione in Algeria e Corsica e il susseguirsi di voci sempre piu insistenti circa nel cuore della madrepatria, la stampa progressivamente a convergere verso il Generale, ritenuta figura in grado di riportare li insorti preservando contemporaneamente la repubblicana. Se la quasi dei quotidiani concessa dal parlamento al generale de Gaulle, a opporsi frontalmente al nuovo testo costituzionale fu solo la stampa comunista. Sino alla soluzione della questione algerina i quotidiani cominciarono a evidenziare una netta differenziazione di posizioni a partire dalla proposta gollista di indurre diretta a suffragio universale del presidente della Repubblica. possibile distinguere tre tipologie di relazione tra il cpo dello stato e gli organi di stampa. Della prima categoria fanno parte i giornali di sinistra che hanno manifestato una duratura nei confronti di de Gaulle (stampa comunista o quotidiani regionali). La seconda categoria rappresentata da testate regionali di ispirazione centrista che portarono un sostegno sostanziale alla politica gollista. categoria comprende una serie di titoli che si mantennero neutrali. Ad occuparsi delle relazioni con i giornalisti era stampa, il ministro o direttamente il Primo ministro. architetto e interprete della Costituzione della V Repubblica, conferiva grande attenzione alle relazioni con la stampa, spesso organizzava a Matignon aperitivi e cene riservati ai caporedattori o i responsabili politici dei principali quotidiani nazionali. Gli sforzi di di dotare il gollismo di un organo di stampa non trovarono nel Generale il sostegno auspicato in quanto De Gaulle era decisamente piu interessato a disporre in maniera monopolistica del mezzo televisivo che non a investire risorse nel settore della stampa. del Generale nei confronti della stampa non era dettata dalle circostanze ne da obiettiva che i quotidiani avevano nei suoi confronti. Il tentativo di De Gaulle di servirsi del mezzo televisivo non deve essere interpretato come un consapevole espediente per controbilanciare della stampa, era piuttosto il mezzo piu indicato per instaurare un rapporto diretto e privo di intermediari con la nazione. CAPITOLO V: IL GENERALE E IL PICCOLO SCHERMO la mattina del giugno 1958 a meno di due settimane dalla nomina, il generale si in un editoriale di Brincourt, esperto di mass media, analizzava i rischi connessi allo sviluppo dei piu moderni mezzi di comunicazione di massa: piu che informarsi riceveva informazioni. Proprio quel giorno il Generale avrebbe dovuto registrare, per la prima volta, televisiva. La prima performance televisiva del Generale fu che un successo, apparve sui teleschermi francesi in apertura del telegiornale serale con gli occhiali e testo stampato in mano in cui annunciava il futuro referendum istituzionale e il lancio di un grande prestito pubblico. lo stesso Generale assistendo al filmato si convinse della correttezza delle critiche (rincarate anche dalla moglie Yvonne). Il Generale ad avvalersi di un team di esperti pubblicitari, che gli di apparire senza occhiali e di imparare a memoria i suoi discorsi. a prendere lezioni private di recitazione. accorgimento fu quello di seguire il consiglio della moglie truccarsi. a partire dalla seconda apparizione televisiva (1958) spiegando come i problemi della Francia non fossero irrisolvibili e come tre fossero i urgenti: finanziario ed economico, la riforma dello stato. La conferenza stampa era un appuntamento programmato con grande anticipo, una o due volte Questa forma di intervento pubblico aveva molto piu internazionale rispetto confermata dalla presenza di numerosi ambasciatori esteri. Le conferenze stampa si svolgevano della Salle des fetes e si sviluppavano in due parti: la prima riguardava una presentazione relativa internazionale e la seconda che dava spazio alle domande dei giornalisti. Con il passare degli anni il Generale alla finizione del botta e risposta con la stampa iniziando a fissare in prima persona del giorno della conferenza. Il Generale non gradiva sorprese da parte dei giornalisti, i quali, se azzardavano domande maliziose, sarebbero stati tagliati dal video e non mandati in onda. Le allocuzioni televisive erano lo spazio in cui si schieravano le linee di politica interna e era il popolo stesso. Si possono distinguere tre tipi di allocuzioni in base alla loro durata: ALLOCUZIONE ANNUNCIO: brevi interventi minuti pronunciati alla vigilia di referendum o in situazioni critiche. Si trattava di discorsi caratterizzati da un elevato tasso di personalizzazione e dal contenuto altamente emozionale. ALLOCUZIONI PROGRAMMATICHE: venivano esposte le linee politiche del governo: duravano 20 minuti e la personalizzazione era bassa. ALLOCUZIONI DI FINE ANNO: di media durata minuti volte a tracciare il bilancio degli ultimi dodici mesi e a fare il punto sulla situazione interna e internazionale. CAPITOLO VI: LEADERSHIP E TELEVISIONE. IL GENERALE E COSTITUZIONALE DELLA V REPUBBLICA La Costituzione della V Repubblica si fondava su un cumulo di Il testo affidava il potere esecutivo sia al presidente della Repubblica che a un governo dotato di competenze e prerogative proprie. I ricorsi televisivi del generale de Gaulle svolsero un ruolo essenziale non solo la del capo dello stato agli occhi pubblica francese, ma anche nel determinare degli equilibri istituzionali tra il presidente della repubblica e il Primo ministro. La decisione Algerina presa dal Generale scosse in quanto sostenitore francese. ammirazione che nutriva nei confronti del Generale rendeva difficile immaginare uan sua opposizione. Gli algerini avrebbero potuto scegliere il loro futuro fra tre la la con la Francia. Il 24 gennaio 1960 la popolazione europea di Algeri insorse per del generale Massu, lasciando presagire un ritorno ai disordini del 1958. Dopo alcuni insuccessi di De Gaulle anche di avviare trattative diplomatiche con gli insorti, ma invano. Il generale, allora apparve in Tv il 19 gennaio, in uno dei suoi interventi piu riusciti: si fece filmare con da militare, al fine di rievocare il mito del 18 gennaio. psicologico fu enorme, specie negli animi degli insorti, e il successo fu gli indici di balzarono alle stelle. Alla fine del 1960, durante un intervento De Gaulle il suo favore algerina. Dopo aver svincolato la tutela degli affari Algerini da Mantignon e aver ricevuto la conferma del sostegno del popolo nel referendum gennaio 1961. De Gaulle tramite una lettera, della nomina di un nuovo ministero. La disinformazione di sulle modifiche avvenute un duro colpo, di rassegnare le dimissioni. Mentre Parigi era in stato di assedio, de Gaulle apparve in televisione annunciando il ricorso 16 e di promulgarne gli effetti sino ala fine della questione algerina. La fine algerina al Generale propizia per separarsi dal suo Primo ministro. Formalmente la Costituzione non conferiva al presidente della Repubblica questo potere, se non esisteva questa poteva benissimo essere creata. Il testimone fu passato a Pompidou. Fino al 1965 la televisione era da sempre stata dominio del Generale, ma il 19 novembre dello stesso anno la popolazione a trovarsi davanti prima di allora sconosciute, che proponevano vie alternative al gollismo. A partire dal candidato della sinistra Mitterrand, contrario presidenziale della V Repubblica. Il candidato centrista Lecandet si sul fronte internazionale, sostenendo il cammino di una vera integrazione europeo: fu lui il vero vincitore dei dibattiti televisivi mostrando una certa che non aveva nulla da invidiare a quella di de Gaulle. Inoltre, le elezioni del 1965 introdussero una profonda la formula che si andava a sostituire alla tradizionale allocuzione. De Gaulle convinto di una vittoria sicura, di servirsi del mezzo televisivo in sede di campagna elettorale. La sua candidatura fu circondata da un alone di misteri e di silenzio dato che quello del 1965 doveva essere gollista un voto di ratifica. gollista fu quello di non comprendere come diretta del presidente della Repubblica avrebbe sollecitato il ruolo dei mezzi di comunicazione di massa. Tale metodo fu disapprovato dal dei francesi. Il Generale non era stato eletto al primo turno per cui si decise a rientrare sulla scena. Il Generale di utilizzare in vista del secondo turno tutto lo spazio previsto dalla normativa elettorale a disposizione dei candidati e acconsenti per la prima volta a intervenire in televisione attraverso la formula Le urne lo riconfermarono CAPITOLO IX: DE GAULLE, POMPIDOU E IL MAGGIO FRANCESE Il successo alle elezioni del 1967 non era stato esaltante, ma i gollisti avevano pur sempre conquistato la maggioranza. La primavera del 1968 riservava oltretutto al Generale di rinverdire i fasti della ritrovata grandeur francese: il viaggio presidenziale in Romania avrebbe fornito la conferma del disprezzo francese verso la logica dei blocchi contrapposti, mentre il viaggio in Iran e Afghanistan del Primo ministro Pompidou avrebbe consentito a Parigi di raccogliere relazioni petrolifere. La Francia era in un periodo di intensa modernizzazione industriale e urbana, ma dopo la vittoria alle politiche si stava formando un fossato sempre piu ampio tra il generale e pubblica, specie per quanto riguarda la politica internazionale: le ostinazioni antistatunitensi, che derivavano dalla di svincolare dalla loro tutela militare, erano sempre meno apprezzate dalle nuove generazioni che volevano una piu libera e che consentisse una piena realizzazione Nel maggio 1968 la Francia fu travolta da un terremoto che si diramato sotto un triplice profilo: 1. Sociale rivolta studentesca e rivendicazioni operaie, 2. crisi del potere gollista, 3. Mediatico lungo sciopero dei giornalisti della radiotelevisione che fece vacillare la decennale telecrazia. le prime manifestazioni di malessere si avvertirono quando il governo Pompidou nel febbraio del 1968 propose la selezione per La riforma progettata tentava di fare fronte vertiginoso degli iscritti A partire dal 1963 il Generale non aveva smesso di sollecitare i ministri della Pubblica istruzione e realizzare una riforma del settore che prevedesse da un lato azione di orientamento rivolta agli studenti alla fine del ginnazsio e una selezione delle Nel 1968 un progetto di riforma che avrebbe concesso alle autonomia di reclutamento degli studenti e ai candidati respinti la di accedere a istituti di formazione postsecondari. Il fossato scavatosi tra il potere politico e gli studenti era ormai incolmabile. Il movimento da un lato diede origine a una serie massiccia di manifestazioni e occupazioni di portando in pochi giorni alla paralisi francese, di cambiare natura istituendo una vigorosa protesta contro il regime gollista. Parallelamente la crisi sociale e politico a coinvolgere anche quello comunicativo. Nella crisi del 1968 la radio si come principale strumento di informazione dei francesi. A farle riconquistare la che pareva ormai perduta del boom televisivo contribuirono tanto i silenzi del piccolo schermo (scioperi dei telegiornali) quanto le della carta stampata (scioperi delle poste, ferrovie). A riscuotere pubblica furono soprattutto i servizi in diretta delle manifestazioni. La trasmissione in diretta delle delle rivoluzione del quartiere latino maggio) a causa della chiusura di alcune tra cui la Sorbona, a causa degli scioperi permise una maggiore coesione di tutte le forze rivoluzionarie. I servizi radiofonici si limitavano a diffondere di impotenza del potere ma indussero molti giovani a unirsi alla protesta. Il ruolo svolto dal mezzo radiofonico era accusato di avere contribuito a generare spingendo i manifestanti Nella primavera del 1968 uno dei temi centrali del di battito politico francese era costituito dalla proposta governativa di introdurre la commerciale sulle reti televisive, questo leva di scudi dei sindacati e di sinistra che una mozione di censura contro il governo Pompidou, accusato di voler snaturare la funzione pubblica I silenzi della televisione non potevano piu essere accettati passivamente dalla stampa dai giornalisti. Il 10 maggio, la mancata trasmissione di un servizio sul movimento studentesco costituito sulla base di interviste ai principali attori in campo fu negata dai ministeri e della pubblica istruzione. La stampa quotidiana vigorosamente la censura governativa. Il 14 maggio il Generale per il viaggio in Romania dal quale 4 giorni dopo (il Primo ministro in Medio Oriente dal maggio). In questo lasso di tempo i due canali francesi trasmisero reportage sui movimenti studenteschi e operai restituendo del rientro in patria del Generale, 18 maggio, la linea dura da lui intrapresa spinse i giornalisti a entrare in sciopero. Dopo dieci anni di soffocante monopolio gollista la progressiva del piccolo schermo sanciva un indebolimento non solo simbolico ma sostanziale del presidente della Repubblica. La tattica del Generale si sul silenzio e sul rispetto delle prerogative istituzionali del Primo Ministro. Il capo dello Stato sembrava intenzionato a restare dietro le quinte. Riunito il consiglio dei ministri, Pompidou, di rivolgersi la sera stesa alla nazione per via televisiva per esprimere la del governo di giungere a una pacificazione rapida e totale, obiettivo che prevedeva, la riapertura della Sorbona. Pompidou e la sua proposta di riaprire un dialogo con gli studenti venne accolta favorevolmente pubblica. Con il discorso televisivo Pompidou la di Mantignon nella gestione del maggio francese. A favorire politico di Pompidou contribui la partenza in Romania del capo dello stato. uscito momentaneamente di scena de Gaulle, il Primo ministro restava solo nella guida del paese in un momento in cui alle rivendicazioni studentesche si affiancarono quelle operaie alimentate politica. Il 24 maggio de Gaulle apparve sui teleschermi francesi per annunciare la consultazione referendaria. Il Generale, tuttavia, non a far entrare il carisma nelle case dei francesi. Mentre il presidente registrava il fallimento della propria allocuzione, il Primo ministro dava prova di naturalezza di fronte alle telecamere,

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L’UOMO DELLO SCHERMO: DE GAULLE E I MEDIA
INTRODUZIONE: LA POLITICA TRA COMUNICAZIONE E PERSONALIZZAZIONE
Con l’avvento di Charles De Gaulle alla presidenza francese e l’esperienza della V Repubblica si comincia a
cogliere il significato del concetto di “personalizzazione della politica”. Nei regimi democratici moderni
grazie ai nuovi mezzi di comunicazione di massa, quali la radio, il cinema, la televisione il corpo elettorale
entra sempre piu in contatto con la classe dirigente. Mentre in Francia questa era un’esperienza totalmente
nuova, i paesi anglosassoni erano già all’avanguardia su questo terreno; in Inghilterra per esempio esisteva
un contatto diretto tra leader e popolo. In USA si era già assistito ai discorsi di Franklin Delano Roosevelt
durante la campagna elettorale per le presidenziali, nonché le forme comunicative del presidente
Eisenhower, con le sue regolari conferenze stampa.
La presidenza De Gaulle si configurava nell’ideal tipo weberiano del potere carismatico, ovvero quello che si
fonda sulla devozione nei confronti della forza eroica o in qualsiasi altro segno di elezione emanato dal
leader. Anzitutto si può confermare che con l’arrivo di De Gaulle si sia verificata una vera e proprio rottura
con la forma di governo della IV Repubblica. Ad essere messi in discussione erano i pilastri fondamentali
previsti dalle leggi costituzionali repubblicane del 1875: la centralità del Parlamento e la
depersonalizzazione del potere. De Gaulle ascese al potere in via del tutto eccezionale, era lui, l’uomo del
18 giugno, l’unico che poteva risollevare la credibilità della Francia, specie in concomitanza con una
situazione critica come quella algerina del 1958. Il Generale era allo stesso tempo il prodotto della crisi e il
mezzo necessario per il suo superamento. Come da tradizione francese al momento del suo ritorno erano
tutti convinti di avere di fronte una personalità che avrebbe solo dovuto gestire il momento di crisi in cui la
Francia stava versando. Al termine di quest’ultima, si sarebbe ritornati al tradizionale regime di sovranità
parlamentare caratteristico del sistema politico francese. Lintenzione da parte del Generale di
istituzionalizzare la presidenzializzazione del potere divenne chiara solo nel 1962, con la proposta di
elezione diretta del Capo dello Stato, poi sottoposta a referendum e approvata dalla maggioranza del corpo
elettorale.
Lo strumento prediletto del Generale per stabilire un contatto con la nazione fu la televisione, in quanto era
il mezzo piu consono per far emergere la verità. Nel corso del 900 una prima trasformazione derivò
dall’avvento dei partiti di massa che si propongono come la sede di inquadramento di voti di ampie fasce di
popolazione, in seguito all’ampliamento del corpo elettorale: l’elezione non è piu basata sulla scelta della
persona, ma in primo luogo sul partito. È a partire dagli anni 60 che i nuovi mezzi di comunicazione stavano
diventando il principale mezzo per la “personalizzazione del potere” con lo scopo di rendere piu immediato
il rapporto tra elettore e candidato. La discussione è quindi portata direttamente di fronte al pubblico, al di
sopra dei partiti e al di fuori del parlamento => “government by discussion”. Inoltre il capo dello stato si
presesentava ai francesi in duplice forma: allocuzione e conferenza stampa.

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